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Esplosione, forse bomba, all’aeroporto Pudong di Shanghai, 4 feriti

Una esplosione in una zona del check-in del principale aeroporto internazionale di Shanghai, Pudong, ha provocato il ferimento di almeno quattro (forse cinque tra cui lo stesso attentatore, secondo altre fonti) persone ma non ha causato alcuna interruzione ai voli. L’esplosione è avvenuta intorno alle 2:20 locali (le 7.20 in Italia) e pare sia stata causata da una sorta di esplosivo fatto in casa, anche se tutto è ancora molto confuso. L’esplosione è avvenuta al terminal 2, nei pressi delle aree del check in di Philippine Airlines e Thai Airways. Tra i feriti, quattro  non sarebbero in pericolo di vita. Secondo L’agenzia Nuova Cina, il quinto ferito sarebbe l’attentatore che dopo aver gettato un oggetto, forse una bottiglia con esplosivo, si sarebbe tagliato la gola. Soccorso, versa in condizioni critiche.

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Auto sfonda portone d’ingresso del consolato Usa a Shanghai

Momenti di terrore ieri sera a Shanghai quando un’auto ha sfondato la protezione del consolato americano nella capitale economica cinese. Poco prima delle 22 un’auto nera è sbandata ed ha sfondato il portone di ingresso della struttura consolare in Wulumuqi Lu, ferendo un agente cinese di guardia. Il consolato americano di Shanghai è una palazzina bassa circondata da un muro di cinta all’esterno del quale ci sono anche dei jersey e altre barriere. All’interno dell’auto, un uomo in evidente stato confusionale. Arrestato, l’uomo ha detto di non sapere perchè si trovava li. Originario di Sanming nella provincia del Fujian, l’uomo ha detto di aver guidato tutto il giorno da Hangzhou a Shanghai e di essere in pericolo perchè qualcuno voleva ucciderlo. Le analisi fatte eseguire dalla polizia hanno escluso che l’uomo fosse sotto effetto di droga o alcol.

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Raggiunge altezza massima secondo grattacielo al mondo

Ha raggiunto la sua massima altezza il nuovo grattacielo in costruzione a Shanghai che sarà il secondo più alto al mondo e il primo in Cina. Gli operai hanno infatti completato il tetto Shanghai Tower ad una altezza di 632 metri. Il grattacielo, i cui lavori sono cominciati nel 2008 e termineranno alla fine dell’anno prossimo, avrà 137 piani di uffici, negozi, un albergo e centri culturali. A 560 metri di altezza, ci sarà un punto di osservazione sulla città per i turisti. Il progetto ha un budget di 15 miliardi di yuan, oltre 2 miliardi di euro, e andrà ad arricchire lo skyline di Lujiazui, il distretto finanziario di Shanghai nell’area nuova di Pudong a ridosso del fiume Huangpu, dove ci sono già lo Shanghai World Financial Center di 492 metri e la Jin Mao Tower di 420 metri. La Shanghai Tower sarà il secondo grattacielo al mondo (dopo il Burj Khalifa di Dubai di 829,8 metri) fino al 2016 quando sarà completata a Shenzhen, nel sud della Cina, il Ping’an International Financial Center di 660 metri. Grazie ad un ascensore che viaggia a 18 metri al secondo, i visitatori arriveranno in 30 secondi al 118mo piano. La facciata a vetri servirà invece da schermo sul quale saranno proiettate immagini e la sommità fungerà anche da base per spettacoii di luci e raggi laser.

Un rendering di come sarà lo skyline di Pudong al completamento della Shanghai Tower

Un rendering di come sarà lo skyline di Pudong al completamento della Shanghai Tower

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La Cina svela un piano per connettere le borse di Hong Kong e di Shanghai

La Cina ha annunciato un programma pilota per connettere le borse di Hong Kong e Shanghai permettendo ad investitori dell’ex colonia britannica e della capitale economica cinese di operare su alcune azioni contrattate sull’altra piazza. Secondo la China Securities Regulatory Commission, che ha annunciato oggi la novità in un comunicato congiunto con l’autorità borsistica di Hong Kong, ci vorranno almeno sei mesi per preparare il lancio formale del programma. Agli investitori della Cina continentale sarà permesso operare una quota annuale di 250 miliardi di yuan, circa 30 milioni di euro, soggetti ad un massimo di 10,5 miliardi di yuan al giorno, attraverso broker cinesi che piazzeranno gli ordini nela borsa di Shanghai che poi li passa ad Hong Kong. Gli investitori dell’ex colonia britannica potranno invece operare fino a 300 miliardi di yuan in azioni di fascia A, fino ad un massimo di 13 miliardi di yuan al giorno, con il sistema inverso. La Security nd Futures Commission cinese richiede che gli investitori continentali che partecipano al sistema debbano essere investitori istituzionali o singoli investitori con più di 500.000 yuan nei loro conti titoli. Solo le azioni delle società quotate in entrambe le borse e le azioni costituenti degli indici maggiori potranno essere trattate. Nelle intenzioni, il programma non solo promuoverà l’internazionalizzazione dello yuan, ma anche lo sviluppo di Hong Kong come centro economico-commerciale offshore della moneta cinese, dal momento che gli investitori cinesi potranno operare nell’ex colonia britannica usando renminbi.

