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Il presidente cinese chiede che la portaerei sia pronta a combattere

Il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto al capitano dell’unica portaerei della Repubblica Popolare Cinese di “prepararsi rapidamente ad essere in grado di combattere e di avere il necessario sostegno logistico”. Lo scrive il mensile ‘Dangjian’ (Costruiamo il Partito), un giornale del Partito Comunista Cinese, riportando le affermazioni fatte dal presidente e segretario generale del Partito nel corso di una sua recente visita alla portaerei, la Liaoning. La portaerei è al centro dell’attenzione a causa delle crescenti tensioni nel Pacifico, dove la Cina ha dispute territoriali con numerosi paesi vicini tra cui Giappone, Vietnam e Filippine. La Cina ha comprato la nave, di un modello sovietico chiamato Ammiraglio Kuznetsov, dall’Ucraina nel 1998. Dopo essere stata ristrutturata, è attiva dal settembre 2012. La Liaoning è stata al centro di un episodio di tensione con l’americana USS Cowpens l’anno scorso, quando due delle imbarcazioni che la scortano si sono pericolosamente avvicinate alla nave da guerra statunitense sfiorando – secondo gli Usa – la collisione.

fonte: ANSA

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Terminati test di volo su nuova portaerei

Si sono concluse con successo le operazioni di decollo e atterraggio di aerei da guerra cinesi J-15 sulla portaerei “Liaoning”, la prima varata da Pechino. Secondo quanto riferisce la stampa locale, l’operazione ha richiesto un’accurato esercizio e una lunga preparazione. I piloti sono stati sottoposti a un training speciale per imparare a decollare e atterrare su uno spazio ristretto e anche in eventuali condizioni meteorologiche sfavorevoli, quali scarsa visibilità e vento forte. I piloti selezionati devono avere non più di 35 anni e avere al loro attivo almeno già 1.000 ore di volo. “E’ come ballare sulla punta di un coltello – ha dichiarato Zhang Yongyi – vice comandante dell’esercito della marina dell’esercito di liberazione del popolo – in quanto gli aerei devono atterrare e decollare entro uno spazio molto ristretto. La pista è molto corta e stretta e la velocità è molto elevata”. “Abbiamo fatto moltissimi test per arrivare a un risultato ottimale – ha detto Zhang – e infine abbiamo imparato le competenze chiave per avere successo in questa missione”.

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In servizio la prima portaerei cinese

La prima portaerei cinese da oggi e’ in mare. Pechino l’ha formalmente messa in servizio nel pieno dell’alta tensione con il Giappone per la disputa sulle isole Diaoyu-Senkaku, controllate da Tokyo e rivendicate, oltre che dalla Cina, anche da Taiwan. Il ministero della Difesa ha affermato che l’acquisizione della portaerei, battezzata ‘Liaoning’, ”alzera’ il livello operativo di tutta la marina cinese”, oltre a ”contribuire a proteggere con efficacia la sovranita’, la sicurezza e lo sviluppo” del Paese. Secondo gli esperti, la portaerei – una vecchia nave acquistata dall’Ucraina e rimessa in funzione – servira’ soprattutto all’addestramento in vista dal varo della prima portaerei prodotta interamente in Cina, che dovrebbe avvenire non prima del 2015. La nave, che gli ucraini chiamavano Varyag, fu venduta nel 1998 alla marina di Pechino, che ha dato il via nel 2002 ai lavori di rinnovamento. Nella sua nuova versione, la portaerei avra’ un equipaggio di duemila persone e potra’ trasportare trenta caccia del modello J-15, prodotti interamente in Cina. Ma l’annuncio della messa in stato operativo della Liaoning assume un evidente significato di ammonimento mentre la tensione con Giappone per le Diaoyu-Senkaku e’ alta e ha coinvolto anche Taiwan, che ha inviato centinaia di pescherecci nelle acque territoriali delle isole. La scelta del momento potrebbe essere legata anche all’imminenza del 18/esimo Congresso del Partito Comunista Cinese (Pcc), che si dovrebbe svolgere in ottobre e che dovrebbe dare il via ad un delicato processo di rinnovamento dei vertici del Partito e dello Stato. Dalla fine del secolo 19/esimo le Diaoyu-Senkaku sono sotto il controllo del Giappone. Il viceministro degli Esteri cinese, Zhang Zhijun, ricevendo oggi il suo omologo giapponese, ha affermato che la Cina ”non tollererà azioni unilaterali in violazione della sua sovranità”, aggiungendo che il Giappone deve ”abbandonare le illusioni e correggere i suoi errori”. Pechino ha anche diffuso un ”libro bianco” sulle isole contese, nel quale si afferma tra l’altro che ”le pretese” del Giappone sulle Diaoyu-Senkaku ”non hanno una base storica”. Oltre che con Giappone e Taiwan nel Mar della Cina Orientale, la Cina ha in corso dispute territoriali nel Mar della Cina Meridionale con Vietnam, Filippine, Malaysia e Brunei. Pechino ha chiesto agli Usa di rimanere neutrali in queste dispute, che coinvolgono alcuni dei suoi principali alleati nella regione. Durante il suo recente viaggio in Asia, con una tappa anche a Pechino, il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha invitato la Cina e gli altri Paesi interessati a risolvere le questioni aperte ”senza coercizione, senza intimidazioni e certamente senza l’uso della forza”.

