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La prossima finale Supercoppa di nuovo in Cina

La prossima finale di Supercoppa italiana si giocherà in Cina, a Pechino, il 23 agosto 2014, a meno che la squadra vincitrice della coppa Italia non sia impegnata nei preliminari di Champions League. In quel caso la finale si terrà a Roma il 24 agosto. Lo ha annunciato il presidente della Lega di serie A Maurizio Beretta al termine del Consiglio.

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I tifosi napoletani contro la partita in Cina del Napoli

Uno striscione contro la partita e la tournée del Napoli in Cina. Lo scrive Il Mattino. E’ apparso a Via Marina. La traduzione dovrebbe essere: “Il calcio rovina l’etica sociale”, ma aspetto conferme. Anche io devo dire osno un po’ critico, non so che porterà questa tournée se non si vuole investire. Lo vado dicendo da tempo per tutti: la Cina non è il bengodi degli investimenti. Per investire in questo paese ci vogliono tre cose: soldi, tempo e conoscenza. Senza, non è possibile fare nulla se non sprecare denaro, tempo e fare operazioni di facciata.
Ecco le foto dal sito de Il Mattino

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Si gioca, si gioca

La sfida per la Supercoppa italiana 2012 si giocherà nel Nido d’Uccello di Pechino l’11 agosto, con inizio alle 20 locali (le 14 in Italia). Lo hanno confermato oggi in una conferenza stampa gli organizzatori della partita tra Juventus e Napoli. Nessuna notizia ancora per i biglietti. Il Napoli potrebbe effettuare una tournée prima giocando contro Shanghai e Guangzhou (Canton), ma tutto è ancora in via di definizione. Aspettiamo, vediamo e Forza Napoli

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La Supercoppa l’11 agosto a Pechino. Forse. No, è vero

Dopo un tira e molla di alcuni giorni, pare ufficiale: si gioca l’11 a Pechino al Bird Nest. La data era stata individuata, ma poi pare che è dovuto spostare al 12 perchè c’erano problemi con lo stadio (occupato da un concerto) e le olimpiadi. Si è quindi spostato al 12 agosto, per tornare di nuovo all’11 agosto oggi. Lo ha anche detto il presidente De Laurentiis a Milano all’assemblea della Lega, mentre diceva ad un giornalista che l’avrebbe picchiato…
Domani, giovedì 5, la conferenza ufficiale di presentazione a Pechino.

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Annullata in Cina mostra di Ai Weiwei, ritenuta inpportuna

L’artista cinese Ai Weiwei ha annunciato oggi la cancellazione della mostra delle sue opere prevista per il mese prossimo a Pechino. L’ artista ha spiegato di aver rinunciato perché gli organizzatori hanno affermato di ritenerla “inopportuna” a causa delle sue prese di posizione fortemente critiche verso il governo cinese. La mostra era stata programmata dalla galleria Ucca, fondata dal collezionista d’arte belga Guy Ullens, una delle più prestigiose di Pechino che si trova nel primo “quartiere degli artisti”, l’ex-fabbrica chiamata “798”. “Politicamente il momento è delicato e hanno pensato che (la mostra) non era opportuna”, ha affermato lo stesso Ai Weiwei. La direttrice della galleria Vivienne Li ha confermato: “Guy (Ullens) è un grande fan di Ai Weiwei ma in questo momento non gli è sembrato il caso di andare ad un confronto (col governo)”. Ai Weiwei, uno degli artisti cinesi più conosciuti all’ estero, è entrato in rotta di collisione col governo nel 2008, quando ha denunciato il tentativo delle autorità di nascondere il numero degli scolari morti nel terremoto del Sichuan. Nel 2009 è stato picchiato da un gruppo di poliziotti per impedirgli di testimoniare al processo contro l’ attivista Tan Zuoren, anche lui impegnato ad aiutare le vittime del terremoto. In gennaio, lo studio di Ai Weiwei a Shanghai è stato demolito per ordine delle autorità locali.

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Liu Xia è uscita di casa, ma niente visite per suo marito

Le autorita’ cinesi hanno concesso a Liu Xia, moglie del premio Nobel per la pace Liu Xiaobo, ancora in carcere, di uscire di casa dove era costretta sin dall’assegnazione del premio alo marito a ottobre, per un pranzo con familiari. Lo riferiscono fonti dell’Information Center for Human Rights and Democracy di Hong Kong. Venerdi’ scorso e’ stata la prima volta da ottobre che Liu Xia ha potuto lasciare la sua casa, per pranzare insieme ai suoi vecchi genitori. Secondo l’Ong, la mossa sarebbe una risposta alle critiche americane per il trattamento riservato al Nobel per la Pace. Fino a venerdi’ scorso, Liu Xia non aveva mai potuto avere contatti con altri, nessuno poteva incontrarla e lei non poteva uscire. A casa sua il telefono e’ stato tagliato ed internet bloccata. Nessuno ha avuto anche il permesso fino ad ora di visitare in carcere Liu Xiaobo, nonostante la legge cinese preveda una visita di un familiare al mese. La Cina ha bloccato le visite in carcere al Nobel per la Pace subito dopo l’assegnazione del premio.

