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Per la Cina gli Usa sono responsabili delle tensioni nel Pacifico

La Cina ha accusato oggi “alcuni paesi” di aver fatto crescere la tensione nell’oceano Pacifico, in quello che viene interpretato come un velato riferimento agli Stati Uniti. Nel “libro bianco” sulla politica militare della Cina, presentato oggi al pubblico, Pechino afferma che “alcuni paesi stanno rafforzando le loro alleanze militari nel Pacifico, allargando la loro presenza militare nella regione e spesso provocando inasprimenti della tensione”. Washington ha inaugurato sotto la presidenza di Barack Obama una politica estera che ha il suo ‘perno’ nel Pacifico. Molti paesi alleati degli Usa – come il Giappone, le Filippine, Taiwan e il Vietnam – hanno contenziosi territoriali con la Cina nella regione. Tra questi viene nominato il solo Giappone che, secondo il libro bianco “sta creando problemi sulla questione delle isole Diaoyu”, che sono rivendicate sia da Pechino che da Tokyo.

fonte: ANSA

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Scintille tra navi militari di Cina e Giappone per isole contese

Nella contesa sino-nipponica sulla sovranità delle isole Senkaku/Diaoyu si affaccia ora la marina militare: un cacciatorpediniere giapponese è finito nel radar di controllo di tiro di una fregata cinese, come fosse un vero ‘bersaglio’. Un episodio dai toni di minaccia su cui anche il Pentagono Usa ha espresso senza fare misteri “preoccupazione”. L’episodio, avvenuto il 30 gennaio nel mar Cinese orientale e vicino alle isole contese anche se Tokyo non l’ha confermato in via ufficiale, è un ulteriore fattore di tensione che ha spinto oggi il Giappone a una protesta, poche ore dopo la convocazione dell’ambasciatore cinese nel Sol Levante per il blitz, il 25/mo, fatto lunedì da due motovedette della sorveglianza marittima di Pechino nelle acque territoriali dell’arcipelago disabitato. Il ministro della Difesa nipponico, Itsunori Onodera, ha ammesso che il caso potrebbe complicare gli sforzi per centrare il superamento delle tensioni bilaterali, proprio mentre le parti avevano con grande tatto avviato il lavoro su un possibile summit di alto livello tra leader, magari ad aprile subito dopo la nomina a presidente del segretario del Pcc, Xi Jinping. “Si è trattato di un incidente insolito – ha detto Onodera in una conferenza stampa convocata d’urgenza -. Con un errore, la situazione sarebbe potuta diventare molto pericolosa”. Nella sostanza, l’unità cinese ha attivato il radar per l’ assetto da combattimento e per orientare il tiro sul possibile bersaglio, quando durante la navigazione si usano solo i radar antiaereo e quello per la rilevazione di ostacoli sulla rotta. “E’ come andare in giro con una pistola col colpo in canna e il grilletto sollevato, pronta per l’uso”, ha spiegato all’ANSA un esperto militare. “I rischi di incidenti sono alti”. Il ministro ha rilevato che il radar “ha puntato la nave per un po’ di tempo dalla distanza di 3 km”, aggiungendo che i tecnici del ministero hanno impiegato alcuni giorni per valutare la tipologia di radar. “Abbiamo ora tutti gli elementi per poterlo confermare”, ha rilevato Onodera, mentre su un altro caso, che risale al 19 gennaio e che ha coinvolto un elicottero della marina nipponica, “abbiamo solo il sospetto”. Il premier Shinzo Abe, insediatosi lo scorso 26 dicembre definendo “non negoziabile” la questione delle isole Senkaku perché territorio nipponico, ha posto, nell’incontro con il ministro della Difesa, l’accento sull’importanza di “rispondere con calma” evitando di mettere in campo una provocazione contro un’altra provocazione. “Il nostro obiettivo – ha osservato Onodera anche in merito ai risultati del colloquio con Abe – è evitare l’ipotesi che una situazione del genere accada di nuovo e per questo abbiamo agito attraverso i canali diplomatici” e chiesto alla Cina di “astenersi da azioni pericolose”. Escludendo uno scenario da escalation militare (“non credo possa accadere”), Onodera ha rubricato l’accaduto a semplice provocazione, ma con “un passo falso la situazione”, anche in futuro, potrebbe diventare imprevedibile.

