Archivi tag: relazioni sino-europee

La “prima” di Xi Jinping in Europa, tra silenzi e proteste

Affari, silenzi e proteste nella visita di Xi Jinping a Bruxelles, la prima di un presidente cinese nella storia delle istituzioni europee. “Una pietra miliare storica” la definiscono Ue e Cina. Ma se anche gli incontri con Herman Van Rompuy, Josè Manuel Barroso e Martin Schulz rafforzeranno il partenariato strategico Cina-Ue, che sul piano commerciale vale già 1,3 miliardi di euro al giorno, non sono stati certo una svolta per la tutela dei diritti umani. A questi vengono dedicate appena quattro righe della dichiarazione comune che sostituisce le conferenze stampa, “vietate” dalla delegazione di Pechino nonostante le proteste dei media internazionali. Unico intervento pubblico di Xi Jinping sarà il discorso che terrà domani al Collegio d’Europa a Bruges, previsto dopo la visita a Gand alla fabbrica della Volvo rilevata dal costruttore cinese Geely. Mentre Amnesty International (Ai) ha sparpagliato nelle strade di Bruxelles suoi militanti per mostrare cartelloni di ironico “benvenuto” a Xi Jinping, a chiedere che l’Europa a 12 stelle pretenda dalla Cina l’apertura del dialogo con il Dalai Lama è stata la manifestazione organizzata dalla comunità tibetana e uigura, con il sostegno di alcune Ong internazionali. In tutto 200 persone, tenute sotto controllo anche da pompieri attrezzati con estintori e coperte termiche, si sono radunate nella piazza davanti al Parlamento europeo: una cinquantina tra uomini e donne si sono rasati a zero in segno di solidarietà con le 133 persone che si sono immolate in Tibet dal 2009. Punto centrale negli incontri del presidente cinese con Van Rompuy e Barroso, i rapporti economici e commerciali. Con la Ue che ha deciso di sostenere la partecipazione al negoziato per la liberalizzazione del commercio dei servizi, attualmente in corso con la partecipazione di 23 paesi del Wto. Ue e Cina hanno poi espresso soddisfazione per la normalizzazione delle controversie commerciali nate dopo il caso dei pannelli solari e per i primi due round negoziali dell’accordo per gli investimenti, che prevede regole di reciproco accesso ai due mercati ed un meccanismo per la protezione degli investimenti. Pechino punta anche a far partire presto il negoziato per un’area di libero commercio, che Bruxelles invece vede come “obiettivo di medio termine”, da focalizzare solo dopo che sarà stato concluso l’accordo sugli investimenti. Tra Bruxelles e Pechino è stato poi concordato di aumentare la cooperazione nelle operazioni anti-pirateria nell’Oceano Indiano. E nell’agenda dei colloqui non sono mancati i riferimenti ai temi di politica internazionale, dalla Siria all’Iran, dal Medio Oriente all’Ucraina. Con Xi che ha ribadito la storica, pragmatica, linea di “non ingerenza”, il sostegno alla “integrità territoriale” ricordando però i legami storici della Crimea con la Russia.

fonte: ANSA

Lascia un commento

Archiviato in Accà e allà (notizie dall'area)

