Figli dei miliardari cinesi a scuola di business per imparare il valore del denaro e come gestirlo. Sorta a Chengdu, nella Cina sud occidentale, la scuola sembra stia avendo parecchio successo tanto che sono già molti i ricconi cinesi che stanno iscrivendo i propri figli, forse pensando di prepararli al lavoro futuro. Secondo quanto riferisce la stampa locale, sono già una quarantina i piccoli a frequentare i corsi della scuola. Il più piccolo allievo ha solo sette anni e il più ‘anziano’ ne ha undici. Gli studenti sono inseriti in classi diverse a seconda dell’età e della preparazione di base con cui arrivano. Gli insegnanti, 4 per il momento, parlano, oltre che il cinese, anche perfettamente l’inglese. Tra questi Suya, una donna di trent’anni, che dopo aver insegnato per diverso tempo inglese in una scuola pubblica, è stata assunta nella scuola di business dove, ha lei stessa dichiarato, guadagna tre volte di più. Per un corso di un anno di tre lezioni a settimana i genitori spendono per la scuola di business 30.000 yuan (circa 3.300 euro). Ma possono anche essere previsti corsi più intensivi o persino lezioni private a costi più elevati. Intanto i pareri sull’utilità della scuola sono i più disparati. Mentre alcuni genitori, intervistati da un giornale locale, il Chengdu Business Daily, hanno osservato come la retta della scuola sia troppo cara e come si tratti di corsi alla fine non indispensabili, specie per bambini così piccoli, altri ritengono che sia utile per i ragazzi capire sin da piccoli il valore del denaro e come gestirlo.
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Presentato a Milano centro commerciale del Made in Italy in Cina
Una superficie di 100mila metri quadrati dedicata a 180 negozi, ristoranti e centri culturali, con lo schermo a cristalli liquidi più grande al mondo, lungo 340 metri, installato sul soffitto. Sono i numeri dello Huafa Mall, il centro commerciale hi-tech in costruzione a Zhuhai, nella Cina meridionale, che mette a disposizione spazi per i brand del Made in Italy in cerca di una vetrina sui mercati dell’estremo oriente in continua espansione, con l’obiettivo di dedicare circa un terzo degli spazi proprio ad aziende italiane. Il progetto – che ha già raccolto l’interesse di un centinaio di marchi italiani – è stato presentato oggi a Milano, capitale italiana della moda e del design, da Huafa industrial share, l’operatore cinese nel real estate che ha investito nel Mall circa 250 milioni di euro. Oltre allo schermo led l’attrazione principale della struttura, che aprirà tra un anno, nel marzo 2014, sarà una superficie di 800 metri quadrati coperta da fontane che danno vita a spettacolari animazioni tridimensionali. Il centro commerciale, uno dei più grandi della Cina meridionale, ospiterà boutique e supermarket internazionali, spazi per i bambini, gallerie d’arte e ristoranti con cucine di tutto il mondo. Proponendosi come un ponte tra le aziende italiane e il mercato cinese – sempre più attratto dalla qualità del Made in Italy – grazie anche alla posizione geografica di Zhuhai. Prima nella classifica delle città cinesi con la più alta qualità della vita, la metropoli si trova a pochi chilometri da Macao e nel 2016 un ponte la collegherà con Hong Kong. “Sono molti i brand italiani che in passato hanno guardato con interesse al mercato cinese, ma spesso la mancanza di budget e la scarsa conoscenza del Paese hanno fatto da freno”, ha spiegato Gicomo Gardumi di Keyi business consulting, la società italo-cinese che assisterà le aziende italiane che vorranno accedere agli spazi dello Hafa Mall. “La proposta di Huafa Mall permetterà di contenere i costi iniziali e il rischio imprenditoriale – ha concluso – per consentire a tutti, grandi e piccoli brand del Belpaese, di approdare sul mercato più grande del mondo”.