fonte: ANSA

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Annunciate manovre navali vicino a isole contese e il Giappone annuncia unità speciale a difesa isole contese

Tre navi della marina militare cinese svolgeranno delle esercitazioni nel Pacifico occidentale, transitando nelle zone contese del Mar della Cina Meridionale e Orientale. Nel darne l’annuncio, oggi, l’agenzia Nuova Cina definisce le manovre di “ordinaria amministrazione”, anche se avvengono in un momento nel quale la tensione è alta nella regione per le dispute sulle frontiere marittime col Giappone e con alcuni Paesi del sudest asiatico. “La flotta sarà impegnata in 20 diversi tipi di simulazione, tra cui la protezione dei diritti marittimi”, afferma un documento del ministero della difesa citato da Nuova Cina. Pechino è ai ferri corti col Giappone per la disputa sulle isole Senkaku/Diaoyu, che sono rivendicate anche da Taiwan, mentre le sue rivendicazioni sulle Spratili e Paracelse si scontrano con quelle di Vietnam, Filippine, Malaysia e Brunei.
Il Giappone stringe la presa sulle Senkaku/Diaoyu, isole controllate dal 1895 (con la parentesi di occupazione Usa 1945-1972) e rivendicate dalla Cina, istituendo una unita’ dedicata e speciale della guardia costiera, forte di 600 uomini e nuove motovedette per bloccare le incursioni dei pattugliatori marittimi di Pechino. I fondi, nel dettaglio, sono stimati in 56,4 miliardi di yen (+37%, 300 milioni di euro) che figurano tra le voci di bilancio dell’anno fiscale 2013-14 del valore record di 92.610 miliardi di yen (760 miliardi di euro), approvato ieri dal governo. L’obiettivo, scrive il quotidiano Yomiuri, e’ di ottenere via via 12 nuove motovedette e uomini di base a Ishigaki, l’isola strategica della prefettura di Okinawa e piu’ vicina alle Senkaku/Diaoyu, nell’arco del triennio. Dalla nazionalizzazione di tre delle cinque principali isole decisa a settembre dal governo di Tokyo, le navi di sorveglianza cinesi hanno ripetutamente fatto le incursioni intorno o nelle acque dell’arcipelago disabitato quasi ogni giorni, tranne che in occasione di condizioni meteo avverse. Si stima che sia necessari un equipaggio di circa 40 uomini per un pattugliatore di 1.000 tonnellate, la tipologia di nave scelta per opporsi con sufficiente sicurezza alle motovedette cinesi: da qui l’obiettivo di arrivare alla costituzione dell’ unita’ di 600 unita’.
fonte: ANSA

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Cina-Giappone, segnali di disgelo: Xi Jinping vede inviato premier Abe

