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Accordo tra editori italian e cinesi, parte prima piattaforma Tv

La tv italiana arriva in Cina grazie a un accordo tra Giglio Group Spa, editore di canali digitali presente in 32 Paesi, e uno dei maggiori operatori radio-televisivi cinesi. E’ quanto comunica Giglio Group che domani presentera’ a Milano la nuova piattaforma che punta a diffondere in Cina contenuti legati alla cultura, allo stile di vita e alle eccellenze italiane. L’accordo, come si legge in una nota, coinvolge alcuni tra i principali produttori italiani di audiovisivo che grazie a Giglio Group parteciperanno con i loro programmi alla nuova piattaforma televisiva e multimediale integrata, interattiva e fruibile da qualsiasi dispositivo. ”Il progetto – prosegue la nota – riveste importanza sia per la valorizzazione dell’Italia e del ‘made in Italy’ che per la promozione di un progressivo avvicinamento tra la cultura ed i mercati di Cina ed Italia, con l’intento, attraverso la crescita di sinergie tra le rispettive industrie, di innescare ulteriori potenzialita’ di sviluppo”.

fonte: ANSA

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Un reality Tv per rilanciare relazioni Italia-Cina

Un ‘reality’ per rafforzare le relazioni tra Italia e Cina. L’ idea è del giovane imprenditore cinese Steven Luo, che ha trovato un partner nella televisione del Guangxi, una provincia della Cina meridionale che sta correndo a ritmo indiavolato verso la modernità. Nel 2010 Lou ha fondato la Beijing Loren (in onore di Sophia Loren) International Model Agency, e ha organizzato il Loren Chinese Top Model Contest. Si tratta dell’ unica manifestazione di questo tipo che ha come protagoniste modelle cinesi e che si svolge interamente in Italia, grazie al sostegno di sponsor locali tra cui il Casinò di Campione d’ Italia. “Si parla tanto di approfondire le relazioni tra i due Paesi e questa del reality è un’ iniziativa concreta, non ne vedo altre di così concrete”, afferma Steven, che l’ Ambasciatore italiano in Cina Alberto Bradanini ha definito “un vero ambasciatore di entrambi i Paesi”. Nato trent’ anni fa nello Zhejiang, la provincia dalla quale provengono la maggior parte degli immigrati cinesi in Italia, dal 1997 Steven frequenta assiduamente l’ Italia, e in particolare Milano, dove vivono i suoi parenti. Da sempre sospeso tra i due mondi, innamorato sia del suo Paese d’origine che di quello d’adozione, Luo ha fondato la Loren nel 2010. La sua agenzia, sottolinea con orgoglio, è stata “la prima ad organizzare in Italia manifestazioni con modelle cinesi”. Le ragazze vengono selezionate dallo stesso Steven, sulla base delle proposte delle numerose agenzie sparse per tutta la Cina con le quali è costantemente in contatto. Nel 2011 si è manifestato l’interesse della Guangxi Tv per le iniziative della Loren Model: una troupe ha seguito il concorso che si è svolto in Italia e lo ha mostrato al pubblico cinese nel suo programma Fashion China. Nel 2012 è stato fatto il salto con la produzione del reality, chiamato Top Model on the Road. Il reality, spiegano i dirigenti della tv, che ha la sua sede nella capitale provinciale Nanning, è imperniato sulla “scoperta” dell’ Italia da parte delle ragazze cinesi. Dieci puntate, decine di milioni di spettatori, e quest’ anno si replica. Tutte le 31 province della Cina hanno una o più reti televisive che spesso sono in concorrenza tra di loro e con la Grande Consorella federale, la China central television o Cctv. Quella del piccolo Guangxi (secondo i mostruosi standard cinesi, infatti ha ‘solo’ 46 milioni di abitanti) è delle più attive, con un bacino di utenza che raggiunge gli 800 milioni di persone (tra l’ altro ha trasmissioni speciali per i Paesi vicini, come il Vietnam e la Cambogia) e con programmi che facilmente raggiungono i 40-50 milioni di spettatori.

fonte: ANSA

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Tv cinese censura programma giovanilista

La censura cinese ha ordinato la sospensione del popolare programma televisivo Super Girl, modellato sulla trasmissione statunitense American Idol. Il programma, prodotto dalla televisione provinciale dell’ Hunan, ha spesso presentato personaggi anticonformisti, giovani che parlano lo slang delle loro città e che usano un linguaggio che, nelle parole del censore, “offendono esponenti delle vecchie generazioni”. Super Girl era già incorso nelle ire della Sarft, l’ organismo addetto al controllo della tv, della radio e del cinema, nel 2007, quando era stato imposto ai produttori di non eccedere col programma la lunghezza di 90 minuti. In una nota comparsa sul suo sito web, la Sarft accusa i produttori di non aver rispettato il limite, “sforando” regolarmente coi tempi a discapito di altre trasmissioni. Dedicato ai giovani, Super Girl é stato acquistato da altre televisioni regionali e ha centinania di milioni di spettatori in tutta la Cina. “Credo che la decisione sia stata presa perché alcuni degli ospiti del programma hanno fatto commenti inappropriati e in alcuni casi si sono presentati con vestiti indecenti”, ha commentato Jin Yong, un professore della China Communication University. Li Hao, uno dei dirigenti della televisione dell’ Hunan ha dichiarato che la rete accetta l’ ingiunzione e che Super Girl sarà sostituito da programmi “che promuoveranno un’ etica morale e forniranno informazioni di utilità pratica”.

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