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India: stima Adb, pil 2015-16 crescerà più della Cina

Il pil dell’India crescerà 7,8% nell’anno fiscale 2015-2016, superando quello della Cina, una tendenza che si rafforzerà nel successivo 2016-2017. Lo ha sostenuto oggi la Banca di sviluppo asiatica (Adb). Nel suo studio annuale di previsione dell’andamento dell’economia asiatica, riferisce l’agenzia di stampa Pti, la Adb sostiene che grazie all’agenda di riforme strutturali del governo e ad una migliorata domanda esterna, la crescita e la fiducia degli investitori indiane miglioreranno. Dopo aver ricordato che nell’anno fiscale che si conclude il 31 marzo l’India crescerà del 7,4%, la banca prevede che nel successivo si raggiungerà il 7,8%, e nel seguente l’8,2%. Per quanto riguarda la Cina, invece, la Adb prevede che dall’attuale 7,4 scenderà al 7,2% (2015-2016) e poi al 7% (2016-2017). Le stime della Banca asiatica per il prossimo anno fiscale indiano, nota infine l’agenzia, sono inferiori all’8-8,5% proposto dal governo di Delhi, ma superiori al 7,5% previsto dal Fondo monetario internazionale (Fmi).

fonte: ANSA

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La “nuova normalità” dell’economia cinese: il Pil al 7%, il più basso da 24 anni

La “nuova normalità” dell’economia cinese, con la crescita al 7,4%, scuote un po’ Pechino ma continua a fare invidia ai paesi di tutto il mondo. Il dato, diffuso stamattina dall’ufficio centrale di statistica di Pechino, è il più basso dal 1990, quando la Cina crebbe al 3,8% a causa delle sanzioni imposte dopo i fatti di Piazza Tiananmen. Ed è anche la prima volta dal 1998 (i dati sono pubblici sono dal 1995) che la crescita cinese è inferiore al target fissato dal governo che, per il 2014, era del 7,5%. Le autorità cinesi si sono affrettate a parlare di una “nuova normalità” dell’economia cinese, dopo una crescita che ha superato il 10% dal 2000 al 2012, quando poi è stata registrato un pil al 7,7% mantenuto anche nel 2013. E le previsioni non sono rosee: secondo il Fondo monetario internazionale, la Cina dovrebbe crescere del 6,8% (-0,3 punti) nel 2015 e nel 2016 del 6,3% (-0,5 punti). L’annuncio della normalità serve anche a calmierare posizioni e preoccupazioni: in primis quella della ricaduta occupazionale, temuta non poco da Pechino, ma anche quella del debito pubblico. Le cause del rallentamento della crescita cinese derivano in primo luogo da un cambiamento della stessa da un sistema basato sulle esportazioni dovute ai bassi prezzi di produzione, a un sistema basato sul consumo interno. Sceso il mercato immobiliare, uno dei fattori più importanti dell’economia cinese, nel quale gli investimenti l’anno scorso sono cresciuti del 10,5%, molto al di sotto del 9,8% di crescita del 2013, con le vendite in calo del 7,6% e con l’aumento dello spazio non venduto del 26,1%. Il calo dell’immobiliare porta anche il calo dell’acciaio: anche se la produzione ha raggiunto il record di 822,7 milioni di tonnellate l’anno scorso (circa la metà della produzione globale) la crescita è stata solo dello 0,9%, il dato pià basso dal 1981. Nel 2014, sono calati gli investimenti in infrastrutture, scesi a un tasso di crescita del 15,7%, contro un aumento su base annua del 19,6% nel 2013. I dati diffusi stamattina hanno dimostrato una ripresa dell’economia cinese nell’ultima parte dell’anno, con buoni segnali da vendite al dettaglio e la produzione industriale: la stessa ha registrato un calo rispetto al 2013, all’8,3% su base annua, in calo rispetto al 9,7% del 2013. Le autorità erano già preoccupate, non a caso hanno deciso il taglio dei tassi di interesse a novembre. Difficile che, come fatto nel 2008, butteranno soldi nel sistema, perchè aumenterebbero già il notevole debito (240% del pil), ma continueranno a cercare di stimolare al domanda interna cercando sempre più di lasciare un modello industriale pesante verso uno più efficiente aumentando i consumi interni.

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Aumenta l’export cinese nel 2014, stabile import, +47% surplus

Sono aumentate le esportazioni cinesi nel 2014 rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dai dati diffusi stamattina dall’amministrazione generale delle dogane cinesi. Secondo quanto comunicato, le esportazioni sono aumentate nel 2014 del 6,1%, mentre le importazioni dello 0,4%, portando il valore totale degli scambi l’anno scorso ad un aumento del 3,4%, molto sotto il target fissato del 10%. Nel mese di dicembre, le esportazioni sono aumentate del 9,7% a 227,5 miliardi di dollari; a novembre erano scese del 4,7%. Le importazioni invece sono crollate del 2,4%, mentre a novembre il calo era stato del 6,7%. A dicembre, considerando la forbice tra importazioni e esportazioni, il surplus commerciale si è quasi raddoppiato, aumentando del 94% rispetto all’anno precedente. Per tutto l’anno, il surplus è aumentato del 47% a 382 miliardi di dollari.

