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Esercito cinese: la guerra con gli Stati Uniti sotto Donald Trump non è solo slogan ma può diventare realtà

Lo scrive il South China Morning Post, citando il sito dell’esercito cinese. Qui di seguito l’articolo del giornale di Hong Kong, ripreso anche dal The Guardian.

China is stepping up preparedness for a possible military conflict with the US as the Donald Trump presidency has increased the risk of hostilities breaking out, state media and military observers said.

Beijing is bracing itself for a possible deterioration in Sino-US ties, with a particular emphasis on maritime security.

The People’s Liberation Army said in a commentary on its official website last Friday, the day of Trump’s inauguration, that the chances of war have become “more real” amid a more complex security situation in Asia Pacific.

The commentary written by an official at the national defence mobilisation department in the Central Military Commission said the call for a US rebalancing of its strategy in Asia, military deployments in the East and South China Seas and the instillation of a missile defence system in South Korea were hot spots getting closer to ignition.

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Cina installa missili su isole contese

La Cina ha installato un potente sistema di missili terra-aria su una delle isole al centro delle dispute territoriali nel mar Cinese meridionale: lo ha reso noto Fox News, in base all’esame delle foto satellitari. La vicenda, che è un ulteriore passo del rafforzamento militare nell’area, è stata anche confermata dalle autorità di Taiwan. L’isola, su cui è stato installato anche un sistema radar, è quella di Yongxing, nelle Paracel, rivendicata (e nota pure come Woody Island) da Vietnam e Taiwan. La notizia è emersa durante il summit tra Usa e Paesi dell’Asean di Sunnylands, in California, il cui articolato documento finale, pur precisando la libertà di navigazione e la soluzione pacifica delle controversie, non ha fatto menzione esplicita di Cina o Mar Cinese meridionale a causa delle diverse valutazioni in capo ai leader partecipanti. Secondo Fox News, l’episodio è “un’altra evidenza del fatto che la Cina sta rafforzando la militarizzazione delle isole nel mar Cinese meridionale facendo salire le tensioni nella zona”. I funzionari Usa, ha aggiunto l’emittente Usa, hanno confermato l’accuratezza delle immagini e identificato i missili terra-aria nei sistemi HQ-9, forti di una gittata di circa 200 chilometri e quindi potenziale minaccia per qualsiasi aereo civile o militare in volo nelle vicinanze. A Taiwan, il ministero della Difesa ha confermato la mossa dei militari di Pechino precisando, in una nota, che Tapei “guarda da vicino gli sviluppi” mettendo in guardia le parti coinvolte, senza mai nominare la Cina, dal prendere “qualsiasi azione unilaterale” che possa far salire le tensioni a danno della pace e della stabilità della regione.

 

fonte: ANSA

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Cina, lotta a corruzione arriva ai potenti vertici militari

In Cina nessuno è più intoccabile: è arrivata fino ai massimi gradi delle forze armate la campagna anticorruzione voluta e messa in moto dal presidente Xi Jinping, e nelle cui maglie sono finiti ben 16 generali. I 16 ufficiali di vertice, spiega oggi la stampa cinese, sono stati arrestati perché accusati di gravi episodi di corruzione e nepotismo. Nella maggior parte dei casi si tratta di segretari o parenti di precedenti comandanti o ufficiali di altissimo rango. E alcuni di essi sono nomi ben noti: fra questi il gen. Guo Zhenggang, 45 anni, figlio di Guo Boxiong, ex vicepresidente della potente Commissione militare centrale. Guo tra l’altro – scrivono i giornali – aveva ottenuto la promozione a generale maggiore solo lo scorso gennaio poco prima che cominciassero a diffondersi voci circa suoi possibili coinvolgimenti in questioni di tangenti. E ancora, tra i nomi eccellenti, quello di Zhu Heping, ex segretario del generale Zhang Wannian, altro vice presidente della commissione centrale militare, morto a Pechino di recente. La campagna anti corruzione fortemente voluta dal presidente cinese Xi Jinping arriva dunque fin dove non si credeva sarebbe arrivata: in quello che ancora mantiene il nome – retaggio della Rivoluzione maoista – di Esercito di liberazione e che, ancora di più del partito comunista, era fino a ieri considerato un una sorta di “porto franco”. Anche se già nel marzo del 2014 c’era stato un precedente, che aveva colpito il generale Xu Caihou, 71 anni, ex vicepresidente della commissione militare centrale, accusato di corruzione ed espulso poi dal partito a giugno. Nella rete ora sono finiti anche alcuni collaboratori di Xu, tra cui Wang Aiguo, ex capo del dipartimento di logistica del comando militare di Shenyang (che era la base di potere di Xu) e Zhan Guoqiao, che invece ricopriva la stessa carica ma presso il comando di Lanzhou. E ora a breve, secondo gli analisti, potrebbe toccare anche a Guo Boxiong, altro ex vicepresidente della Commissione militare centrale. Secondo fonti vicine al comando militare di Guangzhou (ex Canton), Chen Jianfeng, capo della logistica, e il capo dell’aviazione, Wang Sheng, sarebbero stati arrestati a gennaio perché coinvolti in loschi affari con il luogotenente generale Gu Junshan, accusato già nel 2013 di aver accumulato una vera e propria fortuna personale. Gu, alleato con Xu Caihou, è stato accusato l’anno scorso di aver preso tangenti per 600 milioni di yuan (60 milioni di euro). Secondo i capi del partito, ai quali fanno eco diversi analisti, la corruzione e il nepotismo in ambito militare in Cina hanno seriamente minato la credibilità e l’efficienza dell’esercito e delle forze armate di una delle massime potenza mondiali.

