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L’urbanizzazione mette a rischio i delfini bianchi

I delfini che vivono nelle acque della Cina potrebbero essere a rischio a causa della rapida espansione industriale delle città. E’ l’allarme lanciato dalla stampa cinese. Il delfino bianco, noto per la sua particolare colorazione grigio chiaro o bianca o addirittura in alcuni casi tendente al rosato, è una specie rara ed è inclusa nella lista delle specie marine protette. Finora le acque della baia di Sanniang, nella regione autonoma del Guangxi, nei pressi della città di Qinzhou, sono rimaste un santuario relativamente sicuro per questi animali. Ma di recente, Pan Weshi, un professore noto per le sue ricerche sui panda giganti e in genere sugli habitat naturale degli animali, ha lanciato un grido di allarme. “Tutta la zona – ha detto il professor Pan – si sta rapidamente industrializzando – Qinzhou potrebbe diventare una nuova Shenzen (la città a zona franca sede di molte aziende e industrie nel sud della Cina, ndr) in poco tempo”. Il piano dello sviluppo di Qinzhou per il 2010, adottato a marzo scorso, prevede una serie di priorità che includono la costruzione di una zona industriale, un nuovo porto, e un centro per lo sviluppo dei rapporti commerciali tra la Cina e i paesi vicini del sud est asiatico. Il piano, inoltre, mira anche a trasformare la zona in una delle nuove destinazioni turistiche più frequentate nel paese. “Lo sviluppo è una priorità non solo per la Cina ma in tutto il sud est asiatico – ha detto il professor Pan – ma ora io sto lavorando su come far si che i delfini bianchi restino al sicuro nel loro habitat naturale anche con l’industrializzazione”. In altre zone, come nel porto di Xianmen e lungo la costa sud occidentale di Taiwan, il numero degli esemplari di delfino bianco è già notevolmente diminuito negli ultimi venti anni, proprio a causa dell’industrializzazione. La Baia di Sanniang è stata scoperta come destinazione turistica solo abbastanza di recente, nel 2004. Paragonata con altri posti come ad esempio Sanya nella provincia di Hainan dove ci sono ormai centinaia di alberghi e strutture turistiche, la Baia di Sanniang conserva ancora buona parte della sua origine. Ci sono per ora solo un ostello e alcuni piccoli ristoranti vicino alla spiaggia. Ma anche qui le cose stanno lentamente cambiando: dal 2008 la zona attrae circa 1 milione di turisti all’anno e questo sta pian piano portando la commissione locale per il il turismo alla decisione di costruire almeno 1 hotel a cinque stelle. “Spero vivamente – ha concluso il Professor Pan – che quando i turisti verranno qui a visitare la baia nei prossimi anni potranno vedere che sono stati raggiunti contemporaneamente due obiettivi, cioé quello dello sviluppo ma anche quello della conservazione dei delfini”.

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Bose cinesi in calo, il peggiore da otto mesi

Le borse cinesi hanno chiuso per il secondo giorno consecutivo in ribasso, facendo registrare il risultato peggiore negli ultimi otto mesi. A tirare giu’ le borse cinesi, i timori provenienti dall’Europa e dagli Usa. L’indice Composite di Shanghai ha perso l’1,87%, chiudendo a 2688,38 punti, il piu’ basso dal 1 settembre scorso. L’indice Component della borsa di Shenzhen ha perso il 2,65%, chiudendo a 10146,42. L’indice Hang Seng di Hong Kong ha chiuso con una perdita dell’1,05%, dopo aver perso 2% all’apertura, chiudendo a 19922,02 punti. Ieri la borsa di Shanghai aveva chiuso perdendo il 4,11%, quella di Shenzen il 5,28% mentre Hong Kong aveva chiuso perdendo lo 0,96%.

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Google chiede chiusura di sua “sorella” cinese

I legali del motore di ricerca americano Google hanno chiesto la chiusura di un motore di ricerca che opera con il logo della compagnia americana. Lo riporta il quotidiano Shenzen Economic Daily. Gli avvocati di Google, hanno inviato una lettera ai gestori del sito Goojje, realizzato poco piu’ di un mese fa da un gruppo di studenti universitari cinesi, dopo l’annuncio che Google poteva lasciare la Cina perche’ non vuole piu’ sottomettersi alla censura del governo di Pechino. Il portale era nato con l’intento di convincere Google a rimanere e si presenta come una ”piattaforma di liberta”’ , come e’ scritto nella presentazione del portale. Il sito cinese, che si sta sempre piu’ ingrandendo, gioca con il nome del motore di ricerca americano usando stesso stile e stessi colori. Il cinese la pronuncia del suffisso ‘gle’ (歌)di Google (谷歌), ricorda il termine ”fratello”, mentre in Goojje (谷姐) il suffisso ”jje” pronunciato ‘jie’ (姐), significa sorella in cinese. E quelli di Goojje non la mandano a dire ai ”fratelli maggiori” americani. Oggi sul sito cinese e’ apparsa la scritta ”il fratello e’ ancora ossessionato dalla sorella” (哥依然迷恋着姐). Uno dei fondatori del portale, identificatosi al quotidiano cinese come Xiao Xuan, ha smentito che il suo portale violi il copyright di Google, spiegando che il loro e’ un logo autentico. Goojje, nelle intenzioni dei suoi sviluppatori, non vuole fermarsi, anzi, ha cominciato una campagna di assunzioni tramite il portale. Per ora, l’unica cosa che hanno fatto i cinesi e’ rendere invisibile l’indirizzo http://www.goojje.com, ma il portale e’ comunque raggiungibile per re indirizzamento da un altro sito quando si digita il vecchio indirizzo sui browser.

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