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Renzi in Cina rottama la politica estera, aprirci di più

Dopo aver rottamato la vecchia politica italiana, Matteo Renzi punta a cambiare verso anche alla politica estera, fino ad oggi fatta di troppa diplomazia e pochi risultati concreti. “L’Italia è forte nel mondo ma fino ad oggi la politica italiana è stata il peggior direttore commerciale dell’Italia, noi vogliamo cambiare e fare i direttori commerciali e il marketing”, è l’affondo del premier con i suoi a bilancio della missione che lo ha portato in Vietnam e Cina. Una filosofia aziendale ancor più necessaria per il premier in tempi di crisi in Italia: “Altro che delocalizzare, se un’azienda come Piaggio non avesse aperto in Vietnam avrebbe chiuso Pontedera ed invece, internazionalizzando, ha salvato posti di lavoro in Italia”. Una ventina di intese commerciali tra aziende italiane e cinesi, incontri con i massimi vertici istituzionali e addirittura l’apprezzamento del presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, l’uomo che guida la seconda potenza economica mondiale, per le riforme avviate che hanno avuto “una grande risonanza internazionale”: potrebbe essere soddisfatto il presidente del consiglio al termine della sua prima missione intercontinentale. Ed invece Renzi rinvia i bilanci a quando si vedranno i frutti concreti della maggiore cooperazione con la Cina. E mette una pietra tombale sui risultati visti finora. “La bilancia commerciale tra noi e la Cina – sostiene con gli stretti collaboratori- è di 23 miliardi di investimenti a favore della Cina e di 10 per noi: è una sconfitta netta, dobbiamo correre e fare sistema per aumentare l’export e favorire l’arrivo dei cinesi in Italia”. Per questo oggi il premier ha annunciato al presidente Xi e al primo ministro Li Kequiang che i visti per turisti e imprenditori cinesi che vogliono venire in Italia si avranno in 36 ore invece che in 48, “una scommessa della macchina dell’amministrazione pubblica” anche per superare in velocità competitors europei, come i francesi, che hanno abbassato i tempi a 48 ore. Ma è un cambio di mentalità quello che il premier chiede alla diplomazia italiana, alla politica e anche ai sindacati. Basta, chiede Renzi, con il dibattito, e relative polemiche, “stucchevoli” sui mali della delocalizzazione della produzione italiana all’estero. Le aziende che aprono nuove fabbriche all’estero per produrre su mercati stranieri, come il sud est asiatico, si internazionalizzano perché “gli altri paesi fanno così” e i risultati in termini commerciali sono spesso migliori di quelli italiani. Anche perché con i ricavi all’estero le aziende italiane “portano business e posti di lavoro alle filiali in Italia”. Davanti alle massime cariche del paese del dragone e alla platea di imprenditori del business forum, Renzi cita due animali cari ai cinesi, la tartaruga e il cavallo, per simboleggiare il cammino che deve fare l’Italia. “Abbiamo da fare un miracolo: tenere insieme il cavallo e la tartaruga, la prudenza, la saggezza insieme alla capacità di correre”. L’esempio, più che mai calzante in giorni di polemiche in Italia sui ritardi dopo gli arresti, è l’Expo. Il primo ministro cinese assicura “la partecipazione attiva” della Cina e il premier, con i suoi, sottolinea lo scarto tra l’entusiasmo all’estero verso l’esposizione del 2015 e gli allarmi per i ritardi lanciati anche oggi da Roberto Maroni. “In un paese civile – si sfoga il premier – non si polemizza e si lancia accuse verso il governo che non c’entra ma ci si rimbocca le maniche”. Impegno che il premier prende, nel breve incontro con Tony Blair, anche per sbrogliare la matassa sulle nomine in Ue. “Noi non abbiamo diktat su Juncker – è la linea italiana né interesse ad appoggiare un candidato o l’altro ma la vera sfida è cambiare l’Europa”. Così come le fitte giornate in Oriente non distraggono Renzi dal consiglio dei ministri di venerdì: “Daremo risposte sui compiti dell’Autorità Anticorruzione e su Cantone, che non può fare il super pm né gestire l’Expo, così come faremo la riforma della P.A e spero di chiudere il provvedimento sulla competitività”. Il premier punta a mettere a frutto il 40,8 per cento delle europee per poi mandare sabato all’assemblea del Pd un messaggio politico chiaro: il governo non ha intenzione di “cincischiare” ma di dare risposte. E’ bene che tutti lo capiscano.

