4 ottobre 2011 · 03:12
Il Dalai Lama, il leader spirituale dei tibetani, ha cancellato una visita in Sudafrica in occasione degli 80 anni dell’arcivescovo Desmond Tutu a causa del mancato rilascio del visto di ingresso. Il governo di Pretoria ha detto che la pratica era stata presentata in ritardo, ma secondo i sostenitori dei tibetani si tratta di un cedimento alle pressioni di Pechino che ha degli stretti legami economici e commerciali con il paese africano. Il 76 enne Dalai Lama, che di recente si e’ dimesso da capo politico della diaspora tibetana lasciando l’incarico a un premier eletto democraticamente, avrebbe dovuto visitare il Sudafrica da giovedi fino al 14 ottobre su invito del centro per la pace Desmond Tutu. Nei prossimi giorni erano in programma diverse conferenze e celebrazioni del compleanno il 7 ottobre del famoso religioso anti apartheid insieme ad altre celebrita’ come il cantante Bono, l’ex presidente Usa Jimmy Carter e l’ex segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan. Il Dalai Lama avrebbe dovuto anche presentare una biografia dell’arcivescovo da lui spesso definito come ”un fratello spirituale maggiore”. Secondo un comunicato dell’ufficio del governo tibetano di New Delhi, la domanda per il visto era stata avviata a fine agosto e il passaporto era stato consegnato due settimane fa all’ambasciata del Sudafrica di New Delhi. Nonostante le sollecitazioni dello stesso Tutu e le proteste degli attivisti per il temporeggiamento del governo di Jacob Zuma, ”il permesso non e’ arrivato in tempo”. ”Siamo convinti – prosegue la nota – che ci sia una ragione o delle ragioni che hanno spinto il governo sudafricano a non ritenere opportuno il rilascio”. E’ la seconda volta che il Premio Nobel per la Pace non ottiene il visto di ingresso nel Paese di Nelson Mandela. Gia’ nel 2009 le autorita’ sudafricane avevano respinto una sua partecipazione a una conferenza insieme ad altri famosi pacifisti. Da allora la Cina, primo partner commerciale, avrebbe ”ricompensato ” il governo sudafricano con generosi investimenti. Durissima la reazione del centro per la pace Desmond Tutu che ha definito oggi “il giorno più nero” per la mancata visita del Dalai Lama a Citta’ del Capo. “Non ho parole per spiegare quanto mi senta triste. E’ il giorno più nero. Le nostre autorità non hanno neanche tentato di rispondere alla domanda” per il visto, ha detto la portavoce Nomfunda Wazala. Prevedendo un rifiuto, nei giorni scorsi diverse personalita’ di erano mobilitate per sostenere la richiesta del Dalai Lama, tra cui anche la dissidente birmana Aung San Suu Khy Da parte sua il portavoce del ministero degli esteri sudafricano, Clayson Monyela, ha dichiarato che “purtroppo il Dalai Lama ha deciso di annullare il viaggio. E’ una sua decisione e ne prendiamo nota”. Secondo Monyela, “l’originale del passaporto è stato presentato soltanto il 20 settembre, data facente testo per la domanda completa del viaggio”. Il Dalai Lama avrebbe dovuto partecipare anche alla consegna di un premio dedicato al Mahatma Gandhi, l’apostolo della non violenza vissuto in Sudafrica prima di iniziare le sue battaglie contro il dominio britannico in India. Dopo aver ricordando che ”Sua santita’ viaggia in tutto il mondo per promuovere valori universali, armonia religiosa, messaggi di pace e di tolleranza” il comunicato si conclude con una nota di rammarico ”per il disturbo arrecato a coloro che lo dovevano ospitare e a un grande numero di sudafricani che avrebbero voluto sentire il suo messaggio”.
