La Banca centrale cinese (People’s Bank of China, Pboc) ha deciso di tagliare il coefficiente della riserva obbligatoria delle banche di 50 punti base a partire da domani, per dare più liquidità a sostegno delle imprese. La banca centrale ha anche deciso di tagliare di ulteriori 50 punti per alcune banche commerciali, impegnate soprattutto verso alcuni settori. Attualmente le grandi banche devono tenere il 20% dei loro depositi come riserva, il 16,5% per le piccole e medie banche. La decisione è arrivata dopo che i risultati della crescita cinese relativi al 2014 hanno mostrato un rallentamento, fermandosi al 7,4%, il peggiore dato da 24 anni. Oggi è stato reso noto il dato flash di Hsbc relativo al purchasing managers’ index (Pmi) relativo ai servizi, cresciuto a 51,8 a gennaio contro il 53,4 di dicembre. Il dato segue quello del settore manifatturiero che a gennaio ha fatto registrare un dato di 49,8, il più basso da ottobre 2012. Un dato sotto il 50 indica contrazione, sopra indica crescita.
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Banca Centrale Cina taglia di 50 punti base il tasso di riserva obbligatoria delle banche
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Pressing grandi banche cinesi sulla banca centrale per la liquidità
Le grandi banche cinesi in pressing sulla banca centrale del paese, alla quale chiedono di liberare fondi per allentare la stretta di liquidita’. Lo riporta il Wall Street Journal, sottolineando che la pressione degli istituti mostra la difficile scelta a cui si trova a far fronte Pechino alle prese con le debolezze del sistema finanziario nazionale, ovvero se aiutare le banche o arginare la rapida espansione di liquidita’. I mercati interbancari hanno sperimentato un aumento dei tassi nelle ultime settimane a causa del rallentamento dei flussi di capitali esteri e la necessita’ di adempiere agli obblighi con gli investitori. Da qui la richiesta alla banca centrale del paese per un’iniezione di liquidita’ nel sistema tramite un allentamento degli standard di depositi che le banche devono accantonare contro eventuali difficolta’.
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Banca centrale smentisce ammanco oro da riserva
La banca centrale cinese ha definito “solo voci”, promettendo di punire i colpevoli, le notizie di una indagine delle autorità sulla presunta scomparsa di 80 tonnellate d’oro dalle riserve nazionali. Lo scrive il China Daily. Era stato un giornale di Hong Kong a diffondere la notizia che la banca centrale cinese, il ministero delle finanze e atri enti governativi, avevano avviato una inchiesta sulla scomparsa dell’oro. Il metallo prezioso sarebbe scomparso da Jinan nello Shandong, da Nanchang nello Jianxi e da Sanming nel Fujian. Dal 2000, secondo quanto scrive la stampa di Taiwan, la Cina ha modificato tre volte le sue riserve d’oro. Nel 2001 erano stato portate da 394 tonnellate a 500 tonnellate e poi a 600 tonnellate nel 2004. Nell’aprile del 2009, la banca centrale ha rivelato di avere 1.054 tonnellate di oro, livello che dovrebbe essere lo stesso fino al giugno scorso. Con questi numeri, la Cina è quinta nel mondo.
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