fonte: ANSA

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Accelera la crescita del G20, Cina leader, Italia fanalino di coda

La crescita dei Paesi del G20 accelera nel terzo trimestre a +0,9% contro lo 0,8% dei tre mesi precedenti. Lo scrive l’Ocse in un comunicato, notando che su base annua “fra i Paesi del G20 la Cina registra il tasso di crescita più forte (7,8%), l’Italia la contrazione maggiore (-1,8%)”. Usa, Gran Bretagna e Canada chiudono a 0,9%, 0,8% e 0,7% rispettivamente, Germania e Giappone rallentano a 0,3% da 0,7% e 0,9% rispettivamente.

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Il segretario generale della Farnesina conferma l’interesse di Pechino verso Roma

La Cina conferma il suo interesse nei confronti dell’Italia come partner in diversi settori. E’ questo il messaggio che il segretario generale della Farnesina, ambasciatore Michele Valensise, riporta in Italia al termine della sua visita nel paese del dragone. Dopo la tappa a Shanghai, Valensise, accompagnato dall’ambasciatore italiano in Cina, Alberto Bradanini, ha avuto diversi incontri nella capitale cinese, volti a rinsaldare i forti legami che ci sono tra i due paesi. Valensise ha così avuto modo di intrattenersi non solo con i rappresentanti delle aziende italiane e del sistema Italia a Pechino, le Camere di commercio e le banche, ma ha visitato il nuovissimo centro italiano per la concessione dei visti appena aperto, a sottolineare l’importanza che il nostro paese pone sull’enorme richiesta di visti da parte dei cinesi. Ma il fulcro della visita a Pechino è stato il lungo e cordiale incontro che Valensise ha avuto con il viceministro degli esteri Song Tao, durante il quale si sono toccate le questioni bilaterali, europee, l’attualità internazionale, la Siria, l’Iran, l’Africa, l’Onu. “Il governo di Pechino – ha detto l’ambasciatore Valensise all’ANSA – guarda con molta attenzione all’Italia ed è aperto a nuove forme di collaborazione. Segue in dettaglio il processo di riforme in atto nel nostro paese e si augura di poter presto ricevere in visita il presidente del consiglio Enrico Letta”. Dall’incontro è emersa una grande disponibilità della Cina a lavorare con l’Italia nei prossimi mesi su una agenda concreta. Per questo si sta anche lavorando all’organizzazione dell’incontro del comitato governativo. “La riunione con il viceministro degli esteri Song Tao – spiega Valensise – ci ha consentito un esame approfondito dell’agenda dei due paesi. Stiamo preparando il prossimo incontro a Roma del comitato governativo italo-cinese, co-presieduto dai ministri degli esteri Emma Bonino e Wang Yi, che affronterà molti temi di interesse comune, dal commercio agli investimenti al ruolo delle imprese italiane in Cina”. L’incontro tra i rappresentanti diplomatici di Italia e Cina, ha dato anche la possibilità di mettere sul tavolo questioni su temi importanti, soprattutto per gli scambi tra i due paesi. “Nel nostro incontro – ha concluso Valensise – abbiamo anche confermati i settori prioritari di collaborazione, l’agroalimentare, l’ambiente, l’urbanizzazione, la sanità, per i quali l’Italia chiede una concreta apertura alla parte cinese con l’obiettivo di ridurre le asimmetrie esistenti”.

