Dopo scandalo melamina, boom di latte in polvere straniero, molto importato illegalmente

Sono almeno 80.000 le tonnellate di latte in polvere straniero che arrivano in Cina illegalmente ogni anno. Servono per soddisfare la sempre maggiore richiesta delle mamme cinesi, che cercano latte in polvere sicuro per i loro figli, dopo gli scandali alimentari scoperti in Cina, soprattutto quello del latte alla melamina, che nel 2008 uccise almeno 6 bambini e ne fece ammalare oltre 300.000. La mancanza di sicurezza nel controllo alimentare e di qualità in Cina spinge molti ad organizzarsi: in questi anni sono sorte diverse organizzazioni che importano illegalmente il latte in polvere dall’estero, soprattutto dall’Australia e dalla Nuova Zelanda, per poi rivenderlo in Cina a prezzo almeno raddoppiato, soprattutto su internet. Secondo un sondaggio, il 25% delle mamme cinesi decide di comprare direttamente o indirettamente all’estero il latte in polvere. Il 41,7% delle mamme del ‘Regno di mezzo’ è preoccupato della qualità del latte in polvere nazionale e solo il 16,7% delle donne pensa che il prodotto cinese sia conforme alle normative internazionali. “Sono al secondo figlio – spiega all’ANSA Shen, che lavora per una azienda italiana – e ogni volta che qualcuno arriva dall’Italia, collega o amico, sa che deve portarmi il latte in polvere. Prima chiedevo cioccolata, dolci o borse, ora voglio latte in polvere. Non mi fido di questo cinese”. “Da quando sono incinta – dice all’ANSA Hui Ling, 35nne madre di un bambino di un anno – ho cominciato a guardarmi intorno per vedere dove comprare il latte in polvere. Non credo alla qualità di quello cinese, per cui non voglio comprarlo, non voglio che il mio bambino soffra come quelli del 2008. Ho cominciato a comprarlo dall’Australia, dove ho amici che mi aiutano, lo pago anche meno di quello importato regolarmente. Ma non uso agenti, loro ci speculano. Lo so, me lo posso permettere perché sono ricca. Le autorità dovrebbero fare qualcosa per assicurare la qualità del prodotto cinese, così che anche i più poveri possano avere latte di qualità per i loro figli”. Come Hui, sono molte le donne che comprano il latte dall’Australia, dove ci sono vere e proprie organizzazioni di cinesi che operano in questo settore. Questi reclutano studenti universitari cinesi che prima vanno a comprare i prodotti nelle farmacie e nei negozi e poi li portano in Cina, eludendo i controlli doganali. La cosa non è passata inosservata alle autorità australiane e ne ha parlato anche il ministro della salute Tanya Pilbersek, dopo che diversi giornali hanno evidenziato che molte mamme australiane si lamentavano del fatto di trovare gli scaffali vuoti di latte in polvere, dopo le razzie dei cinesi. Le autorità di Pechino hanno stretto i controlli su questa importazione.

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