Segnali di disgelo tra Cina e Giappone dopo quasi cinque mesi di rapporti ad alta tensione per lo scontro sulla sovranità delle isole Senkaku/Diaoyu, tanto forte da creare seri problemi ai rapporti a doppio filo tra la seconda e la terza economia mondiale. Il presidente in pectore Xi Jinping ha espresso la volontà di migliorare i rapporti con Tokyo nel corso di un incontro a Pechino dai “toni cordiali” avuto oggi con Natsuo Yamaguchi, leader del New Komeito, partito alleato dei Liberademocratici del premier giapponese Shinzo Abe, al potere da dicembre. Si è trattato del contatto politico di più alto livello tra i due Paesi da quando Tokyo ha nazionalizzato a settembre tre delle 5 principali isole provocando dure proteste in Cina con atti vandalici e boicottaggio del ‘made in Japan’ e sempre più frequenti incursioni di motovedette cinesi nelle acque contese ritenute essere ricche di riserve ittiche e di gas naturale. Yamaguchi, nel ruolo di inviato speciale di Abe, ha riferito al termine del colloquio di oltre un’ora che Xi “prenderà in seria considerazione” la proposta di tenere un summit ad “alto livello” tra i due Paesi. Malgrado i punti di vista diversi, Xi ha marcato l’importanza di risolvere i problemi sul piccolo arcipelago “attraverso il dialogo e le consultazioni”. Nessun riferimento, ha riportato l’agenzia Kyodo, a misure specifiche per allentare la tensione se non il dialogo a livello politico come mezzo per arrivare a un vertice. Il neo segretario generale del Pcc, a marzo presidente al posto di Hu Jintao, ha detto che la Cina “vuole promuovere un rapporto strategico di reciproco beneficio col Giappone, basato su ampie prospettive”. Yamaguchi, noto per i buoni legami con la Cina, ha incontrato Xi nell’ultimo dei 4 giorni di visita ‘diplomatica’, riuscendo a consegnare una lettera di Abe. Ringraziando, Xi ha ricordato il premier per gli sforzi del 2006, durante il primo governo, “per riannodare” i legami dopo le turbolenze legate al conservatore Junichiro Koizumi, solito presentarsi quando era al governo al santuario Yasukuni, simbolo dell’odiato militarismo nipponico. Tuttavia, il futuro presidente ha espresso preoccupazione per la svolta politica di dicembre segnata da punte di nazionalismo, invitando il governo “a guardare la storia correttamente e a gestire con cautela” il passato bellico del Giappone. L’incontro tra Yamaguchi e Xi non era affatto certo, ma il fatto che i colloqui siano avvenuti nella Grande Sala del Popolo hanno dato all’evento un valore decisamente rilevante. Ad esempio, il ministero degli Esteri cinese, col portavoce Hong Lei, ha affermato che la posizione di Pechino sulle Senkaku/Diaoyu “non è cambiata”, aggiungendo una novità: “é importante riallacciare i legami bilaterali e, in questo senso, bisogna inquadrare l’incontro” tra Xi e Yamaguchi. Le premesse del dialogo sembrerebbero esserci, anche se è da decifrare la scelta di Pechino di sottoporre all’Onu il quesito scientifico se la piattaforma continentale nel mar Cinese orientale sia o no prolungamento naturale del territorio terrestre della Cina. Se l’apposito organo (Commission on the Limits of the Continental Shelf) risponderà positivamente forse già entro la fine dell’anno, nel “prolungamento” finirebbero anche le isole contese. Il Giappone controlla le Senkaku dal 1895, con la parentesi dell’occupazione Usa (1945-1972).
fonte: ANSA
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