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Dieci coppie omosessuali cinesi vincono viaggio per sposarsi negli Usa

Dieci coppie omosessuali cinesi voleranno la prossima estate in California per sposarsi, dopo aver vinto un concorso online che scade domani. Il concorso, organizzato da Danlan.org, un sito cinese specializzato su questioni del mondo Lgbt, proprietario anche dell’app per apparati mobile Blued (una app che favorisce gli incontri omosessuali), è stato appoggiato dal colosso delle vendite online Alibaba. Oltre 75.000 persone hanno votato tra 400 coppie, le 10 che si sposeranno insieme a West Hollywood, scegliendole dopo aver letto le loro storie e i loro appelli. Il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è riconosciuto in Cina e anche se l’omosessualità non è più reato, sull’argomento c’è un certo riserbo molto stretto. E’ anche la prima volta che una società così grande e importante come Alibaba (primo sito di ecommerce al mondo) appoggia così apertamente una manifestazione a sostegno di omosessuali. Il sindaco della città californiana ha inviato una lettera di invito alle coppie omosessuali, pubblicata su Taobao, uno dei siti di ecommerce di proprietà di Alibaba.

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Nove avocati per diritti degli omosessuali arrestati

Nove avvocati attivisti per i diritti degli omosessuali sono stati arrestati ieri a Pechino poco prima dell’inizio di una conferenza sul tema dell’omosessualità che era stata prevista per ieri mattina. Lo riferisce il Global Times. Dei nove arrestati, sei sono stati rilasciati in serata, dopo essere stati interrogati per diverse ore. Tre, secondo quanto riferisce il giornale cinese, sarebbero ancora in custodia. “Ci hanno chiesto il motivo per cui volevamo partecipare alla conferenza – ha raccontato uno di loro, A. Qiang, dopo essere stato rilasciato – chi ci aveva invitato e ci hanno poi invitato a cancellare l’evento inviando un sms ai previsti partecipanti. Io penso che l’obiettivo della polizia fosse di evitare che la conferenza, considerata avere ad oggetto un argomento sensibile, potesse svolgersi regolarmente”. La conferenza avrebbe dovuto avere ad oggetto l’esame delle procedure per poter fondare in Cina delle organizzazioni che si occupano della tutela dei diritti degli omosessuali ed era stata organizzata dopo che la richiesta di una organizzazione di questo tipo a Changsha, nella provincia centrale dell’Hunan, di registrarsi era stata rifiutata dalle autorità alcuni mesi fa. “La polizia ha esagerato – ha continuato A. Qiang – noi volevamo solo parlare delle difficoltà che hanno gli omosessuali e promuovere l’uguaglianza per le persone a prescindere dal loro orientamento sessuale”.

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Gli negano registrazione di Ong gay, cita in giudizio governo locale

Un uomo di Changsha, nella Cina centrale, ha citato in giudizio le autorità locali dopo che queste hanno rifiutato di registrare la sua associazione per i diritti degli omosessuali: l’omosessualità, è stata la motivazione delle autorità, è “contro la costruzione del progresso culturale e ideologico”. Alla fine del 2013 l’uomo ha effettuato diverse visite al dipartimento Affari civili della provincia dello Hunan, della quale Changsha è capoluogo, per registrare la sua associazione di volontariato, ricevendone sempre un rifiuto. L’ultima volta i funzionari hanno detto che l’associazione avrebbe dovuto operare secondo la morale e che un’associazione gay non dovrebbe essere creata, quindi non registrata. L’uomo, del quale non è stata resa nota l’identità, ha chiesto le scuse del dipartimento che però non ha mai risposto, da qui la decisione di avviare la causa, riporta l’agenzia Nuova Cina. L’omosessualità in Cina, che resta ancora un argomento tabù, è stata rimossa dall’elenco dei disordini mentali nel 2001, ma sono ancora molti i luoghi nei quali i gay vengono forzati anche dalle famiglie a seguire trattamenti medici. In alcuni casi, gli omosessuali vengono arrestati con le accuse più disparate.

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