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Documento banca centrale cinese per zona libero scambio Shanghai

La People’s Bank of China, la banca centrale cinese, ha pubblicato alcune linee guida per la zona di libero scambio di Shanghai, anche con l’obiettivo di farle attrarre più capitali. In questo regolamento si parla della possibilità di piena convertibilità dello yuan, permettendo a coloro che saranno residenti della zona, considerata un banco di prova per la liberalizzazione del settore finanziario cinese, di istituire conti di libero scambio sia in valuta interna che straniere, consentendo la piena convertibilità della moneta cinese in questi conti, “quando sarà maturo il tempo”. Per la prima volta, la Cina consentirà i trasferimenti di fondi liberi tra zona franca e conti bancari off-shore, permetterà ai residenti nella zona di investire nel mercato dei titoli esteri, e consentirà alle imprese straniere con filiali nella zona di emettere obbligazioni in yuan. Si parla anche della liberalizzazione dei tassi di interesse, riforma della gestione dei cambi e soprattutto della possibilità per le aziende all’interno della zona di prendere in prestito denaro da istituti di credito esteri e utilizzare i proventi fuori della zona, una novità rispetto agli esperimenti precedenti. Quelle che vengono presentate some innovazioni importanti, lasciano però delusi analisti e possibili investitori, perché a fronte degli annunci non è stato pubblicato né reso noto un calendario di queste riforme, rimandando il tutto a “quando i tempi saranno maturi”, come l’annuncio della rimozione e dell’innalzamento, atteso dagli investitori, del tappo tassi sui depositi bancari. La zona di libero scambio a Shanghai, ufficialmente “China Shanghai Pilot Free Trade Zone”, aperta lo scorso 29 settembre, copre un’area di 28,78 chilometri quadrati, comprendendo alcune zone economiche speciali già in essere a Pudong, nella parte orientale di Shanghai. Ad oggi, meno del 3% delle aziende che si sono registrate alla zona sono straniere, 38 su 1.434, ma ce ne sarebbero 6.000 in lista d’attesa.

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Poco successo fino ad ora tra gli stranieri per zona libero scambio di Shanghai

Non ha riscosso sin d’ora molto successo fra le aziende straniere la nuova zona di libero scambio di Shanghai. Inaugurata lo scorso 29 settembre, la prima zona de genere nella Cina continentale, dovrebbe attrarre investimenti esterni e interni, favorire lo scambio e testare riforme, come quella dello scambio libero dello yuan. Ma ad oggi, meno del 3% delle aziende che si sono registrate alla zona, sono straniere, 38 sulle 1434 società registrate. Ce ne sarebbero 6.000 in lista d’attesa, come scrive la Xinhua, che specifica che le società straniere registrate hanno un capitale medio di 15 milioni di dollari mentre le cinesi di 4,07 milioni di dollari. La mancanza di regolamenti certi e definitivi, pochi dettagli proprio sulla questione della convertibilità dello yuan, una serie di paletti comunque posti dalle autorità hanno smorzato gli entusiasmi che si pensava avessero le società straniere. La prima ad aver avuto l’autorizzazione è stata la Microsoft che ha siglato una joint venture con una società cinese per la produzione di consolle e giochi elettronici. Nell’elenco delle aziende straniere, anche alcune banche come la Citibank e Development Bank of Singapore. Dai Haibo, vice direttore del comitato amministrativo della Free Trade Zone di Shanghai, ha detto che il dato sulle società straniere non deve preoccupare perchè si è solo all’inizio. La zona di libero scambio a Shanghai, ufficialmente “China Shanghai Pilot Free Trade Zone”, copre un’area di 28,78 chilometri quadrati, comprendendo alcune zone economiche speciali gia’ in essere. Nella zona, ricade anche l’aeroporto internazionale di Pudong, le aree di Waigaoqiao e Yangshan. Una innovazione intanto l’ha apportata: nell’area i prezzi di terreni case e uffici sono aumentati. La Free Trade Zone di Shanghai e’ stata approvata lo scorso 3 luglio dal gabinetto di Pechino dietro la spinta del premier cinese Li Keqiang, e ci vorranno almeno tre anni, secondo gli analisti cinesi, ad adeguarla agli standard internazionali. La volonta’ e’ quella di far diventare Shanghai sempre piu’ hub asiatico per finanza e commercio, surclassando Hong Kong. Per la Cina, l’apertura di questa area di libero scambio e’ il test riformistico in economia piu’ importante da quelli operati da Deng Xiaoping. Una operazione simile fu condotta dallo stesso Deng nel 1978 a Shenzhen, di fronte a Hong Kong, trasformando un villaggio in una delle piu’ importanti capitali mondiali dell’i-Tech.