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A marzo aumenta l’inflazione cinese (+2,4%) e scendono prezzi alla produzione (-2,3%)

Aumenta a marzo l’indice dei prezzi al consumo cinese, il maggiore indicatore dell’inflazione. Secondo i dati diffusi stamattina dall’istituto nazionale di statistica, lo scorso mese l’indice è stato registrato in aumento del 2,4% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. A febbraio il dato inflattivo era stato del 2%. Si contrae a marzo l’indice dei prezzi alla produzione in Cina. Secondo i dati diffusi poco fa dall’ufficio nazionale di statistica, lo scorso mese l’indice ha fatto registrare una contrazione del 2,3% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. A febbraio la perdita registrata era stata del 2%.

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Secondo il Wsj, la cinese Wanda punta a sale cinematografiche in Europa

Il colosso cinese dei cinema, Dalian Wanda Group, punta all’Europa. Pochi mesi dopo l’acquisizione della seconda catena di sale cinematografiche americane AMC Entertainment Holding, il gruppo Wanda ha avuto contatti con alcune società europee alle quali sarebbe interessata. Lo riporta il Wall Street Journal, secondo il quale nel mirino di Wanda ci sarebbero due delle maggiori catene di sale cinematografiche del Vecchio Continente, Odeon & UCI Cinema Holdings e Vue Entertainment, ambedue con sede in Gran Bretagna. Wanda controlla 1.000 sale cinematografiche in Cina e ha come obiettivo quello di raggiungere quota 2.000 entro il 2015, come affermato dal presidente della stessa società Wang Jianlin. Il gruppo cinese – mette in evidenza il Wall Street Journal – sarebbe interessato anche alla produzione cinematografica in Cina e altrove: Wanda avrebbe avuto contatti con Hollywood per il co-finanziamento di alcune produzione americane.

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Cina batte Usa, entro 2030 sarà prima eocnomia del mondo

L’economia cinese si affermera’ come la prima al mondo entro il 2030, battendo quella americana relegata la secondo posto. Gli Stati Uniti, pero’, resteranno un leader mondiale indispensabile, anche grazie alla dipendenza energetica che acquisteranno. E’ quanto afferma uno studio del National Intelligence Council, nel quale si precisa che l’influenza della Russia tramontera’, cosi’ come la forza economica degli altri paesi che si basano sulle entrate petrolifere. Nell’esaminare la situazione e cercare di stimare l’evoluzione, il rapporto mette in evidenza come la maggiore novita’ che rappresentera’ un cambio epocale sara’ l’affermazione di una classe media globale sempre piu’ ampia, grazie alla conquista del potere e di un maggiore benessere da parte di miliardi di persone che emergeranno dalla poverta’.

fonte: ANSA

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Gruppo cinese compra 80,1% di Aig, maggiore acquisizione cinese in Usa

La Cina fa shopping negli Stati Uniti: un gruppo di investitori cinesi ha acquistato l’80,1% della divisione leasing di aerei di Aig per 4,23 miliardi di dollari, con l’opzione di acquistare un ulteriore 9,9%. Si tratta della maggiore acquisizione cinese negli Stati Uniti. Il gruppo di investitori che ha acquistato International Lease Finance Corp include New China Trust, China Aviation Industrial Fund e P3 Investments. Per la Cina l’acquisizione completa una tre giorni importante: solo venerdì la cinese Cnooc ha ottenuto il via libera dal Canada per acquistare la società petrolifera Nexen per 15,1 miliardi di dollari.

fonte: ANSA

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Passera: i cinesi guardano a Italia per investimenti