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Nokia in mirino Huawei, offensiva Cina su smartphone

Dopo il tracollo degli utili e delle vendite, Nokia, un tempo fiore all’occhiello dell’hi-tech scandinavo e uno dei ‘Big’ europei dei telefonini, rischia di finire preda della cinese Huwaei. Il colosso del networking e delle telecomunicazioni nato dal nulla a Shenzen, nella provincia meridionale del Guangdong, vuole entrare nel grande gioco globale degli smartphone e togliersi di dosso l’etichetta di produttori di ‘feature phone’, i telefonini di media qualita’ e a basso prezzo venduti attraverso gli operatori. E Nokia, con il suo know-how nel design degli smartphone disponibile a prezzi da svendita (vale quasi un decimo di quanto valeva nel 2007), rappresenta una preda a cui i cinesi stanno pensando per mettersi a fare concorrenza sul serio ad Apple e Samsung. ”Stiamo considerando questo genere di acquisizioni. Forse una combinazione avrebbe alcune sinergie, ma dipende dalla volonta’ di Nokia”, ha detto il presidente della divisione ‘consumer’ di Huawei, Richard Yu. Parlando a poche ore dal lancio in grande stime del nuovo smartphone supersottile di Huawei, l’Ascend P6 a Londra, Yu ha aggiunto sibillino: ”abbiamo la mente aperta”. Dalla multinazionale giapponese emerge che non c’e’ nulla di concreto sul tavolo e che al momento ”non ci sono progetti” per una simile operazione. Huawei, che non ha mai fatto acquisizioni in grande stile in passato, ma e’ comunque riuscita a diventare uno dei principali player – non solo sulle infrastrutture mobili – e a sfidare la leadership di Samsung e Apple, si muove con i piedi di piombo. L’economia globale e’ nella massima incertezza, l’Europa e’ stretta nella recessione e Nokia e’ chiaramente in difficolta’. La sua partnership con Microsoft, che fa il software per i suoi smartphone, non piace troppo ai cinesi: considerano ”debole” la piattaforma digitale fornita dal colosso americano rispetto, ad esempio, ad Android di Google. E poi ci sono i costi: Windows Phone ”ha una quota di mercato molto piccola”, sottolinea Yu, e in piu’ ”chiede ancora una licenza” mentre ”Android e’ gratuito”. Secondo gli analisti di Bank of America Merrill Lynch, il takeover avrebbe sinergie: consentirebbe di affiancare il solido portafoglio di brevetti di Nokia, la sua distribuzione nei mercati emergenti, il design degli hardware e le sue relazioni con gli operatori di telefonia a livello globale, con le dimensioni, la solidita’ di bilancio e la struttura low cost di Huawei. Ma non ci si nasconde che ci sarebbero ancora parecchi ostacoli da superare, e che le parole di Yu sono caute. Sui mercati c’e’ scetticismo, ma qualcuno scommette su una possibile corsa alle acquisizioni: le azioni di Nokia oggi sono balzate di oltre il 4% (per poi chiudere a +3% a Helsinki).

fonte: ANSA

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Secondo il Wsj, la cinese Wanda punta a sale cinematografiche in Europa

Il colosso cinese dei cinema, Dalian Wanda Group, punta all’Europa. Pochi mesi dopo l’acquisizione della seconda catena di sale cinematografiche americane AMC Entertainment Holding, il gruppo Wanda ha avuto contatti con alcune società europee alle quali sarebbe interessata. Lo riporta il Wall Street Journal, secondo il quale nel mirino di Wanda ci sarebbero due delle maggiori catene di sale cinematografiche del Vecchio Continente, Odeon & UCI Cinema Holdings e Vue Entertainment, ambedue con sede in Gran Bretagna. Wanda controlla 1.000 sale cinematografiche in Cina e ha come obiettivo quello di raggiungere quota 2.000 entro il 2015, come affermato dal presidente della stessa società Wang Jianlin. Il gruppo cinese – mette in evidenza il Wall Street Journal – sarebbe interessato anche alla produzione cinematografica in Cina e altrove: Wanda avrebbe avuto contatti con Hollywood per il co-finanziamento di alcune produzione americane.

