Potrebbe rappresentare l’inizio di un cambiamento epocale la sentenza della Suprema Corte di Hong Kong che ha dato il via libera ad una transessuale, diventato donna cinque anni fa, per sposare il suo fidanzato. W, così è chiamata la donna su tutta la stampa locale che sta dando ampio risalto alla notizia, trent’anni, aveva già perso due volte la causa. Per il governo dell’ex colonia britannica e per i giudici che avevano sin qui esaminato il dossier, il suo era un caso davvero anomalo. Per la sua condizione di ‘transgender’ W non poteva sposarsi né con una donna in quanto ormai era diventata donna operandosi (tra l’altro in un ospedale pubblico grazie a un sussidio del governo dell’ex colonia britannica) e neanche con un uomo perché all’anagrafe, sui certificati, lei è ancora un uomo. Tanto più che per la legge di Hong Kong i certificati di nascita non si possono cambiare. La legge in materia di matrimoni, poi, all’art 21 stabilisce chiaramente che “il matrimonio si contrae tra un uomo e una donna, con esclusione di tutti gli altri”. Per la donna, quindi, sembravano non esserci speranze e il suo sogno di sposare l’uomo che ama da tempo sembrava allontanarsi sempre di più. Almeno sino ad ora. W negli anni non si è arresa e ha continuato la sua battaglia giudiziaria sottoponendo il caso alla Suprema Corte che, in maniera sorprendentemente moderna, ha deciso, votando a maggioranza 4-1, che “é sbagliato focalizzarsi solo solo sulle caratteristiche di un individuo al momento della nascita considerandole come immutabili” e anche che in una società multiculturale come quella di Hong Kong, la natura del matrimonio ha subito dei cambiamenti tanto che “l’importanza della procreazione come componente essenziale del matrimonio è molto diminuita”. L’avvocato che ha seguito il caso, ha parlato di “vittoria per tutte le donne di Hong Kong”. “Sono felice – ha dichiarato la donna alla stampa di Hong Kong – che la suprema corte abbia preso questa decisione comprendendo il mio naturale desiderio come donna di sposare il mio uomo, così come tutte le altre donne. Sono nata uomo, ma dopo l’intervento chirurgico oltre cinque anni fa, ho vissuto la mia vita di donna e sono stata trattata come una donna a tutti gli effetti, tranne per quanto riguarda il mio diritto di sposarmi”. Unico voto contrario, quello del giudice Patrick Chan Siu-Oi che ha dichiarato che il matrimonio transessuale è “un cambiamento radicale del concetto tradizionale di matrimonio”, aggiungendo poi che non ci sono prove certe che la morale ad Hong Kong sia cambiata al punto da abbandonare o modificare radicalmente il concetto tradizionale di matrimonio. Il giudice ha proposto che il cambiamento della normativa sia effettuato solo dopo aver effettuato una consultazione pubblica per tastare l’opinione della gente sull’argomento. Intanto la Corte ha però proposto una sospensiva per 12 mesi per consentire all’organo legislativo di innovare la materia attualmente in vigore sull’argomento. In rete nel frattempo abbondano i commenti. Se parecchi plaudono al cambiamento, alla libertà di scelta di poter amare e sposare chi si vuole, non mancano i tradizionalisti. “Andando di questo passo – scrive un utente su internet – in altri due decenni l’età minima del consenso per il sesso sarà 10 anni e questo sarà accettato socialmente e in altri 4 decenni l’incesto sarà la moda. E allora, dove si finisce? E’ questo quello che la gente chiama evoluzione sociale? O invece è degrado sociale?”. Dal 2008 ad oggi sono 16 le persone che hanno effettuato ad Hong Kong un intervento chirurgico per cambiare sesso con sussidi statali.
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Sempre più giovanissimi cambiano sesso a Hong Kong
Si abbassa notevolmente l’età per il cambiamento di sesso tra i transessuali ad Hong Kong. Secondo quanto scrive la stampa di Hong Kong, negli ultimi anni sono sempre più numerosi i casi di giovanissimi, anche solo ventenni, che decidono di sottoporsi all’intervento chirurgico per cambiare sesso. “In passato – spiega il dottor Albert Yuen Wai-cheung, capo del dipartimento di chirurgia al Ruttonjee Hospital di Hong Kong, specializzato in procedure per il cambio di sesso – erano persone di almeno 30 anni che si rivolgevano a noi per cambiare sesso, ora le cose sono cambiate, ci sono molti ventenni, spesso ancora studenti. Con più informazioni disponibili, sono di più quelli che chiedono un consulto con degli specialisti del settore”. Il dott. Wai-cheung ha poi anche sottolineato come siano soprattutto le donne a voler cambiare, diventando uomini, più che non il contrario. Tra l’aprile del 2010 e l’agosto 2011 sette pazienti si sono sottoposti presso il Ruttonjee Hospital al cambiamento di sesso e cinque di questi erano donne. “L’operazione da donna a uomo – spiega poi ancora il medico – é molto più complicata perché necessita di porre in essere anche tecniche ricostruttive molto delicate. Bisogna rimuovere seno, ovaie, utero e vagina e ricostruire testicoli e pene, facendo si che ne risultino organi reali, che permettono alla persona di urinare e anche di svolgere funzioni sessuali”. In entrambi i casi il dott. Wai-cheung ha aggiunto che si tratta anche di cambiamenti drastici di stile di vita che spesso comportano anche conseguenze di tipo emotivo e psicologico che non vanno sottovalutate.