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Un po’ di notizie su vertice Xi-Obama negli Usa

Di seguito, un po’ di notizie relative all’incontro in California tra il presidente americano Xi Jinping e il suo omologo americano Barack Obama. Sono tutte dell’ANSA dagli USA

MICHELLE SCRIVE A MOGLIE XI, CI VEDIAMO IN CINA
La ‘diplomazia delle First Lady’ dovra’ aspettare, ma Michelle Obama forse ha capito di aver tirato troppo la corda. Cosi’, per rimediare alla sua assenza in California, prospetta la sua presenza al prossimo appuntamento asiatico, al quale Xi Jinping ha inviato il presidente Usa. La first lady americana ha infatti lasciato solo il marito e la defezione ha deluso le aspettative di chi sperava che il G2 ‘rosa’ tra lei e la signora Peng Liyuan fosse una chiave di svolta per superare l’impasse tra Pechino e Washington. La motivazione ufficiale diffusa dalla Casa Bianca era che – da brava mamma – Michelle non voleva lasciare sole le figlie Malia e Sasha nell’ultima settimana di scuola, ma per molti disertare l’incontro tra Obama e Xi e’ stata una mossa falsa da parte della First Lady. Per questo – secondo diversi osservatori – a cose fatte ha tentato il recupero scrivendo a Peng Liyuan per scusarsi di essere rimasta a Washington. ”Le do il benvenuto negli Stati Uniti. Mi dispiace di non averla incontrata questo week end, ma spero di avere la possibilita’ di visitare presto la Cina e venirla a trovare”, afferma nella missiva recapitata a Peng. Il messaggio, reso noto dalla Casa Bianca, cerca in qualche modo di smorzare le polemiche. L’assenza ha causato piu’ di un malumore tra la delegazione cinese poiche’ considerata una violazione del protocollo, tanto che alla fine e’ stato lo stesso Obama che, al termine dei colloqui con Xi, ha intrattenuto la coppia prendendo insieme un te. Anche se la Casa Bianca sostiene che la mancata partecipazione della First Lady era annunciata da tempo e non e’ stata una decisione dell’ultimo momento, molti la continuano a vedere come un atteggiamento snob da parte di Michelle che, come sottolinea il New York Times, ”certamente e’ stato notato dai cinesi, desiderosi di vedere la vera prima First Lady di Pechino al centro della scena mondiale”. Peng infatti non e’ una figura che rimane in ombra al fianco del potente Xi, come e’ accaduto a chi l’ha preceduta: oltre ad essere una popolarissima cantante, e’ molto amata dal suo popolo, e prima che il marito diventasse presidente, era ben piu’ famosa di lui. Insomma, per molti si trattava di un’occasione perfetta perche’ le due donne contribuissero a preparare una nuova fase nelle relazioni tra i due Paesi, ma il rifiuto di Michelle Obama difficilmente andra’ giu’ a Pechino.