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Non autorizzate visite ai familiari di Liu Xiaobo

Le autorita’ cinesi continuano a esercitare uno stretto controllo sulla famiglia di Liu Xiaobo, il dissidente detenuto vincitore del Nobel per la Pace 2010. Secondo il Centro d’ informazione sui diritti umani e la democrazia, un gruppo di esuli cinesi a Hong Kong, l’ottantenne padre del dissidente, costretto in un letto d’ospedale da una malattia al fegato e ricoverato nella citta’ costiera di Dalian, e’ controllato a vista da due funzionari. Uno dei fratelli del Nobel ha chiesto l’autorizzazione a visitarlo in carcere, ma non ha ancora avuto risposta. L’uomo avrebbe chiesto il permesso di celebrare col fratello il compleanno del padre, che cade la prossima settimana. Liu Xia, la moglie del dissidente, e’ dall’inizio dello scorso ottobre agli arresti domiciliari nel suo appartamento di Pechino e non ha la possibilita’ di comunicare con l’esterno. Secondo il Centro, continuano a essere controllati e intimiditi dagli agenti alcuni dei firmatari di Carta08, il documento pro-democrazia scritto e promosso dallo stesso Liu Xiabo insieme ad altri intellettuali. Decine di dissidenti e amici della coppia sono stati presi in custodia dalla polizia subito prima dell’annuncio dell’assegnazione del premio, l’8 ottobre, e sono stati gradualmente rilasciati nei giorni scorsi. Alcuni di loro, come la fondatrice delle madri di piazza Tiananmen, Ding Zilin, e l’avvocato Teng Biao, hanno denunciato attraverso internet di essere stati minacciati e sottoposti a forti pressioni psicologiche nel corso della loro detenzione.

fonte: ANSA

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Demolito studio di Ai Weiwei, torturato altro dissidente

Alla fine la polizia ha vinto e lo studio di Shanghai di Ai Weiwei, l’artista-architetto-attivista dei diritti umani, e’ stato demolito. Nonostante su internet, attraverso Twitter si fossero mobilitati in molti, come quando a novembre lo stesso studio fu chiuso e si organizzo’ una cena per celebrare l’evento. Ma oggi non e’ stata una brutta giornata non solo per l’artista che ha collaborato a disegnare ‘il nido d’uccello’, lo stadio olimpico di Pechino: oggi si e’ saputo che Gao Zhisheng, avvocato dissidente di cui non si hanno notizie, e’ stato torturato durante la sua ingiusta detenzione. ”Non so perche’ l’hanno abbattuto – ha detto all’Ansa Ai Weiwei – quando me lo chiusero a novembre dissero che era abusivo e minacciarono la demolizione. Oggi, a distanza di due mesi, l’hanno fatto senza dirmi niente”. ”Si tratta di una evidente e diretta rappresaglia – ha continuato l’artista – nei miei confronti, per le mie convinzioni e il mio coinvolgimento politico. Sono profondamente amareggiato per quanto accaduto, ma non mi lascio scoraggiare e fermare dalla decisione delle autorita’ cinesi”. Ai Weiwei, e’ diventato famoso per le sue battaglie civili contro la disinformazione di regime. Tempo fa venne duramente picchiato dalla polizia del Sichuan per aver aver testimoniato a favore di un’attivista arrestato per aver indagato sul crollo di migliaia di scuole durante il terremoto di quella provincia nel maggio 2008, per il quale organizzo’ una commissione di volontari e scopri’ che le vittime, soprattutto i bambini e gli studenti, erano almeno il 30% in piu’ dei 5000 dichiarati dal governo. Piu’ recentemente Ai ha condotto un’indagine sull’incendio di un grattacielo a Shanghai che ha provocato la morte di 58 persone dimostrando che il numero reale di vittime e’ maggiore rispetto a quanto dato dalle autorita’. L’artista e’ stato anche fra coloro che voleva andare a Oslo per assistere alla consegna del Nobel per la Pace a Liu Xiaobo, ma e’ stato bloccato dalla polizia. E oggi e’ apparsa la denuncia di Gao Zhisheng, dissidente avvocato per i diritti civili, che in una intervista rilasciata tempo fa ha detto di essere stato ripetutamente torturato dalla polizia nel corso della sua detenzione definita ‘extra-giudiziaria’, che e’ durata per quasi un anno. Secondo l’intervista rilasciata ad aprile scorso ma resa nota solo oggi, Gao sarebbe stato piu’ volte denudato e picchiato oltre ad essere stato minacciato di morte dagli agenti. L’intervista non sarebbe stata diffusa prima per un accordo preso con Gao, che aveva chiesto di renderla pubblica solo se fosse stato sequestrato nuovamente. Gao, 45 anni, uno degli avvocati per i diritti umani piu’ in vista di Pechino, e’ stato arrestato nel 2006 e condannato a tre anni di prigione per ”incitamento alla sovversione del potere statale” con una sentenza sospesa. Dal 2007 e’ stato piu’ volte fermato e rilasciato fino al 2009, quando se ne sono perse le tracce per alcuni mesi. Nell’aprile del 2010 Gao Zhisheng e’ scomparso per la seconda volta e da allora non se ne hanno notizie, fino alla pubblicazione oggi dell’intervista-denuncia.

