Anche l’agenzia di stampa ufficiale Nuova Cina è entrata sotto la lente degli ispettori della commissione centrale di disciplina del partito comunista cinese. Lo riferisce il sito della stessa commissione. Seguendo l’invito del presidente cinese e segretario del partito Xi Jinping, da tempo si sono accesi i riflettori anti corruzione su diversi uffici pubblici. Le informazioni passano tutte attraverso il sito della commissione, che non lesina particolari. gli ultimi a finire sotto la lente degli ispettori sono stati appunto l’agenzia ufficiale di stampa Xinhua e il ministero del Commercio, oltre alla provincia del Guangdong, a quella dello Shanxi, a quella dello Yunnan, al ministero della terra e delle risorse e alla società statale che gestisce la diga delle tre gole. I lavori degli ispettori durerà qualche settimana. Nell’ultimo anno azioni del genere hanno portato alla rimozione e alla condanna di funzionari ritenuti corrotti. Il presidente cinese Xi Joinping, interpretando anche un sentimento popolare, ha deciso da quando è alla guida del partito e del paese di perseguire una lotta dura contro la corruzione, nei confronti soprattutto di funzionari statali e di partito di qualsiasi ordine e importanza.
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Ispettori anticorruzione anche in agenzia Nuova Cina
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Per la Nuova Cina lo shutdown americano mostra il lato brutto della politica di parte
Lo ‘shutdown’ mostra il “lato brutto della politica di parte” a Washington: cosi la Nuova Cina esprime preoccupazione sugli effetti che la chiusura delle attività federali negli Stati Uniti per il mancato accordo sul budget al Congresso potrebbe avere sull’economia mondiale. In un editoriale l’agenzia di stato di Pechino scrive che “gli Stati Uniti, l’unica superpotenza mondiale, si sono lanciati per anni in un una politica di spesa irresponsabile”. Lo shutdown – continua Nuova Cina – potrebbe portare gli Usa a non adempiere ai suoi obblighi di debito. L’agenzia ricorda come nel 2011 un analogo conflitto porto’ ad un innalzamento del tetto del debito, in seguito al quale fu scongiurato il default, ma porto’ al declassamento da parte di Standard & Poors del rating del debito sovrano degli Stati Uniti. “Visto l’ultimo fallimento politico, un replay del dramma dell’estate del 2011 sembra probabile, e ciò è certamente fonte di preoccupazione per gli investitori stranieri degli Stati Uniti”, conclude l’agenzia. La Cina e’ il paese che detiene la quota maggiore del debito americano.
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Presidente Nuova Cina: media stranieri contro la Cina
“Parte della stampa e dei media occidentali sta cercando di demonizzare la Cina e di promuovere la rivoluzione e la disintegrazione nazionale in quanto odia vedere come il paese stia prosperando”. Lo ha detto in un articolo Li Congjun, presidente dell’Agenzia di stampa ufficiale cinese, Nuova Cina. Le sue parole arrivano in un momento in cui il Partito Comunista cinese ha deciso di rafforzare i controlli su internet e sulla stampa, ricordando come sia responsabilita’ dei media quella di “promuovere una corretta direzione politica”. Secondo il capo di Nuova Cina e’ anche necessario combattere la visione distorta che molti giornali occidentali danno del Paese. “Alcune forze ostili occidentali – ha scritto Li nel suo articolo – non vogliono vedere una Cina socialista prospera e mirano alla occidentalizzazione, separazione e rivoluzione”. Gia’ lo scorso anno la Cina aveva duramente attaccato la stampa occidentale dopo che il New York Times aveva pubblicato la notizia secondo la quale la famiglia dell’allora premier Wen Jiabao aveva accumulato una ricchezza di almeno 2,7 miliardi di yuan. La Cina consente ai giornalisti stranieri di vivere nel Paese e svolgere la loro attivita’ ma essi sono sottoposti comunque a restrizioni e controlli e in alcuni casi sono stati costretti a subire numerose minacce o problemi nel trattare argomenti sensibili.
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Mistero su sorte nuovo capo propaganda
E’ mistero in Cina per la sorte di Liu Qibao, nominato lo scorso mese nuovo capo della propaganda al posto di Liu Yunshan passato nell’elenco ristretto dei 7 che guidano il paese. Secondo quanto riferiscono fonti di stampa locale, lo scorso 27 novembre Liu Qibao ha fatto la sua prima apparizione come capo del dipartimento per la propaganda in un incontro di un’associazione cinese. Lo stesso giorno l’agenzia di stampa ufficiale, Nuova Cina, riportò che Liu avrebbe compiuto un viaggio ufficiale in Corea del Nord, Vietnam e Laos dal 29 novembre al 2 dicembre. Ma Liu per quel viaggio non è mai partito. I media di Hong Kong in particolare hanno confermato che il previsto viaggio è stato cancellato senza ulteriori spiegazioni. Da allora del nuovo leader non c’é più traccia. E come già avvenne a settembre scorso quando il futuro presidente Xi Jinping “scomparve” per due settimane, si rincorrono le ipotesi più disparate. Le ricerche su Sina Weibo, il più famoso motore di ricerca cinese, inserendo il nome ‘Liu Qibao’ non danno nessun risultato nuovo anche al momento non sembra siano stati inseriti blocchi o censure nella ricerca. On line molte persone stanno commentando il fatto. “Dov’é andato Liu?” “E’ forse malato?”, “é inquisito?” sono le domande più ricorrenti della gente. Fonti di stampa taiwanese avanzano l’ipotesi che il viaggio in Corea del nord sia stato cancellato perché nel frattempo è successo qualcosa e che si tratterebbe “di un segreto”. Come già accadde per Xi Jinping probabilmente la verità non si saprà ma, come ha scritto un altro utente on line “probabilmente non c’é niente di strano dietro ma non si capisce perché la Cina non debba mai dire nulla”.
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Smentita la morte di Jiang Zemin
L’ex-presidente cinese Jiang Zemin é vivo e le notizie che si sono diffuse ieri sulla sua morte sono “semplici voci”. Lo afferma l’agenzia Nuova Cina citando “fonti autorevoli”. Le voci sulla scomparsa dell’ex-presidente si sono diffuse in seguito alla sua assenza dalle celebrazioni del 90/o anniversario della fondazione del Partito Comunista Cinese, venerdì scorso. Jiang, 85 anni, da alcuni mesi non gode di buona salute. Ieri la censura è intervenuta per bloccare i messaggi che parlavano della probabile morte dell’ex-presidente su Internet. Una rete televisiva di Hong Kong ne aveva addirittura annunciato la notte scorsa la morte, dandola per sicura.
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