”I cinesi sono molto interessati agli investimenti nel nostro paese. Ci sono dossier importanti, molte opportunita’ di investimento e sono diversi gli operatori cinesi che guardano ad aziende italiane”. E’ quanto ha detto il ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera, partecipando ad una serata a Shanghai di incontro con la locale comunita’ italiana d’affari, dopo la due giorni a Pechino. Accompagnato dal presidente dell’agenzia Ice, Riccardo Monti, dal presidente di Sace, Giovanni Castellaneta, dall’ambasciatore italiano a Pechino Attilio Massimo Iannucci e dal console generale italiano a Shanghai Vincenzo de Luca, Passera ha incontrato oltre 200 imprenditori e manager dislocati nella Cina orientale, riuniti nello Shanghai Italian Center. ”Abbiamo lavorato – ha detto Passera – affinche’ il Sistema Italia che qui a Shanghai funziona bene, potesse diventare una norma nel paese. Sulla questione economica italiana, siamo dovuti intervenire per evitare disastri maggiori, la spending review ha evitato peggiori problemi”. A Pechino il ministro dello sviluppo economico aveva incontrato sia i vertici del fondo sovrano cinese China Investment Corporation, sia esponenti della Bank of China che dell’autorita’ che si occupa dei marchi che lavora per la proprieta’ intellettuale. ”Con l’autorita’ per i marchi – ha detto il ministro – abbiamo avuto un incontro molto importante, con impegni seri sul rispetto delle proprieta”. Per Passera, l’incontro con il Cic e’ stato di ”grande soddisfazione”. Il ministro ha detto che le banche cinesi sono molto interessate all’Italia ma non ha ravvisato questioni sul fatto che non ci sia reciprocita’ con le cinesi che possono liberamente in Italia ma le italiane (straniere in generale) non possono operare allo stesso modo in Cina. La visita di Passera si chiudera’ domani con un incontro con potenziali investitori cinesi e aziende che gia’ investono in Italia come Huawei (del quale Passera incontrera’ il presidente), Cosco, Shanghai Electric, Chery International.

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Passera a Pechino: in pochi anni Cina primo partner commerciale Italia

Nel suo primo giorno in Cina, il ministro dello sviluppo economico Corrado Passera ha incontrato oggi a Pechino il ministro del commercio Chen Deming, i vertici della Bank of China, una delle quattro grandi banche pubbliche cinesi, e del Fondo sovrano. Passera ha affermato che negli incontri i suoi interlocutori cinesi hanno confermato la ”grande attenzione” con la quale da Pechino si guarda al nostro Paese e alle opportunita’ di investimento che offre per i capitali cinesi. Il ministro ha aggiunto che nel corso dei colloqui sono emersi nuovi settori di interesse da parte cinese, tra cui l’energia e la ”green economy” e ha ricordato che gli scambi tra Italia e Cina hanno avuto un’impennata negli ultimi anni. Oggi la Cina e’ il terzo partner commerciale (dopo Germania e Francia) del nostro Paese e potrebbe diventare il primo entro pochi anni, ha sottolineato il ministro. In un’intervista alla televisione di Stato, la Cctv, Passera ha riaffermato la solidita’ dell’ euro e della costruzione europea che, ha sottolineato, e’ ”un progetto di portata storica”. Il ministro dello sviluppo economico ha messo in guardia l’ audience cinese dall’ ascoltare le ”voci” che parlano di disgregazione dell’ Unione Europea e di fallimento della moneta unica. ”Sono voci messe in giro da chi vuol speculare”, ha affermato, aggiungendo che i mercati sono spesso irrazionali. Sulla politica del governo del quale e’ parte, Passera ha affermato che ha seguito una linea basata ”sull’ equilibrio tra austerita’ e crescita”, ricordando che la sua priorita’ e’ stata quella di ”convincere il resto del mondo che l’ Italia avrebbe fatto tutto quello che era necessario per riportare in ordine i conti pubblici”. Il ministro ha declinato di rispondere a una domanda sulle primarie del Partito Democratico, ”non per cattiveria, ma perche’ ho deciso si astenermi da commenti sulla politica italiana”. Passera ha partecipato – ”nel quadro di una missione che ci sta dando grande soddisfazione” – al lancio dell’ iniziativa Vini Italiani in Cina, un Paese che e ‘ diventato negli ultimi anni il primo importatore di vini del mondo. ”Ma noi non siamo il primo esportatore sul mercato cinese”, ha sottolineato Passera, affermando che ” possiamo giocarcela meglio di quanto abbiamo fatto fin adesso”, con un processo di promozione che ”avra’ il suo culmine nell’ Expo di Milano del 2015, quando l’ Italia sara’ la centro dell’ attenzione mondiale”. Domani, Passera terra’ un discorso alla Scuola Centrale del Partito Comunista Cinese e poi partira’ per Shanghai, seconda e ultima tappa della sua missione cinese.

fonte: ANSA

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Giù investimenti stranieri ad aprile, sesto mese consecutivo

Gli investimenti stranieri diretti in Cina sono diminuiti in aprile per il sesto mese consecutivo, secondo i dati diffusi oggi dal ministero del commercio di Pechino. In aprile, gli investimenti hanno toccato gli 8,4 miliardi di dollari, con un calo dello 0,7% rispetto allo stesso periodo dell’ anno precedente. Nei primi quattro mesi la flessione e’ stata del 2,4%. Il calo maggiore rispetto al 2011 e’ stato registrato dagli investimenti europei, che sono scesi nei primi quattro mesi dell’ anno del 27,9%. Un leggero aumento si e’ invece verificato per gli investimenti degli Usa, che sono aumentati del 1,9%, sempre rispetto ai primi quattro mesi del 2011. In aumento gli investimenti da altri paesi asiatici, in particolare da Giappone, Corea del Sud. Hong Kong, Macao e Taiwan.

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