Cina chiude inchiesta anti dumping su produttori di vino europei

Svanisce la minaccia dei dazi cinesi sull’import di vino europeo grazie all’accordo raggiunto oggi tra la Ceev (Comité européen des entreprises vins) e la Cada (Chinese alcohol drinks association), in rappresentanza, rispettivamente, delle imprese vitivinicole europee e cinesi. Quella che si sta prospettando come una delle frontiere commercialmente più interessanti per il nettare di Bacco continuerà dunque ad attrarre l’export europeo. “Siamo terzi in Europa per esportazioni di vino nel mercato cinese, con una quota di circa il 10% e questo dato può sensibilmente crescere nei prossimi anni se sapremo lavorare come squadra sul fronte asiatico” – commenta il ministro delle politiche Maurizio Martina “accogliendo con grande soddisfazione la firma sul memorandum tra i produttori di vino europei e cinesi”. Per Martina, “questo accordo va nella direzione auspicata di chiudere amichevolmente l’indagine anti-dumping sul vino europeo delle autorità cinesi e rappresenta un nuovo punto di partenza nelle relazioni commerciali con il Paese asiatico”. Il mercato cinese sta diventando molto importante: per il vino rosso, ad esempio, sono stati superati – complice anche la crisi europea – i consumi di Francia e Italia. Ma, nonostante questo, rimane un mercato difficile visto che – segnala la Coldiretti – per la prima volta nel 2013 si è invertita la tendenza e sono crollate le esportazioni di vino italiano hanno segnato un calo del 33% in quantità. L’arrivo di dazi avrebbe assestato un colpo da ko per i produttori italiani. Lo spettro dei possibili dazi, a seguito della denuncia da parte dei produttori cinesi di possibili pratiche commerciali scorrette degli esportatori europei in Cina, era seguita alle imposte aggiuntive decretate dall’ Europa per i pannelli fotovoltaici di fabbricazione cinese. Alle imprese europee esportatrici era stato chiesta di registrarsi in un elenco che fornisse dettagliate informazioni sulle singole aziende. La vicenda, spiega il Ministero dello Sviluppo economico in una nota, “ha ottenuto il massimo interesse del governo italiano e l’impegno diretto del vice ministro Calenda, grazie al quale il ministero dello Sviluppo economico ha assicurato fin dai primi giorni un servizio di assistenza ad oltre 900 imprese vinicole italiane che hanno potuto così registrarsi presso le autorità commerciali cinesi, partecipando attivamente ai procedimenti”. Anche grazie a questa straordinaria mobilitazione delle aziende italiane ed europee – aggiunge il Mise – il governo cinese ha manifestato la volontà di collaborare per trovare una soluzione a questo caso, raccogliendo l’invito del governo italiano, francese e spagnolo, e della stessa Commissione Europea a giungere ad una conclusione moderata, senza penalizzare le imprese europee.
fonte: ANSA

Lascia un commento

Archiviato in 'E renare (i soldi, l'economia)

Prosegue l’indagine antidampig della Cina sui vini europei

La Cina prosegue la sua indagine anti-dumping e anti-sussidi – avviata lo scorso luglio – sulle importazioni di vini europei. Il 28 novembre scorso – rende noto la Commissione Ue – Pechino ha richiesto un questionario supplementare alla Commissione europea e agli Stati interessati con un termine per la risposta di appena sette giorni. L’obiettivo: completare e chiarire l’informazione già trasmessa nel corso dell’inchiesta, la cui chiusura é prevista per il primo luglio 2014. La Commissione europea tiene a sottolineare che sulla questione “sta lavorando in stretto contatto con gli Stati membri interessati per cooperare al meglio con le autorità cinesi”. L’indagine antidumping e anti-sussidi nei confronti delle importazioni di vino europeo e’ stata aperta ufficialmente dalla Cina lo scorso primo luglio, all’indomani della decisione Ue di applicare dei dazi sui pannelli solari cinesi.

Lascia un commento

Archiviato in 'E renare (i soldi, l'economia)

Ok definitivo Ue a misure antidumping pannelli solari cinesi

Via libera definitiva del Consiglio Ue alle misure antidumping e antisussidi nei confronti dei pannelli solari cinesi. I ministri dei 28 hanno dato il loro ok all’accordo amichevole che la Commissione Ue aveva trovato con la Cina a fine luglio, che prevede dazi solo per gli esportatori cinesi che non partecipano all’intesa e quote di esportazione per gli altri. Le misure entreranno in vigore il 6 dicembre e si applicheranno per due anni. Le imprese cinesi che hanno deciso di non partecipare all’accordo con Bruxelles, e contano per circa il 30% delle esportazioni verso l’Europa, da venerdì dovranno pagare dazi del 47,6%. Gli esportatori che invece hanno accettato l’intesa potranno continuare ad esportare ad un prezzo concordato e senza dazi panelli solari sino a un volume massimo concordato di gigawatt, che comunque il mercato europeo da solo non sarebbe in grado di coprire. Bruxelles aveva aperto un’inchiesta antidumping nel settembre 2012 e una anti-sussidi nel novembre successivo. A giugno la Commissione aveva deciso quindi di imporre dazi dell’11,8% che sarebbero saliti al 47,6% ad agosto. La tensione era subito montata con la Cina, che aveva aperto un’indagine antidumping sul vino europeo. Dopo una serie di negoziati Bruxelles ha accettato un’intesa amichevole con Pechino il 2 agosto, che è stata confermata ed estesa oggi anche per i sussidi, insieme all’ok da parte del Consiglio Ue alle misure antidumping e antisussidi per gli esportatori che non vi partecipano.