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Promozioni ai militari cinesi solo se mantengono la linea

I militari in Cina, d’ora in poi, dovranno badare alla linea se vorranno aspirare ad avere promozioni. Secondo quanto riferisce la stampa locale, una nuova disposizione della Commissione militare centrale del Partito comunista, che mira a assicurare il benessere fisico dei militari cinesi, prevede nuovi e più rigidi standard di forma fisica, pena il non avere più promozioni. Già in passato erano stati introdotti dei requisiti fisici per coloro che intendono accedere alla carriera militare, ma il loro possesso o meno non aveva mai influenzato eventuali promozioni. L’annuncio della nuova regola è stato dato, almeno per ora, in maniera generica, senza specificare il peso minimo e massimo per poter accedere a promozioni. Intanto i funzionari dell’ufficio anti corruzione hanno dichiarato di stare lavorando alacremente per fermare la diffusa pratica per i militari di fare regali in cambio di promozioni. Xu Caihou, ex presidente della commissione militare centrale, è stato recentemente accusato di aver accettato ingenti somme di denaro e regali di valore in cambio di promozioni e altri benefici. Xu è il funzionario militare più anziano ad essere caduto nella rete della campagna anti corruzione fortemente voluta dal presidente Xi Jinping. L’obesità sta diventando un grosso problema in Cina da quando lo sviluppo economico ha determinato un miglioramento degli standard di vita. Specialmente tra i giovanissimi sono sempre di più quelli che non hanno una alimentazione corretta, ingerendo cibi troppo calorici e conducendo una vita troppo sedentaria.

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Generale dell’esercito sotto accusa per corruzione

Un generale dell’esercito cinese è finito sotto accusa dinanzi alla Corte marziale perché accusato di corruzione. Lo riferisce la stampa locale. Gu Junshan, tenente generale, deve affrontare l’accusa di appropriazione indebita, corruzione, abuso di fondi statali e di abuso di potere da parte della procura militare cinese. Gu è il militare più alto in grado a essere accusato di reati così gravi dal 2006 quando a finire sotto processo fu il vice Ammiraglio Wang Shouye che fu poi condannato a morte con pena sospesa per appropriazione indebita. Le indagini sull’operato del generale Gu, che ha 57 anni, vanno avanti da oltre due anni. Anche il capo di Gu e suo alleato, il Generale Xu Caihou, ex vice presidente della Commissione militare centrale, è stato arrestato due settimane fa e messo sotto inchiesta. Secondo l’accusa il generale Gu avrebbe condiviso le sue ricchezze con il suo superiore, Xu Caihou. In particolare Gu Junshan avrebbe donato alla figlia di Xu, come regalo di nozze, una carta bancaria contenente 20 milioni di yuan (quasi due 2 milioni e mezzo di euro), ottenendo, in cambio di questi regali, delle promozioni dal suo capo. Il generale Gu, entrato a far parte dell’esercito a 17 anni, ha sposato la figlia di Zhang Longhai, che all’epoca era commissario della sedicesima divisione dell’aviazione. La parentela con Zhang nel 1985 consenti’ a Gu di salvarsi evitando i massicci tagli che furono fatti nell’esercito.