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La middle class cinese verso quota 500 milioni di clienti del lusso nel 2020
Nel prossimo decennio la classe media cinese rappresenterà una platea di “500 milioni di potenziali consumatori di lusso”. E’ quanto emerso dal seminario ‘Luxury and China’ organizzato oggi a Firenze dall’Istituto Confucio e dalla Grenoble Ecole de management. “La middle class in questo momento – ha spiegato Serena Rovai (Grenoble Ecole de management) rappresenta il 6% o il 10% della popolazione a seconda della regione: negli anni a venire, realisticamente entro il 2020, andrà a rappresentare il 50% della popolazione”. Secondo Rovai i nuovi clienti “non saranno quelli che acquisteranno un’intera collezione: saranno quelli che potranno permettersi un singolo oggetto, avendo un potere d’acquisto differente dalla upper class, ma volendo dimostrare di aver fatto un salto di qualità”. Questo pone il problema, ha spiegato, di “una democratizzazione dei brand del lusso”. La nuova classe media porterà “un tipo di cliente – ha aggiunto Rovai – fatto soprattutto di manager uomini, che avrà sempre più una consapevolezza dei vari brand del lusso. Quindi le aziende del settore dovranno rafforzare la loro immagine localmente”.
fonte: ANSA
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Bulgari saluta in Cina l’anno del serpente
Con l’approssimarsi dell’anno del serpente nel calendario cinese (comincerà a febbraio), è stata Bulgari la prima a dare il benvenuto al nuovo anno, allestendo con un grande serpente luminoso lo spazio antistante il Plaza 66, il più importante centro commerciale di Shanghai, nel quale é stato rinnovato il negozio dell’azienda italiana del lusso. Alla presenza di Sabina Belli, Group Brand and Communication Managing Director di Bulgari; Umberto Macchi, Group Worldwide Managing Director of Sales di Bulgari; Lelio Gavazza, Managing Director di Bulgari Greater China; Vincenzo De Luca, console italiano a Shanghai, Chang Ziyi, una delle più famose attrice cinesi al mondo (tra i suoi film La Tigre e il Dragone, Hero, Memorie di una Geisha, La foresta dei pugno volanti) ha illuminato il grande serpente nel centro di Shanghai. Molti gli attori e attrici presenti che hanno partecipato ad un esclusivo party con tema del serpente. La collezione serpenti fu creata la prima volta negli anni ’40 del secolo scorso, mentre gli orologi della linea arrivarono una ventina di anni dopo. L’anno scorso, in omaggio a questi, la maison del Lungotevere l’ha ripensata e per il prossimo anno sarà la collezione di punta in Cina, in occasione dell’anno del serpente. La festa di saluto del nuovo anno sarà poi replicata a Pechino alla fine di gennaio.
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Ferragamo incrementa al 75% quota in partnership Cina
Ferragamo ha incrementato la propria partecipazione dal 50 al 75% nelle società distributive operanti nel mercato cinese in attuazione dei precedenti accordi contrattuali con Imaginex Holdings e Imaginex Overseas. Lo si legge in una nota del gruppo in cui viene ricordato che con Imaginex è stata avviata una “lunga e proficua partnership” attiva con con oltre 100 punti vendita monomarca in Cina, Hong Kong, Taiwan e Macao, ed ha rinnovato gli accordi di distribuzione fino al 31 dicembre 2019.
