Per la Cina la reincarnazione del Dalai Lama deve essere scelta con l’appoggio del governo centrale e non scelta da lui stesso. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Nuova Cina il leader tibetano è stato aspramente criticato e accusato di tradire con il suo comportamento sia la sua madrepatria che la sua fede. “Politicamente parlando – ha detto Zhu Weiqun, capo della Commissione Affari Etnici e politici della Conferenza Consultiva del popolo cinese – il Dalai Lama sta tradendo la sua madrepatria. La reincarnazione del Dalai Lama deve essere approvata dal governo centrale, altrimenti sarebbe illegittima. Dal punto di vista religioso sta tradendo la sua fede e il sistema di successione buddista che prevede rituali ben precisi”. La polemica nasce dal fatto che lo scorso anno il Dalai Lama ha dichiarato di non voler avere un successore e che la tradizione della reincarnazione dovrebbe terminare con la sua morte e il successore essere scelto. I buddisti credono che l’anima del Buddha vivente si reincarni dopo la morte. Il successore viene scelto attraverso dei segnali arcani che vengono interpretati. L’agenzia cinese ricorda come il nome del prescelto, tra una serie di candidati, sin dai tempi della dinastia Qing, viene poi approvato dal governo centrale. Zhu ha aggiunto che il Dalai Lama sta avendo un atteggiamento molto irrispettoso e irresponsabile verso il tema della reincarnazione, riferendosi in particolare alle parole del leader tibetano quando ha affermato che ”la sua reincarnazione potrebbe essere una donna, uno straniero o persino un’ape”. Per la Cina il Dalai Lama dovrebbe anche abbandonare le sue istanze separatiste e il suo approccio ingannevole ”alla strada di mezzo” e cominciare a dialogare con il governo centrale. Zhu ha poi auspicato che il leader in esilio possa incitare i suoi seguaci a interrompere le immolazioni. Le autorità cinesi hanno più volte dichiarato che la porta per un dialogo è aperta per il Dalai Lama ma ciò dipende dai suoi comportamenti. Zhu infatti ha ribadito che il governo centrale non è disposto a parlare con lui di autonomia o di grande Tibet.
Archivi tag: dalai lama
Nuova inmmolazione pro Tibet, 137 dal 2009
Una donna di 40 anni è diventata la 137/ma persona ad immolarsi in Tibet, dandosi fuoco in segno di protesta contro la politica cinese nel territorio. Lo affermano fonti della diaspora tibetana. La drammatica protesta è stata condotta venerdi’ scorso nella prefettura di Aba (Ngaba in tibetano) nella provincia cinese del Sichuan. Dei 137 tibetani che hanno scelto questa forma di protesta a partire dal 2009, 23 sono donne. Molte delle immolazioni, 45, sono avvenute nella prefettura di Aba. La zona è sotto uno stretto controllo delle forze di sicurezza cinesi dal 2008, quando si verificarono una serie di manifestazioni contro il governo di Pechino e a favore del Dalai Lama, il leader tibetano e premio Nobel per la pace che vive in esilio dal 1959.
Archiviato in 'O Tibbet e 'o munaciello
Funzionari tibetani arrestati per separatismo, appoggiavano Dalai Lama
Quindici tibetani, funzionari governativi e del partito comunista cinese, sono stati puniti dalle autorità centrali per aver appoggiato la campagna autonomista tibetana contro quella che ritengono l’occupazione cinese del Tibet. Lo riferisce il Global Times. Secondo il quotidiano vicino alle posizioni del partito, i quindici sono stati scoperti a seguito di ispezioni nella provincia autonoma che hanno portato ispettori di Pechino a controllare l’anno scorso le attività dei funzionari locali. In particolare, i funzionari puniti, la cui punizione non è stata resa nota, avrebbero partecipato ad attività “illegali sotterranee per l’organizzazione ‘Indipendenza del Tibet’, provvedendo informazioni alla cricca del Dalai Lama e partecipando ad attività che avrebbero minato la sicurezza nazionale”. Oltre a loro, gli investigatori hanno messo sotto inchiesta diversi altri funzionari per accuse legate ad abuso di potere e tangenti. Intanto le autorità hanno rilasciato un monaco buddista tibetano che ha speso in carcere la maggior parte degli ultimo otto anni, perchè si era rifiutato di criticare il Dalai Lama. Jamyang Tenzin era stato arrestato a ottobre del 2007 e detenuto per due anni prima di esserne condannato a tre in segreto per non aver voluto prendere parte ad una pubblica critica verso il leader religioso tibetano. Uscito prima dei termini per sottoporsi ad intervento ai reni, è stato arrestato e detenuto nuovamente nel 2012.
