Centinaia di persone, tra giornalisti e sostenitori, in strada contro censura a giornale

Centinaia di persone si sono unite ai giornalisti del quotidiano Nanfang Zhoumo (Fine settimana del Sud) che hanno chiesto la rimozione del responsabile della censura della loro provincia, il Guangdong. In un’iniziativa senza precedenti in Cina, i giornalisti del Nanfang hanno pubblicamente manifestato davanti agli uffici del giornale nella capitale provinciale Guangzhou chiedendo il licenziamento del funzionario, di nome Tuo Zhen, accusandolo di aver imposto la sostituzione di un editoriale nel quale si chiedevano profonde riforme con uno di sostegno alla nuova dirigenza comunista, salita al potere nel 18/mo Congresso del Partito, che si è svolto in novembre a Pechino. Oggi centinaia di cittadini si sono recati davanti alla sede del giornale con cartelli di appoggio ai giornalisti, nei quali si chiede la “fine della censura” e la libertà di informazione. Numerosi i pronunciamenti favorevoli ai giornalisti anche sui “weibo”, i cosiddetti microblog che sono i sostituti di Twitter, bloccato in Cina dalla censura. Li Bingbing, una popolare attrice che ha 19 milioni di “seguaci” su Internet, ha affermato di “sperare in una primavera in questo rigido invernò”. La sua collega Yao Chen (31 milioni di seguaci) ha addirittura citato una frase del dissidente “storico” russo Aleksandr Soljenitsin, secondo la quale “una parola di verità è più pesante di tutto il resto del mondo”. Secondo uno dei giornalisti che ha partecipato alle proteste, sono in corso negoziati, ma ancora non è stato raggiunto un accordo con la direzione del giornale. Il nuovo segretario generale del Partito Comunista Cinese, Xi Jinping, ha dato finora indicazioni contraddittorie sulla sua posizione. Nel suo primo viaggio fuori da Pechino si è recato proprio nel Guangdong, la provincia più industrializzata della Cina a ridosso di Hong Kong e sede in passato di molti esperimenti riformisti, indicando che potrebbe mettere mano alle riforme con più decisione del suo predecessore Hu Jintao. In una dichiarazione molto pubblicizzata, ha però sottolineato che la Cina “non deve discostarsi dalle sue radici socialiste”. La vicenda è un banco di prova anche per Hu Chunhua, l’ astro nascente del Partito Comunista Cinese e indicato come un possibile successore di Xi Jinping, che ha assunto da poche settimane la carica di segretario del Partito del Guangdong.

fonte: ANSA

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