Stretta su internet in Cina, in due diverse operazioni: una di carattere politico, per reprimere voci e commenti su un presunto colpo di stato dei giorni scorsi, l’altra contro la criminalita’ comune sul web. Le autorita’ annunciano di aver arrestato sei persone, chiuso 16 siti e vietato commenti per quattro giorni su blog e microblog. E affermano inoltre d’aver arrestato, dal 14 febbraio, 1.065 persone, di aver cancellato oltre 200.000 messaggi legati a crimini su internet, come i commerci illegali di armi, droga, sostanze tossiche, organi umani o informazioni personali, la contraffazione di certificati o documenti. Per quanto riguarda la prima, la polizia di Pechino, di concerto con lo State Internet Information Office (Siio), ha agito per bloccare ”voci online”, in particolare quella di un presunto colpo di stato, che ha impresso un vero boom di commenti, soprattutto fra i giovani. Secondo un portavoce del Siio, le voci diffuse hanno avuto una ”cattiva influenza sul pubblico”. La polizia ha inoltre ”ammonito ed educato” coloro che hanno dimostrato intenzione di diffondere quelle notizie. Nel mirino delle autorita’ il servizio weibo (microblogging, simile a Twitter) di Sina e di Tencent (che gestisce anche qq, il piu’ diffuso servizio di messaggistica in Cina), scatenando numerose proteste online. Le autorita’ consentono di postare articoli e messaggi sulle due piattaforme. Ma se si tenta un commento si riceve un messaggio in cui si spiega che non sara’ possibile fino al 3 aprile, quando ”sara’ conclusa l’operazione di pulizia” dei blog da ”informazioni illegali e dannose”. Anche il quotidiano ufficiale del Partito comunista (Pcc), il People’s Daily, ha appoggiato l’iniziativa: ”Chiunque creai e diffonda voci sara’ punito”, dice un editoriale, secondo cui tutti gli operatori internet in Cina devono obbedire a leggi e regolamenti, evitando di spacciare per ”verita’ notizie false che possono minare la morale pubblica”e la ”stabilità sociale”. La notizia ”falsa” riguarda un presunto colpo di stato tentato la settimana scorsa a Pechino dopo la riunione dell’assemblea del popolo e l’epurazione di Bo Xilai, il potente capo del partito di Chongqing. E il caso Bo Xilai resta sotto i riflettori, dopo che Londra ha chiesto lumi sulla morte di Neil Heywood, l’uomo d’affari britannico deceduto lo scorso novembre in un hotel di Chongqing, stando alle autorita’ cinesi, per i postumi d’una pantagruelica bevuta. Heywood sarebbe rimasto in realta’ coinvolto in una resa dei conti ai massimi vertici nel partito comunista, sfociata nell’epurazione. Secondo le ultime informazioni, l’inglese avrebbe detto ad amici e parenti di temere per la sua vita dopo un litigio con la moglie d’un potente politico locale.
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Nuove regole per internet, Ai Weiwei tra le vittime
L’ artista cinese e dissidente Ai Weiwei è stato tra le vittime delle nuove regole imposte agli utenti dei “microblog” di Pechino, che sono entrate in vigore in questi giorni. Secondo le nuove regole tutti coloro che usano i microblog devono registrarsi col il loro vero nome e non, come era possibile fino al dicembre scorso, con degli pseudonimi. L’artista – che ancora è controllato dalla polizia dopo essere arrestato per tre mesi, l’anno scorso – ha affermato di essersi registrato con il numero della sua carta per l’assistenza sanitaria, un documento ufficiale che ne permette l’identificazione. Il suo “microblog” è però scomparso dopo due ore. I microblog, il sostituto locale di Twitter, che è bloccato dalla censura, sono usati da circa 300 milioni di cinesi e sono diventati negli ultimi anni il canale di espressione dell’opinione pubblica. Su Twitter, che è accessibile con i Vpn, i software che permettono di aggirare la censura, Ai Weiwei ha 131mila “seguaci”. Sina.com, il portale usato dalla grande maggioranza dei blogger, prevede che il 60% dei suoi utenti si uniformeranno alle nuove direttive. Le autorità cinesi affermano che le regole sono motivate dalla necessità di combattere la pornografia e le voci allarmistiche infondate che a volte sono state messe in circolazione sui microblog, chiamati “weibo” in cinese. Un caso recente di notizia falsa è il “rumor” secondo il quale Kim Jong-un, il nuovo leader nordcoreano, era stato assassinato durante un viaggio a Pechino.
