Hong Kong prepara anniversario e proteste

A meno di una settimana dal quindicesimo anniversario del passaggio di sovranità di Hong Kong dalla Gran Bretagna alla Cina, questo primo luglio, la tensione a Hong Kong comincia a salire, e si preparano manifestazioni e proteste che avranno per spettatore niente meno che il Presidente cinese Hu Jintao. L’ultima visita di Hu nel territorio ora di sovranità cinese, cinque anni fa, era stata caratterizzata da proteste che sono del tutto inammissibili appena oltre la frontiera che tutt’ora separa Hong Kong dal resto della Cina continentale. Diverse decine di migliaia di persone erano scese in piazza a manifestare in favore del suffragio universale – formalmente garantito a Hong Kong, ma ancora non messo in vigore – e contro le elezioni ‘a circolo ristretto’ con le quali sono oggi selezionati i governanti locali. Cinque anni dopo, le tensioni fra Hong Kong e Pechino vanno aumentando, con uno scontento che spazia dall’accrescersi del divario fra ricchi e poveri, la forte presenza cinese nel territorio vista come una delle principali cause del caro-immobiliare (dato che cinesi del continente comprano immobili qui per parcheggiare al sicuro da cambiamenti politici i loro capitali) e della scarsità di letti nelle maternità degli ospedali (le donne cinesi che partoriscono qui sfuggono alla politica del figlio unico), nonché l’immobilità nelle riforme politiche. Il suffragio universale continua a non essere stato introdotto, e il nuovo leader di Hong Kong, Cy Leung, che assumerà i poteri il 1 luglio stesso, è sospettato di essere un membro del Partito Comunista Cinese non-ufficiale, dato che il Partito di governo e unico cinese è tutt’ora clandestino nella ex-Colonia britannica. In quest’atmosfera confusa, dove molti critici reputano che la formula di ‘Un Paese due sistemi’ non sia stata applicata a favore di Hong Kong, ecco che la parte riformista della popolazione ha deciso di manifestare il suo disappunto nei confronti delle autorità centrali. Il quotidiano Apple Daily, uno dei principali quotidiani di Hong Kong e il più fortemente ‘pro-democrazia’, ha già cominciato a dedicare le sue prime pagine allûappello affinché i cittadini si uniscano alla manifestazione del 1 luglio, mentre il quotidiano di lingua inglese South China Morning Post metteva in guardia oggi dal fatto che la ‘rabbia cittadina’ nei confronti delle autorità, tanto locali che centrali, è in netto aumento. Malgrado il passaggio di sovranità, avvenuto nel 1997, la censura a Hong Kong resta a livelli minimi, e non paragonabile a quella cinese, Internet è libero, e il diritto a manifestare garantito e largamente rispettato. A rendere maggiormente tesa la situazione, il decesso in circostanze sospette dell’attivista Li Wangyang, un veterano delle proteste di Tiananmen del 1989. Il decesso di Li, trovato morto in ospedale agli inizi di giugno in quello che le autorità avevano inizialmente definito come un suicidio, è ora oggetto di un’inchiesta, dopo che la pressione del movimento pro-democrazia di Hong Kong ha portato le autorità dello Hunan a riaprire il caso, classificato ora come ‘morte accidentale’.

fonte: ANSA

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