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Il sindaco di Milano a Shanghai, “From Shanghai to Milano”

Tappa a Shanghai per la delegazione di Milano guidata dal sindaco Giuliano Pisapia, in questi giorni in Cina per promuovere l’Expo di Milano. Allo Shanghai Italian Center, l’ex padiglione italiano dell’Expo del 2010, dinanzi al primo cittadino di Milano è avvenuta la firma per la partecipazione alla manifestazione meneghina del terzo padiglione cinese, il secondo aziendale, questo composto da aziende provenienti dall’area di Shanghai. Per conto di Expo, il contratto di partecipazione è stato firmato dal console generale italiano a Shanghai Vincenzo De Luca. All’evento, “From Shanghai to Milano”, hanno partecipato numerosi esponenti della comunità italiana a Shanghai ma anche tanti cinesi. Nel pomeriggio lo stesso padiglione aveva invece ospitato il road show di Comune, Enit, Consolato ed Expo, durante il quale sono state presentate a tour operator cinesi, per avviare la campagna di marketing di Expo 2015, nell’ambito del Road Show Asia, che ha toccato anche Corea e Giappone prima di Cina. Nell’incontro sono state illustrate le possibilità turistiche e le questioni relative alla biglietteria dell’Expo 2015. Il sindaco Pisapia, nel suo saluto, ha ricordato come Shanghai e Milano si siano idealmente unite con questo passaggio di testimone che, partendo dalla “better city, better life” dello slogan dell’Expo di Shanghai, porta direttamente al “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, tema di Milano 2015. Il sindaco ha anche sottolineato come la partecipazione di tre padiglioni cinesi a Milano sia significativa dell’interesse nei confronti della manifestazione meneghina in questa parte di mondo. Il console generale De Luca ha ricordato come ci sia molto interesse su Milano, l’Italia e l’Expo 2015 a Shanghai, testimone anche la folta presenza di media e di tour operator all’evento. In serata, il logo di Expo e il video su Milano sono stati proiettati sul grattacielo Aurora, uno dei più importanti della città, che affaccia sul fiume HangPu e sul famoso Bund, visibile da gran parte della città. Domani il primo cittadino di Milano incontrerà le autorità di Shanghai e incontrerà gli studenti e professori della Tongji University per parlare di Expo. Poi partirà alla volta di Guangzhou, l’ex Canton.
”Milano si sta preparando a ospitare il mondo ed è un cantiere di progetti. Presenteremo ai milioni di visitatori non solo la Milano che già tutti conoscono, ma illumineremo una Milano con un’offerta imbattibile”. Lo ha affermato il sindaco di Milano Giuliano Pisapia nel corso della sua giornata a Shanghai, parte del suo viaggio istituzionale in Cina, in cui ha affrontato il tema dell’Expo 2015. Allo Shanghai Italian Center, il sindaco, accompagnato dal Console Generale Vincenzo De Luca, ha partecipato all’evento ‘From Shanghai to Milano’. Oggi poi è stato firmato anche il contratto per la partecipazione delle imprese di Shanghai, il terzo Padiglione cinese, il secondo corporate. ”Milano – ha detto Pisapia – è orgogliosa di aver raccolto il testimone da questa grande città asiatica. L’Esposizione Universale questa sera ha illuminato lo skyline di Shanghai. L’interesse e gli investimenti delle aziende per Expo 2015 confermano l’importanza di questa manifestazione in cui la Cina crede molto. I cinesi, che arriveranno numerosi nella nostra città, grazie anche all’impegno delle autorità diplomatiche sul fronte del rilascio dei visti, troveranno una Milano accogliente e con molte sorprese”. Inoltre, ”tra pochi mesi cominceranno a sorgere sul sito i Padiglioni – ha proseguito -. Grandi architetti italiani e internazionali hanno già messo a punto i loro progetti. Il cibo, l’acqua, le materie prime agricole, il rispetto della biodiversità: lo sviluppo del tema di Expo, nelle realizzazioni architettoniche darà vita a una gara affascinante tra maestri di creatività, di innovazione e di uso dei materiali ecosostenibili”. Nel corso della giornata il grattacielo del Museo Aurora di arte contemporanea di Shanghai è stato illuminato da Expo Milano 2015, evento finale della giornata di lancio della comunicazione per l’Esposizione Universale nella città cinese.