fonte: ANSA

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Bandiera issata sulla prima portaerei cinese

Cerimonia dell’alzabandiera sulla prima portaerei cinese che, a questo punto, è pronta a prendere il largo. A Dalian, porto della Cina nord Orientale, la bandiera rossa con le stelle gialle è stata issata sulla “Liaoning”, questo il nome della nave, lo stesso della provincia nella quale la portaerei è stata varata. La nave ha già effettuato diversi test a mare ed è pronta ad entrare a pieno titolo nella flotta dell’esercito del popolo cinese. Curiosa la circostanza che vuole la portaerei pronta alla navigazione, nonostante da diversi mesi i test siano in corso, proprio nei giorni nei quali Cina e Giappone stanno sperimentando il peggior momento da anni nelle loro relazioni per la contesa sulle isole Diaoyu/Senkaku. La nave è stata avvistata la prima volta ad aprile dell’anno scorso ed è entrata in mare come prima portaerei cinesi ad agosto dell’anno scorso, scatenando le proteste americane. Tra l’altro, ogni suo viaggio di prova ha coinciso con qualche momento di tensione con i Paesi limitrofi. L’imbarcazione era stata originariamente costruita nel 1991 dall’ex Unione Sovietica che non riuscì a finirla passandola all’Ucraina che, nel 1998, l’ha poi venduta alla Cina, con il nome di Varyag. La Cina ne ha cominciato la rifinitura nel 2002 a Dalian, installando i motori e altre parti. La portaerei avrà un equipaggio di circa 2.000 persone e potrà ospitare 30 caccia di fabbricazione cinese J-15.

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Dal 13 febbraio Xi Jinping negli Usa

Cominicera’ il prossimo 13 febbraio una visita che portera’ il vice presidente cinese (e prossimo presidente designato) Xi Jinping a visitare Stati Uniti, Irlanda e Turchia fino al 22 febbraio. Lo ha detto poco fa in conferenza stampa il portavoce del ministero degli esteri di Pechino Liu Weimin. Xi Jinping si rechera’ negli Usa su invito del suo omologo Joe Biden. Xi dovra’ anche cercare di smorzare le polemiche e le frizioni fra i due paesi che ha visto ieri la Cina criticare nuovamente gli Usa, chiedendo di abbandonare la sua ”mentalita’ da guerra fredda” e di smettere di fare accuse infondate contro la Cina. Le dichiarazioni, secondo quanto riferisce l’Agenzia Nuova Cina, sono state fatte dallo stesso Liu Weimin. Commentando una relazione annuale sulla minaccia alla sicurezza nazionale da parte del governo di Washington, Liu ha parlato di accuse ”totalmente false”, fatte alla Cina addirittura con un secondo fine. La relazione americana afferma che la Cina ha invaso le reti di computer americani su larga scala, effettuando furti di proprieta’ intellettuale e conducendo spionaggio economico. Nel dossier si sostiene che le agenzie di intelligence cinesi rappresentano la piu’ grande minaccia per gli Stati Uniti in settori rilevanti. Gli attacchi informatici, ha risposto il portavoce cinese, sono transnazionali e anonimi per cui e’ ”poco professionale e irresponsabile” indicare la fonte di un attacco senza effettuare indagini molto approfondite. Liu ha concluso poi dicendo che la Cina ha piu’ volte dichiarato la sua posizione sulle questioni in materia di sicurezza informatica e che e’ disposta a proseguire la cooperazione con la comunita’ internazionale per la salvaguardia della sicurezza nella rete.

