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Presidente Nuova Cina: media stranieri contro la Cina

“Parte della stampa e dei media occidentali sta cercando di demonizzare la Cina e di promuovere la rivoluzione e la disintegrazione nazionale in quanto odia vedere come il paese stia prosperando”. Lo ha detto in un articolo Li Congjun, presidente dell’Agenzia di stampa ufficiale cinese, Nuova Cina. Le sue parole arrivano in un momento in cui il Partito Comunista cinese ha deciso di rafforzare i controlli su internet e sulla stampa, ricordando come sia responsabilita’ dei media quella di “promuovere una corretta direzione politica”. Secondo il capo di Nuova Cina e’ anche necessario combattere la visione distorta che molti giornali occidentali danno del Paese. “Alcune forze ostili occidentali – ha scritto Li nel suo articolo – non vogliono vedere una Cina socialista prospera e mirano alla occidentalizzazione, separazione e rivoluzione”. Gia’ lo scorso anno la Cina aveva duramente attaccato la stampa occidentale dopo che il New York Times aveva pubblicato la notizia secondo la quale la famiglia dell’allora premier Wen Jiabao aveva accumulato una ricchezza di almeno 2,7 miliardi di yuan. La Cina consente ai giornalisti stranieri di vivere nel Paese e svolgere la loro attivita’ ma essi sono sottoposti comunque a restrizioni e controlli e in alcuni casi sono stati costretti a subire numerose minacce o problemi nel trattare argomenti sensibili.

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Mistero su sorte nuovo capo propaganda

E’ mistero in Cina per la sorte di Liu Qibao, nominato lo scorso mese nuovo capo della propaganda al posto di Liu Yunshan passato nell’elenco ristretto dei 7 che guidano il paese. Secondo quanto riferiscono fonti di stampa locale, lo scorso 27 novembre Liu Qibao ha fatto la sua prima apparizione come capo del dipartimento per la propaganda in un incontro di un’associazione cinese. Lo stesso giorno l’agenzia di stampa ufficiale, Nuova Cina, riportò che Liu avrebbe compiuto un viaggio ufficiale in Corea del Nord, Vietnam e Laos dal 29 novembre al 2 dicembre. Ma Liu per quel viaggio non è mai partito. I media di Hong Kong in particolare hanno confermato che il previsto viaggio è stato cancellato senza ulteriori spiegazioni. Da allora del nuovo leader non c’é più traccia. E come già avvenne a settembre scorso quando il futuro presidente Xi Jinping “scomparve” per due settimane, si rincorrono le ipotesi più disparate. Le ricerche su Sina Weibo, il più famoso motore di ricerca cinese, inserendo il nome ‘Liu Qibao’ non danno nessun risultato nuovo anche al momento non sembra siano stati inseriti blocchi o censure nella ricerca. On line molte persone stanno commentando il fatto. “Dov’é andato Liu?” “E’ forse malato?”, “é inquisito?” sono le domande più ricorrenti della gente. Fonti di stampa taiwanese avanzano l’ipotesi che il viaggio in Corea del nord sia stato cancellato perché nel frattempo è successo qualcosa e che si tratterebbe “di un segreto”. Come già accadde per Xi Jinping probabilmente la verità non si saprà ma, come ha scritto un altro utente on line “probabilmente non c’é niente di strano dietro ma non si capisce perché la Cina non debba mai dire nulla”.

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Presidente Xinhua: insieme per abbattere povertà

Ripropongo il contributo del presidente della Xinhua, l’agenzia di stampa cinese, apparso sul Sole 24 Ore. Bel discorso, peccato fatto da un cinese, mi pare dica l’opposto di quello che realmente facciano.

“I media dovrebbero fare della povertà una delle loro missioni a lungo termine sottoponendo costantemente all’opinione pubblica questo grave problema assicurando che risalti fortemente sui giornali e nelle riviste, alla radio e in tv”. E’ l’appello lanciato dal presidente dell’agenzia di stampa Xinhua (Nuova Cina), Li Congjun, in un intervento di oggi sul Sole 24. Partendo dalla propria esperienza (é nato in una famiglia povera), Li sottolinea che oggi, dopo decenni, ci sono ancora bambini in molte parti del mondo che non possono ancora comprarsi scarpe decenti. “L’anno scorso il Programma dell’Onu per lo sviluppo (Undp) ha rivelato che oltre 1,7 miliardi di persone nel mondo vivono in condizioni di assoluta povertà, in base allo specifico indice (Mpi) che comprende dieci valori tra i quali la salute, l’educazione e le condizioni di vita”, scrive Li. “Come presidente di un’organizzazione mediatica internazionale e come sopravvissuto alla povertà, ritengo che i media debbano ancora adempiere al loro obbligo sociale di costruire un mondo nel quale le risorse siano ripartite più equamente per assicurare una crescita comune”, prosegue. Secondo il presidente di Nuova Cina, “é vero che l’industria mediatica non può realizzare da sola l’importante obiettivo di abbattere la povertà (…), tuttavia i media possono e devono lanciare allarmi più efficaci su come una crescita sbilanciata minaccia lo sviluppo sostenibile non solo di una singola società, ma del mondo intero. (…). E nello stesso tempo dovrebbero far sì che le voci dei poveri vengano ascoltate in tutto il mondo per contribuire a creare un ambiente sociale e politico che favorisca l’eliminazione della povertà. (…).” Li quindi proprone di istituire un sistema di aiuto internazionale come una fondazione per la lotta alla povertà che raccolga con trasparenza fondi per le regioni bisognose sostenendo che le organizzazioni internazionali e le organizzazioni non governative sono partner importanti con i quali collaborare. “Possiamo fare molto di più – conclude Li. “E la cosa più importante è costituire un meccanismo a lungo termine per una cooperazione costante e fruttuosa attraverso il quale unire le risors per per favorire l’eliminazione della povertà globale. Spero anche che attraverso i nostri sforzi, utili ma tenaci, anche i bambini più poveri abbiano un futuro più felice e meno ingrato”.

fonte: ANSA

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Smentita la morte di Jiang Zemin

L’ex-presidente cinese Jiang Zemin é vivo e le notizie che si sono diffuse ieri sulla sua morte sono “semplici voci”. Lo afferma l’agenzia Nuova Cina citando “fonti autorevoli”. Le voci sulla scomparsa dell’ex-presidente si sono diffuse in seguito alla sua assenza dalle celebrazioni del 90/o anniversario della fondazione del Partito Comunista Cinese, venerdì scorso. Jiang, 85 anni, da alcuni mesi non gode di buona salute. Ieri la censura è intervenuta per bloccare i messaggi che parlavano della probabile morte dell’ex-presidente su Internet. Una rete televisiva di Hong Kong ne aveva addirittura annunciato la notte scorsa la morte, dandola per sicura.

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