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Scuole chiuse a Shanghai se aumenta inquinamento

Scuole chiuse a Shanghai qualora la qualità dell’aria dovesse peggiorare. Secondo quanto riferisce la stampa locale, il provvedimento è stato annunciato ieri dal governo della capitale economica cinese. A chiudere, in caso di peggioramento dei livelli di inquinamento, oltre alle scuole sarebbero anche le fabbriche e i cantieri. Lo stesso tipo di programma era stato già annunciato nella capitale, Pechino. Attualmente l’indice della qualità dell’aria (AQI, Air Quality Index), adottato come riferimento, prevede che l’inquinamento sia considerato grave se supera i 300. E sarebbe appunto in questo caso che scatterebbe la chiusura di scuole e fabbriche, cosa che finora non si è comunque mai verificata. Shanghai ha l’obiettivo di ridurre la densità delle particelle di diametro inferiore a 2,5 (quelle più pericolose perché penetrano facilmente nei polmoni) del 20% entro il 2017. Il piano quinquennale pensato per la città prevede inoltre che i 180.000 veicoli della città che sono stati indicati come altamente inquinanti, non potranno percorrere la circonvallazione esterna a partire dal 2015. Verranno costruite 5.000 stazioni di ricarica per i veicoli elettrici e verrà incoraggiata la costruzione di edifici eco-compatibili. Verranno infine costruiti 4.600 ettari di aree verdi che contribuiranno a migliorare la qualità dell’aria.

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Sostanze nocive nel fiume Hangpu a Shanghai, sei condanne

Sei persone, tra cui due direttori generali di aziende, sono stati condannati a Shanghai a pene detentive tra due e cinque anni di carcere in quanto ritenuti responsabili di una fuoriuscita di sostanze chimiche che ha causato danni all’ambiente ed ha portato al ricovero in ospedale di 46 persone. La fuoriuscita è avvenuta durante il trasporto di materiali chimici pericolosi a un molo destinato solo a trasporti ordinari. Circa 52 tonnellate di sostanze chimiche nocive si sono riversate nel fiume Huangpu, che attraversa Shanghai e le cui acque rappresentano il bacino idrico della città anche per l’acqua utilizzata nelle case. La contaminazione ha costretto le autorità a interrompere nella zona le forniture di acqua.

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E-commerce di prodotti di lusso nella zona di libero scambio a Shanghai

Una piattaforma di e-commerce sta per essere lanciata nella zona di libero scambio di Shanghai per consentire ai consumatori della Cina continentale di comprare prodotti di marche estere a prezzi inferiori, soprattutto del lusso. Lo riferisce lo Shanghai Daily. Il sito web, buyeasi.com, gestito da Easipay (un servizio mondiale di pagamenti) e sostenuto anche dalla Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme, è ora in esecuzione in via sperimentale in attesa dell’approvazione doganale. La nuova piattaforma si propone di soddisfare una crescente domanda di beni importati, al fine di garantire la loro autenticità, e facilitare le procedure doganali. Si prevede anche una cooperazione con il sito usashopcn.com, specializzato nell’acquisto di marchi stranieri. Wang Peng, direttore generale di Easipay, ha detto che il sito si concentrerà su prodotti di media e alta gamma come l’abbigliamento, gli accessori, il latte artificiale , prodotti elettronici, cosmetici e borse. I prezzi saranno più bassi rispetto a quelli applicati dai negozi e tutti i venditori saranno registrati con la dogana per garantire la qualità. I prezzi dei prodotti, i prezzi e le spese di spedizione saranno elencati separatamente per ogni prodotto per garantire la trasparenza. L’idea è anche quella di incoraggiare le marche straniere ad aprire punti vendita online. La zona di libero scambio è stata inaugurata il 29 settembre. Un totale di 36 aziende hanno ottenuto le licenze per operare in quest’area che si estende su quasi 30 chilometri quadrati nella zona di Pudong della capitale economica cinese.

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