Al dittatore dei dittatori, il presidente dello ZImbawe Robert Mugabe, ha assegnato il suo premio Nobel per la pace. Mugabe infatti ha vinto l’edizione di quest’anno del premio Confucio, nato nel 2010 proprio come opposizione al premio dato in Norvegia, quando la commissione di Oslo decise di darlo, al dissidente cinese in carcere Liu XIaobo. Mugabe ha 91 anni ed è presidente dello Zimbabwe dal 1987 – dopo essere stato primo ministro dal 1980. A causa delle violazioni dei diritti umani commesse dal suo regime, è registrato in una lista nera di persone alle quali è negato il visto per i paesi europei. Non è chiaro se Mugabe ritirerà il premio che, negli anni scorsi, p stato vinto anche da Vladimir Putin. Mentre il premio gli veniva assegnato, Mugabe si trovava all’Onu per l’assemblea al palazzo di vetro e si prodigava in una invettiva contro gli omosessuali. I membri del comitato del Premio Confucio per la Pace hanno lodato il dittatore dello Zimbabwe per “lavorare instancabilmente per costruire la stabilità politica ed economica del suo paese, portare la pace al popolo dello Zimbabwe, sostenendo con forza il panafricanismo e l’indipendenza africana, e rendendo contributi senza precedenti per la rinascita della civiltà africana. Da quando è diventato presidente dell’Unione africana, nel febbraio 2015, 91 anni, Mugabe è stato in giro per il mondo, promuovendo attivamente la pace nel continente africano, dando nuova vita per gli ideali di pace e l’umanità nel 21° secolo“, è scritto nel comunicato ufficiale.
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La Cina dà a Mugabe il suo nobel della pace. L’anno prossimo daranno alla Juve quello del calcio pulito.
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Insieme moda, scarpe e accessori italiani alla fiera Chic, per la prima volta a Shanghai
Per la prima volta insieme, Assocalzaturifici, Smi (Sistema Moda Italia) ed Emi (Ente Moda Italia), uniranno le forze per “aggredire” il mercato cinese presentandosi insieme alla Chic, la più importante fiera di moda italiana nel paese del dragone. Nel padiglione 6.1 del nuovissimo National Exhibition & Convention Center nel quartiere di Hongqiao a Shanghai, sotto il nome di “theMICAMshanghai & Italian Fashion@CHIC”, con l’aiuto di Fiera Milano e dell’agenzia Ita (ex Ice), la Chic per la prima volta dopo 22 edizioni si sposta da Pechino a Shanghai, presentando nella capitale economica e della moda cinese il meglio del fashion, scarpe e accessori in pelle. “E’ un grande passo – commenta Claudio Pasqualucci, direttore dell’ufficio Ita di Shanghai – perchè per la prima volta il sistema italiano della moda tutto insieme si presenta a questo importantissimo mercato. Questo in occasione anche della ricorrenza dei 50 anni di nostre attività ini Cina. Un risultato, la presenza congiunta di tutti questi attori, ottenuto grazie alla completa sinergia e cooperazione tra pubblico e privato. Il nostro governo – conclude Pasqualucci – tramite l’agenzia Ita, sostiene fortemente queste iniziative che rappresentano un nuovo approccio ad un mercato strategico per il nostro export, il cui trend positivo (più del 10% negli accessori e 15% nel settore scarpe) incoraggia l’attivazione di importanti attività promozionali”. Alla conferenza stampa di lancio della fiera era presente anche Enrico Pazzali, amministratore delegato di Fiera Milano, società che, tramite la sua controllata cinese Hfms, ha curato le prime tre edizioni di TheMicamShanghai in Cina, che si è accrediatata come un punto di riferimento nel panorama fieristico orientale. “Il successo dell’iniziativa – spiega Pazzali – è rappresentato soprattutto dall’alta qualità che abbiamo sempre voluto nella fiera. Da molto tempo siamo attori principali e invochiamo una sempre maggiore interazione tra pubblico e privato perchè solo con la vera attuazione del sistema paese, riusciremo ad affrontare al meglio i mercati. Fiera Milano in questo rappresenta un pioniere, con la sua presenza di successo in Cina da anni dove è punto di riferimento per diverse aziende in molteplici settori”. Alla nuova Chic, sarà dedicata un’area di 100.000 metri quadrati, con la partecipazione di oltre 1000 brands per oltre 110.000 visitatori.