Segnali di disgelo tra Cina e Giappone dopo quasi cinque mesi di rapporti ad alta tensione per lo scontro sulla sovranità delle isole Senkaku/Diaoyu, tanto forte da creare seri problemi ai rapporti a doppio filo tra la seconda e la terza economia mondiale. Il presidente in pectore Xi Jinping ha espresso la volontà di migliorare i rapporti con Tokyo nel corso di un incontro a Pechino dai “toni cordiali” avuto oggi con Natsuo Yamaguchi, leader del New Komeito, partito alleato dei Liberademocratici del premier giapponese Shinzo Abe, al potere da dicembre. Si è trattato del contatto politico di più alto livello tra i due Paesi da quando Tokyo ha nazionalizzato a settembre tre delle 5 principali isole provocando dure proteste in Cina con atti vandalici e boicottaggio del ‘made in Japan’ e sempre più frequenti incursioni di motovedette cinesi nelle acque contese ritenute essere ricche di riserve ittiche e di gas naturale. Yamaguchi, nel ruolo di inviato speciale di Abe, ha riferito al termine del colloquio di oltre un’ora che Xi “prenderà in seria considerazione” la proposta di tenere un summit ad “alto livello” tra i due Paesi. Malgrado i punti di vista diversi, Xi ha marcato l’importanza di risolvere i problemi sul piccolo arcipelago “attraverso il dialogo e le consultazioni”. Nessun riferimento, ha riportato l’agenzia Kyodo, a misure specifiche per allentare la tensione se non il dialogo a livello politico come mezzo per arrivare a un vertice. Il neo segretario generale del Pcc, a marzo presidente al posto di Hu Jintao, ha detto che la Cina “vuole promuovere un rapporto strategico di reciproco beneficio col Giappone, basato su ampie prospettive”. Yamaguchi, noto per i buoni legami con la Cina, ha incontrato Xi nell’ultimo dei 4 giorni di visita ‘diplomatica’, riuscendo a consegnare una lettera di Abe. Ringraziando, Xi ha ricordato il premier per gli sforzi del 2006, durante il primo governo, “per riannodare” i legami dopo le turbolenze legate al conservatore Junichiro Koizumi, solito presentarsi quando era al governo al santuario Yasukuni, simbolo dell’odiato militarismo nipponico. Tuttavia, il futuro presidente ha espresso preoccupazione per la svolta politica di dicembre segnata da punte di nazionalismo, invitando il governo “a guardare la storia correttamente e a gestire con cautela” il passato bellico del Giappone. L’incontro tra Yamaguchi e Xi non era affatto certo, ma il fatto che i colloqui siano avvenuti nella Grande Sala del Popolo hanno dato all’evento un valore decisamente rilevante. Ad esempio, il ministero degli Esteri cinese, col portavoce Hong Lei, ha affermato che la posizione di Pechino sulle Senkaku/Diaoyu “non è cambiata”, aggiungendo una novità: “é importante riallacciare i legami bilaterali e, in questo senso, bisogna inquadrare l’incontro” tra Xi e Yamaguchi. Le premesse del dialogo sembrerebbero esserci, anche se è da decifrare la scelta di Pechino di sottoporre all’Onu il quesito scientifico se la piattaforma continentale nel mar Cinese orientale sia o no prolungamento naturale del territorio terrestre della Cina. Se l’apposito organo (Commission on the Limits of the Continental Shelf) risponderà positivamente forse già entro la fine dell’anno, nel “prolungamento” finirebbero anche le isole contese. Il Giappone controlla le Senkaku dal 1895, con la parentesi dell’occupazione Usa (1945-1972).

fonte: ANSA

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Primo confronto tra motovedette Cina e Taiwan dinanzi alle Senkaku/Diaoyu

Le motovedette della guardia costiera di Taiwan e dell’Amministrazione marittima della Cina si sono ‘incrociate’ per la prima volta vicino alle acque delle Senkaku, isole nel controllo di Tokyo e rivendicate da Pechino e Taipei col nome, rispettivamente di Diaoyu e Tiaoyutai. L’episodio, ha riferito il vice segretario generale della guardia costiera taiwanese, Wang Chung-yi, e’ avvenuto questa mattina a 37 km a sudovest delle isole contese, mentre 4 unita’ di Taipei erano impegnate a scortare un peschereccio con sette attivisti a bordo verso l’arcipelago disabitato, in un’azione dimostrativa per rivendicarne la sovranita’. E’ il primo confronto, scrive l’agenzia Kyodo, tra le unita’ di sorveglianza marittima dei due paesi nelle acque contese e potenzialmente ricche di risorse ittiche e di gas. Le motovedette di Taiwan hanno emesso un avviso via radio alle navi cinesi esortandole a lasciare le acque territoriali della Repubblica di Cina, il nome ufficiale di Taiwan, insieme alla visualizzazione di un messaggio di simile tenore su un tabellone elettronico, senza ricevere pero’ in entrambi i casi alcuna risposta.

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Pechino critica la Clinton su appoggio Giappone per questione isole contese

La Cina si è detta “particolarmente scontenta” dopo le parole pronunciate dal segretario di Stato Usa Hillary Clinton, che si è detta pronta ad appoggiare il Giappone nella disputa sulle isole Senkaku/Diaoyu controllate da Tokyo ma contese da Pechino. La Cina “è particolarmente scontenta e reagisce con fermezza” alle parole della responsabile della diplomazia statunitense, ha detto il portavoce del ministero degli esteri cinese, Qin Gang, aggiungendo: “esortiamo gli Stati Uniti a trattare la questione delle isole Diaoyu in maniera responsabile”. Ricevendo venerdì a Washington il suo collega giapponese Fumio Kishida, la Clinton aveva ribadito: “anche se gli Stati Uniti non prendono una posizione sulla sovranità definitiva di queste isole, riconosciamo che sono amministrate dal Giappone e siamo contrari a qualsiasi azione volta ad ostacolare questa gestione da parte del Giappone”.