fonte: ANSA
Tv diede notizia falsa morte di Jiang Zemin, multata
L’autorità per la televisione di Hong Kong ha multato una rete televisiva per aver diffuso la notizia della morte dell’ex presidente cinese Jiang Zemin. Lo scrive l’edizione online del South China Morning Post. Secondo la Broadcasting Authority, la rete televisiva Asia Television avrebbe adottato un “approccio irresponsabile” anche durante l’indagine sui fatti, e la rete è stata ‘inaccurata’ nel riportare la notizie e nella tardiva correzione dell’errore. La decisione della multa di 300.000 dollari di Hong Kong, circa 30.000 euro, è stata presa considerando l’importanza della notizia della morte di Jiang sul pubblico e la mancanza di verifica da parte della rete. Lo scorso 6 luglio si diffuse la notizia della morte di Jiang Zemin, l’85nne presidente della Cina dal 1993 al 2003. L’Atv si buttò sulla cosa e parlando di conferme avute da esponenti del governo dell’ex colonia britannica e mantenne la notizia fino al giorno dopo. Sulla rete televisiva si sono anche addensati i sospetti di avere agito per conto di qualcuno e di avere ad arte diffuso la notizia della morte dell’anziano leader cinese. Quelli dell’Atv erano talmente convinti della morte di Jiang Zemin che cambiarono anche il colore del loro logo da arancio a grigio in segno di rispetto.
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Un milione di visitatori in un giorno? A me, me pare na strunzata
Cosi’ direbbero i Tretre alla notizia che il numero dei visitatori in una sola giornata all’Expo di Shanghai ha superato il 16 ottobre, alle 18 ora locale, il milione. Dalla mattina, infatti, sono stati 1.001.500 i visitatori che hanno varcato gli accessi del grande parco dell’esposizione universale cinese, segnando un nuovo record. Il 15 i visitatori erano stati 627.800, un numero comunque molto alto considerando anche che il target della manifestazione e’ di avere 400.000 visitatori al giorno per poter raggiungere il risultato finale di 70 milioni di visitatori. Ad oggi, a 13 giorni dalla fine dell’Expo, sono 65 miioni i visitatori totali. Il raggiungimento di un milione di visitatori in un solo giorno, sta comunque scatenando qualche polemica, perche’ la corsa al raggiungimento del numero sperato di visitatori alla fine, pone comunque problemi di sicurezza, in quanto il limite fissato dopo i test precedenti all’Expo era stato fissato in 450.000 visitatori. Ma che scherziamo? un milione di visitatori in un giorno? secondo me i numeri sono falsi, fasulli, falsati. Vogliono raggiungere i 70 milioni di visitatori estanno facendo di tutto Ma vi rendete conto che significa un milione di persone in 5 chilometri quadrati? Certo, non tutti sono entrati e hanno visitato l’Expo allo stesso momento, ma chi ha pagato 160 yuan, circa 18 euro per entrare nell’Expo, è possibile che sia uscito dopo un’ora se per visitare alcuni padiglioni ci vogliono almeno 3 ore di fila? I matematici facciano i conti. Ma seppure i numeri fossero reali (e non ci credo), vi rendete conto che pericoli per la sicurezza? Un milione di persone: è come se tutti i cittadini di Napoli, di tutte le eta’ e condizioni di salute, abbiano visitato il 16 l’Expo. Assurdo. E se ci fosse stato un terremoto o qualche altra cosa, come scappavano? Secondo me è un dato fasullo. E se non lo è gli organizzatori che hanno permesso una cosa del genere sono dei criminali.
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