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Manifestò per far studiare la figlia, attivista alla sbarra
Le autorita’ della provincia orientale cinese dell’Anhui hanno iniziato il processo a carico di un attivista che aveva protestato contro l’espulsione di sua figlia dalla scuola a causa del suo impegno politico. Lo riferisce il sito di Radio Free Asia. Zhang Lin e’ accusato di “aver spinto la gente a scendere in piazza causando pubblico disordine” durante una manifestazione svoltasi lo scorso aprile in cui dozzine di persone protestarono per la decisione delle autorita’ locali di non permettere piu’ alla figlia di Zhang, Anni, di soli 10 anni, di frequentare la scuola elementare. Zhang, che in passato ha gia’ scontato 13 anni di carcere per sovversione dei poteri di stato, rischia ora fino a 5 anni. Anni e’ stata considerata “la piu’ giovane prigioniera cinese”. La bimba lo scorso febbraio venne cacciata dalla scuola, trattenuta per ore, impedendole persino di bere e mangiare e di avere una coperta per proteggersi dal freddo, e in seguito messa agli arresti domiciliari. Dallo scorso settembre vive negli Stati Uniti insieme alla sorella. Zhang, che e’ un veterano del movimento pro democrazia del 1989, e’ da tempo nel mirino delle autorita’. Arrestato il 22 agosto a seguito di una disputa con le autorita’ che avevano cacciato sua figlia dalla scuola, Zhang torno’ poi con la figlia nella sua citta’ di origine, agli arresti domiciliari, in aprile dopo che una trentina di attivisti si mobilitarono a suo favore. Di fronte al persistere del diniego di frequentare la scuola per la figlia, Zhang fuggi’ dagli arresti domiciliari per recarsi a Pechino a sottoporre il suo caso al governo centrale. Ma le autorita’ lo riportarono a casa e poco dopo lo misero in stato di detenzione. La piccola Anni protesto’ dinanzi dinanzi al centro di detenzione, innalzando un cartello con su scritto “Liberate mio padre e permettetemi di andare a scuola”.
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Moglie dissidente Liu Xiaobo “gravemente depressa”
La moglie del premio Nobel per la pace Liu Xiaobo, che sta scontando una condanna a 11 anni di prigione, soffre di una grave depressione, secondo amici e familiari. La donna, Liu Xia, e’ agli arresti domiciliari da tre anni, nonostante non sia stata accusata di alcun reato. In una lettera diffusa dalla dissidente Zeng Jinyan, Liu Xia chiede di poter consultare un medico di sua scelta, di comunicare col marito e di lavorare in modo da avere un reddito. Zeng afferma che la donna era economicamente dipendente dal fratello Liu Hui, anche lui arrestato e condannato in un processo che e’ stato pesantemente criticato dai gruppi umanitari internazionali. Ora Liu Xia deve anche occuparsi del mantenimento di suo nipote, il figlio di Liu Hui. Un altro dissidente amico della famiglia del premio Nobel, Hu Jia, ha sottolineato che se l’ attuale situazione di protrae, Liu Xia corre il rischio di essere internata in una clinica per malattie mentali. Liu Xiaobo e’ stato arrestato e processato nel 2009 per aver redatto e promosso il documento pro-democrazia Charta08.
fonte: ANSA
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Avvocato Liu Xiaobo denuncia l’impossibilità di incontrare il Nobel
L’avvocato del premio Nobel per la pace Liu Xiabo, che sta scontando in Cina una condanna a 11 anni di reclusione, ha affermato che non riesce a incontrare il suo assistito per preparare una richiesta di annullamento della sentenza. In una conversazione telefonica con l’ANSA il legale, Mo Shaoping, ha affermato che presenterà la sua richiesta anche se non riuscirà a discuterne col suo assistito. L’avvocato ha aggiunto che le autorità della prigione dove è detenuto il premio Nobel, quella di Jinzhou nella provincia del Liaoning (nordest della Cina), non hanno ancora risposto alla sua richiesta di incontrarlo. Liu Xiaobo, un intellettuale di 58 anni, è stato condannato nel 2009 per sovversione, dopo aver promosso il documento ‘Charta 08’ col quale si chiede l’instaurazione in Cina di un sistema politico democratico. Liu ha perso il processo di appello nel 2010. Nel sistema giudiziario cinese la richiesta di annullamento del processo viene presentata ad una Alta Corte, che ha il potere di cancellare le sentenze emesse in primo e secondo grado.