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Ai Weiwei scopre piu’ vittime nell’incendio di Shanghai

Ai Weiwei, l’artista cinese paladino dei diritti civili, continua nella sua battaglia per scoprire la verita’ dietro l’incendio che il 14 novembre ha distrutto un palazzo nel centro di Shanghai facendo 58 vittime ufficiali. Lo scrive il South China Morning Post. Secondo il quotidiano, l’architetto che ha contribuito alla realizzazione dello stadio olimpico di Pechino, ha gia’ scoperto altre due vittime non censite dalle autorita’. ”Ho chiesto – ha detto l’artista – ai responsabili della municipalita’ perche’ questi due morti non erano censiti, e mi hanno risposto che erano morti in ospedale quindi non rientravano nel conteggio finale. E che risposta e’? quanti come questi sono morti in ospedale? Voglio continuare e andare avanti”. Ma su richiesta del giornale, nessun responsabile della municipalita’ di Shanghai ha confermato le altre due vittime, smentendo che il numero totale dei morti dell’incendio fosse superiore ai 58 cosi’ come gia’ annunciato ufficialmente. Lo scorso 14 novembre un incendio, probabilmente scaturito dalle scintille fuoriuscite dagli attrezzi non in regola di lavoratori non autorizzati e alimentato dal vento e dalle coperture di nylon delle impalcature, ha avviluppato un palazzo di 28 piani che era interessato da lavori di ammodernamento. Per la tragedia, sono stati arrestati e ancora in galera, dodici persone, otto operai e quattro dirigenti della societa’ che gestiva i lavori. Secondo le denunce di molti familiari, la municipalita’ di Shanghai coprirebbe le vere responsabilita’ dal momento che i vertici della societa’ di costruzione sarebbero legati ai funzionari. Alcuni dei familiari delle vittime, hanno anche rifiutato il risarcimento offerto dalle autorita’ fino a quando non saranno accertate le responsabilita’ dell’incendio. Sei i ricercatori che stanno lavorando per Ai Weiwei, il quale nel 2008 rivelo’ un numero ben piu’ maggiore delle stime ufficiali riguardanti le vittime del terremoto del Sichuan. Dopo che la polizia gli ha demolito lo studio di Shanghai e lo ha tenuto agli arresti domiciliari, la settimana scorsa la polizia gli ha impedito di partire per recarsi a Oslo dove voleva partecipare alla consegna, il prossimo 10 dicembre, del Nobel della pace a Liu Xiaobo.

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Oltre 40 gli esuli cinesi che parteciperanno a cerimonia consegna Nobel

Più di 40 esuli cinesi parteciperanno alla cerimonia di consegna del premio Nobel per la pace al vincitore di quest’ anno, il dissidente detenuto Liu Xiaobo. Lo afferma oggi la stampa di Hong Kong. La cerimonia si svolgerà il 10 dicembre a Oslo, in Norvegia. Liu, che sta scontando una condanna a 11 anni di prigione, sua moglie Liu Xia, agli arresti domiciliari da quasi due mesi, e i suoi fratelli, che non potranno lasciare la Cina, non ci saranno. Tra gli altri, hanno annunciato che si recheranno a Oslo gli ex-leader delle proteste studentesche del 1989 Chai Ling e Feng Congde, che vivono negli Usa, e Wuer Kaixi, che risiede a Taiwan. Un altro attivista residente negli Usa Yang Jianli, ha affermato che, oltre alla cerimonia, si svolgeranno ad Oslo altre attività inclusa una manifestazione di protesta di fronte all’ Ambasciata cinese. Anche Fang Zheng, un ex-studente che ha perso entrambe le gambe nel massacro di piazza Tiananmen, e l’ astrofisico Fang Zhili prenderanno parte alla cerimonia. La dissidente uighura Rebiya Kadeer, il cristiano Bob Fu e l’ attivista Harry Wu hanno affermato che stanno “considerando” la possibilità di partecipare. Gli esponenti democratici di Hong Kong Emily Lau, Albert Ho e Leung Kwok-hung hanno confermato la loro presenza.

fonte: ANSA

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