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Taiwan, sconfitta indipendentista, sollievo Usa e Cina

Tanto Pechino che Washington tirano oggi un sospiro di sollievo dopo che a Taiwan il presidente in carica, Ma Ying-jeou, ha ottenuto un secondo mandato, vincendo di misura le elezioni che si sono tenute oggi con il 51,5 dei voti contro il 45,7 della sfidante indipendentista Tsai Ing-wen, sconfitta. Sia la Cina che gli Usa temevano l’instabilita’ che sarebbe seguita a un’eventuale vittoria di Tsai, che nelle campagna elettorale ha criticato il presidente Ma, 61 anni, del partito nazionalista Kuomintang, per la sua ”debolezza” verso la Cina. Pechino infatti considera Taiwan – che da un secolo si è di fatto sganciata dal resto della Cina, si autogoverna e ha creato un sistema istituzionale pienamente democratico – parte integrante del proprio territorio. Gli Usa sono legati a Taipei da stretti rapporti economici e culturali e da un Trattato, il Taiwan Relations Act, che li impegna a intervenire militarmente a fianco dell’isola in caso di ”aggressione esterna”. Le relazioni tra Cina e Usa, gia’ difficili per le divergenze su una serie di temi, che vanno dal commercio ai diritti umani e agli equilibri nel Pacifico meridionale, si sarebbero trovate di fronte a un nuovo ostacolo nel caso di una vittoria di Tsai e del suo Partito Democratico Progressista (Dpp), che rivendica l’indipendenza dalla Cina e che e’ stato fortemente critico verso le aperture di Ma a Pechino. Nei quattro anni del primo mandato di Ma le relazioni con Pechino hanno conosciuto un netto miglioramento, che ha portato alla regolarizzazione dei collegamenti navali e aerei tra le due sponde dello Stretto di Taiwan e alla firma d’un trattato di cooperazione economica che prevede, tra l’altro, la detassazione d’una serie di esportazioni taiwanesi nella Repubblica Popolare. Tsai Ing-wen, 55 anni, la prima donna a concorrere per la massima carica istituzionale dell’isola, ha ammesso la sconfitta e ha annunciato le sue dimissioni dalla carica di presidente del Dpp, il principale partito di opposizione. Il margine della vittoria e’ nettamente inferiore a quello con il quale Ma vinse le elezioni del 2008 – superiore al 17% – ma il Kuomintang ha vinto anche le elezioni per il Parlamento, ottenendo 65 dei 113 seggi in palio; un risultato che permettera’ a Ma di proseguire nella sua politica di cauta apertura a Pechino. ”Abbiamo vinto, nei prossimi quattro anni le relazioni con l’altra sponda dello Stretto sarannno piu’ pacifiche, con maggiore fiducia reciproca e le possibilita’ di un conflitto saranno ridotte”, ha detto Ma parlando ai suoi sostenitori dopo l’annuncio dei risultati. A Taiwan il tema delle relazioni con il grande vicino e’ estremamente delicato e nel corso della campagna elettorale Ma Ying-jeou ha precisato che il suo governo proseguira’ sulla linea seguita nei primi quattro anni di mandato: migliorare le relazioni economiche e culturali con la Cina senza arrivare ”ne’ all’unificazione ne’ alla dichiarazione d’indipendenza”.

fonte: ANSA

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Domani elezioni presidenziali a Taiwan, preoccupati Cina e Usa

I 18 milioni di elettori taiwanesi vanno domani alle urne per eleggere il nuovo presidente in un esercizio che sarà seguito con attenzione da Pechino, che rivendica l’isola, di fatto indipendente da sei decenni, come parte del suo territorio e da Washington, legata a Taiwan da un trattato che le impone di intervenire in caso di “aggressione esterna”. Le relazioni dell’isola con la Cina sono ottime da quattro anni, cioé da quando è salito al potere Ma Ying-jeou, leader del Partito Nazionalista (o Kuomintang), che ha rafforzato gli scambi economici e culturali con la “mainland”. Nonostante i buoni risultati economici conseguiti da Ma anche grazie ai rapporti con la Cina, il presidente uscente ha trovato un’avversaria agguerrita in Tsai Ing-wen, la leader dell’indipendentista Partito Democratico Progressista (Dpp nella sigla inglese). Gli analisti affermano che il terzo candidato, James Soong, non ha alcuna possibilità’ di vincere le elezioni ma potrebbe togliere voti a Ma Ying-jeou. Secondo gli ultimi sondaggi – vietati negli ultimi dieci giorni di campagna elettorale – Ma ha un leggero vantaggio su Tsai. Il presidente uscente rivendica come un successo il miglioramento delle relazioni con Pechino, che ha portato all’instaurazione di regolari collegamenti aerei e navali tra “le due sponde dello stretto di Taiwan” e a un accordo sul commercio che ha tagliato le tariffe sulle esportazioni dell’isola nella Repubblica Popolare Cinese. In caso di vittoria Tsai, un’economista di 55 anni, sarebbe la prima donna a diventare presidente della Repubblica di Cina (il nome ufficiale di Taiwan). La leader del Dpp sostiene che il riavvicinamento alla Cina promosso da Ma è stato troppo frettoloso e che prima di rafforzare i legami con la Repubblica Popolare, i taiwanesi devono decidere che tipo di relazione intendono avere con Pechino. Le preoccupazioni della Cina sono rafforzate dal fatto che l’inizio del processo che porterà al potere un nuovo gruppo dirigente al posto di quello guidato dal presidente Hu Jintao e dal premier Wen Jiabao è previsto per l’ autunno prossimo. I risultati delle elezioni, alle quali si ritiene che prenderà’ parte il 75-80% degli elettori taiwanesi, si conosceranno già’ nella serata locale di domani (il pomeriggio in Italia).