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Lusso italiano all’apice delle richieste dei ricchi cinesi
I ricchi cinesi amano i prodotti di lusso, in particolare quelli europei e tra quelli europei molto amati sono quelli italiani. Secondo un recente rapporto di Robb e Ipsos, una importante societa’ di ricerca con sede a Parigi, e pubblicata oggi dal China Daily, nel corso dell’ultimo anno i milionari cinesi hanno speso i loro soldi in primo luogo in pelletteria e automobili. Le persone intervistate (206 lettori del Robb Report, con un’eta’ media di circa 40 anni) hanno dichiarato di aver speso ciascuano una media di 1,55 milioni di yuan (circa 200.000 euro) in oggetti di lusso negli ultimi 12 mesi. Gli articoli di pelletteria ammontano al 30% della spesa totale, seguita dalle automobili, che rappresentano circa il 20% dei loro acquisti. Il terzo oggetto piu’ acquistato sono gli orologi da polso (16% del totale). La maggior parte delle persone possiedono piu’ di due orologi, mentre, a proposito delle auto, risulta che i ricconi cinesi possiedono almeno due auto a testa. Il marchio piu’ amato resta la Ferrari. Boom anche per i vini pregiati. Il 72% degli intervistati ha detto di avere a casa una collezione di vini. Amatissimi quelli italiani e quelli francesi.
L’associazione mondiale per i beni di lusso ha fatto sapere che nella settimana dal 30 settembre al 7 ottobre scorso (quando in Cina ricorre la settimana della festa nazionale e moltissimi sono quelli che vanno in vacabza anche all’estero) i cinesi hanno acquistato all’estero beni di lusso per oltre 5 miliardi di dollari, il 14% in piu’ rispetto all’anno precedente. Secondo il rapporto di Hurun, rivista che stila ogni anno la classifica dei ricconi con gli occhi a mandorla, in Cina ci sono stati nel 2011 oltre 1 milione di persone con un patrimonio del valore di piu’ di 10 milioni di yuan, in aumento del 6% rispetto al 2010. La Cina conta poi 63.500 super ricchi che possono contare su un patrimonio del valore di oltre 100 milioni di yuan.
Secondo il rapporto Ipsos e Robb, tra le attivita’ preferite per il tempo libero vi sono i viaggi e la partecipazione alle attivita’ di beneficenza. Gli intervistati viaggiano in media quattro volte l’anno e il 90% di questi ha fatto almeno un viaggio all’estero nel corso dell’anno passato.
Circa un terzo degli intervistato fanno investimenti finanziari personali, con azioni di società cinesi, assicurazioni, fondi e acquistando beni immobili.
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Montezemolo in Cina: lavoriamo per paese come nostro secondo mercato stabile
E’ stato accolto come un capo di stato dal segretario del partito comunista di Guanzghou, Luca di Montezemolo, che ha scelto l’ex Canton (in concomitanza con il locale salone automobilistico) per chiudere i festeggiamenti del ventennale della presenza di Ferrari in Cina. E lo ha fatto in grande stile: 130 Ferrari provenienti da tutta la Cina guidate dai loro proprietari lungo la citta’ meridionale cinese in un tripudio di bandiere con il cavallino rampante fino allo stadio che ha ospitato i giochi asiatici del 2010, dove 18.000 persone hanno assistito ad uno spettacolo. Non solo: oltre 500 clienti ed altri ospiti hanno partecipato alla serata di chiusura culminata con la Canton Tower, il monumento piu’ famoso della citta’, illuminato di rosso. ”Sono molto impressionato – ha detto all’ANSA Montezemolo – a quello che ho visto stasera. Dimostrazione di quello che la Ferrari e’ per la Cina e viceversa, un mondo di passioni e di entusiasmo. Chiudiamo un anno positivo in Cina anche se il mercato cinese nel lusso e nel nostro segmento di vetture ha avuto un notevole rallentamento. Abbiamo gia’ 25 dealer in Greater China e l’obiettivo e’ quello di arrivare almeno ad una 30na nei prossimi mesi. Abbiamo tradizionalmente un grosso successo a Hong Kong, dove vendiamo in media 200 vetture, dove abbiamo anche tra i pu’ grandi