fonte: ANSA
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Liberata Ni Yulan, ridotta su una sedia a rotelle
Dopo oltre due anni di carcere è stata rilasciata in Cina – rivela la stampa locale – una dissidente, l’avvocato e attivista per i diritti umani Ni Yulan, invalida sulla sedia a rotelle – secondo quanto denunciato da lei stessa e da organizzazioni per i diritti umani – per essere stata ripetutamente picchiata e torturata dalla polizia. Arrestata per la prima volta nel 2002 per aver incitato gli abitanti di un distretto di Pechino a resistere all’abbattimento delle loro case, in prigione subì la rottura delle ginocchia e dei piedi durante interrogatori, secondo quanto lei stessa racconta in una lettera. Dal 2010 insieme al marito fu costretta a vivere per un periodo in una cosiddetta “prigione nera”, un hotel controllato dalla polizia dopo che la loro casa era stata demolita. Nella sua lettera la donna ha raccontato tutti i soprusi subiti ma anche le esperienze umane viste in carcere e l’amicizia con gli altri prigionieri, alcuni dei quali erano seguaci del gruppo Falun Gong, messo fuorilegge dal governo cinese come “eretico” nel 1999. Dopo aver scontato un anno di carcere Ni venne poi nuovamente arrestata per un altro periodo nel 2008 e successivamente nel 2010 insieme a suo marito venne costretta a vivere in una “prigione nera”. Si tratta luoghi di detenzione extralegali utilizzati di solito dalle autorità per “bloccare” dissidenti, manifestanti e firmatari di petizioni varie, negando loro anche la possibilità di difendersi. Nel 2011 ancora un nuovo arresto e una nuova condanna, a due anni e mezzo di reclusione, per “disturbo all’ordine sociale”. “Sono finalmente libera – ha detto la donna uscita dal carcere – mi sono mancati tanto i miei amici. Ma continueremo a combattere. Non è facile proteggere i diritti della gente”. “Questa donna ha subito di tutto – ha scritto un utente cinese su internet – è stato paralizzata in carcere. La sua casa è stata demolita con la forza. Bisogna ricordare questa donna, che merita il rispetto di tutti i cinesi. In futuro il nome di Ni Yulan sarà nei libri di testo cinesi”. Ni Yulan nel 2011 ha anche vinto un premio conferito dal governo olandese per il suo impegno nel campo dei diritti umani ma non le fu allora concesso di volare in Olanda per prendere il premio.
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Arrestato uomo d’affari, amico attivista
E’ stato arrestato oggi a Pechino Wang Gongquan, un grosso uomo d’affari e molto amico dell’attivista per i diritti umani Xu Zhiyong. Secondo quanto riferisce il South China Morning Post, oltre 20 poliziotti hanno fatto irruzione nella casa di Wang nella capitale cinese e lo hanno portato via. Sembra che il cinquantaduenne uomo d’affari sia accusato di “aver riunito un folto gruppo di persone e arrecato disturbo alla quiete pubblica”, ovvero le stesse accuse che portarono all’arresto di Xu Zhyyong, fondatore del movimento ‘Nuovo cittadino’ che è stato in carcere fino a metà luglio. Wang era stato tra quelli che aveva firmato una petizione per il rilascio di Xu. Il mese scorso Wang aveva dichiarato proprio al South China Morning Post di essere molto preoccupato e di temere di essere presto arrestato nell’ambito della campagna di repressione del dissenso voluta dal governo di Pechino. Wang iniziò la sua carriera come impiegato dell’ufficio della propaganda nella provincia del Jilin. In seguito lavorò per una ditta statale nel settore delle esportazioni prima di dedicarsi al mondo dell’imprenditoria e della finanza a partire dal 1990.
