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In stagnazione produzione industriale cinese a maggio, ai minimi da ottobre. Crollano le borse

Brutte notizie per la produzione industriale cinese a maggio, il peggiore da ottobre, facendo segnare una contrazione. Secondo Secondo i dati preliminari per il mese in corso della banca anglo-cinese Hsbc, il Purchasing Managers Index (Pmi), considerato un indicatore credibile dell’attivita’ dell’industria manifatturiera, e’ stato del 49,6, rispetto al 50,5, di aprile. Da ottobre, e’ la prima volta che il dato scende sotto il 50. Gli economisti ritengono che un livello del Pmi oltre la soglia dei 50 punti indichi che la produzione industriale e’ in crescita, mentre sotto c’e’ stagnazione.
Chiusure pesanti per la borse di Hong Kong e Shanghai che risentono dei dati preliminari della produzione industriale, che ha maggio registra una stagnazione. L’indice Hang Seng della Borsa di Hong Kong ha terminato a 22.669,68 punti, perdendone 591,4 pari ad una perdita del 2,54%. Oltre un punto percentuale la perdita di Shanghai, che ha chiuso a 2.275,67 punti, in perdita di 26,74 punti pari ad un ribasso dell’1,16% rispetto alla chiusura di ieri.

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Sale ad aprile l’inflazione cinese, +2,4%

Sale l’inflazione cinese ad aprile. Secondo i dati diffusi poco fa dall’istituto nazionale di statistica di Pechino, il mese scorso e’ stato registrato un dato del 2,4%, in aumento dal 2,1% di marzo. Scende l’indice ai prezzi alla produzione del 2,6%, superiore alle stime del 2,2% e superiore della caduta dell’1,9% del mese precedente.

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Inflazione cinese ad aprile potrebbe essere tra il 2,2% e il 2,3%

I prezzi in Cina, dovrebbero crescere ad aprile tra il 2,2% e il 2,3% ad aprile rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, appena poco di piu’ del 2,1% registrato a marzo. E’ quanto riporta l’agenzia Xinhua; i dati ufficiali saranno pubblicati dopodomani dall’Istituto nazionale di statistica. Tra i diversi settori, secondo gli analisti, la richiesta di pollame e maiale e’ crollata, facendo abbassare i prezzi, a causa dell’epidemia di aviaria mentre al contrario sono saliti i prezzi di verdura e pesce. In aumento i prezzi degli affitti. In base alle previsioni l’indice dei prezzi al consumo si manterra ‘ ad un livello basso per tutta la prima meta’ dell’anno.

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Scende produzione industriale ad aprile secondo dato flash pmi di Hsbc

Scende la produzione industriale in Cina nel mese di aprile. Secondo i dati preliminari per il mese in corso della banca anglo-cinese Hsbc, il Purchasing Managers Index (Pmi), considerato un indicatore credibile dell’attività dell’industria manifatturiera, è stato del 50,5, rispetto al 51,6 di marzo. Il dato comunque è superiore al 50,4 di febbraio. Gli economisti ritengono che un livello del Pmi oltre la soglia dei 50 punti indichi che la produzione industriale è in crescita, mentre sotto c’é stagnazione. Un sotto indice che misura le nuove esportazioni, sempre calcolato dalla stessa banca Hsbc, fa scendere il dato di aprile a 48,6 da 50,5 di marzo, a causa soprattutto, secondo gli esperti, della debole domanda che arriva dagli Usa. Ma a pesare di più, secondo gli analisti economici, un calo di esportazioni verso Taiwan. Questi dati stanno portando ad una pessima seduta delle borse cinesi, che a metà giornata perdono l’1,23% Hong Kong e il 2,14% Shanghai.

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Rallenta la Cina (molti vorrebbero rallentare così…): nel primo trimestre pil a 7,7%