ULTIMATUM OBAMA A XI, BASTA CON CYBER-ATTACCHI DA CINA
Se Pechino non affrontera’ seriamente il nodo della cyber sicurezza, allora ci saranno ancora problemi nelle relazioni tra gli Usa e la Cina. E’ il duro monito che Barack Obama ha rivolto al presidente cinese Xi Jinping durante il summit informale in un resort californiano venerdi’ e sabato. A riferirlo e’ stato il responsabile della Sicurezza Nazionale Tom Donilon. Che vi siano state scintille su questo punto, lo testimonia il fatto che l’incontro, seppure non ufficiale, s’e’ comunque concluso senza dichiarazioni congiunte, tranne sul punto della lotta al cambio climatico. Cosi’ per capire com’e’ andata la Casa Bianca ha fatto parlare Donilon, mentre Xi Jinping si e’ affidato ad un suo consigliere in una sorta di sfida tra due conferenze stampa parallele. Piena sintonia, invece, sullo stop ai programmi atomici di Pyongyang. Stati Uniti e Cina concordano infatti che la Corea del Nord debba abbandonare le sue velleita’ di diventare una potenza nucleare. E su un piano d’intervento comune contro il cambio climatico, ”il primo storico passo – enfatizza la Casa Bianca – per ridurre le emissioni che provocano l’effetto serra”. Tensione invece, com’era ampiamente prevedibile, sul fronte caldo dello spionaggio on-line. ”Obama – ha insistito Donilon – ha espresso la preoccupazione degli americani di fronte a casi specifici di hackeraggio. Ora – ha affondato il consigliere che sara’ presto sostituito da Susan Rice – la Cina ha capito, ha preso atto della serieta’ con cui gli Usa affrontano questo problema, un tema su cui bisogna ancora indagare”. Molto piu’ sfumata la posizione dei cinesi, che comunque hanno fatto sapere di essere disponibili al confronto. ”La Cina – ha spiegato il consigliere di Stato, Yang Jiechi – intende concentrarsi sulla cooperazione con gli Usa riguardo al problema della cyber sicurezza, che non deve essere fonte di scontro. Siamo disponibili ad affrontare seriamente questo tema”. Ultima puntura di spillo, dai cinesi, circa una delle grandi preoccupazioni degli Usa, quella che riguarda la guerra dei cambi: ”L’attuale valore della nostra moneta – ha concluso sempre Jiechi – e’ molto vicino alla condizione di equilibrio. E comunque non e’ causa principale degli squilibri commerciali esistenti tra gli Stati Uniti e la Cina”. Cosi’ all’indomani di questa due giorni oscurata degli scoop sul controllo obamiano della rete per arginare il terrorismo, i media parlano di un vertice con luci e ombre. ”Usa e Cina piu’ vicini sulla Corea del Nord, non sul cyber spionaggio”, titola il New York Times. Del summit non parla quasi il Washington Post, impegnato a fare marcia indietro sul programma Prism, quello del Datagate. Addirittura trionfalistico, invece, l’Huffington Post che apre il suo sito con un enfatico: ”New World”, nuovo mondo, mettendo l’accento sull’accordo riguardo il clima. E sotto, c’e’ la foto della stretta di mano tra Obama e Xi Jinping.

USA-CINA: AL VIA SUMMIT OBAMA-XI, ORA NUOVA COOPERAZIONE
Porre le basi per un ”nuovo modello di cooperazione” tra due ”grandi Paesi”. Usano le stesse parole i due grandi del mondo, Barack Obama e Xi Jinping aprendo il summit informale di due giorni in un resort californiano, il lussuoso Sunnylands di Palm Springs. Un incontro storico, visto che e’ il primo tra i due dopo la nomina di Xi lo scorso marzo. Che pero’ nasce sotto una cattiva stella. Non bastasse lo scandalo sul controllo dei dati e la bufera su Obama. A oscurare l’inizio di questa due giorni, in queste ore, c’e’ anche la sparatoria a Santa Monica ad attrarre l’attenzione dei media. Tanto che nessun canale tv ha trasmesso la stretta di mano tra i due leader e le loro prime dichiarazioni. Ad ogni modo, Obama ha rotto il ghiaccio affrontando subito la spinosa questione degli atti di pirateria informatica: ”Con la Cina intendiamo lavorare assieme sui problemi legati alla cyber sicurezza”, ha detto in modo chiaro. Quindi, dopo aver lodato ”l’ascesa pacifica della Cina a potenza mondiale”, Obama ha comunque assicurato che durante l’incontro continuera’ a sottolineare ”l’importanza della tutela dei diritti umani”, osservando che spesso ”sono la chiave per la prosperita”’. Quindi ha ammesso che tra i due Paesi c’e’ ”una sana competizione economia” e ”inevitabili aree di tensione”. Tuttavia, i nostri Paesi, ha proseguito il presidente Usa, ”vogliono avere nuove relazione di cooperazione per il bene di tutta l’area del Pacifico”. Dal canto suo, Xi ha replicato che proprio la regione pacifica ”ha abbastanza spazio per ambedue le grandi potenze”. Quindi anche lui ha auspicato che tra la Cina e gli States si creino le condizioni per un ”nuovo modello” di cooperazione partendo dalla consapevolezza che ambedue le potenze sono ”grandi Paesi”. E a sottolineare l’importanza dell’avvenimento, Xi ha concluso che questo summit ”sara’ cruciale per il futuro delle relazioni sino-americane”. Stasera prima sessione di colloqui bilaterali. Poi cena. Quindi si riparte domani con l’ennesimo faccia a faccia anche questo di diverse ore. Infine il punto conclusivo, con un breve incontro con la stampa per fare il bilancio della due giorni.

