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Per Pechino i ribelli libici sono importanti interlocutori

Il ministro degli esteri cinese Yang Jiechi ha definito oggi il Consiglio di transizione nazionale (Cnt) dei ribelli libici ”un’importante forza politica”. Yang ha ricevuto Mahmud Jibril, responsabile della diplomazia del Cnt, invitato per la prima volta in visita a Pechino. Secondo il resoconto dell’ incontro pubblicato dal ministero degli esteri sul proprio sito web, Yang ha affermato che il Consiglio ”e’ diventato ogni giorno piu’ forte da quando e’ stato istituito ed e’ gradualmente diventato un’ importante forza politica” nel Paese nordafricano. ”La Cina – ha detto il ministro a Jibril – vi vede come un importante partner col quale dialogare”. Pechino ha forti interessi in Libia, dove prima dell’inizio della guerra civile lavoravano 36mila cinesi, ma non ha mai avuto col regime del colonnello Muammar Gheddafi rapporti stretti come con altri governi africani. All’inizio di giugno, Pechino ha ricevuto la visita del ministro degli esteri di Gheddafi, Abdelati Obeidi, e sottolinea di essere in contatto con entrambe le parti. Indicando che la Cina sta cercando una mediazione, Yang ha sostenuto che ”la crisi in Libia prosegue e il popolo libico sta soffrendo per i disagi e il caos portati dalla guerra…questo preoccupa la Cina”. ”Speriamo che i due gruppi in conflitto diano la giusta importanza agli interessi del popolo e del Paese, e che considerino con obiettivita’ le proposte della comunita’ internazionale, cessino rapidamente le ostilita’ e risolvano la crisi libiCa attraverso canali politici”. La Cina, che in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza ha il diritto di veto, si e’ astenuta sulla risoluzione che ha autorizzato l’ intervento della Nato contro le forze di Gheddafi.

fonte: ANSA

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Per la Cina in Libia deve decidere il popolo

La Cina ha chiesto oggi a tutte le parti in causa nella faccenda libica di dare priorita’ all’interesse del paese e del suo popolo, considerando seriamente la road map predisposta dall’Unione Africana per risolvere la crisi del paese nordafricano. Lo ha detto in conferenza stampa Hong Lei, il portavoce del ministero degli esteri cinese. Pechino, secondo quanto ha detto Hong, chiede a tutte le parti in Libia di raggiungere un cessate il fuoco e risolvere la crisi attraverso mezzi politici, sottolineando che la Cina intende lavorare con la comunita’ internazionale per trovare una soluzione politica. ”Il futuro della Libia dovrebbe essere decisa dal suo popolo e la Cina rispetta la scelta del popolo libico”, ha detto ai giornalisti Hong Lei. Oggi arriva in Cina anche Abdelati Obeidi, ministro degli esteri libico, che si tratterra’ fino a giovedi’ per incontri con le autorita’ cinesi come inviato speciale del governo libico. La Cina non ha avallato l’intervento armato in Libia, astenendosi (non esercitando il diritto di veto) iin sede di consiglio di sicurezza Onu. Ha poi criticato duramente i radi. Non è mai stata molto vicina a Gheddafi, ma prende dall’area la metà del petrolio necessario a portare avanti la sua crescita. E’ stato il primo paese a far partire dalla Libia martoriata dalla guerra una petroliera e ha subito attivato contatti con il governo di transizione. La settimana scorsa il governo cinese confermo’ che il suo ambasciatore in Qatar Zhang Zhiliang aveva incontrato il presidente del Consiglio nazionale di transizione della Libia, Mustafa Abdel Jalil. Un comunicato del ministero degli Esteri sul suo sito, spiega che un diplomatico cinese di base in Egitto ha incontrato il leader del consiglio di transizione libica oltre ad aver visitato una citta’ orientale libica per informarsi sulla situazione umanitaria.

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Cina preoccupata per vittime civili in Libia

La Cina si e’ dichiarata ”preoccupata” per le vittime civili in Libia. Lo ha detto oggi in conferenza stampa la portavoce del ministero degli esteri cinese, Jiang Yu, commentando con i giornalisti l’uccisione dei familiari del leader libico Muammar Gheddafi da parte dei raid della Nato. ”La Cina ha avuto notizie che il figlio di Gheddafi, Saif al-Arab e altri sono stati uccisi nei raid. Siamo molto preoccupati per la morte e i ferimenti dei civili causati dall’escalation del conflitto in Libia”, ha detto la portavoce della diplomazia cinese. ”La Cina – ha aggiunto la Jiang – disapprova ogni atto dietro l’autorizzazione del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e spera che tutte le parti in causa cessino immediatamente il fuoco e risolvano la crisi politica attraverso il dialogo e altre misure pacifiche”.

