Il governo cinese ha diffuso oggi un nuovo regolamento sui servizi di instant messaging, come WeChat e WhatsApp, per creare “un ambiente più pulito nel cyberspazio”. La mossa, però, viene vista da molti come l’ennesimo tentativo di controllo sulle comunicazioni nel paese, così come avviene già per molti servizi e siti internet. I servizi di instant messaging, infatti, negli ultimi tempi sono diventati il mezzo di trasmissione preferito di messaggi anti governativi o di convocazioni a manifestazioni. Con il nuovo regolamento, tutti coloro che usano i servizi devono registrarsi con i loro nomi veri e rispettare le leggi e i regolamenti, “il sistema socialista, gli interessi nazionali, i diritti e gli interessi legittimi dei cittadini, l’ordine pubblico, la moralità sociale ed assicurare l’autenticità delle informazioni condivise”. I fornitori dei servizi sono responsabili per i contenuti e soggetti alla supervisione pubblica.
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In Cina arriva Candy Crash grazie a WeChat
La compagnia informatica cinese Tencent importerà in Cina Candy Crush, il gioco online più popolare del mondo prodotto dalla britannica King Digital Entertainment. Candy Crush è stato nel 2013 l’applicazione gratis più scaricata nel mondo dagli utenti di Internet. La Cina ha la più vasta popolazione di internauti del mondo che, secondo il China Internet Information Centre, un centro di ricerca governativo, è di circa 470 milioni di persone. Il vicepresidente della Tencent, Steven Ma, ha affermato che la compagnia è “felice” dell’accordo che permetterà di “unire la divertente esperienza di giochi della King con la forte capacità operativa della Tencent in Cina”. Candy Crush sarà disponibile in Cina a partire di quest’anno.
fonte: ANSA
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Giganti cinesi del web alla conquista di Wall Street
I giganti del web ‘made in China’ sono pronti a sbarcare a Wall Street e ad entrare nell’arena globale di internet. Per ora si tratta solo di indiscrezioni, ma che i media americani – a partire dal Wall Street Journal – prendono molto sul serio. Le voci parlano dell’imminente lancio alla Borsa di New York di un’Ipo (Initial public offering) da parte del colosso delle vendite online Alibaba, che – secondo il Wsj – avrebbe in programma di rastrellare oltre 15 miliardi di dollari, puntando se possibile a superare il record di 16 miliardi di dollari messo a segno da Facebook nel 2012. Una maxi-operazione alla quale ne dovrebbe seguire un’altra: l’ingresso nel tempio della finanza mondiale di Weibo, il ‘Twitter cinese’, poco conosciuto nel resto del mondo ma che può già contare su ben 129 milioni di utenti (241 sono quelli di Twitter). L’intenzione in questo caso – riporta sempre il giornale di Wall Street – è quella di vendere negli Stati Uniti azioni per almeno 500 milioni di dollari. La sfida ai big Usa è dunque lanciata. E se l’uccellino che contraddistingue il leader mondiale dei messaggini da 140 caratteri dovrà guardarsi le spalle da Weibo, a temere l’arrivo di Alibaba sono soprattutto i colossi americani dell’e-commerce, come Amazon ed eBay. Il gruppo cinese basato a Hangzhou, infatti, già da tempo ha superato Amazon.com come la più grande società al mondo nel settore delle vendite online. Vendite che nel 2013 sono ammontate a circa 240 miliardi di dollari, contro i 100 miliardi di dollari di Amazon. Il sito ‘Taobao’ di Alibaba, lanciato nel 2003, attualmente conta più di sei milioni di utenti cinesi che gratuitamente si scambiano merci e prodotti. E il nuovo sito del gruppo, chiamato ‘Tmall’, è specializzato nella vendita di prodotti di grandi marche come Apple, L’Oreal o Adidas. Ma le attività sul web di Alibaba – di cui Yahoo! possiede il 24% delle azioni – vanno oltre, spaziando anche su contenuti che la mettono in concorrenza anche con gruppi come Google. Anche Weibo (che significa ‘microblog’) non se la passa male, e nell’ultimo anno le entrate del Twitter cinese sono triplicate a 188 milioni di dollari, nonostante perdite per 38 milioni nel 2013. Fondato nel 2009, Weibo nonostante la censura si è subito affermato come il foro su cui i cinesi discutono di tutto, dallo sport alla politica. Non senza qualche problema per le autorità cinesi, che con difficoltà riescono ad arginare il boom del social network. Intanto le grandi banche ‘fiutano’ l’affare, e cominciano a muoversi in vista delle due probabili Ipo ‘cinesi’. Credit Suisse e Morgan Stanley – scrive il Wsj – sarebbero in pole position per la quotazione di Alibaba. Ma si parla anche di Deutsche Bank, Goldman Sachs e Jp Morgan Chase. E questo la dice lunga sull’interesse con cui gli investitori americani attendono le novità che arrivano dall’estremo oriente.
fonte: ANSA
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