USA-CINA: OBAMA-XI UNITI DA INFANZIA SENZA PADRE
Barack Obama e Xi Jinping non sono abbastanza vicini per eta’, il primo 51, l’altro 59, ma anche da una infanzia vissuta senza la presenza paterna. I genitori del presidente americano, com’e’ noto, si sono separati praticamente subito dopo la sua nascita. E il piccolo Berry ha visto il padre solo una volta, all’eta’ di 10 anni. Storia molto simile per il leader cinese, che nel 1963, aveva sempre 10 anni quando il padre, all’epoca una figura dell’opposizione, venne ‘purgato’ e mandato a vivere in una fattoria lontano da casa sua a Pechino. Inoltre, ambedue i loro papa’ erano molto impegnati politicamente: Obama Sr lotto’ contro il colonialismo inglese in Kenya e poi divenne una figura di spicco con il nuovo governo. Quanto al signor Xi Zhongxun, prima della deportazione, era un dirigente del partito comunista, molto impegnato sul fronte delle riforme economiche.

USA-CINA: XI NON E’OSPITE RESORT OBAMA, MA IN HOTEL VICINO
Il presidente cinese Xi Jinping assieme alla moglie non sarà ospite dello stesso resort sede del summit informale con Barack Obama ma in un hotel in zona, esattamente nel Hyatt Regency Indian Wells Resort & Spa. All’arrivo in albergo, ad aspettarlo c’erano circa 50 contestatori vestiti in giallo e 30 supporter in rosso. Barack Obama è appena giunto al resort californiano Sunnylands, presso Palm Spring, dove oggi e domani si terrà l’attesissimo vertice informale con il presidente cinese Xi Jinping. Costruito negli anni ’60, questa villa di lusso e’ stata per molti anni la residenza invernale del miliardario Walter Annenberg e della moglie Lenore. Inoltre ha ospitato nel corso degli anni ben 7 presidenti. Ronald Reagan amava trascorrere qui tutti i suoi capodanni.