collezionisti e dove l’anno prossimo festeggeremo i 30 anni di presenza in uno dei piu’ forti mercati per noi”. ”Il nostro obiettivo – continua Montezemolo – e’ quello di far diventare la Cina Continentale (senza Hong Kong, Taiwan e Macao, ndr), stabilmente il nostro secondo mercato del mondo dopo gli Usa, malgrado qui le auto, per ragioni di tasse, costino piu’ del doppio che altrove. Quali i prossimi passi in programma? ”Investiremo in maniera molto forte sul prodotto e incrementando i nostri rapporti anche nei confronti dei vertici politici. E’ la prima volta che ci presentiamo in Cina con 5 prodotti, ogni anno usciremo con un modello (alla fiera di Canton e’ stata portata la F12 berlinetta). Stiamo investendo sul marketing, sui corsi di guida sportiva, il challenge, l’accademia dei nuovi piloti, tutto per seminare il medio e lungo termine. Prevediamo in futuro delle vetture che abbiano caratteristiche per il mercato cinese, tailor made, su misura per i nostri clienti”. Per Montezemolo, i fatti di cronaca che hanno visto Ferrari protagoniste loro malgrado in Cina, non hanno intaccato le loro vendite, i clienti sono in aumento, sono principalmente giovani imprenditori cinesi appassionati, sotto i 40 anni. ”Oggi – spiega Edwin Fenech, Ceo Ferrari Cina – con i corsi che Ferrari fa ai clienti, c’e’ anche molta piu’ consapevolezza ed educazione del mezzo. Qui abbiamo una grossa credibilita’ anche tecnologica, con un occhio alle emissioni. Come il presidente Montezemolo ha annunciato, presenteremo l’anno prossimo qui la prima Ferrari ibrida”. ”In questo campo – conclude Montezemolo – siamo all’avanguardia: a Maranello siamo sufficienti al 100% nella produzione di energia, lavoriamo producendo da soli tutta la nostra energia pulita, abbiamo 200 alberi, con un indice di qualita’ all’interno dello stabilimento cosi’ alto che ci ha permesso di vincere il premio The best place to work in Europe. E’ questo il modello Ferrari che esportiamo e che anche in Cina e’ apprezzato”.
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Moda: in Cina 180 mln di consumatori del lusso nel 2020
Da qui al 2020 i consumatori cinesi del comparto lusso “passeranno da 80 a 180 milioni”. Lo ha detto Yuhzou Du, presidente onorario del China National Textile and Apparel Council, la Federazione cinese delle industrie tessili. Mentre “l’Italia ha incrementato del 20% le esportazioni verso di noi – ha aggiunto Du – noi abbiamo diminuito l’export del 20% verso l’Unione Europea a causa della crisi economica”, ha aggiunto Du, sottolineando che Italia e Cina devono “studiare il modo di collaborare perché questo porterà a uno sviluppo reciproco nei nostri Paesi”. Le parole del presidente Du “ci fanno ben sperare e ci rendono ottimisti” ha commentato, a margine, Paolo Zegna, presidente dell’omonimo gruppo e del Comitato per l’internazionalizzazione di Confindustria, spiegando che se l’Italia “riesce a mantenere un vantaggio di qualità, di servizio, di innovazione e di immagine, anche il tessile italiano, di fronte ad un aumento potenziale del mercato in Asia, riuscirà a garantire la presenza e la forza delle sue aziende. Ma dobbiamo crederci e non temere la loro concorrenza ed essere stimolati per continuare a correre come la lepre davanti”. “Il prossimo anno, la spesa dei turisti cinesi in Italia potrebbe aggirarsi intorno al miliardo di euro”. Lo sostiene il presidente della Fondazione Italia Cina, Cesare Romiti, intervenuto al Milano Fashion Global Summit 2012, una due giorni di incontri dal titolo ‘Cina e Italia, due sarti nel mercato globale’. La stima, secondo l’ex presidente di Fiat ed Rcs, è calcolata sulla base “dell’incremento del turismo cinese nel nostro paese”. “Ogni cinese spende circa 11 mila euro per ogni viaggio in Italia”, ha aggiunto Romiti, precisando che gli acquisti riguardano soprattutto il settore della moda e del lusso.
fonte: ANSA
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