Lo avevano previsto in molti, e così è successo in meno di 24 ore: Pechino ha fatto scattare la rappresaglia dopo la prova di forza di Bruxelles, che ha deciso di imporre i dazi sui pannelli solari cinesi. E lo ha fatto colpendo al cuore uno dei settori di eccellenza delle esportazioni europee, il vino, minacciando a sua volta dazi ai produttori. Quelli che sarebbero più toccati sono proprio i tre paesi Ue che hanno appoggiato la Commissione sui dazi al fotovoltaico: Francia, Italia e Spagna. Subito Parigi ha alzato la voce, e il presidente Francois Hollande ha chiesto una riunione dei 27 per discutere delle relazioni commerciali con la Cina, ricevendo l’appoggio dell’Italia, mentre la Germania, contraria ai dazi sul solare, si è di nuovo smarcata. La rappresaglia, però, anche se nessuno a Bruxelles vuole chiamarla apertamente così, era nell’aria da tempo, sin da quando nell’estate scorsa aveva cominciato a farsi strada l’apertura dell’indagine antidumping sul solare. “Il governo cinese ha lanciato una procedura antidumping e antisovvenzioni nei confronti dei vini dell’Ue”, ha annunciato il ministero cinese del commercio quando in Europa era ancora l’alba. Ma la Commissione respinge al mittente le accuse: “Riteniamo che non ci siano né sovvenzioni né dumping per i nostri vini”, ha affermato il portavoce del responsabile all’agricoltura Dacian Ciolos, avvertendo che l’indagine sarà “seguita da molto vicino” e che dovrà avvenire “nell’ambito delle regole del Wto sia sotto l’aspetto del merito che della procedura”. Le esportazioni Ue di vino in Cina nel 2012 sono state di 763 milioni di euro, pari all’8,6% del valore complessivo, di cui 77 per l’Italia, 89 per la Spagna e ben 546 per la Francia. Una cifra significativa ma certo ben diversa rispetto ai 21 miliardi di euro di esportazioni dei pannelli solari cinesi in Europa. Ed é anche ben diverso l’ammontare dei sussidi Ue al settore vitivinicolo: circa 1,1 miliardi di euro all’anno, di cui la metà per migliorare la qualità (ma a scapito dei volumi di produzione), un 40% per le aziende e solo 100 milioni di euro per la promozione – in linea con quanto consentito dal Wto – nei paesi terzi. E Bruxelles è convinta che, come già successo alcuni mesi fa per dazi cinesi ingiustificati imposti sugli scanner a raggi X europei in rappresaglia di quelli Ue sugli scanner cargo cinesi, il Wto, se mai la Cina dovesse veramente arrivare a super-tassare i vini Ue, interverrebbe di nuovo. Ma il settore è preoccupato, e chiede, dalla Assoenologi a Cia e Copagri, che l’Ue agisca per evitare un pericoloso freno a un mercato in crescita: l’Italia ha infatti aumentato il suo export verso la Cina del 300% negli ultimi 5 anni.
Una scheda sul vino italiano
Hanno conosciuto un vero e proprio boom le esportazioni di vino europeo sul mercato mondiale ed in particolare in Cina, con l’Italia che si posiziona, nel primo caso, al vertice dei paesi europei con una vendita di oltre 6,6 milioni di ettolitri, mentre sul mercato cinese mantiene con fermezza il terzo posto con oltre 326mila ettolitri, dietro Francia (1,4 mln di hl) e Spagna (691mila). La fotografia emerge dai dati sull’export 2012 resi noti oggi dalla Commissione europea, vista la decisione di Pechino di aprire un’indagine antidumping sui vini europei importati in Cina. Anche sul fronte del valore dei vini venduti al gigante asiatico, l’Italia con i suoi prodotti di eccellenza si posiziona al terzo posto realizzando 77 milioni di euro, dopo la Francia (546 mln) e la Spagna (89 mln). Tra le curiosità, la presenza della Gran Bretagna tra i partner Ue che esportano in Cina assicurandosi quasi 5,5 milioni per appena 1.550 ettolitri. Globalmente, sempre sulla base dei dati di Bruxelles, le vendite del ‘nettare di Bacco’ dall’Ue verso la Cina sono moltiplicate cinque volte negli ultimi 5 anni, passando da poco più di 517mila ettolitri nel 2008 a quasi 2,6 milioni nel 2012; in valore da 143 a quasi 764 milioni di euro. A livello mondiale, dal 2008 al 2012, il volume esportato di vini europei è lievitato da circa 17,3 a 22,5 milioni di ettolitri per un valore salito da 166 milioni a quasi 8,86 miliardi di euro. E questo mentre si assiste al crollo della produzione di vino in Europa: le stime per la campagna 2012-2013 parlano di 144,5 milioni di ettolitri, 50 milioni in meno rispetto ai 195 del 2000-2001. Nelle stime per la campagna in corso l’Italia si situa al primo posto con 41,5 milioni di ettolitri di produzione complessiva, la grande maggioranza destinata a produrre vini di qualità Aop e Igp.
fonte: ANSA
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