AL VIA VERTICE OBAMA-XI, ‘IL SUMMIT DEGLI SPIONI’
Il New York Times non ha dubbi: ”il ‘datagate’ oscurera’ i contenuti del vertice Obama-Xi”. E in effetti l’attesissimo incontro informale tra i due uomini piu’ potenti al mondo rischia di passare alla storia per il ‘summit degli spioni’. Da un lato un presidente americano che gioca in difesa, costretto a spiegare a un Paese disorientato che il suo programma di controllo dei dati e’ sempre stato del tutto legale. Dall’altro lato ‘Xi l’Americano’, il nuovo imperatore, grande conoscitore degli Usa, con una figlia che studia ad Harvard e una moglie molto glamour, che pero’ guida un governo accusato di essere il mandante delle maggiori operazioni mondiali di pirateria online. Del resto, gia’ alla vigilia della due giorni che inizia oggi a Rancho Mirage, in un lussuoso resort a due passi da Palm Springs, in California, l’atmosfera s’era fatta pesante. Malgrado gli sforzi della Casa Bianca, si parla pochissimo dei contenuti molto importanti al centro del faccia a faccia tra i due leader. A tener banco sono le notizie dei controlli federali estesi perfino anche alle carte di credito. Altro che la rinascita del cosiddetto G2. Il rischio cosi’ e’ che alla fine questo incontro informale finisca nel dimenticatoio, quasi che la grande assente, la First Lady, Michelle Obama avesse subodorato che qualcosa sarebbe potuto andare storto. L’attenzione mondiale e’ infatti concentrata nel capire la portata degli scandali e come questa bufera possa danneggiare la popolarita’ di un presidente che ha sempre fatto della difesa del diritto una punto fermo. La grande stampa, soprattutto quella progressista, sta dando voce ai sentimenti di tanti elettori obamiani delusi nel vedere che il loro leader, scelto per cancellare le controverse politiche seguite da George W. Bush nella lotta al terrorismo, ‘tradisca’ il suo mandato, seguendo le orme del suo predecessore. Un peccato per lo staff obamiano, che aveva organizzato l’incontro con un format inusuale, con un amichevole faccia a faccia lungo quasi 36 ore. L’ideale, nelle intenzioni di Obama, per intavolare un dialogo proficuo proprio sul tema della lotta al cyber spionaggio. E’ proprio di oggi la notizia che c’era la Cina dietro ai continui attacchi informatici ai comitati elettorali di Obama e McCain nel 2008. La Nbc ha rivelato che le autorita’ di Pechino puntavano a entrare nei computer dei due staff dei candidati per sapere cosa pensassero del Dragone. ”S’e’ trattato – racconta Dennis Blair, ex direttore dell’Intelligence di Obama tra il 2009 e il 2010 – del tentativo di fare del cyber spionaggio da parte del governo cinese ai danni dei due massimi partiti politici americani. Credo che fossero in cerca delle posizioni dei due candidati sulla Cina, di colpi a sorpresa che potessero essere messi a segno durante la campagna contro Pechino”. Anche di questo Obama avrebbe voluto parlare con Xi Jinping, magari da posizioni di forza, per ottenere un cambio di strategia. E’ evidente che la democrazia americana, i controlli parlamentari a cui e’ sottoposto il presidente, non sono paragonabili alle procedure seguite nella Repubblica Popolare Cinese. Tuttavia, lo scandalo di queste ore rende molto complicato lo sforzo di Obama di convincere Xi a scegliere la trasparenza.

USA: CINA CONTRO APPLE, MA FIRST LADY PECHINO USA L’IPHONE
La moglie del presidente cinese Xi Jinping e’ stata immortalata mentre, con il suo iPhone, scattava delle fotografie durante la visita in Messico. La foto arriva mentre il governo cinese e’ impegnato in una dura ‘battaglia’ contro Apple per le sue politiche di assistenza post vendita e di garanzie. Ma anche a poche ore dalla conferma dell’accesso della Fbi ai server di nove colossi internet, fra i quali Facebook, Google e Apple.

USA-CINA: IN GIORNO VERTICE OBAMA-XI ESCE A NY ‘FREE CHINA’
Nel giorno dell’attesissimo incontro tra il presidente americano Barack Obama e quello cinese Xi Jinping esce nei cinema di New York ‘Free China: The Courage to Believe’, film documentario che racconta la persecuzione dei membri del movimento spirituale Falun Gong da parte del partito comunista. In precedenza il film era stato mostrato in America solo nel corso di eventi privati. Il documentario, girato dal pluripremiato regista statunitense Michael Perlman, punta a sensibilizzare e far riflettere sul delicato tema della violazione dei diritti civili, raccontando le storie di due persone divenute l’obiettivo di una campagna politica estrema: Jennifer Zeng e il Dr. Charles Lee, i quali sono stati incarcerati e torturati in Cina per il loro credo nel Falun Gong. L’Huffington Post sottolinea come i 14 anni di repressione dei Falun Gong da parte del partito comunista hanno rappresentato una campagna di sterminio religioso che mostra una somiglianza inquietante con la ‘soluzione finale’ di Adolf Hitler.

