L’export cinese segna a marzo un rialzo annuo dell’11,5%, il primo in nove mesi, a 160,8 miliardi di dollari, mentre l’import ha un calo del 13,8%, a 131 miliardi. Secondo i dati diffusi dall’Amministrazione delle Dogane, la denominazione in yuan porta a percentuali pari, rispettivamente a +18,7% e a -1,7%. Nei primi tre mesi dell’anno, il totale delle esportazioni e delle importazioni ha avuto una frenata dell’11,3%. Si tratta di un trend che potrebbe segnalare una stabilizzazione o forse una una ripresa della seconda economia al mondo, impegnata nella difficile fase di transizione da export e manifatturiero verso servizi e consumi. Intanto, le banche cinesi rischiano perdite pari al 7% del pil cinese sui prestiti concessi alla aziende. Un macigno da 1.300 miliardi di dollari. A fare i conti e’ il Fmi, sottolineando che la cifra ”che sembra elevata e gestibile dalla Cina, dati gli elevati cuscinetti di capitale delle banche e la crescita economica del paese”. ”Le difficoltà delle aziende cinesi e’ importante per le banche cinesi. I prestiti alle aziende potenzialmente a rischio sono 1.300 miliardi di dollari”.
fonte: ANSA