A sorpresa la locomotiva cinese rallenta il passo e si riaffacciano le ombre sull’effettiva forza della ripresa avviata dal Dragone sul finire dell’anno scorso. Nel primo trimestre di quest’anno, l’economia della Cina ha perso slancio con un Pil in crescita ‘solo’ del 7,7% su base annua, in controtendenza rispetto alle attese degli economisti che puntavano su un +8% e in rallentamento rispetto al +7,9% dell’ultimo trimestre 2012. Un risultato definito dagli analisti ”molto deludente” e ”carico di spiacevoli sorprese” per il futuro dell’economia globale – con l’inevitabile reazione negativa sulle Borse e la discesa delle quotazioni delle materie prime – soprattutto perche’ rivela una inattesa fragilita’ di quella ripresa appena partita dopo due anni di debolezza e che ha visto il 2012 chiudersi con un ritmo di crescita del 7,8%, il piu’ basso dal 1999. Per Pechino resta confermato l’obiettivo fissato dai nuovi leader di governo di un Pil al 7,5% nel 2013, anche se il premier Li Keqiang ha ammesso che ”il persistere di molte incertezze, sia sul fronte interno che estero, rendono la situazione generale piuttosto complicata”. E’ un fatto che le recenti politiche espansive di Pechino, a base di misure di stimolo monetario, non sembrano piu’ avere l’effetto propulsivo visto in passato. E a peggiorare il quadro sono i dati di marzo, pubblicati sempre oggi, sulla produzione industriale – cresciuta dell’8,9%, ben al di sotto del +10,1% atteso dal mercato – e sui consumi interni che si sono rivelati meno consistenti delle attese. ”Avevamo messo in conto un nuovo rallentamento dell’economia cinese, ma non prima della seconda parte dell’anno” osservano gli economisti di banca Nomura che ora vedono la possibilita’ di ”una ulteriore frenata”. Cosi’, la Banca Mondiale ha limato le previsioni di crescita della Cina per quest’anno portandole dal +8,4% al +8,3%. Piu’ decisa la revisione degli economisti di JpMorgan e Royal Bank of Scotland che hanno tagliato le stime sul gigante asiatico al +7,8% dall’8,2-8,4% previsto in precedenza. E solo pochi giorni fa il presidente cinese Xi Jinping aveva rimarcato che i giorni ”della crescita molto veloce” visti negli ultimi 30 anni sono ormai alle spalle e che Pechino deve focalizzarsi su un modello di espansione piu’ sostenibile. Ma appena una settimana fa Fitch ha tagliato il rating della Cina da ‘AA-‘ ad ‘A+’, menzionando le debolezze strutturali dell’economia e mettendo in guardia Pechino sugli ostacoli per cambiare il modello di crescita: ”il processo di ribilanciamento” verso una economia spinta piu’ dai consumi ”potrebbe tradursi in una perfomance piu’ volatile dell’economia cinese”.

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Ammontano a 3,44mld di dollari le riserve cinesi in valuta estera, come il Pil della Germania

La Cina ha riserve valutarie estere per 3.440 miliardi di dollari, un valore simile a quello dell’intera economia della Germania. Il balzo nel primo trimestre delle riserve cinesi, aumentate di 128 miliardi di dollari, e’ il maggiore aumento trimestrale dal secondo trimestre 2011. Lo riporta il Financial Times. ”L’aumento delle riserve valutarie estere e’ un chiaro segnale del fatto che i flussi di capitale sono tornati” affermano alcuni analisti. ”Nei prossimi mesi aumenteranno i timori con le azioni” delle banche centrali negli Stati Uniti e in Giappone.

fonte: ANSA

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I fondi sovrani non scelgono l’Italia

I fondi sovrani, sempre piu’ ricchi negli ultimi anni, non scelgono l’Italia per i loro investimenti. Secondo una ricerca sul sito di Bankitalia, il nostro paese e’ solo al 20esimo posto nella classifica dei destinatari di acquisizioni fra il 1990 e il 2010 per un controvalore di soli 5,1 miliardi di dollari. Per la gran parte arrivano fondo statale libico con le quote in Unicredit, Juventus ed Eni. Al primo posto svetta la Gran Bretagna con 78 miliardi seguita da Usa (76) e Cina (70).

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Scende l’inflazione cinese a marzo, 2,1%

Scende l’inflazione in Cina a marzo. Secondo i dati resi noti oggi dall’Istituto Nazionale di Statistica, a marzo l’indice dei prezzi al consumo (CPI), principale misuratore dell’inflazione, e’ stato registrato al 2.1%, rispetto al 3,2% di febbraio, che rappresentava il dato piu’ alto in dieci mesi.

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Xi Jinping: crescita non ultra rapida ma relativamente elevata

L’economia cinese non crescerà più a ritmi “ultra rapidi”, ma manterrà “un ritmo relativamente elevato”. Lo ha affermato oggi il presidente cinese Xi Jinping. “Non credo che potremo mantenere un ritmo ultra rapido di crescita economica e non è questo il nostro obiettivo”, ha detto Xi in un intervento al Forum asiatico di Boao, un vertice regionale di politici ed economisti che si sta svolgendo nel sud della Cina. “Tuttavia – ha proseguito – per noi è possibile mantenere un ritmo di crescita economica relativamente elevato”. Il presidente ha aggiunto che l’ economia del Dragone “gode di buona salute” e si è impegnato a “tenere aperte le porte” della Cina agli investitori stranieri. “D’ altra parte spero che i Paesi stranieri vedano i vantaggi di aprire le porte agli investitori cinesi”, ha sottolineato. Per il 2013 il governo di Pechino ha fissato al 7,5% il tasso di crescita “ideale” dell’ economia. Nel 2012 la crescita è stata del 7,8 per cento.

fonte: ANSA

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Aumenta a marzo attività manifatturiera

Migliora a marzo l’attivita’ manifatturiera in Cina, secondo i dati diffusi stamattina dalla China Federation of Logistics and Purchasing (Cflp). Il mese scorso l’indice Pmi (Purchase Managers’ Index), e’ stato registrato a 50,9%, in rialzo rispetto al dato di febbraio che era del 50,1. Quello di marzo e’ il dato piu’ alto da aprile dell’anno scorso, quando il Pmi era al 53,3%. Sono sei mesi consecutivi che l’indice Pmi e’, seppur di poco, sopra il 50%, il livello sotto il quale, secondo i tecnici, c’e’ stagnazione, mentre un livello sopra il 50 significa espansione.

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