USA-CINA: ECONOMIST,OBAMA-XI PROTAGONISTI FILM ‘OSCAR’SU GAY
Barack Obama e Xi Jinping vestiti da cowboy, in un fotomontaggio che ricalca il poster di un famoso film, vincitore nel 2006 di 3 Oscar, su un amore gay, il celebre ‘Brokeback Mountain’. E’ l’immagine di copertina scelta dall’Economist per presentare il vertice informale che si apre oggi tra il presidente americano e il suo collega cinese in un resort californiano. E sopra il manifesto finto, due scritte come se fossero tratte da recensioni dei giornali. La prima: ”Team America incontra ‘King Fu Panda’, l’altra piu’ politica, seppure ironica: ‘Lui gli ha rubato il cuore (e poi la sua ‘proprieta’ intellettuale’)’. Nella stessa foto, sullo sfondo, molto piccola, compare l’immagine della grande assente al vertice, Michelle Obama.

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Diventa professore universitario la stilista di Peng Liyuan

E’ diventata professore associato all’università di Suzhou, dove aveva studiato 21 anni fa, la stilista che veste la first lady cinese Peng Liyuan. Ma Ke è ritenuta la principale artefice dell’eleganza della moglie del presidente cinese Xi Jinping, lo “stile Peng” come viene chiamato, fatto di abiti semplici ma eleganti. La stilista ha raccontato di aver conosciuto l’attuale first lady cinese già nel 2002 tanto che poi disegnò, appositamente per lei, l’anno successivo, un abito per la serata di gala del festival di primavera, durante il quale Peng, cantante-generale dell’esercito cinese, si è sempre esibita. “Per la maggior parte delle persone – ha detto Ma Ke – Peng é una star, una famosa cantante e ora la moglie del presidente, per me è più come una sorella”. La vita di Ma non è molto cambiata da quando è diventata la stilista personale della first lady. Attualmente ha una nuova etichetta di moda, la Wu Yong, con un laboratorio a Zhuhai, nella provincia meridionale del Guangdong, dove produce le sue creazioni con tecniche tradizionali e eco-compatibili.

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Usa-Cina: niente incontro tra first ladies, Michelle Obama snobba Peng Liyuang

A Pechino le aspettative per il vertice californiano Obama-Xi sono elevate. Molte di queste erano riposte anche sull’atteso incontro tra Michelle Obama e Peng Liyuang, la popolare cantante moglie del presidente cinese. Ma la First Lady americana nel ranch di Sunnylands, scelto per il faccia a faccia tra i due potenti della Terra, non ci sara’. La moglie di Barack Obama a deciso di rimanere a Washington nella settimana in cui le figlie Malia e Sasha finiscono la scuola, e’ la motivazione ufficiale diffusa dallo staff della Casa Bianca. Ma – sottolineano gli esperti – la decisione di lasciare da sola la donna piu’ potente della Cina mentre i due presidenti discutono sui destini del mondo potrebbe rivelarsi un boomerang, e non essere presa per niente bene nel Paese asiatico. Almeno dall’opinione pubblica. ”E’ una decisione che provochera’ delusione e disappunto”, assicura sul New York Times Cheng Li, della Brookings Institution di Washington. ”I cinesi – aggiunge – sono molto sensibili a queste cose, e ci vogliono spiegazioni valide per giustificare una assenza del genere”. Anche il Washington Post esprime forti perplessita’ sul forfait annunciato da Michelle. ”Da un punto di vista americano – scrive il quotidiano – quella di non lasciar sole le figlie e’ una scusa banale. E’ chiaro che la First Lady non vuole fare da tappezzeria a un summit noioso”. Ma da una prospettiva cinese – prosegue il Post – la decisione di Michelle Obama ”e’ un inatteso atto di snobbismo, e potrebbe dare l’impressione che Washington non rispetta abbastanza Pechino”. E, cosa piu’ importante, potrebbe comportare un piccolo ma non necessario ostacolo alla creazione di quel clima di fiducia necessario prima che inizi un summit cosi’ delicato. Questo – spiega ancora il Post – perche’ Michelle Obama e’ considerata una star in Cina, e la sua presenza al summit era stata ampiamente anticipata dai media cinesi. La presenza di Peng Liyuang al fianco della First Lady americana a Pechino veniva vista come un successo personale per Xi. Risultato: ”Xi e i cinesi che seguiranno il summit potrebbero sentirsi offesi, proprio l’opposto dell’obiettivo che la Casa Bianca vuole raggiungere” col vertice californiano. Michelle Obama e Peng Liyuang sono due donne che stanno cambiando il ruolo della First Lady nei rispettivi Paesi, allontanandosi dai cliché tradizionali. Molti i punti in comune tra le due, a partire dall’età (50 anni per Liyuang 49 per Michelle). Entrambe madri e professioniste, sono nella classifica delle 100 donne più potenti del mondo stilata ogni anno dalla rivista Forbes.