fonte: ANSA

Lascia un commento

Archiviato in 'E renare (i soldi, l'economia)

Accordo strategico della Cina con l’Ue. E Corte Suprema Pechino chiede stop tortura nel paese

Unione Europea e Cina hanno lanciato oggi un programma di cooperazione decennale centrato sull’economia verde. La decisione, scaturita dal 16/o vertice tra Ue e Cina, che si e’ svolto a Pechino, ha coinciso con un insolito pronunciamento della Corte Suprema, il massimo organo giudiziario cinese, che con un comunicato sul suo sito web ha affermato che la tortura per estorcere confessioni – una pratica molto comune per la polizia cinese, secondo gli attivisti per i diritti umani – ”deve essere eliminata”. L’annuncio segna un nuovo passo in avanti della Cina verso le riforme sociali e nei diritti umani, temi sempre sollecitati dagli interlocutori europei nei vertici bilaterali. La Corte suprema ha indicato tra le pratiche che devono essere abbandonate ”gli interrogatori basati sulla tortura per ottenere confessioni, l’uso del freddo, della fame, delle bruciature, dell’affaticamento e di altri mezzi illegali per estrarre confessioni agli accusati”. Come ha detto il presidente della commissione europea Manuel Barroso nella conferenza stampa conclusiva, il 16/mo summit si e’ svolto ”in un momento nel quale sia l’Europa che la Cina sono ad un punto di svolta, perche’ entrambe stanno mettendo in pratica il loro impegno per le riforme. “In Europa stiamo modificando il nostro mercato del lavoro per adattarlo meglio ad un mondo che cambia. E la Cina e’ fortemente impegnata sulle riforme”, ha detto Barroso. “Il Terzo Plenum (del comitato centrale comunista,ndr) si e’ riunito recentemente per discutere delle sfide del prossimo decennio. Le sue conclusioni, pensiamo, sono state importanti, in particolare per quanto riguarda le riforme economiche”, ha aggiunto Barroso. A sua volta, il presidente del consiglio europeo Herman Van Rompuy ha ricordato che, nell’ultimo trimestre dell’anno scorso ”il volume del commercio tra Ue e Cina ha superato quello del commercio tra Ue e Stati Uniti”. ”Questo e’ il tipo di positiva rivalita’ che vorremmo incoraggiare tra le nostre tre realta”’, ha esclamato. Il presidente del consiglio ha sottolineato che le imprese europee si aspettano ”una competizione corretta, la trasparenza e la fiducia” che sono ”essenziali per lo sviluppo degli affari”. Per quanto riguarda i diritti umani, Van Rompuy ha sostenuto che ”portando milioni di persone fuori dalla poverta’, la Cina ha dato un grande contributo” su questo terreno, ma ha aggiunto che ”preoccupazioni” rimangono in Europa ”sui problemi della liberta’ di espressione e della protezione delle minoranze”.

fonte: Beniamino Natale per Ansa

Lascia un commento

Archiviato in 'E renare (i soldi, l'economia), Accà e allà (notizie dall'area), Diritti incivili