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Il Brics critica attacco Nato in Libia

I cinque Paesi emergenti del cosiddetto Brics – Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – hanno criticato oggi le operazioni della Nato in Libia, affermando che esse non rispettano la risoluzione dell’Onu che ha autorizzato l’intervento per difendere la popolazione civile. Riuniti a Sanya, una localita’ turistica nel sud della Cina il presidente cinese Hu Jintao e i suoi ospiti Dimitri Medvedev (Russia), Dilma Rousseff (Brasile), Manmohan Singh (India) e Jacob Zuma (Sudafrica) hanno anche espresso il loro sostegno ad un rafforzamento del ruolo dei Diritti Speciali di Prelievo (Sdr nella sigla inglese) nel commercio internazionale e ad un ridimensionamento del dollaro. Nella ”dichiarazione di Sanya” che ha concluso il vertice la questione della Libia e’ all’ultimo posto, sotto il titolo ”turbolenze regionali”. Nel testo si sottolinea che i cinque sono ”fortemente preoccupati” per la situazione ”nel Medio Oriente, Nord Africa e Africa Occidentale” e che ”condividono il principio secondo il quale l’ uso della forza va evitato”. Parlando alla stampa dopo la conclusione del vertice, Medvedev e’ stato piu’ esplicito. Il presidente russo ha sostenuto che le risoluzioni del Consiglio di sicurezza ”…devono essere applicate in accordo con la loro lettera e con il loro spirito”. ”Quale risultato abbiamo avuto? Abbiamo essenzialmente un’operazione militare e la risoluzione non dice nulla di questo”, ha aggiunto polemicamente. Pur disponendo del diritto di veto, Russia e Cina si sono astenute nel voto del Consiglio di sicurezza dell’Onu che ha autorizzato l’intervento contro le forze del colonnello libico Muammar Gheddafi. Il Sudafrica ha votato a favore ma domenica scorsa, nel corso di una visita a Tripoli, Zuma ha chiesto la fine dei raid aerei. Nella ”dichiarazione di Sanya”, i Paesi del Brics hanno rivendicato un maggior peso all’ interno del Consiglio. Sul piano dell’ economia , i cinque hanno affermato che la ripresa economica internazionale e’ ”ancora minacciata da molte incertezze”, mettendo l’ accento sul massiccio afflusso di valuta speculativa nelle economie emergenti oltreche’ sulla ”volatilita”’ dei prezzi dei prodotti energetici e dei cereali. ‘Bric’ e’ una definizione inventata dal banchiere Jin O’Neill della Goldman Sachs per indicare i Paesi con maggior potenziale di crescita economica nei prossimi anni. Il Sudafrica e’ stato invitato per la prima volta. ”Il Sudafrica e’ piccolo rispetto a questi Paesi…non capisco proprio perche’ i cinesi e gli altri lo abbiano accettato”, ha dichiarato lo stesso O’Neill alla rete televisiva Bbc. ”Ci sono altri Paesi con caratteristiche simili come Turchia, Indonesia, Messico, Corea del Sud, anche Arabia Saudita”, ha aggiunto il banchiere.

fonte: ANSA

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A Cina assetata di petrolio primo carico da insorti Libia

E’ la Cina il primo paese al mondo ad acquistare greggio degli insorti libici dopo lo scoppio della guerra nel paese nordafricano. Nonostante la non conferma del governo di Pechino e soprattutto il fatto che questo abbia appoggiato apertamente il regime di Gheddafi tanto da non votare la risoluzione dell’Onu che ha poi portato all’intervento armato, un cargo liberiano con 80.000 tonnellate di petrolio sta navigando alla volta della Cina. Partito un paio di giorni fa da Marsa el Hariga, vicino Tobruk, dopo aver fatto il carico di greggio, la petroliera che trasporta l’equivalente di 550.000 barili venduti dai ribelli libici, ha attraversato oggi il Canale di Suez e raggiungerà la Cina, probabilmente Dalian nel nord est, in meno di un mese. Secondo indiscrezioni apparse su alcuni siti e blog, la Cina avrebbe acquistato il greggio dal Consiglio nazionale transitorio (Cnt) dei ribelli tramite la Vitol, una societa’ di intermediazione e l’ha pagato 112 milioni di dollari su una conto corrente di una banca off shore del Qatar. La mossa della Cina e’ stata quasi obbligata, in considerazione della forte necessita’ di greggio che Pechino ha. Da ieri in Cina il prezzo della benzina e’ aumentato. Secondo quanto riferisce l’Agenzia Nuova Cina, il governo ha aumentato i prezzi al dettaglio della benzina a 500 yuan (poco oltre 50 euro) per tonnellata e del diesel a 400 yuan (oltre 40 euro) per tonnellata, che si traduce in un aumento di 0,37 yuan (0,038 euro) per litro di benzina e 0,34 yuan per litro di gasolio. L’aumento dei prezzi della benzina sta causando malcontento fra la gente. ”Se i prezzi continuano a salire – ha detto un automobilista di Pechino che usa l’automobile per spostarsi da casa al luogo di lavoro – sarò costretto a vendere la mia macchina. Nessuno potrà più’ permettersi di guidare”. ”E’ normale che la gente sia arrabbiata per questi aumenti – ha detto Lin Boqiang, direttore del Centro per l’energia dell’Università di Xiamen – ma la recente situazione in Libia e nei paesi del Medio Oriente ha portato l’aumento dei prezzi del petrolio e questo inevitabilmente ha avuto riflessi anche sul mercato cinese”. Li ha poi aggiunto che una possibile soluzione per il governo cinese potrebbe essere quella di decidere il taglio delle tasse sul petrolio per aiutare a ridurre i prezzi. E l’aumento della benzina ha provocato anche un aumento dei prezzi dei voli con le compagnie aeree cinesi che hanno annunciato di aver aumentato la tassa sul carburante. Per le rotte fino a 800 chilometri l’aumento previsto e’ di 60 yuan (oltre 6 euro), circa il 20%, mentre per le rotte superiori a 800 chilometri l’aumento sarà di 110 yuan (12 euro), circa il 22%. Si tratta della seconda volta che le compagnie aeree in Cina aumentano la tassa sul carburante dall’inizio del 2011.

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