fonte: ANSA

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Usa-Cina: la missione di Xi Jinping “l’americano”

Prende il via la missione ‘americana’ del presidente cinese Xi Jinping. Venerdì sbarca ai Caraibi, quindi vola in centroamerica. E infine, il 7 e 8 giugno l’attesissimo vertice informale in California, il primo per il leader cinese dalla sua nomina, con Barack Obama. Un viaggio con cui Pechino intende confermare la sua enorme influenza costruita negli anni sullo scacchiere occidentale, soprattutto in un’area che sta vivendo una notevole crescita economica. La visita a Trinidad e Tobago, in Costa Rica e soprattutto in Messico, è la terza missione internazionale di Xi dal suo insediamento di marzo, che segue il suo primo viaggio in Russia e quello in tre Paesi africani, anche loro nel mirino delle imprese cinesi, Tanzania, Sudafrica e Congo. Presentando la missione, Pechino ha spiegato che “l’America Latina e i Caraibi sono alcune tra le regioni economicamente più dinamiche e promettenti al mondo”. E i numeri parlano chiaro: il volume degli scambi commerciali tra il gigante asiatico e quest’area ammontano a circa 261 miliardi di dollari nel solo 2012. Una cifra che negli ultimi mesi sta crescendo a vista d’occhio. Tra il 31 maggio e il 2 giugno, Xi avrà incontri bilaterali con i leader di Antigua e Barbuda, Barbados, Bahamas, Dominica, Grenada, Guyana, Suriname e Jamaica. Quindi vola in Costa Rica, l’unico paese dell’America Centrale che ha relazioni diplomatiche con Pechino. Tra il 4 e il 6 giugno, Xi sarà a Città del Messico, dove incontrerà il presidente Enrique Pena Nieto. Anche qui, ormai da anni, va avanti una cooperazione importante con un giro di investimenti di oltre 37 miliardi di dollari. Infine, l’appuntamento clou con il primo faccia a faccia di Xi, nelle vesti di presidente, con l’inquilino della Casa Bianca, per ravvivare quello il G2, la partnership cruciale per i destini del pianeta. I due s’erano già conosciuti nel febbraio del 2012, quando Xi, non ancora presidente venne accolto con tutti gli onori alla Casa Bianca. All’epoca, lo stesso Xi disse entusiasta che quell’incontro segnava “un nuovo storico inizio delle relazioni tra Usa e Cina”. Xi è senza dubbio il leader cinese che ha più rapporti con gli Usa rispetto ai suoi predecessori: sin dal 1985 ha fatto visita ad alcuni suoi parenti che vivono in Iowa. E ha mandato sua figlia a studiare ad Harvard. Tanto che ormai è chiamato ‘Xi, l’americano”. Con Barack ha in comune la passione per lo sport: calcio e nuoto per Xi, golf e basket per Barack. Ambedue hanno mogli molto glamour. Ma ora tra loro si fa sul serio: i due si ‘ritireranno’ lontano da occhi indiscreti, in un ranch della California: il Rancho Mirage, una distesa di 80 ettari dove si trova la residenza Sunnylands, nel cuore del deserto del Mojave, che in passato ospitò anche Nixon e Reagan. Al centro di questo vertice informale il rafforzamento del G2, anche in vista del G20 di settembre a San Pietroburgo. Ma sarà anche l’occasione per cercare di affrontare tanti dossier scottanti che da mesi incrinano i rapporti tra le due superpotenze: lo snodo sempre irrisolto dei diritti umani, ma anche i continui attacchi informatici di cui Washington attribuisce la responsabilità a Pechino, per non parlare della ‘guerra dello yen’. E poi le diverse posizioni su tante crisi locali, dall’Iran, alla Siria, dalla Corea del Nord alle tensioni con il Giappone. Un incontro che già alla vigilia è stato preparato nei minimi dettagli. Proprio per questo Thomas Donilon, consigliere di Obama per la Sicurezza Nazionale, ha trascorso a Pechino due giorni della settimana scorsa.

