Sono stati temporaneamente rimossi dall’incarico cinque redattori dell’Oriental Guardian, il giornale di Nanchino, per aver pubblicato la notizia secondo la quale la televisione Cctv già conosceva le reali condizioni dell’ostacolista Liu Xiang (un problema al tendine di Achille), prima ancora dell’incidente avvenuto durante la batteria dei 110 metri ostacoli alle Olimpiadi di Londra. Sulle pagine incriminate del Guardian si legge che “tutti sapevano, solo gli spettatori aspettavano stupidamente il miracolo”. Liu è crollato al suolo lo scorso 7 agosto durante la gara. Il commentatore della Cctv, Yang Jian, era scoppiato quasi a piangere nel descrivere la scena ma in seguito un redattore di Cctv che guidava la delegazione di giornalisti a Londra, confermò che anche Yang era stato informato dai capi della delegazione che Liu non avrebbe potuto correre per il problema fisico, ma che lo avrebbe fatto lo stesso per questioni di immagine, e gli era stato detto di fingersi sorpreso e di non dire niente a nessuno. La notizia del falso ha suscitato molte reazioni sul web, molti gli spettatori che sui più popolari blog e servizi on line tra i quali Sina Weibo, il Twitter cinese, hanno parlato di “farsa” e di “presa in giro” per il pubblico. Intanto da qualche giorno dalle pagine on line del Guardian è scomparso qualsiasi riferimento a Liu e alla vicenda. I cinque redattori sono in attesa di sapere quale sarà la loro punizione finale dopo il periodo di sospensione.
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Sospesi giornalisti che hanno svelato farsa olimpica
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Pastetta alla Tv cinese: sapeva prima di incidente di Liu alle Olimpiadi e ha seguito copione
E’ polemica in Cina dopo la scoperta della farsa messa in campo dalla televisione di stato cinese, la Cctv, sull’incidente occorso a Liu Xiang durante la batteria dei 110 ostacoli alle Olimpiadi di Londra. Il giornalista della televisione cinese che in diretta ha mostrato in dramma del corridore di Shanghai, sapeva infatti delle pessime condizioni di salute dell’atleta, perche’ informato dal capo delegazione e dall’allenatore dell’atleta cinese. Liu, infatti, appena arrivato il 3 agosto a Londra, era stato sottoposto a degli accertamenti che avevano certificato che il problema al tendine di Achille destro, lo stesso che gli aveva impedito di difendere, a Pechino 2008, l’oro olimpico conquistato ad Atene 2004, gli avrebbe impedito di gareggiare. Secondo quanto hanno scoperto alcuni giornali cinesi e di Hong Kong, Yang Jian, il giornalista televisivo che all’incidente di Liu e’ arrivato ad onorarlo fino alle lacrime, paragonandolo ad un guerriero inerme, stanco, bisognoso di riposo, sapeva che Liu non avrebbe potuto competere. Ma la farsa e’ andata in scena lo stesso, nella disperazione dei cinesi che vedevano crollare sulla pista di Londra, al primo ostacolo, uno degli atleti piu’ amati. Ora la notizia della scoperta del falso, per il quale il giornalista cinese aveva addirittura preparato quattro versioni a seconda di quello che sarebbe successo in pista, sta scatenando oltre un milione di messaggi di protesta e reazioni dei tifosi cinesi sulla rete, che, soprattutto nei microblog e nei servizi tipo Twitter, che parlano di ‘farsa’, di ‘plagio’, di ‘fregatura’. Gli stessi tifosi che si sono commossi al momento dell’incidente, che comunque tributarono a Liu onori, credendo nella versione ufficiale della maledizione olimpica, sperando in un suo ritorno. Yang aveva confessato ad alcuni suoi colleghi che sapeva che Liu non avrebbe potuto gareggiare, ma aveva avuto l’ordine dalle autorita’ di mantenere il segreto. Che Yang sapesse prima del fatto che Liu non potesse correre, dopo lo scoop dei giornali, e’ stata confermata anche ieri da Sha Tong, capo dei giornalisti della Cctv inviati a Londra, in un seminario organizzato dalla televisione sull’esperienza olimpica. La notizia e’ stata ripresa anche dalla stampa ufficiale cinese, con articoli sia del Global Times che del China Daily. Quest’ultimo scrive che ”secondo gli esperti e’ normale per le televisioni preparare piani diversi per diverse eventualita’ in importanti eventi spostivi”.
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Olimpiadi per i cinesi: nuotatrice dopata geneticamente e biscotto sul badminton
Propongo due articoli sullo sport che hanno a che fare con le olimpiadi: la giovane nuotatrice per la quale si poarla di doping genetico e il bisotto del badminton. Sono tutti articoli Ansa.
