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Ancora debole l’economia della Cina: a gennaio crollano export (-6,6%) e import (-14,4%)

Continua a calare il commercio cinese. Secondo i dati diffusi dall’istituto delle dogane, a gennaio si è registrato un tonfo dell’export del 6,6%, a 175 miliardi di dollari, con l’import ancora più indietro, -14,4%, a 114,2 miliardi. A dicembre gli erano state registrate flessioni di export e import, rispettivamente  dell’1,4% e del 7,6%.

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Calano a dicembre, ma meno di novembre, le esportazioni della Cina

Un piccolo segno positivo per l’economia cinese: i dati commerciali di dicembre segnano un calo ma minore di quello registrato a novembre. E, in questo momento difficile per l’economia del dragone, è una notizia che deve tenere allegri. Secondo i dati doganali diffusi stamattina, le esportazioni cinesi a dicembre sono scesi dell’1,4% rispetto all’anno scorso, un miglioramento rispetto al 6,8% di novembre. Le importazioni cinesi sono diminuite del 7,6%, meno dell’8,7% di novembre. I dati commerciali cinesi riflettono la debolezza della domanda globale e un calo della crescita economica interna, ma gli economisti dicono che la spesa al dettaglio e la produzione potrebbero essere in miglioramento. La crescita economica è scesa al minimo da sei anni al 6,9% nel trimestre finito a settembre. La crescita dell’anno passato si dovrebbe attestare appena sotto o comunque vicinissima al 7% anche se per molti sarà difficile che il paese del dragone possa raggiungere una crescita superiore del 6,5%. La bilancia commerciale della Cina ha evidenziato a dicembre un avanzo di 60,09 miliardi di dollari, in miglioramento rispetto ai 54,10 miliardi del mese precedente e sopra le attese degli analisti che avevano pronosticato un calo a 51,30 miliardi di dollari. Durante l’intero 2015 le esportazioni della Cina sono calate del 2,8%. Si è trattato del primo calo annuo dal 2009. Le importazioni sono scese del 14,1%. Il surplus della bilancia commerciale cinese è cresciuto nel 2015, rispetto all’anno precedente, da $382,5 miliardi al livello record di $594,5 miliardi.

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Il fondo monetario internazionale rivede al ribasso le stime di crescita cinesi

Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ritocca le stime di crescita dell’economia mondiale, la cui ripresa resta debole e con rischi al ribasso. Ecco di seguito le nuove stime di crescita del Fmi. Fra parentesi sono riportate le variazioni in punti percentuali rispetto alle previsioni di luglio. ============================================================== 2013 2014 ————————————————————– MONDO +2,9% (-0,3) +3,6% (-0,2) STATI UNITI +1,6% (-0,1) +2,6% (-0,2) AREA EURO -0,4% (+0,1) +1,0% (0,0) – GERMANIA +0,5% (+0,2) +1,4% (+0,1) – FRANCIA +0,2% (+0,3) +1,0% (+0,1) – ITALIA -1,8% (-) +0,7% (-) – SPAGNA -1,3% (+0,3) +0,2% (+0,1) REGNO UNITO +1,4% (+0,5) +1,9% (+0,4) GIAPPONE +2,0% (-0,1) +1,2% (+0,1) CANADA +1,6% (-0,1) +2,2% (-0,1) RUSSIA +1,5% (-1,0) +3,0% (-0,3) CINA +7,6% (-0,2) +7,3% (-0,4) INDIA +3,8% (-1,8) +5,1% (-1,1) BRASILE +2,5% (-) +2,5% (-0,7) RUSSIA +2,5% (-) +3,3% (-) – ECONOMIE AVANZATE +1,2% (-) +2,0% (-0,1) – ECONOMIE EMERGENTI +4,6% (-0,5) +5,1% (-0,4).

fonte: ANSA

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Aumenta a settembre il settore dei servizi