fonte: ANSA
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22 giugno 2011 · 17:30
Il ministro degli esteri cinese Yang Jiechi ha definito oggi il Consiglio di transizione nazionale (Cnt) dei ribelli libici ”un’importante forza politica”. Yang ha ricevuto Mahmud Jibril, responsabile della diplomazia del Cnt, invitato per la prima volta in visita a Pechino. Secondo il resoconto dell’ incontro pubblicato dal ministero degli esteri sul proprio sito web, Yang ha affermato che il Consiglio ”e’ diventato ogni giorno piu’ forte da quando e’ stato istituito ed e’ gradualmente diventato un’ importante forza politica” nel Paese nordafricano. ”La Cina – ha detto il ministro a Jibril – vi vede come un importante partner col quale dialogare”. Pechino ha forti interessi in Libia, dove prima dell’inizio della guerra civile lavoravano 36mila cinesi, ma non ha mai avuto col regime del colonnello Muammar Gheddafi rapporti stretti come con altri governi africani. All’inizio di giugno, Pechino ha ricevuto la visita del ministro degli esteri di Gheddafi, Abdelati Obeidi, e sottolinea di essere in contatto con entrambe le parti. Indicando che la Cina sta cercando una mediazione, Yang ha sostenuto che ”la crisi in Libia prosegue e il popolo libico sta soffrendo per i disagi e il caos portati dalla guerra…questo preoccupa la Cina”. ”Speriamo che i due gruppi in conflitto diano la giusta importanza agli interessi del popolo e del Paese, e che considerino con obiettivita’ le proposte della comunita’ internazionale, cessino rapidamente le ostilita’ e risolvano la crisi libiCa attraverso canali politici”. La Cina, che in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza ha il diritto di veto, si e’ astenuta sulla risoluzione che ha autorizzato l’ intervento della Nato contro le forze di Gheddafi.
fonte: ANSA
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8 giugno 2011 · 02:02
La Cina ha chiesto oggi a tutte le parti in causa nella faccenda libica di dare priorita’ all’interesse del paese e del suo popolo, considerando seriamente la road map predisposta dall’Unione Africana per risolvere la crisi del paese nordafricano. Lo ha detto in conferenza stampa Hong Lei, il portavoce del ministero degli esteri cinese. Pechino, secondo quanto ha detto Hong, chiede a tutte le parti in Libia di raggiungere un cessate il fuoco e risolvere la crisi attraverso mezzi politici, sottolineando che la Cina intende lavorare con la comunita’ internazionale per trovare una soluzione politica. ”Il futuro della Libia dovrebbe essere decisa dal suo popolo e la Cina rispetta la scelta del popolo libico”, ha detto ai giornalisti Hong Lei. Oggi arriva in Cina anche Abdelati Obeidi, ministro degli esteri libico, che si tratterra’ fino a giovedi’ per incontri con le autorita’ cinesi come inviato speciale del governo libico. La Cina non ha avallato l’intervento armato in Libia, astenendosi (non esercitando il diritto di veto) iin sede di consiglio di sicurezza Onu. Ha poi criticato duramente i radi. Non è mai stata molto vicina a Gheddafi, ma prende dall’area la metà del petrolio necessario a portare avanti la sua crescita. E’ stato il primo paese a far partire dalla Libia martoriata dalla guerra una petroliera e ha subito attivato contatti con il governo di transizione. La settimana scorsa il governo cinese confermo’ che il suo ambasciatore in Qatar Zhang Zhiliang aveva incontrato il presidente del Consiglio nazionale di transizione della Libia, Mustafa Abdel Jalil. Un comunicato del ministero degli Esteri sul suo sito, spiega che un diplomatico cinese di base in Egitto ha incontrato il leader del consiglio di transizione libica oltre ad aver visitato una citta’ orientale libica per informarsi sulla situazione umanitaria.
