Rallenta la crescita del manifatturiero in Cina, secondo il dato previsionale dell’indice Pmi (Purchasing manager’s index) diffuso dalla banca anglo-cinese Hsbc. Secondo i dati diffusi oggi, l’indice ad agosto è sceso al 50,3 contro il 51,7 di luglio, rappresentando il dato più basso da tre mesi. Con un dato superiore al 50 si parla di crescita, sotto di contrazione.
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Il gruppo di commercio elettronico Alibaba aprirà il mercato cinese alle Pmi italiane
L’accordo raggiunto a Pechino tra il gigante internazionale del commercio online Alibaba e il ministro per lo sviluppo economico Federica Guidi è “eccitante”. Parola del fondatore di Alibaba, l’imprenditore Jack Ma. “Lo è perché così cerchiamo di aiutare le piccole e medie imprese italiane a vendere i loro prodotti in Cina”, ha sottolineato Ma, parlando con un gruppo di giornalisti italiani subito dopo aver incontrato in un albergo di Pechino il presidente del consiglio Matteo Renzi. “Ogni giorno abbiamo cento milioni di persone che fanno shopping sul nostro sito”, ha aggiunto. Ma, 50 anni, ha creato Alibaba nel 1999, investendo poche migliaia di euro insieme ad un gruppo di amici. L’idea di lanciare il consumo online nella Cina in forte crescita economica ha dato rapidamente i suoi frutti: oggi la compagnia vale, secondo gli esperti, non meno di 168 miliardi di dollari e si prepara allo sbarco a Wall Street. Alibaba ha mostrato l’intenzione di allargare il suo campo d’azione con una serie di acquisizioni per un valore di circa 9,9 miliardi di dollari che l’hanno portata in settori nuovi tra cui la grande finanza, oltre al calcio, dove ha acquistato una quota Guangzhou Evergrande, allenata da Marcello Lippi. “I prodotti italiani – ha sottolineato Ma – sono molto richiesti in Cina. Anche molti dei miei amici hanno comprato una grande quantità di mobili italiani, di scarpe italiane. Il mese scorso abbiamo fatto una piccola promozione di cibo italiano e in tre giorni abbiamo venduto trentamila pizze… davvero sorprendente: di pasta e vino”. Internet “ha ringiovanito” la Cina, secondo Ma che sottolinea come il passaggio da locale a globale “sia difficile per tutte le imprese”. Ma, ha aggiunto “nella storia non c’è mai stata una cosa come Internet. Con Internet tutto è più facile”. E’ importante che “sia chiaro – ha affermato Ma – che non andiamo da nessuna parte per portar via soldi. Noi vogliamo aiutare dovunque le piccole e medie imprese, vogliamo essere presenti nei paesi nei quali esiste un tessuto di piccole imprese”. “Internet – conclude l’imprenditore – ci ha cambiati, perché ha cambiato i giovani e i giovani cambieranno il futuro”.
fonte: Beniamino Natale per ANSA
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Indice manifatturiero cala ai minimi da 7 mesi
In calo, ai minimi degli ultimi sette mesi, l’indice sulla manifattura in Cina elaborato da Hsbc e Markit Economics. Secondo quanto diffuso da Bloomberg, l’indice ha segnato quota 48,3 a febbraio contro i 49,5 di gennaio e deludendo le stime degli analisti a 49,5. Il rallentamento, combinato con i timori per il settore del credito, preoccupa gli analisti che prevedono una crescita del Pil del 7,5% nel 2014, il livello minimo degli ultimi 24 anni.
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Rivisto al ribasso il pil del 2012, da 7,8 al 7,7%
Le autorità cinesi hanno abbassato il dato della crescita nel 2012 di 0,1 punti percentuali. Come riporta un comunicato diffuso poco fa dall’Istituto Nazionale di Statistica di Pechino, il prodotto interno lordo cinese del 2012 è stato abbassato al 7,7% rispetto al precedente dato del 7,8. La revisione del dato ha ricalcolato il Pil a 51,89 trilioni di yuan (8,51 trilioni di dollari) nel 2012, 38 miliardi di yuan in meno del dato precedente.
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Crolla attività manifatturiera a giugno, sotto soglia crescita
Continua a crollare l’attivita’ manifatturiera in Cina. Secondo l’indice flash pubblicato oggi dalla banca inglese Hongkong & Shanghai Banking Corporation (Hsbc), a giugno il Pmi (Purchasing Managers’ Index), considerato un indicatore credibile dell’attività dell’industria manifatturiera, e’ sceso al 48,3, il dato piu’ basso dallo scorso ottobre. A maggio lo stesso indice era stato registrato dalla banca al 49,2. Gli economisti ritengono che un livello del Pmi oltre la soglia dei 50 punti indichi che la produzione industriale e’ in crescita, mentre sotto c’e’ stagnazione. A tirare giu’ l’indice, il crollo della domanda estera.
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