Aumenta a settembre l’indice degli acquisti dei manager (Purchasing Managers’ Index, Pmi), relativo al settore non manifatturiero, considerato un buon indicatore per lo stato dell’economia. Secondo i dati diffusi poco fa dall’ufficio nazionale di statistica cinese e dalla federazione cinese di logistica e acquisti, il dato di settembre è stato registrato al 55,4% rispetto al 53,9% di agosto. Un dato superiore al 50% indica crescita, mentre al di sotto significa stagnazione. L’aumento dell’indice deriva anche dalla forte crescita nel settore dei servizi di consumo grazie all’aumento delle vendite al dettaglio a settembre in vista delle feste nazionali di questi giorni. L’indice comprende settori come i servizi, le edilizia, l’informatico, l’aviazione, i trasporti ferroviari e l’immobiliare. Ieri l’indice Pmi del manifatturiero aveva fatto registrare il massimo da 17 mesi, con una crescita a settembre al 51,1%.

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A settembre indice Pmi più alto da maggio 2012

L’attività manifatturiera in Cina a settembre è salita al punto più alto in 17 mesi, secondo i dati diffusi oggi dall’ufficio nazionale di statistica di Pechino. Il Purchasing Managers’ Index (Pmi) il mese scorso è stato registrato al 51,1%, rispetto al 51% di agosto, facendo registrare il terzo mese consecutivo di aumento e un record da maggio 2012. Un dato sotto il 50% indica stagnazione, sopra invece indica crescita.

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Fmi: rallentamento Cina più forte attese preoccupa

Un rallentamento più forte del previsto della crescita in Cina e’ una ”preoccupazione al momento” e avrebbe i maggiori effetti sulle economie dell’Asia e dell’America Latina. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) nei capitoli analitici del World Economic Outlook.

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Inflazione cinese scende ad agosto al 2,6%

Scende ad agosto l’inflazione cinese. Secondo i dati resi noti oggi dall’ufficio nazionale di statistica, l’inflazione ad agosto è scesa al 2,6% rispetto al 2,7% che si era registrato per il mese di luglio.

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Rivisto al ribasso il pil del 2012, da 7,8 al 7,7%

Le autorità cinesi hanno abbassato il dato della crescita nel 2012 di 0,1 punti percentuali. Come riporta un comunicato diffuso poco fa dall’Istituto Nazionale di Statistica di Pechino, il prodotto interno lordo cinese del 2012 è stato abbassato al 7,7% rispetto al precedente dato del 7,8. La revisione del dato ha ricalcolato il Pil a 51,89 trilioni di yuan (8,51 trilioni di dollari) nel 2012, 38 miliardi di yuan in meno del dato precedente.

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Obiettivo crescita cinese a 7,5% raggiungibile secondo esperti

La Cina sarà capace di raggiungere l’obiettivo fissato per la crescita di quest’anno al 7,5%. Lo ha detto un portavoce dell’Istituto Nazionale di Statistica di Pechino. Secondo Sheng Laiyun, l’economia cinese si sta stabilizzando, sostenuta da politiche a supporto in Cina e dall’aumento della domanda estera. Il prodotto interno lordo cinese è cresciuto del 7,6% nel primi sei mesi dell’anno, la peggiore performance nei primi sei mesi degli ultimi tre anni, ma in linea con le aspettative del mercato. A luglio la produzione industriale è aumentata del 9,7% rispetto all’anno scorso, con un incremento dello 0,8% rispetto a giugno, indicando una certa fiducia nelle aziende cinesi.

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Bank of China smentisce voci di default

La Bank of China, la piu’ grande banca cinese, ha smentito con una nota nella tarda serata di ieri che in giornata si sia trovata in default per assenza di liquidita’. La nota e’ stata anche pubblicata dall’agenzia Nuova Cina. Era stato un post pubblicato sul sito di microblogging Sina Weibo (l’equivalente di Twitter in Cina) del giornale economico 21st Century Business Herald ad annunciare che la banca aveva interrotto le transazioni per almeno mezz’ora a causa di una carenza di liquidita’. La banca ha smentito questa circostanza, riservandosi azioni legali. Un recente aumento dei tassi di interesse nel mercato interbancario ha aumentato le preoccupazioni su una crisi di liquidita’. Il mercato bancario e’ in forte tensione per questo. La banca centrale cinese e’ intervenuta emettendo prestiti di circa 324 milioni di dollari, ma ha annunciato che dovranno essere le banche ad adottare altre misure, perche’ non immettera’ altra liquidita’.

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