LA NUOTATRICE GENETICAMENTE MODIFICATA
Ye Shiwen continua a macinare medaglie per la Cina e sul conto della teen-ager piu’ veloce di Michael Phelps continuano le insinuazioni e i veleni: dopo il doping e le manipolazioni genetiche, le scuole della tortura. Corpi da flettere e menti da piegare: lo straordinario exploit, attribuito dalla cinesina al ferreo allenamento ricevuto fin da bambina, ha riportato alla ribalta le ”Guantanamo sforna-ori” di Pechino. Scuole in cui fin dalla piu’ tenera eta’ Pechino produce giovanissimi atleti utilizzando metodi al limite della tortura. ”Ye e le sue compagne di squadra sono prodotte come robot su una cinica catena di montaggio umana”, ha scritto oggi il Daily Mirror a proposito del programma governativo da mezzo miliardo di sterline che negli ultimi 40 anni ha selezionato bimbi dell’eta’ dell’asilo in base alle dimensioni, peso, inclinazioni: una elite di oltre 400 mila baby-atleti su una popolazione di un miliardo e 300 milioni consegnati a 3000 scuole specializzate sforna-campioni. Diete ferree e allenamenti massacranti. Mesi e mesi lontani dalle famiglie: ”Gli viene fatto il lavaggio del cervello: il loro unico obiettivo e’ vincere l’oro”, scrive il Mirror che pubblica foto impressionanti emerse in dicembre su Internet: piccole ginnaste in lacrime dopo esser state costrette a violenti esercizi di stretching, altre forzate a fare la verticale sulle mani per 30 minuti consecutivi. Anche Ye, che sogna Disneyworld e che forse, finiti i Giochi andra’ con i genitori nel ‘pianeta di Topolino’ a Hong Kong, e’ stata ‘infornata’ nella sua ‘Guantanamo’ quando era appena all’asilo: prescelta perche’ aveva un fisico inusualmente mascolino con mani e piedi molto grandi e arti extra-long, e’ stata separata dalla famiglia (atleti dilettanti, madre campione di salto in lungo, padre podista) e costretta a vivere con altre cinque speranze del nuoto in un dormitorio spartano della Chen Jinglun Sport School di Hangzhou: ex alunni celebri il ginnasta olimpico Luo Yun e l’ex oro olimpico Luo Huejuan. Ye e le sue compagne erano costrette ad allenarsi per ore uscendo dalla piscina solo quando ”era necessario pulirla”, ha detto uno dei suoi coach, Wei Wei, citato sul Daily Mail. Per alcuni e’ solo timida, e per altri un automa. Ma dai media cinesi la ‘bambina-pesce’ e’ descritta come una ragazzina ‘normale’: tutta tv, libri gialli e punto a croce (un hobby popolare tra le coetanee) oltre che il nuoto. Ye, che si dipinge le unghie e parla a un cellulare rosa shocking, e’ stata difesa oggi, oltre che dai suoi connazionali sul web, da Mr London 2012 in persona, Lord Sebastian Coe: ”Il suo successo non e’ impensabile”, ha detto il capo del comitato organizzatore dei Giochi: ”Diamole il beneficio del dubbio”.
IL BISCOTTO DEL BADMINTON
C’é un ‘biscotto’ anche alle Olimpiadi. Stavolta non presunto, come nel caso, mai concretizzatosi, di Spagna-Croazia all’ultimo Europeo di calcio ma reale al punto che quattro coppie del badminton, ovvero otto atlete tra cui una campionessa olimpica in carica, la cinese Yu, sono state escluse da Londra 2012. Anche il loro ricorso è stato respinto. Si tratta delle cinesi Wang Xiaoli e Yu Yang, le indonesiane Greysia Polii e Meiliana Jauhari e le sudcoreane Jung Kyung-eun, Kim Ha-na, Ha Jung-eun e Kim Min Jung. Per il Cio conserveranno comunque il loro accredito ed pratica vuol dire che fino al 12 agostO potranno fare semplicemente le spettatrici. A decidere il provvedimento è stata la federazione internazionale del badminton, sport su cui incombe l’ombra della mafia delle scommesse clandestine. L’allarme era stato lanciato del Cio già da mesi, e i riflettori erano accesi particolarmente sul mercato asiatico delle puntate. Ora arriva lo scandalo del bamdinton, e per ora si parla solo di risultato ‘combinato’ tra avversari. Il ct delle sudcoreane, Sung Han-Kook, ha ammesso che qualcosa c’é stato “ma a cominciare sono state le cinesi”. Il tutto non per favorire qualche bookmaker o raccoglitore di puntate, ma semplicemente per evitare nei turni successivi avversarie più impegnativi e scegliersene di più abbordabili. E magari, nel caso delle cinesi, scongiurare un match ‘fratricida’ in semifinale. Se ci considera che nel frattempo, dalla palazzina dove alloggia la Spagna e