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Negli Usa la “più giovane prigioniera politica cinese”, le impedivano di andare a scuola
Zhang Anni ce l’ha fatta. La ragazzina di 10 anni, considerata la “piu’ giovane prigioniera politica cinese”, e’ riuscita a volare negli Stati Uniti dove ora potra’ studiare e avere una vita normale. Quella vita che in Cina finora le era stata negata, come le era stato negato anche il normale diritto di andare a scuola. La sua colpa era solo quella di essere la figlia di un dissidente veterano, Zhang Li. A conclusione di una complessa vicenda la ragazzina la scorsa settimana era arrivata a Shanghai con alcuni membri della sua famiglia per ottenere il visto per gli Usa. Un visto che finalmente le ha consentito di arrivare a San Francisco con la sorella Ruli. Per iniziare una nuova vita. E’ stato, tra gli altri, l’attivista Hu Jia, che ha seguito l’intera vicenda, ad informare via twitter della partenza delle ragazze, dopo averle aiutate ad ottenere il visto. “Le due ragazze sono atterrate negli Usa – ha confermato l’attivista Zheng Cunzhu, che le ospita – finalmente ora la bambina potra’ avere un’istruzione ed essere libera. Siamo tutti molto felici di questo risultato, ma al tempo stesso ora e’ importante che cose come queste non accadano piu'”. Zhang Li, il padre di Anni, era un esponente di primo piano del Cdp (China Democracy Party), bandito in Cina dal 1998. All’uomo, che è ancora in carcere (è stato arrestato l’ultima volta ad agosto, dopo aver trascorso anni in cella), gli sono state chiuse tutte le porte anche del mondo del lavoro. Lo scorso febbraio, la figlia è stata fatta uscire dalla scuola. Neanche l’intervento di una trentina di attivisti ad aprile a favore della causa era servito a sbloccare la situazione anzi spinse le autorita’ a mandare tutta la famiglia di Zhang, Anni compresa, agli arresti domiciliari. Dai quali Zhang Li fuggi’ per portare il suo caso a Pechino. Senza pero’ ottenere nulla, se non un nuovo arresto. Fu lui a chiedere, segretamente, ad Hu Jia di interessarsi del caso della figlia. Fino all’epilogo finale che ha permesso alla ragazzina di andarsene. Il caso di Anni non e’ l’unico di questo genere in Cina. L’attivista Wu Renhua ha raccontato come molti dissidenti dopo la rivolta di piazza Tienanmen del 1989, e la dura repressione che ne segui’, ebbero dure conseguenze. Molti trascorsero diversi anni in carcere e poterono sposarsi solo al termine delle loro condanne. Ecco perche’ in molti casi hanno figli che oggi sono ancora giovanissimi e che tuttora patiscono le conseguenze dell’attivismo politico dei loro padri. Come appunto e’ capitato ad Anni. Solo pochi giorni fa le autorita’ cinesi hanno arrestato Yao Chen, amico di Zhang, per il solo fatto di aver accompagnato a Shanghai la piccola Anni e la sua famiglia.
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Arrestato avvocato diritti civili, ha “disturbato l’ordine pubblico”
Sono state formalizzate le accuse nei confronti dell’avvocato Xu Zhiyong, noto avvocato di Pechino che da tempo si batte per la tutela dei diritti civili. Lo riferisce il South China Morning Post. Secondo le informazioni fornite da un altro avvocato, Zhang Qingfang, Xu sarebbe stato arrestato ufficialmente per aver riunito un folto gruppo di persone e disturbato l’ordine in un posto pubblico. Sembra però probabile che il vero motivo dell’arresto di Xu sia da collegarsi con la campagna da lui promossa in base alla quale i funzionari pubblici dovrebbero essere obbligati per legge a dichiarare i loro patrimoni. Fondatore del gruppo ”New Citizen”, che si batte soprattutto per il rispetto dei diritti civili, Xu Zhiyong era stato fermato già dalla metà di luglio, ma contro di lui non erano state finora formulate accuse precise. Circa due settimane fa, dal carcere, Xu Zhiyong era riuscito a far uscire e circolare un video, nel quale invitava ”i cittadini coraggiosi a farsi avanti per ottenere i loro diritti e realizzare i loro sogni”. Per la sua liberazione è stata già fatta una petizione, firmata da oltre duemila persone.
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