Migliaia di pesci morti nel fiume Fuhe, nella provincia centrale dell’Hubei, a causa di un grande quantitativo di ammoniaca rilasciata da un impianto chimico della zona. Secondo quanto ha riferito la stampa locale, circa 100.000 chilogrammi di pesce morto sono stati estratti da un tratto di 40 chilometri del fiume Fuhe, nei pressi della città di Wuhan. Un campione del materiale emerso dal fiume, inviato all’archivio di Scienza e Tecnologia dell’Hubei per accertamenti, ha evidenziato come la densità di ammoniaca abbia raggiunto un valore di 196 mg per litro, un limite di gran lunga superiore alla norma nazionale, secondo il dipartimento provinciale di protezione ambientale. La fabbrica responsabile degli scarichi dannosi è un impianto chimico che si trova nella città di Xiaogan e che è anche quotata in borsa. Il dipartimento provinciale di protezione ambientale ha ordinato alla società di sospendere le operazioni e di verificare le sue strutture di controllo dell’inquinamento. L’incidente ha creato molta preoccupazione tra gli abitanti del villaggio di Huanghualao nel distretto Huangpi di Wuhan, dove la maggior parte dei 2.000 abitanti del villaggio vive proprio di pesca nel fiume Fuhe.
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Almeno 548 studenti intossicati da merenda fornita da governo
Sono 548 gli studenti di scuole elementari e medie della provincia nord occidentale cinese del Qinghai, intossicati dopo aver consumato una merenda fornita dalle autorita’. Lo scrive la stampa cinese. Gli allievi di 56 delle 72 scuole primarie e medie di sette citta’ della contea autonoma Hui-Tu ti Datong, sono rimasti intossicati a causa della merenda servita come integratore nutritivo a meta’ mattinata. Alcuni di loro sono ricoverati in gravi condizioni. Ai bambini era stato dato latte e biscotti e sono stati obbligati a prenderlo, nonostante qualcuno si lamentasse della strana puzza del latte. L’integratore nutrizionale fa parte di un progetto del governo di Datong con il quale si fornisce una merenda nutritiva gratuita a 450.000 scolari delle zone rurali, per migliorare le loro condizioni e il loro fabbisogno nutrizionale.
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Il 58% dei prodotti non sicuri che arrivano in Europa sono cinesi. Salite segnalazioni nel 2012
E’ cinese la maggior parte dei prodotti non sicuri – soprattutto vestiti (34%), giocattoli (19%) ed elettrodomestici (11%) – segnalati in Europa, e il loro numero è in continua crescita. Secondo i dati del rapporto annuale Rapex, il meccanismo di allerta Ue per le merci pericolose, nel 2012 le segnalazioni sono salite del 26% rispetto al 2011 – unico anno in cui erano calate – ed è salita anche la percentuale di quelle provenienti dalla Cina, ben il 58% contro il 54% di un anno prima. “Dato il volume di export cinese in Europa, sono cifre ancora ragionevoli”, ha affermato il commissario Ue ai consumatori Tonio Borg, ricordando per esempio che il 93% dei giocattoli provengono dalla Cina. In ogni caso, ha assicurato, “Ue e Cina collaborano strettamente” e presto verranno diffusi presso produttori cinesi ed importatori europei video ad hoc per fornire loro informazioni sulla sicurezza dei prodotti. Tra le merci ritirate dal mercato ci sono, per esempio, vestitini per bambini con cordini o decorazioni che potrebbero portare allo strangolamento o al soffocamento, oppure costumi o parrucche giocattolo infiammabili, ma anche laser troppo potenti che possono ferire gli occhi o tessuti contenenti sostanze chimiche vietate. I Paesi da cui proviene il maggior numero (pari al 56%) delle 2.278 segnalazioni del 2012 sono l’Ungheria (15%), la Bulgaria (14%), la Spagna (10%), la Germania (9%) e la Gran Bretagna (8%). L’Italia ha segnalato 54 casi di merci pericolose, pari al 3% del totale, mentre sono 49 i casi di prodotti italiani non a norma, ugualmente pari al 3% del totale, che sono stati notificati a Rapex. Ben l’11% dei prodotti pericolosi, invece, si è rivelato essere di origine sconosciuta. “Per questo abbiamo proposto insieme al commissario Tajani l’obbligo dell’etichettatura d’origine dei prodotti”, ha ricordato Borg. Questa deve però ancora essere approvata da Europarlamento e Consiglio.
