Domenica apre la Free Trade Zone di Shanghai, si sperimenteranno riforme

Domenica prossima Shanghai segnerà un altro punto nella partita che sta giocando con Hong Kong e Singapore per diventare il più importante centro finanziario e commerciale d’Asia. Con l’inizio della zona di libero scambio a Shanghai, ufficialmente “China Shanghai Pilot Free Trade Zone”, la capitale economica cinese segna un punto a suo favore rispetto alle concorrenti. Anche se in quel “pilot” c’è tutta la filosofia che contraddistingue la nuova area. Il progetto di quasi 30 chilometri quadrati, che domenica sara’ probabilmente inaugurato anche dal premier Li Keqiang, che piu’ di altri ha voluto la nuova entità, rimane ancora un mistero. Oggi il governo centrale, tramite la Xinhua, ha diffuso alcune riforme che saranno testate nella zona di libero scambio, ma i dettagli ancora mancano. Il “pilot” sta anche ad indicare il carattere di test che la Zona di Libero Scambio intende avere per il paese, soprattutto nei settori finanziari. Una delle innovazioni (tra le più attese a livello internazionale) che saranno testate, c’e’ la piena convertibilità dello yuan: finora un tabu’ in Cina, ma sempre piu’ una necessita dal momento che il paese è sempre più proiettato verso gli scenari economici e finanziari mondiali. “Con il presupposto che il rischio può essere controllato – scrive il regolamento diffuso dall’agenzia Xinhua – la Cina creerà le condizioni per testare la convertibilità dello yuan in conto capitale, i tassi di interesse di mercato e l’uso transfrontaliero della moneta cinese nella zona”. L’area di Shanghai, quindi, sarà un banco di prova per tutto il paese, un luogo dove si testeranno le riforme che, se dovessero portare frutti, potrebbero essere estese a tutto il paese nel giro di due-tre anni. Non a caso, l’apertura di questa zona di libero scambio viene vista come la più importante operazione finanziario-economica da parte governativa dopo l’apertura di Deng Xiaoping della zona economica speciale di Shenzhen, dinanzi a Hong Kong, diventata un piccolo villaggio tra le capitali mondiali dell’Hi-Tech. Non è ancora chiaro quanto il governo voglia realmente andare oltre in termini di liberalizzazioni. Per ora la Cina – volendo elevare la nuova zona di libero scambio a standard internazionali, dotati di convenienti investimenti e commercio, libero scambio di valute, controllo efficace e un quadro giuridico solido – ha deciso di sospendere le regole locali nel campo degli investimenti stranieri. La free trade zone permetterà al mercato di decidere i prezzi degli assets finanziari delle istituzioni e cercherà di stabilire un meccanismo di gestione dei cambi adattabile alle riforme del commercio e degli investimenti nella zona. Le società potranno infatti testare i finanziamenti transfontalieri, mentre le multinazionali sono incoraggiate a creare in zona centri di gestione di capitale regionali o globali. A cio’ si aggiunge l’apertura anche del settore dei servizi finanziari privati alle istituzioni finanziarie estere. Le banche cinesi potranno offrire più servizi, le straniere godere di tempi brevi per le autorizzazioni per le aperture di filiali, con la volontà di attrarre sempre più investitori dall’estero. Diciotto i settori aperti al capitale straniero e privato: dalle finanze allo shopping, dal commercio alla cultura ai servizi. Con un’area di quasi 30 chilometri, la zona di libero scambio di Shanghai è stata stabilita geograficamente a Pudong.

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