Quindici tibetani, funzionari governativi e del partito comunista cinese, sono stati puniti dalle autorità centrali per aver appoggiato la campagna autonomista tibetana contro quella che ritengono l’occupazione cinese del Tibet. Lo riferisce il Global Times. Secondo il quotidiano vicino alle posizioni del partito, i quindici sono stati scoperti a seguito di ispezioni nella provincia autonoma che hanno portato ispettori di Pechino a controllare l’anno scorso le attività dei funzionari locali. In particolare, i funzionari puniti, la cui punizione non è stata resa nota, avrebbero partecipato ad attività “illegali sotterranee per l’organizzazione ‘Indipendenza del Tibet’, provvedendo informazioni alla cricca del Dalai Lama e partecipando ad attività che avrebbero minato la sicurezza nazionale”. Oltre a loro, gli investigatori hanno messo sotto inchiesta diversi altri funzionari per accuse legate ad abuso di potere e tangenti. Intanto le autorità hanno rilasciato un monaco buddista tibetano che ha speso in carcere la maggior parte degli ultimo otto anni, perchè si era rifiutato di criticare il Dalai Lama. Jamyang Tenzin era stato arrestato a ottobre del 2007 e detenuto per due anni prima di esserne condannato a tre in segreto per non aver voluto prendere parte ad una pubblica critica verso il leader religioso tibetano. Uscito prima dei termini per sottoporsi ad intervento ai reni, è stato arrestato e detenuto nuovamente nel 2012.
Funzionari tibetani arrestati per separatismo, appoggiavano Dalai Lama
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