fonte: ANSA
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Nuova opera di Ai Weiwei su “guerra” del latte in polvere
L’artista e dissidente Ai Weiwei ha tratto ispirazione per la sua ultima opera dalle controversie cinesi in materia di latte in polvere per neonati e dal dibattito in corso circa la tendenza dei cinesi di recarsi a Hong Kong per comprare latte non di produzione cinese considerato a rischio per la salute dei bambini. Secondo quanto riferisce il South China Morning Post, la nuova opera sarà presentata alla mostra sulla identità e sui sentimenti anti-cinesi che si aprirà a Hong Kong il prossimo 17 maggio. “Non capisco le persone che dalla Cina vanno a Hong Kong per comprare il latte per i bambini – ha commentato l’ artista – allora in futuro che faranno, andranno fuori dalla Cina per comprare l’aria oppure l’acqua?”. Ai Weiwei non ha ancora voluto fornire dettagli sulla sua nuova opera, che al momento non ha ancora un nome, ma ha detto che l’idea gli è venuta già da parecchio tempo, da quando cioé in Cina si verificò nel 2008 lo scandalo del latte alla melamina che provocò la morte di sei bambini, mentre molti altri si ammalarono. Il curatore della mostra, Guerrero, ha sottolineato come l’intenzione dell’esibizione sia quella di analizzare la storia delle epidemie del 19mo secolo ad Hong Kong e in particolare di quella di SARS nel 2003 anche per indagare su come le epidemie abbiano un impatto che da un piano strettamente sanitario si muove poi anche verso prospettive sociali e culturali. Guerrero ha ad esempio evidenziato come la Sars abbia diffuso la paura verso l’altro e come ora l’arrivo di molti cinesi a Hong Kong per acquistare il latte in polvere abbia creato tensioni sociali con la popolazione locale.
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Diciotto morti per avvelenamento da cibo in primi tre mesi del 2013
Diciotto persone sono morte per avvelenamento da cibo in Cina nei primi tre mesi del 2013, il 50% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Lo ha annunciato la Commissione nazionale per la salute e la pianificazione familiare. In particolare, da gennaio a marzo, 755 persone si sono ammalate a causa di cibo avvelenato e 24 sono stati i casi a livello nazionale, rispettivamente il 72.4% e il 41.2% in più rispetto all’anno precedente. La causa della maggioranza dei decessi e delle malattie, secondo il rapporto, é stata l’ingestione di vegetali o animali tossici e funghi velenosi o di cibo avariato. La Commissione ha sottolineato come sia importante per la gente stare attenti in particolare ai batteri presenti nel cibo, sensibile alle contaminazioni specie con l’ arrivo dell’ estate a causa dell’ aumento delle temperature. Le mense scolastiche sono state invitate a effettuare tutti i controlli necessari per garantire la sicurezza del cibo
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Carne di topo venduta come montone, 63 arresti
La polizia cinese ha sgominato una banda che vendeva carne di topo e di volpe spacciandola per pecora o montone. Lo afferma oggi il ministero della pubblica sicurezza di Pechino sul suo sito web. Il ministero precisa che sono state arrestate 63 persone che avrebbero ricavato più di un milione di euro dalla loro attività. La banda era attiva a Shanghai e nella vicina provincia del Jiangsi. Si tratta dell’ ultimo di una serie di scandali che hanno colpito il settore agroalimentare cinese. Nelle ultime settimane, dopo che decine di persone si sono ammalate e 27 sono morte per l’ influenza aviaria provocata dal virus chiamato H7N9, il consumo di carne dei polli – che sono i portatori del virus – è crollato, con l’ 80% di vendite in meno. In marzo, sempre a Shanghai, migliaia di maiali morti sono stati trovati nel fiume Huang Pu. Migliaia di cittadini sono intervenuti sui microblog, i sostituti cinesi di Twitter, esprimendo indignazione per l’ accaduto. “Topi? Disgustoso, ormai tutto quello che mangiamo è veleno”, ha commentato su Sina.com, uno dei portali più popolari della Cina.
fonte: ANSA
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Ue rafforza controlli contro prodotti di riso importati da Cina
L’Europa ha deciso di rafforzare i controlli sulle importazioni di prodotti a base di riso – originari o provenienti dalla Cina – per verificare l’eventuale presenza negli alimenti di Organismi geneticamente modificati (Ogm) non autorizzati nell’Ue. Un giro di vite sulla normativa in vigore proposto dalla stessa Commissione europea e sostenuto dagli Stati membri che hanno già dato il loro via libera a livello di esperti nazionali. Ora la decisione ufficiale spetta a Bruxelles che ha preannunciato l’estensione delle misure di controllo a “qualsiasi alimento o mangime contenente riso”. Non solo. Nella decisione attesa a breve, verrà anche definito “un nuovo protocollo comune ai partner europei per il campionamento e l’analisi di quei prodotti trasformati”. Inoltre, per agevolare i controlli, agli operatori verrà chiesto di completare un documento comune di entrata di quei prodotti nell’Ue. Si tratta ormai di 50mila tonnellate annue di alimenti a base di riso, originari o provenienti dalla Cina, che rappresentano un valore di circa 50 milioni di euro.