Ue-Cina: ok a mandato Commissione per accordo investimenti

I 28 stati membri dell’Ue hanno dato mandato all’unanimità alla Commissione europea per negoziare un accordo per gli investimenti con la Cina. L’obiettivo è di concludere le discussioni nell’arco di due anni e mezzo. La decisione presa dai ministri Ue a Lussemburgo, che era attesa, mira a proteggere gli investimenti ma soprattutto ad aprire l’accesso al mercato nelle due direzioni. ”Siamo stati tutti favorevoli perché l’accordo va totalmente a vantaggio dell’Europa, perché la Cina è ancora un mercato chiuso”, ha affermato il viceministro allo sviluppo economico Carlo Calenda, sottolineando l’aspetto non solo di tutela degli investimenti ma soprattutto di accesso al mercato. I settori su cui Bruxelles vuole intervenire per aprire l’accesso al mercato alle aziende Ue sono principalmente i servizi, inclusi quelli finanziari, ma anche il settore manifatturiero e in particolare il problema delle joint-venture a cui Pechino obbliga le società europee quando vogliono operare in Cina. Il Parlamento europeo ha già avvertito che, se sarà raggiunta un’intesa con Pechino, non darà il suo ‘ok’ se non assicurerà la dovuta protezione alle imprese europee.

fonte: ANSA

Lascia un commento

Archiviato in 'E renare (i soldi, l'economia)

Ue-Cina: Calenda, vino sia a centro prossimo summit bilaterale

L’Italia ha chiesto, facendo fronte comune con Francia e Spagna, che la questione dei dazi antidumping contro il vino europeo esportato in Cina sia un argomento fondamentale del summit bilaterale tra l’Ue e Pechino che si terrà a novembre. Lo ha reso noto il viceministro allo sviluppo economico Carlo Calenda, al termine del Consiglio Ue commercio a Lussemburgo. La decisione cinese di aprire un’indagine antidumping sul vino europeo, ha sottolineato il viceministro, non è una ”normale controversia commerciale” ma una ”rappresaglia” contro quegli stati membri che ”hanno supportato la Commissione Ue” sulla questione dei dazi ai pannelli solari ‘made in China’. Per questo ”l’Italia è fortemente contraria” a un eventuale avvio di lavori preparatori per valutare la possibilità di un accordo commerciale, in quanto ”in questo momento non ci sono i presupposti ed è sconsigliato che si mettano sul tavolo altre questioni di natura commerciale finché non è risolta la questione vino”.

fonte: ANSA

Lascia un commento

Archiviato in 'E renare (i soldi, l'economia)

Forse venerdì atteso ok dell’Ue al mandato investimenti Cina

Dovrebbe arrivare venerdì dai ministri del 28 riuniti per il Consiglio Ue commercio il via libera al mandato alla Commissione europea per negoziare con la Cina un accordo per ‘aprire’ gli investimenti tra i due blocchi. E’ quanto si apprende da fonti Ue, secondo cui gli stati membri sono favorevoli a procedere e non dovrebbero esserci particolari ostacoli all’adozione del mandato negoziale. Si tratta della ‘prima’ assoluta di questo tipo di accordo, resa possibile dal Trattato di Lisbona – che ha stabilito gli investimenti esteri diretti essere di competenza esclusiva dell’Ue – ma finora mai utilizzata. La decisione di lanciare i negoziati era stata presa dal vertice bilaterale Ue-Cina tenutosi a Pechino a febbraio 2012, e la Commissione ha adottato il mandato negoziale a fine maggio, che pero’ per diventare effettivo deve ricevere l’ok del Consiglio. Il Parlamento europeo in questa fase ha solo un ruolo consultivo, ma ha già avvertito che, se sarà raggiunta un’intesa con Pechino, non darà il suo ‘ok’ se il dossier non sarà stato trattato con trasparenza e se non assicurerà la dovuta protezione alle imprese europee. I settori su cui Bruxelles vuole intervenire per aprire l’accesso al mercato alle aziende Ue sono principalmente i servizi, inclusi quelli finanziari, ma anche il settore manifatturiero e in particolare il problema delle joint-venture a cui Pechino obbliga le società europee quando vogliono operare in Cina. L’obiettivo di Bruxelles e’ infatti aumentare la protezione degli investimenti europei in Cina e viceversa, fornendo un quadro legale ed amministrativo coerente che dovrebbe accrescere l’accesso al mercato cinese dei flussi di investimenti europei, che nel 2011 sono stati appena 17,5 miliardi, pari a meno del 3% dei flussi totali di investimenti esteri diretti.