fonte: ANSA

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Obama e Xi Jinping in “ritiro” in California

”Siamo di fronte a un nuovo storico inizio delle relazioni tra Cina e Stati Uniti”: Xi Jinping, non ancora leader massimo di Pechino, lo aveva detto a chiare lettere subito dopo il caloroso incontro a Washington con Barack Obama, nel febbraio 2012. Ebbene, la nuova fase ora sta per iniziare davvero. Xi ‘L’Americano’ – questo il soprannome per i suoi trascorsi in Usa – nel frattempo e’ divenuto presidente. E fra poco meno di un mese sara’ di nuovo negli Stati Uniti. Dal 7 all’8 giugno incontrera’ di nuovo Obama, ma non a Washington. I due si ‘ritireranno’ lontano da occhi indiscreti, in un ranch della California: Rancho Mirage, una distesa di 80 ettari dove si trova la residenza Sunnylands, che in passato ha ospitato anche Richard Nixon e Ronald Reagan. Un appuntamento a sorpresa e inusuale quello tra Obama e Xi. ”Il presidente aveva gia’ in programma una serie di incontri sulla West Coast, e la California ci e’ sembrato un posto opportuno per l’incontro tra i due presidenti, in una residenza privata dove potranno discutere in tranquillita’ e in maniera approfondita”, spiegano alla Casa Bianca. Mentre a Pechino si sottolinea come la California sara’ l’ultima tappa di un tour nel continente americano che portera’ Xi anche a Trinidad Tobago, Costa Rica e Messico. Cosi’ sarebbe nata l’idea di un vertice ‘informale’ tra i due leader. E’ facile intuire che si trattera’ di un faccia a faccia da cui il cosiddetto G2 uscira’ comunque rafforzato, con l’obiettivo di creare su molte questioni un asse che detti la linea anche al tavolo del G20 di settembre a San Pietroburgo. Certo, tra Washington e Pechino le distanze restano in alcuni casi enormi e gli interessi fortemente contrastanti. Ma con Obama e Xi il dialogo sembra possibile. Sul tavolo tantissimi delicati dossier, a partire dalle situazioni internazionali piu’ ‘calde’: Corea del Nord, Siria, Iran. Ma anche le tensioni tra Tokyo e Pechino nel Mar della Cina. Obama – spiegano alla Casa Bianca – vorra’ poi affrontare con determinazione due questioni che continuano a minare i rapporti tra i due Paesi: i cyberattacchi che colpiscono ormai in maniera massiccia le istituzioni e le grandi imprese americane, con Washington che punta il dito proprio su Pechino; e la cosiddetta ‘guerra dei cambi’, con l’amministrazione Obama che da anni accusa quella cinese di svalutare lo yuan nei confronti del dollaro danneggiando gravemente il commercio Usa. Scogli non facili da superare: ma molti osservatori sono pronti a scommettere che Obama e Xi sapranno capirsi molto piu’ di quanto accaduto tra i leader del passato. E’ probabile che sul tavolo ci sia anche il dossier Africa, dove la Cina ha enormi e crescenti interessi e dove Obama si rechera’ a fine giugno, per la seconda volta da presidente, visitando Senegal, Sudafrica e Tanzania. Certo, il presidente americano di fronte a Xi non potra’ esimersi dall’esortare ancora una volta la Cina sul fronte del rispetto dei diritti umani. Ma anche su questo punto la Casa Bianca ha fiducia nella nuova leadership di Pechino, convinta che passi in avanti potranno essere fatti rispetto al passato. ”Vogliamo rafforzare la cooperazione, gestendo le differenze in modo costruttivo negli anni a venire”, sottolinea la Casa Bianca. E dal 26 al 28 maggio prossimo Thomas Donilon, consigliere di Obama per la sicurezza nazionale, sara’ a Pechino per preparare il ‘ritiro’ californiano dei due leader.