fonte: ANSA

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La Cina smentisce la creazione di una base marina nelle Seychelles

La Cina ha smentito oggi di voler mettere in piedi una base militare nelle isole Seychelles, nell’Oceano indiano, come affermato da alcuni organi di stampa internazionali. Un funzionario del ministero della difesa di Pechino, citato dal quotidiano China Daily, afferma che la Cina sta ”valutando la possibilità’ di chiedere alle Seychelles o ad altri paesi di poter usufruire di punti di rifornimento” per le proprie navi impegnate nelle operazioni internazionali contro la pirateria. Secondo l’Istituto per gli studi strategici di Londra, le navi della marina militare cinese impegnate a contrastare i pirati che agiscono nell’Oceano indiano si riforniscono nei porti di Gibuti, Oman e Yemen. La creazione di una base navale cinese nelle Seychelles, a circa 1.600 chilometri dalle coste dell’Africa, potrebbe suscitare preoccupazioni in India, un paese che ha già affermato di sentirsi minacciato dalla crescente potenza marittima della Cina.

fonte: ANSA

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Dialogo su difesa Usa-Cina continua nonostante tensioni

Cina e Stati Uniti hanno tenuto oggi il loro annuale incontro sui problemi della difesa nonostante la tensione tra i due paesi nel Pacifico meridionale. ”Il fatto che le consultazioni si siano svolte come previsto dimostra che entrambi i paesi sono sinceri nel mantenere rapporti a livello militare”. Ha dichiarato all’ agenzia Nuova Cina Ma Xiaotian, il vicecapo dell’ esercito cinese che ha rappresentato Pechino negli incontri. Da parte americana ha partecipato la sottosegretaria alla difesa Michele Flournoy, che ha sottolineato che gli Usa ”attribuiscono un grande valore” a questi incontri. La tensione tra le due potenze e’ cresciuta negli ultimi mesi dopo che la Cina ha dichiarato il Pacifico meridionale una zona di interesse strategico sulla quale la sua sovranità’ e’ ”indiscutibile”, mentre Washington ha di fatto appoggiato le rivendicazioni contrastanti dei suoi alleati nella regione, tra cui Vietnam, Filippine, Malaysia, Brunei e la stessa Taiwan. Ieri il presidente cinese Hu Jintao ha invitato la marina militare ad ”accelerare la modernizzazione” e a ”prepararsi” per situazioni di conflitto ”in modo da dare un maggior contributo alla salvaguardia della sicurezza nazionale e la pace mondiale”

fonte: ANSA

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Hu Jintao: marina militare sia pronta a combattere

Il presidente cinese Hu Jintao ha esortato la marina militare ad ”accelerare la trasformazione e la modernizzazione”e a”fare dei preparativi per combattimenti militari in modo da dare un maggior contributo alla salvaguardia della sicurezza nazionale e la pace mondiale’. Lo riporta l’ agenzia ufficiale Nuova Cina. Hu, che e’ anche presidente della Commissione militare centrale, ha incontrato i delegati della marina al congresso del Partito comunista cinese, nel prossimo autunno. Le dichiarazioni del “numero uno” cinese vengono in un momento di tensione nel Pacifico del sud, dove la Cina ha dispute sulla sovranità’ con Vietnam, Filippine, Malaysia e Brunei. Nelle scorse settimane, Pechino ha reagito con fastidio alle iniziative del presidente americano Barack Obama che si è impegnato con l’ Australia a rafforzare la presenza militare degli Usa nel Pacifico e ha proposto la creazione di una zona di cooperazione economica con nove paesi dell’ area senza allargare la proposta alla Cina. Dall’ anno scorso, la Cina ha riaffermato la propria sovranità’ “indiscutibile” sul Mar della Cina meridionale, affermando che esso fa parte delle sue aree di interesse “fondamentale”, una formula che in passato aveva applicato solo a Taiwan e al Tibet.

fonte: ANSA

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