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Nuovo gruppo di lavoro della Camera di Commercio italiana nello Zhejiang

Aumentano le aziende italiane nella provincia orientale cinese dello Zhejiang e aumenta anche la necessita’ di una maggiore presenza delle istituzioni. Per questo motivo, con il patrocinio del Consolato italiano generale di Shanghai, dell’ufficio di Shanghai dell’agenzia per la promozione all’estero dell’Italia (ex Ice) e della Camera di Commercio italiana in Cina, e’ stato inaugurato il nuovo Working Group tra aziende italiane di Hangzhou e dello Zhejiang. I legami tra l’Italia e Hangzhou si perdono nella notte dei tempi: Marco Polo si riferiva alla citta’ capoluogo dello Zhejiang come al ”paradiso in terra” e da questa provincia proviene la quasi totalita’ dei cinesi che sono emigrati in tutto il mondo: in particolare, in Italia. Una delle province oggi piu’ importanti dal punto di vista economico: da qui l’esigenza della creazione del gruppo di lavoro, per avere un contatto diretto con le autorita’ cinesi locali. Alla presentazione del gruppo, coordinata dallo studio legale Picozzi & Morigi, hanno partecipato Vincenzo De Luca, console generale italiano, il direttore di Shanghai dell’Ice Maurizio Forte, il vicepresidente della Camera di Commercio Italiana in Cina a Shanghai, Claudio D’Agostino, ma anche le istituzioni cinesi rappresentate dal vice segretario generale della municipalita’ di Hangzhou, Feng Guoming, e da altri esponenti locali.

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In costruzione nuova centrale nucleare in Cina

La Cina ha dato inizio alla realizzazione di un progetto nucleare da 3 miliardi di yuan (oltre 300 milioni di euro). Lo riporta la stampa locale. La creazione di questo nuovo impianto, con caratteristiche all’avanguardia, rappresenta l’ultimo passo della Cina verso il nucleare, dopo che il settore aveva subito uno stop a seguito del terremoto, dello tsunami e dell’incidente nucleare di Fukushima in Giappone nel 2011. La Huaneng Shandong Shidao Bay Nuclear Power, l’azienda costruttrice, ha fatto sapere che i lavori sono iniziati il mese scorso nella citta’ costiera di Rongcheng, nella provincia orientale dello Shandong e che si trattera’ di un impianto con una capacita’ di 200 megawatts e le caratteristiche dei sistemi di energia nucleare di quarta generazione. Si trattera’ inoltre di un impianto che garantisce la massima sicurezza in quanto puo’ spegnersi in caso di emergenza senza causare una fusione del nocciolo del reattore o la fuoriuscita massiccia di materiale radioattivo. Il progetto fa parte di un piu’ ampio progetto della HSNPC di costruire un impianto di 6,6 gigawatt (GW) di energia nucleare che richiedera’ circa 100 miliardi di yuan di investimenti in 20 anni e che diventerebbe, una volta completato, il piu’ grande complesso nucleare della Cina.

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Al via libera in Cina nuovi impianti nucleari

Riprendera’ in Cina la costruzione di nuove centrali nucleari, sospesa dopo il disastro alla centrale giapponese di Fukushima nel marzo 2011. Lo riferisce il China Daily. Solo poche pero’ verranno inaugurate entro il 2015 e saranno collocate comunque in zone costiere. Prima del disastro di Fukushima, alcuni funzionari cinesi avevano fatto sapere che la Cina avrebbe iniziato 40 progetti di impianti nucleari nel quinquennio 2011-15 aggiungendo che almeno sette province cinesi avevano gia’ chiesto di poter ospitare gli impianti. Secondo un comunicato diffuso ieri dal governo, la Cina riprendera’ ora la costruzione ma ”in modo stabile e ordinato” e ”ad un ritmo ragionevole”. Nel programma nazionale di sviluppo energetico approvato ieri e’ stato inoltre specificato che tutti i tutti i nuovi reattori nucleari dovranno essere conformi ai piu’ elevati standard internazionali di sicurezza. Secondo He Jiankun, esperto dell’universita’ Tsinghua a Pechino, ”la scelta di un sito per una centrale nucleare deve essere basata su approfondite ricerche scientifiche e devono esserci adeguate garanzie che in nessun caso si verifichino perdite radioattive”. Il nucleare in Cina produce solo l’1,8% della sua elettricita’, molto meno della media degli altri paesi (intorno al 14%) che hanno energia nucleare. ”Lo sviluppo del nucleare e’ significativo per l’ottimizzazione della struttura energetica della Cina – ha ancora detto al quotidiano He Jiankun – e di tutela della sicurezza energetica nazionale. La Cina continuera’ a sviluppare l’energia nucleare in modo sicuro e altamente efficiente, la sicurezza e’ la priorita”’. In un libro bianco sull’energia pubblicato ieri dal governo si dice infatti, tra le altre cose, che ”la Cina ha condotto rigorosi e controlli di sicurezza dopo l’incidente nucleare di Fukushima. I risultati hanno dimostrato che la sicurezza del nucleare in Cina e’ garantita”. Li Zuojun, economista dell’istituto di ricerca per le politiche ambientali, ha sottolineato poi come il consumo energetico della Cina faccia molto affidamento sul carbone il che porta a gravi problemi ambientali. Il carbone rappresenta ancora circa il 70% del consumo di energia della Cina e circa l’80% della sua produzione. Nel 2011, sono state prodotte 3,18 miliardi di tonnellate di carbone e il paese mira a non farlo arrivare oltre i 3,9 miliardi di tonnellate entro il 2015.