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Intesa per 100 superjet Finmeccanica a Cina per 3,5 miliardi di dollari

Sta per atterrare in Cina il superjet-100, fiore all’occhiello dell’aeronautica russa realizzato da Sukhoi in joint venture con Alenia Aeronautica (Finmeccanica): i media russi riferiscono di un protocollo d’intesa firmato nei giorni scorsi tra Sukhoi e la societa’ cinese O-Bay Aircraft Company per l’acquisto di 100 di questi velivoli per un valore di oltre 3,5 miliardi di dollari. L’intesa prevede anche l’assemblaggio del superjet-100 in Cina, dopo la vendita di un certo numero di questi modelli a Pechino. Se venisse finalizzato, secondo la stampa, si tratterebbe del contratto più rilevante nella storia di Sukhoi e dell’aeronautica civile russa. Per il 2014 tuttavia, al momento, è prevista la realizzazione solo di 40 superjet.

fonte: ANSA

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Arrestato per corruzione ex generale esercito

Un generale in pensione dell’Esercito di Liberazione Popolare cinese (Pla) e’ stato arrestato per corruzione, secondo indiscrezioni pubblicate oggi dal quotidiano di Hong Kong, South China Morning Post. Xu Caihou, 71 anni, e’ il militare di piu’ alto livello a cadere nella rete della campagna contro la corruzione lanciata l’anno scorso dal gruppo dirigente cinese, che promise che avrebbe colpito sia i “moscerini” che le “tigri”, cioe’ funzionari di tutti i livelli, senza riguardo per l’importanza delle cariche che ricoprono. Xu e’ un malato terminale di cancro, ed e’ stato arrestato nell’ospedale nel quale era ricoverato. L’ ex-generale sarebbe ora sottoposto alla “shuanggui”, cioe’ un sistema di stringenti interrogatori da parte della commissione disciplinare del Partito Comunista, che in passato e’ stata accusata di usare metodi vicini alla tortura per ottenere le “confessioni” degli accusati. Altri membri della sua famiglia, tra cui la moglie e la figlia, sarebbero stati arrestati. L’ ex-generale sarebbe accusato di aver venduto ai migliori acquirenti posizioni di tutti i livelli nell’esercito, intascando ingenti somme di denaro. Xu entro’ a far parte della Commissione Militare Centrale, l’organismo che dirige l’esercito, nel 1999, e nel 2004 ne divenne il vicepresidente.

fonte: ANSA

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Boom delle spese militari cinesi, +12,2% e obiettivo crescita al 7,5% annuo

Boom delle spese militari, ma anche crescita economica stabile fissata al 7,5% annuo e “guerra” all’inquinamento. Sono i punti principali del rapporto del governo all’Assemblea Nazionale del Popolo, il “Parlamento” di Pechino che si è aperto oggi. Davanti ai tremila delegati nell’imponente Sala dell’Assemblea del Popolo, il premier Li Keqiang si è soffermato sull’importanza della stabilità economica, indicando tra i suoi obiettivi il contenimento dell’inflazione e un tasso di cambio dello yuan senza variazioni di rilievo. Ma l’attenzione degli osservatori stranieri si è concentrata sull’aumento delle spese per la difesa del 12,2%, ad un tasso ancora superiore di quello del 2013, quando era stato del 10,7%. Secondo Dennis J.Blasko, un ex addetto militare a Pechino intervistato dal New York Times, “una parte significativa” della spesa verrà impiegata per aumentare i salari di ufficiali e soldati. “Sono frequenti le dichiarazioni secondo le quali gli ufficiali dell’Esercito di Liberazione Popolare (o Pla), devono essere pagati meglio dei funzionari civili”, ha aggiunto. Il portavoce del governo di Tokyo Yoshihide Suga ha affermato tuttavia che si tratta di “un motivo di preoccupazione” per il Giappone, impegnato in una rovente disputa territoriale con Pechino nel Mar della Cina Orientale, dove entrambi i paesi rivendicano la sovranità sulle isole Senkaku/Diaoyu, disabitate ma in una posizione strategica al centro di una zona ricca di materie prime. Pechino ha investito ingenti cifre nell’ammodernamento della sua Marina militare, rimettendo a nuovo anche la sua prima portaerei, la Liaoning, acquistata nel 1998 dall’Ucraina. “Rafforzeremo in modo significativo la natura rivoluzionaria delle forze armate cinesi, modernizzeremo ulteriormente le loro prestazioni e continueremo a incrementare il loro livello di deterrenza e la loro capacita’ di combattimento”, ha sottolineato il premier. Nel suo rapporto, Li Keqiang ha messo l’accento sulla necessità di “misure radicali per rafforzare il controllo e la prevenzione” dell’ inquinamento dell’aria, che nella capitale Pechino e in tutta la Cina del nord ha superato i limiti di guardia. “Un ambiente sano ed ecologico è vitale per il benessere del popolo e per il futuro del Paese”, ha affermato Li, aggiungendo che la Cina deve “dichiarare guerra all’inquinamento come (in precedenza) l’ha dichiarata alla povertà”. I gruppi per i diritti umani hanno denunciato che decine di dissidenti sono stati preventivamente messi agli arresti domiciliari o costretti ad allontanarsi dalla capitale, come spesso succede in occasione delle importanti scadenze politiche. In un confuso episodio, quattro o cinque dissidenti sono stati bloccati dalla polizia su piazza Tiananmen, dove sorge l’enorme palazzo in stile stalinista nel quale si svolgono i lavori. Secondo voci non confermate, una delle persone arrestate, una donna, avrebbe tentato di darsi fuoco. La sessione dell’Assemblea Nazionale del Popolo durerà dieci giorni.

