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Michelle Obama ha salutato la Cina tra panda e polemiche

Si conclude con qualche venatura polemica la missione cinese di Michelle Obama: sei giorni di “diplomazia gentile” per avvicinare Usa e Cina, anche sul piano della comprensione culturale. Dopo le frasi sulla libertà di espressione come “diritto universale”, la first lady si e’ concessa un pranzo in ristorante tibetano: un modo soft per lanciare un messaggio alle autorità cinesi sul Tibet. Il programma di oggi ha avuto un forte impatto mediatico. Michelle Obama ha infatti visitato la Chengdu Research Base of Giant Panda, la piu’ importante riserva di panda della Cina. Dando delle mele da mangiare ad uno degli animali, la First lady americana ha fatto la gioia di fotografi e cameramen. Giunta al sesto e ultimo giorno della sua missione in Cina, la moglie del presidente americano Barack Obama ha poi sottolineato un motivo di dissenso tra Usa e Cina,scegliendo di recarsi a mangiare in un ristorante tibetano di Chengdu, che e’ la capitale della provincia del Sichuan e una delle metropoli cinesi emergenti. La Cina considera il Dalai Lama, il leader tibetano in esilio, un pericoloso secessionista, mentre gli Usa lo ritengono un moderato e insistono con la Cina perche’ riprenda a dialogare con lui. La sosta nel ristorante Zangxiang Teahouse e’ stata decisa, secondo la Casa Bianca, “in linea con l’interesse (della First Lady) verso i diritti delle minoranze”. Nel Sichuan vive una numerosa comunita’ tibetana, tradizionalmente ostile verso Pechino. Circa la meta’ delle 120 “autoimmolazioni” di protesta compiute da tibetani negli ultimi tre anni si sono verificate nel Sichuan. La visita di Obama al ristorante tibetano – dove le sono stati offerti una serie di piatti basate sulla carne di yak – ha suscitato le ire dei nazionalisti cinesi. Intervenendo sui siti di comunicazione sociale uno di loro ha scritto che la scelta della First Lady “ha un forte significato politico, e vuole far capire che gli Usa guardano con attenzione alla politica verso il Tibet”. Nel corso del viaggio, nel quale e’ stata accompagnata dalle due figlie di 13 e 16 anni e dalla madre Marian Robinson, Michelle Obama si e’ dedicata a quella che la stampa cinese ha definito una “diplomazia gentile”. La First Lady ha visitato scuole e universita’ mettendo l’ accento sulla necessita’ di scambi culturali che consentano ai cittadini dei due paesi di comunicare e di approfondire la conoscenza reciproca. Arrivata in Cina il 20 marzo, Michelle Obama ha visitato Pechino e Xi’an, la città dei guerrieri di terracotta, prima di raggiungere Chengdu.

fonte: ANSA

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Arrestati dissidenti alla vigilia della visita di Michelle Obama

Le autorità della provincia sud occidentale del Sichuan hanno arrestato un gruppo di attivisti locali poco prima dell’arrivo a Chengdu, la capitale della provincia, di Michelle Obama, per paura che potessero cercare di incontrare la first lady americana per esporle le loro lamentele contro il governo cinese. Lo riferisce il sito di Radio Free Asia. Il gruppo Tianwang, che nella provincia del Sichuan si occupa di tutela dei diritti umani, ha fatto sapere che i poliziotti hanno picchiato e portato via diverse persone. L’episodio è avvenuto ieri proprio mentre Michelle Obama, accompagnata da sua madre e dalle sue figlie, arrivava in città per la parte finale della sua visita in Cina. Una delle persone picchiate, secondo quanto riferiscono i responsabili di Tianwang, avrebbe anche perso conoscenza. Gli arrestati sono soprattutto persone che hanno perso le loro terre o le loro case a causa di provvedimenti di esproprio o a causa di demolizioni forzate. Secondo il fondatore di Tianwang, Huang Qi, “i cinesi non riescono a ottenere soluzioni ai loro problemi, per cui cercano di avvicinare i leader stranieri per difendere i loro diritti”. Durante la sua visita in Cina, terminata oggi, la first lady Usa, pur non parlando esplicitamente della censura cinese, ha difeso la libertà di informazione e su Internet. “E’ importante che le idee possano circolare liberamente su internet e attraverso i media – ha detto Michelle Obama parlando all’Università di Pechino -. Perchè in questo modo scopriamo la verità, cosa sta realmente accadendo nelle nostre comunità, nel nostro Paese e nel nostro mondo”.