Archiviato in 'O Tibbet e 'o munaciello
Due monaci tibetani condannai in Cina per separatismo
Un monaco tibetano è stato condannato a 10 anni da un tribunale cinese, con l’accusa di separatismo. Tsewang, appartenente al monastero di Drilda a Trido nella prefettura di Nagchu (in cinese Naqu), provincia autonoma del Tibet, era stato arrestato il 17 marzo dell’anno scorso insieme ad altri due monaci. Uno dei due è stato già condannato con le stesse accuse, molto comuni nei confronti degli arrestati tibetani, a 12 anni. Secondo fonti tibetane, gli agenti hanno anche fatto sparire l’anziana madre di Tsewang. I tre erano stati scoperti, durante un raid della polizia cinese, in possesso di cellulari con messaggi che inneggiavano al Dalai Lama e a un Tibet libero dai cinesi. Sei monaci che erano andati alla polizia chiedendo la loro liberazione, furono picchiati e dovettero essere ricoverati.
Archiviato in 'O Tibbet e 'o munaciello
Giovane tibetana incinta si suicida, il marito era morto mentre detenuto
Una giovane tibetana incinta di sette mesi si e’ suicidata dopo che il marito, il 18enne Jinpa Tharchin, e’ morto mentre era detenuto dalla polizia cinese. Lo afferma Radio Free Asia (Rfa), citando fonti della diaspora tibetana. Con la morte della giovane le vittime della recente esplosione di violenza a Kardze (Ganzi in cinese), una zona a popolazione tibetana della provincia cinese del Sichuan, salgono a sei. Altre quattro persone sono morte per le ferite riportate il 12 agosto, quando la polizia cinese ha disperso a colpi di arma da fuoco una manifestazione di protesta di centinaia di persone. Secondo le fonti, le autorita’ cinesi hanno rifiutato di curare i feriti, che sarebbero stati lasciati morire in ospedale, piantonati dagli agenti. La manifestazione era stata organizzata per protestare contro l’ arresto di Dema Wangdak, un tibetano che aveva denunciato dirigenti cinesi per aver infastidito delle giovani donne tibetane durante un evento culturale. Nel corso della protesta e’ rimasto ucciso anche un poliziotto, in circostanze che non sono state chiarite. Kardze e le altre zone tibetane del Sichuan sono considerate “calde” e dal 2008 sono di difficile accesso per gli stranieri. Gran parte delle “autoimmolazioni” di protesta – 46 su 131 secondo il sito web http://www.savetibet.org – si sono verificate in queste aree.
fonte: ANSA
Archiviato in 'O Tibbet e 'o munaciello, Diritti incivili
Il Dalai Lama ad Oslo, ma governo norvegese nega incontro
Il Dalai lama è giunto oggi a Oslo per una visita privata in Norvegia, a 25 anni dall’assegnazione del premio Nobel per la pace. Lo annunciano i media norvegesi che mettono in risalto il clima di gelo nel quale tale visita avviene e ricordano le polemiche delle ultime settimane con le quali il governo è stato accusato di soggezione al diktat della Cina. La più alta autorità religiosa tibetana si limiterà a tenere alcune conferenze: il Dalai Lama è stato infatti invitato dal Comitato norvegese per il Nobel, dal Comitato norvegese per il Tibet e dalla società buddista Tashi Ling. Le relazioni tra Cina e Norvegia hanno avuto una brusca frenata quando nel 2010 il Comitato ha assegnato il Nobel al dissidente Liu Xiaobo. L’attuale governo populista di destra è stato accusato di non voler ulteriormente deteriorare le relazioni con Pechino e perciò, decidendo di non incontrare il Dalai lama, di aver dato prova di ”codardia”.
Archiviato in 'O Tibbet e 'o munaciello