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Cina batte Usa, entro 2030 sarà prima eocnomia del mondo

L’economia cinese si affermera’ come la prima al mondo entro il 2030, battendo quella americana relegata la secondo posto. Gli Stati Uniti, pero’, resteranno un leader mondiale indispensabile, anche grazie alla dipendenza energetica che acquisteranno. E’ quanto afferma uno studio del National Intelligence Council, nel quale si precisa che l’influenza della Russia tramontera’, cosi’ come la forza economica degli altri paesi che si basano sulle entrate petrolifere. Nell’esaminare la situazione e cercare di stimare l’evoluzione, il rapporto mette in evidenza come la maggiore novita’ che rappresentera’ un cambio epocale sara’ l’affermazione di una classe media globale sempre piu’ ampia, grazie alla conquista del potere e di un maggiore benessere da parte di miliardi di persone che emergeranno dalla poverta’.

fonte: ANSA

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Gruppo cinese compra 80,1% di Aig, maggiore acquisizione cinese in Usa

La Cina fa shopping negli Stati Uniti: un gruppo di investitori cinesi ha acquistato l’80,1% della divisione leasing di aerei di Aig per 4,23 miliardi di dollari, con l’opzione di acquistare un ulteriore 9,9%. Si tratta della maggiore acquisizione cinese negli Stati Uniti. Il gruppo di investitori che ha acquistato International Lease Finance Corp include New China Trust, China Aviation Industrial Fund e P3 Investments. Per la Cina l’acquisizione completa una tre giorni importante: solo venerdì la cinese Cnooc ha ottenuto il via libera dal Canada per acquistare la società petrolifera Nexen per 15,1 miliardi di dollari.

fonte: ANSA

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Passera: i cinesi guardano a Italia per investimenti

”I cinesi sono molto interessati agli investimenti nel nostro paese. Ci sono dossier importanti, molte opportunita’ di investimento e sono diversi gli operatori cinesi che guardano ad aziende italiane”. E’ quanto ha detto il ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera, partecipando ad una serata a Shanghai di incontro con la locale comunita’ italiana d’affari, dopo la due giorni a Pechino. Accompagnato dal presidente dell’agenzia Ice, Riccardo Monti, dal presidente di Sace, Giovanni Castellaneta, dall’ambasciatore italiano a Pechino Attilio Massimo Iannucci e dal console generale italiano a Shanghai Vincenzo de Luca, Passera ha incontrato oltre 200 imprenditori e manager dislocati nella Cina orientale, riuniti nello Shanghai Italian Center. ”Abbiamo lavorato – ha detto Passera – affinche’ il Sistema Italia che qui a Shanghai funziona bene, potesse diventare una norma nel paese. Sulla questione economica italiana, siamo dovuti intervenire per evitare disastri maggiori, la spending review ha evitato peggiori problemi”. A Pechino il ministro dello sviluppo economico aveva incontrato sia i vertici del fondo sovrano cinese China Investment Corporation, sia esponenti della Bank of China che dell’autorita’ che si occupa dei marchi che lavora per la proprieta’ intellettuale. ”Con l’autorita’ per i marchi – ha detto il ministro – abbiamo avuto un incontro molto importante, con impegni seri sul rispetto delle proprieta”. Per Passera, l’incontro con il Cic e’ stato di ”grande soddisfazione”. Il ministro ha detto che le banche cinesi sono molto interessate all’Italia ma non ha ravvisato questioni sul fatto che non ci sia reciprocita’ con le cinesi che possono liberamente in Italia ma le italiane (straniere in generale) non possono operare allo stesso modo in Cina. La visita di Passera si chiudera’ domani con un incontro con potenziali investitori cinesi e aziende che gia’ investono in Italia come Huawei (del quale Passera incontrera’ il presidente), Cosco, Shanghai Electric, Chery International.

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Passera a Pechino: in pochi anni Cina primo partner commerciale Italia