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Michelle Obama a studenti in Cina: libertà di parola è diritto

Parlando oggi ad un gruppo di studenti cinesi, la First Lady americana Michelle Obama li ha invitati a praticare la libertà di parola e ad essere aperti alla conoscenza e alle nuove idee. Al suo secondo giorno in Cina, Michelle Obama ha parlato per 15 minuti a circa 200 giovani nello Stanford Center dell’ Università di Pechino. “Quando si tratta di esprimersi liberamente – ha sottolineato – e praticare la religione che avete scelto e aver accesso alla libera informazione – noi pensiamo che si tratti di diritti universali che ogni persona su questo pianeta acquisisce alla nascita”. La First Lady non ha approfondito la polemica verso il sistema di censura in vigore in Cina, dove l’ informazione e’ strettamente controllata dal governo. “Per queste ragioni – si é limitata a dire – e’ così importante che le informazioni e le idee circolino liberamente su internet e sui media”. Finora Michelle e’ stata ben accolta dai cittadini cinesi, che affollano le strade dove passa cercando di fotografarla mentre la stampa ha apprezzato la sua “diplomazia gentile”, che evita le polemiche e mette l’ accento sul dialogo tra le diverse culture. Arrivata in Cina ieri accompagnata dalla madre Marian Robinson e dalle sue figlie Malia e Sasha, Michelle si tratterrà nella capitale anche domani, giornata nella quale e’ prevista una visita alla Grande Muraglia. In seguito, la moglie del presidente americano Barack Obama si rechera’ a Xi’an, la citta’ che ospita i guerrieri di terracotta e a Chengdu nel Sichuan, dove si trova la più grande riserva di panda della Cina.

fonte: ANSA

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Michelle Obama in Cina con figlie e mamma per una visita di una settimana

La first lady americana, Michelle Obama, in compagnia delle sue figlie Sasha e Malia e di sua madre Marian Robinson, è arrivata a Pechino per una visita in Cina fino al 26 marzo. La moglie del presidente Barack Obama incontrerà, tra gli altri, la sua omologa cinese Peng Liyuan, che non ha incontrato la stessa estate quando i due leader si sono visti negli Usa. Le due first lady visiteranno, tra l’altro, la Città Proibita e avranno una cena privata. Michelle Obama poi incontrerà anche studenti cinesi e si recherà a Xi’An per visitare l’esercito di Terracotta e a Chengdu dove c’è la riserva dei panda. La stampa governativa cinese ha salutato la visita come un importante momento nel miglioramento e nel rafforzamento delle relazioni fra Cina e Usa.

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Sul web cinese impazziti per Michelle Obama

Forse neanche lei lo sa, ma i cinesi sono pazzi per la first lady americana, Michelle Obama. Dopo il suo discorso alla Convention Nazionale Democratica in North Carolina, la rete cinese e’ stata invasa da commenti entusiastici sulla moglie del presidente Obama. I videoclip del suo discorso sono stati tra i piu’ visti su Sina Weibo, il Twitter cinese, e hanno registrato oltre 9.000 retweet. Almeno un migliaio i commenti. Alcuni utenti cinesi hanno definito il discorso della prima signora d’America ”ispirato” e ”divino”. ”La signora Obama e’ davvero affascinante – ha commentato un altro ragazzo cinese – il suo e’ stato un discorso meraviglioso e sincero e il suo modo di parlare ha risvegliato in me l’interesse a studiare l’inglese”. Molti i commenti relativi alla fortuna del presidente Obama ad avere accanto Michelle. ”E’ il genere di donna di cui ogni uomo avrebbe bisogno” ha scritto un giovane della citta’ di Hangzhou. Non e’ mancato in verita’ anche qualche commento negativo o quantomeno scettico. ”La verita’ e’ che sono tutti attori” ha scritto un uomo di Nanchino. Difficile spiegare il successo di Michelle in Cina. ”La grande differenza tra la politica in America e qui da noi in Cina – scrive un cinese un po’ piu’ ardito nei commenti – e’ che in America quelli che ascoltano hanno espressioni, ridono, dissentono, acconsentono. In Cina hanno sempre la stessa espressione e applaudono meccanicamente”. ”Grazie per averci dato una speranza – ha scritto ancora un altro – potra’ la Cina avere mai una first lady come lei?”.

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