fonte: ANSA

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Vicepresidente cinese chiede agli Usa visione obiettiva

Parla da presidente cinese, Xi Jinping, l’attuale vice di Hu Jintao e designato alla sua successione prima come segretario del partito alla fine di quest’anno e poi come presidente l’anno prossimo. E lo fa indirizzandosi all’amico-nemico statunitense, che annuncia di andare presto a visitare ma senza dare date (forse febbraio). L’occasione e’ stata la commemorazione dei 40 anni della storica visita di Richard Nixon, allora presidente americano, a Pechino, la prima del genere, che termino’ con la dichiarazione congiunta di Shanghai e l’inizio di relazioni fra i due paesi.
”Speriamo – ha detto al ricevimento al quale era presente anche l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger – che gli Stati Uniti possano guardare le intenzioni strategiche e la via di sviluppo cinese in un modo obiettivo e possano essere impegnati a sviluppare una partnership collaborativa, assicurando che le dispute tra i due paesi non rovinino le relazioni”. Parole precise, misurate ma ferme: Pechino vuole collaborare con gli Usa ma non vuole cedere su alcune questioni e non accetta interferenze americane sulle faccende dei diritti civili, concetto piu’ volte ribadito nei briefing dei portavoce del ministero degli esteri cinese. Ma anche le pressioni sullo yuan, che molti americani sostengono la Cina tenga basso artatamente per favorire l’export. La Cina invece si lamenta della posizione americana su Taiwan e nel mar cinese meridionale. ”La Cina – ha detto Xi – vuole collaborare con gli Stati Uniti per spingere in avanti la partnership collaborativa in una nuova situazione che benefici i popoli dei due paesi e la pace mondiale”. Il vicepresidente ha sottolineato come siano stati raggiunti importanti risultati e che dovrebbero costantemente rafforzare la comprensione reciproca e coltivare e rafforzare la fiducia strategica, rispettando gli interessi di ogni paese e risolvere al meglio le differenze. ”Non importa – ha continuato il futuro presidente cinese – quali cambiamenti possono avvenire nella situazione internazionale, il nostro impegno a sviluppare la partnership sino-americana non dovrebbe mai vacillare”. Il vicepresidente cinese ha molto insistito, nel suo discorso dinanzi all’ex segretario di stato americano, testimone di quella visita di Nixon in Cina, che ”Promuovere lo sviluppo stabile e sano delle relazioni sino-americane non e’ solo la responsabilita’ condivisa dei due paesi, ma anche l’aspettativa della comunita’ internazionale. La Cina e’ pronta a lavorare con gli Stati Uniti per spingere avanti i rapporti bilaterali nello spirito di ‘cogli l’attimo”. Nel 2011 gli scambi tra i due paesi hanno superato i 400 miliardi di dollari, negli anni ’80 erano 2,5 miliardi. Nonostante i toni in campagna elettorale americana nei confronti della Cina non siano stati dei piu’ amichevoli (il repubblicano Mitt Romney diverse volte ha annunciato che se eletto prendera’ azioni contro Pechino), Kissinger ha detto che non cambiera’ la prospettiva delle relazioni sino-americane, dal momento che sia l’amministrazione Obama che il partito repubblicano preferiscono avere relazioni positive con la Cina.

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