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Pechino in “stato di allerta” per le isole contese con il Giappone

La Cina è in stato di “alta allerta” per la tensione nel Mar della Cina Orientale, dove è in corso un pericoloso confronto col Giappone sulle isole contese Senkaku/Diaoyu. Lo ha affermato oggi il portavoce del ministero degli esteri Hong Lei. Parlando in una conferenza stampa a Pechino, il portavoce ha fatto riferimento alle notizie secondo le quali il ministro della difesa di Tokyo Itsunori Onodera ha sostenuto che il Giappone “risponderà secondo gli standard internazionali” ai sorvoli dell’ aviazione militare cinese sulle isole. “I pattugliamenti condotti dalle navi e dagli aerei cinesi nelle acque e nello spazio aereo delle isole sono un normale esercizio di sovranità”, ha sostenuto. La tensione sulle Senkaku/Diaoyu è in crescita dallo scorso settembre, quando il governo di Tokyo le ha “comprate” da un cittadino giapponese che sosteneva di esserne il proprietario, scatenando l’ ira di Pechino. Le Senkaku/Diaoyu sono rivendicate anche da Taiwan. A conferma della tensione tra i due giganti asiatici, il neo-primo ministro giapponese Shinzo Abe ha scelto il Vietnam – che si contende con la Cina la sovranità su altri due gruppi di isole, le Paracelse e le Spratili, nel Mar Cinese Meridionale – come meta del suo primo viaggio all’ estero. Abe é partito oggi per Hanoi e in seguito visiterà Thailandia e Indonesia.

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Pechino annuncia mappatura isole contese con il Giappone. Aerei cinesi volano vicino a isole

La Cina elaborera’ una mappa delle isole Senkaku/Diaoyu, che rivendica, ma che sono controllate dal Giappone. La situazione nei pressi delle piccole isole disabitate, nel Mar della Cina Orientale, e’ estremamente tesa dopo che alle periodiche ”ispezioni” delle motovedette dei due Paesi, si sono aggiunti i sorvoli degli aerei militari. L’agenzia Nuova Cina, dando notizia della prossima mappatura delle isole, ha precisato che essa fa parte della seconda fase di un’iniziativa lanciata nel 2009 dall’Ufficio Nazionale per la mappatura della Cina. L’Ufficio ha intenzione di indicare sulle nuove mappe del Paese tutte le isole ”possedute” o rivendicate dalla Cina. La tensione intorno alle Senkaku/Diaoyu e’ cresciuta dallo scorso autunno, quando il governo di Tokyo le ha ”comprate” da un cittadino giapponese che affermava di esserne il proprietario. La ”nazionalizzazione” delle isole ha provocato in Cina una serie di dimostrazioni antigiapponesi, sostenute dal governo, che in alcuni casi sono sfociate in violenze. Un aereo Harbin Y-12 dell’Amministrazione oceanica cinese è stato avvistato oggi intorno alle Senkaku/Diaoyu, le isole contese nel possesso del Giappone e rivendicate dalla Cina, per la terza volta da inizio anno. Il velivolo, ha riferito il ministero della Difesa di Tokyo, si è allontanato senza violazioni ma fermandosi alla zona di identificazione aerea giapponese e non oltre i 100 km di distanza, costringendo comunque l’aeronautica militare nipponica a far decollare i caccia F-15. A tal proposito, secondo la stampa locale, il ministero della Difesa sta valutando di dislocare gli F-15 da combattimento in un aeroporto dell’isola di Shimojijima, nella prefettura di Okinawa, allo scopo di poter essere in grado di gestire più rapidamente eventuali e ulteriori incursioni di aerei cinesi. Shimojijima dista 190 km dal piccolo arcipelago disabitato, pari a meno della metà dei 420 km che separano le Senkaku da Naha, il capoluogo di Okinawa, coperti in 15-20 minuti in caso di decollo d’urgenza da parte dei caccia da combattimento. L’aeroporto, che ha una pista lunga 3.000 metri, avrebbe però bisogno di interventi specifici, anche di tipo normativo, per poter essere impiegato nella nuova veste. Il cinque gennaio il premier Shinzo Abe ha incaricato i funzionari di vertice del ministero della Difesa di mettere a punto misure per rafforzare la sicurezza “su tutto il territorio giapponese”. Nel 1971, un anno prima che Okinawa fosse restituita dagli Usa al Giappone, il governo nipponico e l’allora governo delle isole Ryukyu conclusero un memorandum d’intesa in base al quale l’aeroporto non sarebbe stato utilizzato per scopi diversi da quelli dell’aviazione civile.

