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Manifestò per far studiare la figlia, attivista alla sbarra

Le autorita’ della provincia orientale cinese dell’Anhui hanno iniziato il processo a carico di un attivista che aveva protestato contro l’espulsione di sua figlia dalla scuola a causa del suo impegno politico. Lo riferisce il sito di Radio Free Asia. Zhang Lin e’ accusato di “aver spinto la gente a scendere in piazza causando pubblico disordine” durante una manifestazione svoltasi lo scorso aprile in cui dozzine di persone protestarono per la decisione delle autorita’ locali di non permettere piu’ alla figlia di Zhang, Anni, di soli 10 anni, di frequentare la scuola elementare. Zhang, che in passato ha gia’ scontato 13 anni di carcere per sovversione dei poteri di stato, rischia ora fino a 5 anni. Anni e’ stata considerata “la piu’ giovane prigioniera cinese”. La bimba lo scorso febbraio venne cacciata dalla scuola, trattenuta per ore, impedendole persino di bere e mangiare e di avere una coperta per proteggersi dal freddo, e in seguito messa agli arresti domiciliari. Dallo scorso settembre vive negli Stati Uniti insieme alla sorella. Zhang, che e’ un veterano del movimento pro democrazia del 1989, e’ da tempo nel mirino delle autorita’. Arrestato il 22 agosto a seguito di una disputa con le autorita’ che avevano cacciato sua figlia dalla scuola, Zhang torno’ poi con la figlia nella sua citta’ di origine, agli arresti domiciliari, in aprile dopo che una trentina di attivisti si mobilitarono a suo favore. Di fronte al persistere del diniego di frequentare la scuola per la figlia, Zhang fuggi’ dagli arresti domiciliari per recarsi a Pechino a sottoporre il suo caso al governo centrale. Ma le autorita’ lo riportarono a casa e poco dopo lo misero in stato di detenzione. La piccola Anni protesto’ dinanzi dinanzi al centro di detenzione, innalzando un cartello con su scritto “Liberate mio padre e permettetemi di andare a scuola”.

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Arrestato uomo d’affari, amico attivista

E’ stato arrestato oggi a Pechino Wang Gongquan, un grosso uomo d’affari e molto amico dell’attivista per i diritti umani Xu Zhiyong. Secondo quanto riferisce il South China Morning Post, oltre 20 poliziotti hanno fatto irruzione nella casa di Wang nella capitale cinese e lo hanno portato via. Sembra che il cinquantaduenne uomo d’affari sia accusato di “aver riunito un folto gruppo di persone e arrecato disturbo alla quiete pubblica”, ovvero le stesse accuse che portarono all’arresto di Xu Zhyyong, fondatore del movimento ‘Nuovo cittadino’ che è stato in carcere fino a metà luglio. Wang era stato tra quelli che aveva firmato una petizione per il rilascio di Xu. Il mese scorso Wang aveva dichiarato proprio al South China Morning Post di essere molto preoccupato e di temere di essere presto arrestato nell’ambito della campagna di repressione del dissenso voluta dal governo di Pechino. Wang iniziò la sua carriera come impiegato dell’ufficio della propaganda nella provincia del Jilin. In seguito lavorò per una ditta statale nel settore delle esportazioni prima di dedicarsi al mondo dell’imprenditoria e della finanza a partire dal 1990.

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Negli Usa la “più giovane prigioniera politica cinese”, le impedivano di andare a scuola

Zhang Anni ce l’ha fatta. La ragazzina di 10 anni, considerata la “piu’ giovane prigioniera politica cinese”, e’ riuscita a volare negli Stati Uniti dove ora potra’ studiare e avere una vita normale. Quella vita che in Cina finora le era stata negata, come le era stato negato anche il normale diritto di andare a scuola. La sua colpa era solo quella di essere la figlia di un dissidente veterano, Zhang Li. A conclusione di una complessa vicenda la ragazzina la scorsa settimana era arrivata a Shanghai con alcuni membri della sua famiglia per ottenere il visto per gli Usa. Un visto che finalmente le ha consentito di arrivare a San Francisco con la sorella Ruli. Per iniziare una nuova vita. E’ stato, tra gli altri, l’attivista Hu Jia, che ha seguito l’intera vicenda, ad informare via twitter della partenza delle ragazze, dopo averle aiutate ad ottenere il visto. “Le due ragazze sono atterrate negli Usa – ha confermato l’attivista Zheng Cunzhu, che le ospita – finalmente ora la bambina potra’ avere un’istruzione ed essere libera. Siamo tutti molto felici di questo risultato, ma al tempo stesso ora e’ importante che cose come queste non accadano piu'”. Zhang Li, il padre di Anni, era un esponente di primo piano del Cdp (China Democracy Party), bandito in Cina dal 1998. All’uomo, che è ancora in carcere (è stato arrestato l’ultima volta ad agosto, dopo aver trascorso anni in cella), gli sono state chiuse tutte le porte anche del mondo del lavoro. Lo scorso febbraio, la figlia è stata fatta uscire dalla scuola. Neanche l’intervento di una trentina di attivisti ad aprile a favore della causa era servito a sbloccare la situazione anzi spinse le autorita’ a mandare tutta la famiglia di Zhang, Anni compresa, agli arresti domiciliari. Dai quali Zhang Li fuggi’ per portare il suo caso a Pechino. Senza pero’ ottenere nulla, se non un nuovo arresto. Fu lui a chiedere, segretamente, ad Hu Jia di interessarsi del caso della figlia. Fino all’epilogo finale che ha permesso alla ragazzina di andarsene. Il caso di Anni non e’ l’unico di questo genere in Cina. L’attivista Wu Renhua ha raccontato come molti dissidenti dopo la rivolta di piazza Tienanmen del 1989, e la dura repressione che ne segui’, ebbero dure conseguenze. Molti trascorsero diversi anni in carcere e poterono sposarsi solo al termine delle loro condanne. Ecco perche’ in molti casi hanno figli che oggi sono ancora giovanissimi e che tuttora patiscono le conseguenze dell’attivismo politico dei loro padri. Come appunto e’ capitato ad Anni. Solo pochi giorni fa le autorita’ cinesi hanno arrestato Yao Chen, amico di Zhang, per il solo fatto di aver accompagnato a Shanghai la piccola Anni e la sua famiglia.

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