La Cina elaborera’ una mappa delle isole Senkaku/Diaoyu, che rivendica, ma che sono controllate dal Giappone. La situazione nei pressi delle piccole isole disabitate, nel Mar della Cina Orientale, e’ estremamente tesa dopo che alle periodiche ”ispezioni” delle motovedette dei due Paesi, si sono aggiunti i sorvoli degli aerei militari. L’agenzia Nuova Cina, dando notizia della prossima mappatura delle isole, ha precisato che essa fa parte della seconda fase di un’iniziativa lanciata nel 2009 dall’Ufficio Nazionale per la mappatura della Cina. L’Ufficio ha intenzione di indicare sulle nuove mappe del Paese tutte le isole ”possedute” o rivendicate dalla Cina. La tensione intorno alle Senkaku/Diaoyu e’ cresciuta dallo scorso autunno, quando il governo di Tokyo le ha ”comprate” da un cittadino giapponese che affermava di esserne il proprietario. La ”nazionalizzazione” delle isole ha provocato in Cina una serie di dimostrazioni antigiapponesi, sostenute dal governo, che in alcuni casi sono sfociate in violenze. Un aereo Harbin Y-12 dell’Amministrazione oceanica cinese è stato avvistato oggi intorno alle Senkaku/Diaoyu, le isole contese nel possesso del Giappone e rivendicate dalla Cina, per la terza volta da inizio anno. Il velivolo, ha riferito il ministero della Difesa di Tokyo, si è allontanato senza violazioni ma fermandosi alla zona di identificazione aerea giapponese e non oltre i 100 km di distanza, costringendo comunque l’aeronautica militare nipponica a far decollare i caccia F-15. A tal proposito, secondo la stampa locale, il ministero della Difesa sta valutando di dislocare gli F-15 da combattimento in un aeroporto dell’isola di Shimojijima, nella prefettura di Okinawa, allo scopo di poter essere in grado di gestire più rapidamente eventuali e ulteriori incursioni di aerei cinesi. Shimojijima dista 190 km dal piccolo arcipelago disabitato, pari a meno della metà dei 420 km che separano le Senkaku da Naha, il capoluogo di Okinawa, coperti in 15-20 minuti in caso di decollo d’urgenza da parte dei caccia da combattimento. L’aeroporto, che ha una pista lunga 3.000 metri, avrebbe però bisogno di interventi specifici, anche di tipo normativo, per poter essere impiegato nella nuova veste. Il cinque gennaio il premier Shinzo Abe ha incaricato i funzionari di vertice del ministero della Difesa di mettere a punto misure per rafforzare la sicurezza “su tutto il territorio giapponese”. Nel 1971, un anno prima che Okinawa fosse restituita dagli Usa al Giappone, il governo nipponico e l’allora governo delle isole Ryukyu conclusero un memorandum d’intesa in base al quale l’aeroporto non sarebbe stato utilizzato per scopi diversi da quelli dell’aviazione civile.
fonte: ANSA