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Incidente nucleare in impianto cinese senza conseguenze. Speriamo

Un inconveniente tecnico si è verificato domenica scorsa nell’impianto nucleare Ling’ao nella provincia del Guangdong, nel sud della Cina a circa 50 chilometri da Hong Kong. Lo riferisce l’agenzia Nuova Cina. L’incidente tuttavia è stato risolto immediatamente e non è stata rilevata alcuna fuga di radiazioni. Il gestore dell’impianto nucleare ha fatto sapere che si è trattato di alcuni dati errati che sono stati introdotti nel sistema di controllo causandone il malfunzionamento. La società ha aggiunto che l’errore è stato immediatamente corretto e non ha causato alcun problema, non incidendo in alcun modo sulla sicurezza della centrale. L’incidente è comunque stato segnalato alle competenti autorità della regione amministrativa speciale di Hong Kong.

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Per la crisi in un mese chiuse oltre 200 aziende in Zhejiang

La crisi si fa sentire anche in Cina. Oltre 200 aziende hanno chiuso lo scorso mese nella provincia orientale cinese dello Zhejiang, una di quelle da sempre piu’ importanti per l’economia del Paese. Secondo quanto ha detto all’agenzia Nuova Cina un funzionario del governo locale, Huang Yaping, le difficolta’ economiche che hanno portato alle chiusure hanno riguardato circa il 3,66% delle aziende, mentre le altre sono ancora in buone condizioni. Tra le chiusure, l’83,66% ha riguardato imprese piccole e medie che si sono trovate ad affrontare il problema della diminuzione della domanda, specie da parte dei mercati esteri, e quello dell’aumento del costo del lavoro. Nei mesi scorsi diversi uomini di affari dello Zhejiang, specie nella citta’ di Wenzhou (da dove partono la maggior parte dei cinesi che vivono in Italia), trovandosi sommersi dai debiti, sono scappati all’estero o si sono suicidati temendo di non essere capaci di pagare i debiti a banche o, piu’ spesso, agli usurai a cui si erano rivolti. Per cercare di far fronte alla situazione il governo ha deciso di intervenire offrendo alle imprese incentivi e dilazioni per il pagamento delle tasse.

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Funzionario di polizia ubriaco al volante uccide 5 persone, proteste di piazza

Centinaia di persone hanno dato vita ad una violenta protesta nell’Henan (Cina centrale) contro un alto funzionario di polizia che, guidando ubriaco, ha provocato la morte di cinque persone. Secondo l’agenzia Nuova Cina l’uomo, capo del dipartimento di polizia di un quartiere della città di Runan, ha colpito con la sua automobile due lampioni, che sono caduti sui passanti uccidendone sul colpo quattro e ferendone una decina. Uno dei feriti è morto in ospedale. La protesta si è scatenata perché la folla radunatasi sul luogo dell’ incidente sospettava che i poliziotti accorsi sul posto si accingessero a cancellare le prove che accusano il loro superiore. In seguito alle proteste l’ uomo è stato arrestato e accusato di aver “messo in pericolo la sicurezza pubblica”. Nell’ ultimo anno in Cina si sono moltiplicati gli episodi di violenza massa, che alcuni commentatori legano al peggioramento della situazione economica. L’ ultima “protesta di massa” si é verificata la scorsa settimana nella provincia dello Zhejiang, contro l’ aumento delle tasse deciso dalle autorità locali.
ANSA

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Nave giapponese radioattiva arrivata a Shanghai e rispedita a mittente

Elevati livelli di radiazioni sono stati rinvenuti su una nave merci arrivata a Shanghai proveniente dal Giappone. Lo riferisce lo Shanghai Daily. Secondo quanto ha fatto sapere la Commissione di Shanghai per l’ispezione e la quarantena, i prodotti contaminati dalle radiazioni sono stati rimandati indietro o distrutti. La Commissione ha inoltre ribadito che, sin dal marzo scorso, quando a seguito del violento terremoto e dello tsunami si verificò l’incidente alla centrale nucleare giapponese di Fukushima, i controlli in Cina sono rimasti estremamente meticolosi. “I controlli – ha detto Lu Zhongshan, vice direttore della Commissione – riguardano navi viaggiatori, navi merci e voli aerei. Possiamo garantire alla popolazione che nessun prodotto contaminato riesce ad entrare nel paese”. Intanto i medici hanno smentito le voci che si erano diffuse nei giorni scorsi secondo le quali un turista proveniente dal Giappone si era ammalato a causa delle radiazioni. L’Istituto di radiologia della Fudan University ha fatto sapere che effettivamente un paziente che accusava malori e vomito era stato sottoposto a test per le radiazioni che però sono poi risultati negativi. La voce si era diffusa dopo che la settima scorsa su un micro blog un utente aveva detto che una sua amica si era ammalata dopo un viaggio in Giappone a causa delle radiazioni. Ieri alcuni giornali hanno riportato che una organizzazione non governativa per il controllo delle radiazioni avrebbe individuati a Tokyo 22 luoghi con alti livelli di radiazioni. Nonostante le rassicurazioni delle autorità locali sembra che recentemente parecchi residenti stiano lasciando la capitale giapponese.