fonte: ANSA

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Un po’ di notizie sulla disputa Cina-Giappone sulle isole Diaoyu/Senkaku

CINA-GIAPPONE: PER PECHINO DI ROUTINE I VOLI SU AREA CONTESA
I voli cinesi sul mar cinese orientale sono ”voli di routine”. Lo ha detto poco fa in conferenza stampa il portavoce del ministero degli esteri di Pechino Hong Lei. Ieri il governo giapponese aveva diffuso la notizia di quella che era stata definita una intrusione di caccia cinesi nell’area di identificazione difensiva, la zona cuscinetto fra i due paesi, nei pressi dello spazio aereo sulle isole Diaoyu/Senkaku, contese tra i due paesi. Nell’occasione, il Giappone ha inviato alcuni caccia. ”La Cina si oppone fermamente al modo con cui gratuitamente il Giappone vuole creare tensioni”. ha detto il portavoce.

CINA-GIAPPONE: ABE, SOVRANITA’ SENKAKU NON NEGOZIABILE
La sovranita’ sulle isole Senkaku, nel possesso del Giappone, e rivendicate dalla Cina con il nome di Diaoyu, ”non e’ negoziabile”. Lo ha assicurato il premier nipponico Shinzo Abe che, nella conferenza stampa seguita all’approvazione dell’extra budget da 20.200 miliardi di yen (circa 180 miliardi di euro) a favore del rilancio dell’economia, ha criticato Pechino per ”i danni a imprese e cittadini giapponesi” dopo le proteste sulle Senkaku verificatesi in Cina e spesso sfociate in devastazioni.

CINA-GIAPPONE: SENKAKU; ABE CONTRO PECHINO SU GESTIONE CRISI
Il premier nipponico Shinzo Abe critica la Cina sulla gestione della crisi per la sovranita’ delle isole Senkaku/Diaoyu. ”Non e’ corretto per un Paese con responsabilita’ di fronte alla comunita’ internazionale permettere danni contro attivita’ legate a imprese nipponiche o contro cittadini giapponesi per raggiungere fini politici”. Una condotta, ha aggiunto, che ”non solo incide sulle relazioni bilaterali, ma che ha un impatto molto negativo sull’economia cinese stessa”.


CINA-GIAPPONE: PECHINO SPERA IN SVILUPPO PACIFICO

La Cina spera che il Giappone possa seguire la strada di uno sviluppo pacifico. Lo ha detto il portavoce del Ministero degli esteri cinese, Hong Lei, ripreso dall’agenzia Nuova Cina, in risposta alla notizia secondo cui il Giappone ha intenzione di aumentare la spesa per la difesa. “Per ragioni storiche – ha detto Hong Lei – i movimenti del Giappone in materia militare e della sicurezza rappresentano sempre una grande preoccupazione per i paesi vicini in Asia”.

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Pechino si oppone a proteste giapponesi per presenza navi cinesi in acque contese

La Cina non accetta le proteste del Giappone sul pattugliamento delle navi cinesi nelle acque delle isole Diaoyu (Senkaku per i giapponesi). Lo ha detto in conferenza stampa Hong Lei, portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino. “Le isole Diaoyu e le loro isolette collegate sono da sempre territorio della Cina – ha dichiarato Hong Lei, portavoce del Ministero cinese – e la sorveglianza condotta dalle navi cinesi nelle acque al largo delle isole è un normale svolgimento del dovere di esercitare la giurisdizione”. Il Giappone martedì aveva convocato l’ambasciatore cinese a Tokyo per protestare contro la presenza di quattro pattugliatori cinesi nelle acque delle Diaoyu.

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