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Intossicazione alimentare per oltre 200 bambini di scuola elementare
Oltre 200 bambini di una scuola elementare della provincia sud occidentale del Sichuan sono stati ricoverati per intossicazione alimentare. I 203 scolari al loro ricovero presentavano febbre, vomito e diarrea. All’inizio era scattata la paura per una infezione da una delle influenze che stanno diffondendosi nel paese, ma al loro arrivo in ospedale, i sanitari dell’ospedale di Ziyang hanno scongiurato contagio da influenza, sia aviaria che suina, riscontrando invece una intossicazione alimentare. Probabilmente i piccoli, arrivati negli ospedali della città dalle 7 alle 10.30 del mattino, hanno mangiato qualcosa di avariato che ha provocato loro forti gastroenteriti. Nessuno è in pericolo di vita anche se diversi sono sotto osservazione. Le autorità hanno aperto un’inchiesta.
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Manager cinese ammette contraffazione di latte in polvere olandese
L’ex responsabile dell’azienda cinese importatrice del latte in polvere olandese Hero Nutradefense, ha ammesso di aver alterato il prodotto originario mischiandolo con altre polveri provenienti da altri paesi. Lo scrive lo Shanghai Daily. La settimana scorsa le autorità di Shanghai avevano ordinato il ritiro del latte in polvere prodotto in Olanda dal colosso alimentare svizzero Hero, perché era stato accertato che conteneva latte in polvere scaduto. I vertici della Hero si erano affrettati a addossare la responsabilità sull’importatore cinese che oggi ha ammesso la colpa. In definitiva Mou Jou, ex capo della Xile Lier, società importatrice del latte in polvere più venduto in Cina, ha ammesso di aver mischiato l’originale latte della Hero con altri, importati senza le dovute certificazioni. In molti casi, la Xile ha anche falsificato le date di scadenza sulle confezioni. Mou ha detto di aver agito in questo modo per venire incontro alla grande richiesta di latte in polvere, maggiore della quantità importata legalmente.
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Sequestrato in Cina latte in polvere olandese scaduto
Ritirato per ordine delle autorità, dagli scaffali di negozi e supermercati di Shanghai, il latte in polvere per bambini Hero Nutradefense, prodotto dall’omonimo gruppo svizzero con latte olandese. Secondo quanto riferisce lo Shanghai Daily, la Commissione di Shanghai per l’Industria e il Commercio avrebbe preso la decisione di bloccare la vendita del prodotto dopo aver accertato che conterrebbe latte in polvere scaduto. Secondo le accuse sarebbero anche state cambiate, allungandole, le date di scadenza sulle confezioni. La Commissione ha fatto sapere che sono stati tolti dagli scaffali oltre 1300 chilogrammi di prodotto. Xile Lier, l’unico rivenditore autorizzato in Cina del gruppo Hero, con sede a Suzhou nella provincia del Jiangsu, era già finito nel mirino dei controlli di qualità lo scorso mese di novembre in quanto scoperto a mescolare latte in polvere di diversa provenienza, dei quali alcuni scaduti, e a modificare le etichette contenenti le informazioni sulla provenienza e la scadenza. Già allora oltre 520.000 pacchetti e quasi 40.000 barattoli di latte in polvere (un quantitativo sufficiente per sfamare 12.400 bambini per sei mesi), per un valore di 50 milioni di yuan (oltre 5 milioni di euro) furono sequestrati dalla polizia. Nonostante questo, prodotti a marchio Hero Nutradefense hanno continuato ad essere venduti in svariate parti della Cina, Shanghai compresa, in quanto l’osservatorio per la qualità di Suzhou non aveva emesso l’ordine di richiamo del prodotto né pubblicizzato adeguatamente l’accaduto. La Hero Group dal canto suo si difende dalle accuse dichiarando di aver sempre mantenuto adeguati standard di sicurezza alimentare e che tutto il suo latte in polvere proviene dall’Europa, è stato sempre prodotto in Olanda, e che eventuali problemi possono eventualmente essere scaturiti in Cina per colpa della società appaltata per le operazioni di impacchettamento.
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