fonte: ANSA

Lascia un commento

Archiviato in 'E renare (i soldi, l'economia)

Da Pechino no a relazioni Bruxelles con Taiwan

La Cina risponde piccata alla risoluzione del Parlamento europeo che auspica un miglioramento delle relazioni Ue-Taiwan per innalzarle al livello di quelle tra l’Europa e la Cina. E’ quanto è emerso dal consueto briefing della portavoce del ministero degli esteri di Pechino Hua Chunying, secondo la quale: “L’Unione europea dovrebbe gestire in modo proprio le questioni relative a Taiwan e non avere nessun contatto ufficiali o accordo con l’isola”. La portavoce ha sottolineato come la questione taiwanese sia una faccenda interna alla Cina e che Pechino si oppone a qualsiasi interferenza straniera. “Non abbiamo obiezioni – ha detto la portavoce – che l’Unione europea e Taiwan abbiano scambi economici non governativi, ma ci opponiamo allo sviluppo di relazioni ufficiali”. Per Pechino, l’Ue dovrebbe gestire in maniera prudente la questione taiwanese ed aderire alla politica cinese di “un solo paese”.

Lascia un commento

Archiviato in Accà e allà (notizie dall'area)

Vinitaly in campo in Cina contro indagine dumping

Vinitaly ha organizzato in Cina una task force con operatori locali, opinion makers e media, per analizzare e approfondire la questione della volontà del governo cinese di applicare dazi antidumping sul vino europeo, unendosi alla richiesta ai governi italiano ed europeo di scongiurare questa possibilità. “Stiamo studiando – spiega Stevie Kim, managing director di Vinitaly International – insieme ai nostri interlocutori cinesi per capire che cosa accadrà da qui a breve. I produttori italiani sono molto preoccupati per l’avvio di un’indagine nei confronti dei vini provenienti dall’Europa. A fine giugno incontreremo a Pechino i vertici della Caws (China Association for Importers & Exporters of Wine and Spirits), l’associazione dedicata al vino, facente capo all’influente Camera di Commercio della capitale (Mofcom), uno dei principali ospiti alla kermesse veronese dello scorso aprile”. Le esportazioni Ue di vino in Cina nel 2012 sono state di 763 milioni di euro, l’8.6% del valore complessivo, di cui 77 per l’Italia, 89 per la Spagna e 546 per la Francia. Cifre significative ma ben diverse dai 21 miliardi di euro di esportazioni dei pannelli solari cinesi in Europa. Ed è ben diverso l’ammontare dei sussidi Ue al settore vitivinicolo: 1.1 miliardi di euro l’anno, secondo una nota diffusa da Vinitaly in Cina, di cui la metà per migliorarne la qualità (ma a scapito dei volumi), 40% per le aziende e solo 100 milioni di promozione, in linea con quanto consentito dal Wto, nei Paesi terzi. Dal 2008 a oggi su dati Istat, le esportazioni nazionali in valore in Cina sono passate da 19 milioni di euro a 77 milioni, e anche i primi due mesi dell’anno hanno confermato il trend, con un aumento record del 42%. I primi Paesi per l’export in Cina sono Francia, Australia, Cile, Spagna e Italia, tre dei cinque sono europei. Le importazioni mondiali di vino – stando alle cifre del Mofcom – sono pari a 3.87 trilioni di euro. Attualmente, ai dazi doganali (14%), si deve aggiungere l’Iva (17%) e la tassa di consumo che ammonta al 10%. Paesi come Nuova Zelanda e Cile hanno siglato accordi bilaterali con Cina e hanno vantaggi per quanto riguarda solo i dazi doganali, non l’Iva né la tassa sul consumo.

Lascia un commento

Archiviato in 'E renare (i soldi, l'economia)