Nel suo primo giorno in Cina, il ministro dello sviluppo economico Corrado Passera ha incontrato oggi a Pechino il ministro del commercio Chen Deming, i vertici della Bank of China, una delle quattro grandi banche pubbliche cinesi, e del Fondo sovrano. Passera ha affermato che negli incontri i suoi interlocutori cinesi hanno confermato la ”grande attenzione” con la quale da Pechino si guarda al nostro Paese e alle opportunita’ di investimento che offre per i capitali cinesi. Il ministro ha aggiunto che nel corso dei colloqui sono emersi nuovi settori di interesse da parte cinese, tra cui l’energia e la ”green economy” e ha ricordato che gli scambi tra Italia e Cina hanno avuto un’impennata negli ultimi anni. Oggi la Cina e’ il terzo partner commerciale (dopo Germania e Francia) del nostro Paese e potrebbe diventare il primo entro pochi anni, ha sottolineato il ministro. In un’intervista alla televisione di Stato, la Cctv, Passera ha riaffermato la solidita’ dell’ euro e della costruzione europea che, ha sottolineato, e’ ”un progetto di portata storica”. Il ministro dello sviluppo economico ha messo in guardia l’ audience cinese dall’ ascoltare le ”voci” che parlano di disgregazione dell’ Unione Europea e di fallimento della moneta unica. ”Sono voci messe in giro da chi vuol speculare”, ha affermato, aggiungendo che i mercati sono spesso irrazionali. Sulla politica del governo del quale e’ parte, Passera ha affermato che ha seguito una linea basata ”sull’ equilibrio tra austerita’ e crescita”, ricordando che la sua priorita’ e’ stata quella di ”convincere il resto del mondo che l’ Italia avrebbe fatto tutto quello che era necessario per riportare in ordine i conti pubblici”. Il ministro ha declinato di rispondere a una domanda sulle primarie del Partito Democratico, ”non per cattiveria, ma perche’ ho deciso si astenermi da commenti sulla politica italiana”. Passera ha partecipato – ”nel quadro di una missione che ci sta dando grande soddisfazione” – al lancio dell’ iniziativa Vini Italiani in Cina, un Paese che e ‘ diventato negli ultimi anni il primo importatore di vini del mondo. ”Ma noi non siamo il primo esportatore sul mercato cinese”, ha sottolineato Passera, affermando che ” possiamo giocarcela meglio di quanto abbiamo fatto fin adesso”, con un processo di promozione che ”avra’ il suo culmine nell’ Expo di Milano del 2015, quando l’ Italia sara’ la centro dell’ attenzione mondiale”. Domani, Passera terra’ un discorso alla Scuola Centrale del Partito Comunista Cinese e poi partira’ per Shanghai, seconda e ultima tappa della sua missione cinese.

fonte: ANSA

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Huawei punta su Italia con Lte e Tablet

Huawei, leader mondiale nelle telecomunicazioni soprattutto di nuova generazione cone l’Lte, che sperimenta dal 2004, continua la sua espansione in Italia. Dopo il recente contratto con Fastweb per la gestione dei servizi (con il conseguente trasferimento dei 112 dipendenti dislocati in 11 sedi sul territorio nazionale) e vista l’importanza che il governo italiano sta dando al digitale, Huawei si candida ad essere un primario giocatore nel Paese. “Quest’anno – spiega all’ANSA Roberto Loiola, vicepresidente Huawei per l’Europa Occidentale e Chief Operating Officer per Italia e Svizzera – prevediamo di chiudere il 2012 con un risultato ancora in forte crescita: un fatturato di circa 400 milioni di euro, con un incremento di circa il 40% rispetto ai 250,2 milioni dell’anno precedente (152,8 milioni nel 2010). Nel dettaglio, i ricavi provengono per il 60% dalla divisione Carrier (reti fisse e mobili) che registra un andamento particolarmente positivo grazie al consolidamento delle reti dei principali clienti, il 30% dal Consumer (tablet, smartphone e home device a proprio marchio, commercializzati per oltre il 20% nel canale open market) e circa il 10% dall’Enterprise (prodotti e servizi dedicati alle aziende e alla pubblica amministrazione) che è in fase di start-up, ma nella seconda metà del 2012 la divisione genera già il 15% delle vendite complessive e l’obiettivo per il 2013 è quello di consolidare il trend positivo con una crescita del 20%”. In Italia Huawei è presente dal 2004 con due sedi principali (Milano e Roma), uffici nelle maggiori città italiane, circa 700 dipendenti, un centro di Ricerca e Sviluppo e tre centri di Innovazione che rappresentano il motore per lo sviluppo in Italia della multinazionale. Il settore Ricerca e Sviluppo di Huawei Italia impiega 100 persone altamente qualificate, la maggior parte delle quali occupate nel Centro Globale di competenza Microwave di Milano che è un polo di eccellenza per lo sviluppo di tecnologie a microonde di ultima generazione.

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