fonte:Beniamino Natale per ANSA

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Cina maggior importatore prodotti per la difesa dell’Asia orientale

La Cina ha superato la Corea del Sud diventando nel 2013 il maggior importatore di prodotti per la difesa dell’Asia orientale. E’ quanto afferma, in uno studio diffuso oggi, l’istituto americano di ricerca e consulenze, Information Handling Services (Ihs). I dati vengono diffusi mentre la tensione è alta nell area del Pacifico, dove la Cina ha in corso dispute territoriali con Giappone, Filippine e Vietnam. Secondo lo studio le importazioni della Cina sono cresciute del 52,6 % fino a raggiungere i 2,3 miliardi di dollari. Nel 2012 erano state di 1,5 miliardi. Anche le esportazioni della Cina in questo settore sono cresciute del 4,4% nel 2013 per un valore totale di 1,9 miliardi di dollari. Gran parte delle importazioni cinesi provengono dalla Russia, le cui esportazioni di aerei da guerra e di motori per questi aerei sono cresciute passando da 3,5 miliardi di dollari nel 2012 a 4,5 miliardi. Nella regione solo la Malaysia e l’Indonesia, oltre alla Cina, hanno aumentato in modo significativo le proprie importazioni di equipaggiamento per la difesa nel 2013.

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Per amiraglio cinese, smog miglior difesa contro laser Usa

“Lo smog della Cina è la miglior difesa contro le armi laser americane”. Lo ha detto, in una intervista televisiva, Zhang Zhaozhong, ammiraglio della marina cinese ed esperto di questioni militari presso l’Università nazionale della difesa. Zhang, parlando durante la trasmissione, ha detto che “le armi al laser hanno paura dello smog”. “Quando non c’è smog – ha spiegato l’esperto – un’arma al laser può colpire a una distanza di 10 chilometri. Se invece c’è smog, la distanza si riduce a un chilometro”. Ciò accade, ha aggiunto Zhang, perché lo smog è fatto di particelle sottilissime che per il laser è difficilissimo penetrare. Le dichiarazioni dell’ammiraglio arrivano solo dopo pochi giorni dalla notizia che gli Stati Uniti avrebbero intenzione di schierare la prima arma laser a bordo di una nave di quasi 17.000 tonnellate che verrà posizionata in medio oriente. Le parole di Zhang hanno subito suscitato molte polemiche in rete in quanto le sue osservazioni sono state considerate come una difesa dell’inquinamento, considerato quasi un fatto positivo. Su Sina Weibo, il twitter cinese, la notizia è stata ritwettata e commentata oltre 10.000 volte. L’ammiraglio si è difeso dicendo che le sue frasi sono state estrapolate dal contesto e che la sua intenzione non era quella di parlare in senso positivo dell’inquinamento. Pechino e gran parte della Cina del nord, intanto, continuano a patire gli effetti di un inquinamento sempre più intenso con livelli di Pm 2,5 (le particelle di diametro inferiore a 2,5 micron) elevatissimi. Nella capitale sia ieri che oggi il livello ha superato i 400.

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