dalle stanze del comitato olimpico spagnolo, è tutto un coro di proteste contro le decisioni arbitrali che, tra calcio, beach volley, judo, pallamano e soprattutto pallanuoto, avrebbero penalizzato gli atleti che vestono di giallo e rosso, sembra quasi di rileggere le pagine più brutte delle domeniche del pallone: invece sono le Olimpiadi. Intanto le otto giocatrici di uno sport popolare soprattutto in Asia sono fuori dalle Olimpiadi, per di “aver violato lo spirito olimpico e non aver fatto del loro meglio per vincere, tenendo una condotta contraria ai principi dello sport”. Secondo il presidente del Locog Sebastian Coe, quello delle giocatrici del badminton “é stato un comportamento inaccettabile e deprimente”, una vera e propria offesa agli ideali olimpici. Dalla delegazione cinese è arrivata una risposta: niente combine o ‘biscotti’, Yu e Wang hanno giocato al rallentatore, e sbagliato qualche colpo di troppo, semplicemente per il desiderio di risparmiare energie preziose. “Eravamo già qualificate – ha cercato di giustificarsi la Yu -, quindi non abbiamo spinto al massimo: i confronti più impegnativi sono quelli dai quarti in poi”. Non è bastato a convincere gli scettici, o chi, come il pubblico della Wembley Arena, aveva assistito ad una farsa e per questo aveva contestato rumorosamente. La medaglia d’argento di Atene, ed ora commentatrice tv Gail Emms, britannica, ha sottolineato che “é stato assolutamente scioccante, il pubblico urlava ‘fuori, fuori’ e c’era la diretta in mondovisione. Bisogna fare qualcosa per il futuro del nostro sport e anche delle Olimpiadi”. “La Cina controlla tutto – ha invece commentato la giocatrice bulgara Petya Nedelcheva -, non è certo la prima volta che loro giocatrici manipolano dei risultati, l’anno scorso lo hanno fatto un mucchio di volte. Fanno ciò che vogliono”. Ma sono ancora Olimpiadi?
Intanto, la giocatrice di badminton cinese Yu Yang, squalificata alle Olimpiadi di Londra per aver deliberatamente perso in un incontro di doppio, ha annunciato che metterà fine alla sua carriera. “Questa è la mia ultima competizione. Addio alla Federazione mondiale di badminton, addio allo sport che tanto amo”, ha scritto l’atleta cinese sul suo blog. Yu Yang e la compagna di doppio Wang Xiaoli, anche lei squalificata, sono le campionesse del mondo 2011.Nel suo messaggio su internet, Yu Yang, 26 anni, ha anche parlato dei suoi “sogni infranti” dalla squalifica dopo quattro anni di duro allenamento. La giocatrice cinese, campionessa olimpica in carica, fa parte delle otto atlete (quattro coppie di doppio femminile) accusate si “non aver fatto del loro meglio per vincere” negli incontri di qualificazione di martedì sera a Londra: l’altra cinese Wang, le indonesiane Greysia Polii-Meiliana Jauhari e le sudcoreane Jung Kyung-eun, Kim Ha-na, Ha Jung-eun e Kim Min Jung.
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In vendita in Cina le fiaccole olimpiche
In vendita sul web cinese, le torce olimpiche. Vere o no, su Taobao, il maggior portale di e-commerce in Cina, sono diversi i venditori che offrono le vere torce a prezzi intorno ai 10.000 euro. Zhuo, uno di questi, dice di averle avute da amici greci che conoscono dei vip ai quali sarebbero state date dopo l’invito alla cerimonia di accensione della fiaccola. Secondo quanto ha detto l’uomo al Global Times, almeno 4.000 di queste torce sono state date a vip che poi le hanno rivendute. Zhuo promette di stipulare un contratto con i suoi acquirenti garantendo la qualità e l’autenticità delle torce che vende. Almeno 20 altri negozi on line sulla stessa piattaforma di e-commerce, dichiarano di avere in vendita torce autentiche, vendute sempre intorno ai 10.000 euro, anche se ‘solo’ 50.000 autentiche riproduzioni in scala della torcia olimpica sono disponibili per la vendita in Cina dallo scorso maggio, al prezzo di circa 350 euro. La società che ha avuto dal comitato olimpico cinese ma soprattutto del comitato organizzatore delle Olimpiadi di Londra l’esclusiva della vendita delle torce in scala, dice che sia queste che quelle portate dai tedofori durante il percorso della fiaccola olimpica, non sono state prodotte in Cina, quindi non è possibile che siano disponibili in larga quantità.
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