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Transessuale via da reality, non può essere giudice

Jin Xing, personaggio molto noto del mondo dello spettacolo cinese, è stato allontanato da uno show televisivo nel quale era giudice, perché transessuale. E’ stata lei stessa, sul suo profilo di Weibo, il social network cinese più utilizzato dagli internauti della terra di mezzo, ad annunciare la sua uscita da Fei Tong Fan Xiang, il reality show sul canto. “E’ un peccato – ha scritto Jin sul suo profilo, messaggio rimbalzato quasi 50.000 volte – che non potrò essere presente alla finale dello show il prossimo week end perché la produzione ha ricevuto un ordine dall’ufficio provinciale dello Zhejiang della radio, film e televisione. Sono stata cacciata perché sono un transgender. Sono infuriata. Non è in questione se io fossi una buona giudice o no, ma come cittadina non posso accettare di essere discriminata a causa della mia identità sessuale”. Nata da genitori coreani, Jin Xing è stata una delle prime cinesi a sottoporsi ad una operazione di cambio di sesso nel 1996. Prima di questo, lavorava come ballerino nel balletto dell’Esercito di Liberazione, l’esercito cinese, facendo tutti i passi necessari per diventare alto ufficiale. La decisione di vietare al transessuale, che ha continuato ad essere una danzatrice famosa, è stata criticata da molti esponenti del mondo dello spettacolo. Jin vive a Shanghai, dove ha fondato lo Shanghai Dance Festival, insieme al marito tedesco e ai tre bambini adottati.

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Migliaia in piazza, fabbrica è tossica, va spostata

Le autorita’ della citta’ di Dalian, nel nord est della Cina, hanno ordinato la chiusura immediata di una fabbrica chimica dopo che migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere lo spostamento della fabbrica per paura di intossicazioni. Lo scrive l’agenzia Nuova Cina. La settimana scorsa, a seguito del passaggio del tifone Muifa, si creo’ una breccia, aperta dalle forze delle onde, in uno degli argini che proteggono gli impianti della Fujia Group, un’azienda chimica. I lavoratori e i militari riuscirono a bloccare la fuoriuscita di materiale chimico, ma e’ rimasta la paura. L’impianto produce il paraxilene, un materiale cancerogeno usato nella fabbricazione del poliestere e di alcune fibre sintetiche. Urlando slogan per chiedere che la Fujia venga spostata al di fuori della citta’, i manifestanti si sono scontrati con la polizia, anche se l’agenzia di stampa cinese non riporta notizie di feriti. Per strada soprattutto giovani che hanno cantato l’inno nazionale e mostrato cartelli chiedendo di poter vivere in un ambiente pulito. Diverse zone di Dalian sono state chiuse al traffico. La protesta e’ cominciata in mattinata dinanzi agli uffici municipali con un sit-in silenzioso. Da allora, ai pochi manifestanti se ne sono aggiunti molti altri che non sono ancora stati dispersi. Il segretario cittadino del partito comunista e il sindaco della citta’ hanno parlato con rappresentati dei manifestanti promettendo lo spostamento della fabbrica fuori dai confini cittadini. Ma la cosa non ha convinto i manifestanti che chiedono un impegno scritto con tanto di tempi di realizzazione. Una protesta simile si era registrata nella citta’ meridionale di Xiamen nel 2007, quando fu chiesto lo spostamento di una fabbrica chimica taiwanese.

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Aumenta carenza energia zone al buio 2012 e 2013

La Cina avra’ una carenza di energia del 2013 ancora superiore a quella di quest’anno e del 2012. Secondo le stime del consiglio cinese dell’elettricita’, nel 2013 nella terra di mezzo ci sara’ una mancanza di energia pari a 70 milioni di kilowatts, in peggioramento rispetto a 50 milioni che mancano nel 2012. Secondo Wei Shaofeng, vice direttore dell’organismo, la situazione della mancanza di energia nei prossimi cinque anni sara’ anche peggiore di quella fino al 2010, con molte piu’ aree del paese che dovranno subire riduzioni o mancanze di energia. La domanda di energia nel paese e’ molto forte, spinta in alto soprattutto dall’uso massiccio di condizionatori a causa del caldo e dal robusto consumo di elettricita’ da parte degli insediamenti industriali. A causa di problemi strutturali come la discontinua produzione di energia e l’eccessiva dipendenza dal carbone, secondo il consiglio nazionale cinese provocheranno molte pressioni sulla carenza di energia in particolare in autunno e inverno. Il consumo totale di energia registrato dalle autorita’ cinesi e’ stato di 2.2 trilioni di kilowattori nei primi mesi di quest’anno, in aumento del 12,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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