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2 Maggio 2011 · 18:41
La Cina si e’ dichiarata ”preoccupata” per le vittime civili in Libia. Lo ha detto oggi in conferenza stampa la portavoce del ministero degli esteri cinese, Jiang Yu, commentando con i giornalisti l’uccisione dei familiari del leader libico Muammar Gheddafi da parte dei raid della Nato. ”La Cina ha avuto notizie che il figlio di Gheddafi, Saif al-Arab e altri sono stati uccisi nei raid. Siamo molto preoccupati per la morte e i ferimenti dei civili causati dall’escalation del conflitto in Libia”, ha detto la portavoce della diplomazia cinese. ”La Cina – ha aggiunto la Jiang – disapprova ogni atto dietro l’autorizzazione del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e spera che tutte le parti in causa cessino immediatamente il fuoco e risolvano la crisi politica attraverso il dialogo e altre misure pacifiche”.
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14 aprile 2011 · 04:55
I cinque Paesi emergenti del cosiddetto Brics – Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – hanno criticato oggi le operazioni della Nato in Libia, affermando che esse non rispettano la risoluzione dell’Onu che ha autorizzato l’intervento per difendere la popolazione civile. Riuniti a Sanya, una localita’ turistica nel sud della Cina il presidente cinese Hu Jintao e i suoi ospiti Dimitri Medvedev (Russia), Dilma Rousseff (Brasile), Manmohan Singh (India) e Jacob Zuma (Sudafrica) hanno anche espresso il loro sostegno ad un rafforzamento del ruolo dei Diritti Speciali di Prelievo (Sdr nella sigla inglese) nel commercio internazionale e ad un ridimensionamento del dollaro. Nella ”dichiarazione di Sanya” che ha concluso il vertice la questione della Libia e’ all’ultimo posto, sotto il titolo ”turbolenze regionali”. Nel testo si sottolinea che i cinque sono ”fortemente preoccupati” per la situazione ”nel Medio Oriente, Nord Africa e Africa Occidentale” e che ”condividono il principio secondo il quale l’ uso della forza va evitato”. Parlando alla stampa dopo la conclusione del vertice, Medvedev e’ stato piu’ esplicito. Il presidente russo ha sostenuto che le risoluzioni del Consiglio di sicurezza ”…devono essere applicate in accordo con la loro lettera e con il loro spirito”. ”Quale risultato abbiamo avuto? Abbiamo essenzialmente un’operazione militare e la risoluzione non dice nulla di questo”, ha aggiunto polemicamente. Pur disponendo del diritto di veto, Russia e Cina si sono astenute nel voto del Consiglio di sicurezza dell’Onu che ha autorizzato l’intervento contro le forze del colonnello libico Muammar Gheddafi. Il Sudafrica ha votato a favore ma domenica scorsa, nel corso di una visita a Tripoli, Zuma ha chiesto la fine dei raid aerei. Nella ”dichiarazione di Sanya”, i Paesi del Brics hanno rivendicato un maggior peso all’ interno del Consiglio. Sul piano dell’ economia , i cinque hanno affermato che la ripresa economica internazionale e’ ”ancora minacciata da molte incertezze”, mettendo l’ accento sul massiccio afflusso di valuta speculativa nelle economie emergenti oltreche’ sulla ”volatilita”’ dei prezzi dei prodotti energetici e dei cereali. ‘Bric’ e’ una definizione inventata dal banchiere Jin O’Neill della Goldman Sachs per indicare i Paesi con maggior potenziale di crescita economica nei prossimi anni. Il Sudafrica e’ stato invitato per la prima volta. ”Il Sudafrica e’ piccolo rispetto a questi Paesi…non capisco proprio perche’ i cinesi e gli altri lo abbiano accettato”, ha dichiarato lo stesso O’Neill alla rete televisiva Bbc. ”Ci sono altri Paesi con caratteristiche simili come Turchia, Indonesia, Messico, Corea del Sud, anche Arabia Saudita”, ha aggiunto il banchiere.
fonte: ANSA
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