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Ok dalla Cina a tutela Grana Padano e Prosciutto di Parma

Per il Grana Padano e per il Prosciutto di Parma – due prodotti dell’eccellenza agroalimentare italiana – si apre il più grande mercato di consumatori al mondo, quello cinese. Pechino si prepara infatti a tutelarne il nome e quindi a riconoscere la tradizione e il savoir-faire dei produttori italiani. In questo modo verrà inflitto un duro colpo all’agropirateria internazionale, in un mercato di 1,3 miliardi di persone il cui potere d’acquisto è in continua crescita. Ad annunciarlo dalla Cina, dove è in missione, è stato lo stesso commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos, secondo cui gli operatori cinesi non si oppongono più all’avvio di un rapido e reciproco processo di registrazione di dieci prodotti Dop e Igp Europei: vanno dal Grano Padano e Prosciutto di Parma ai formaggi francesi Roquefort e Comté agli inglesi White e Blue Stilton e Cheddar. Ci sono anche conserve di prugne francesi a due olii spagnoli. Nello stesso momento l’Europa avvierrà il processo di iscrizione nel Registro di tutela dell’Ue, di altri dieci alimenti di alta qualità cinesi. Bruxelles ritiene che per il riconoscimento definitivo dei prodotti cinesi siano necessarie tra le sei e le otto settimane. Un periodo equivalente dovrebbe interessare la registrazione dei prodotti europei in Cina. Particolarmente soddisfatto il ministro per le politiche agricole Giancarlo Galan, secondo cui il processo di riconoscimento da parte di Pechino “rappresenta un punto di partenza importante per la registrazione, la protezione e la valorizzazione dei nostri prodotti Dop e Igp nei mercati asiatici”. Soddisfatte anche le confederazioni agricole di Coldiretti, Cia e Copagri, mentre per il consorzio del Grana Padano “l’eccellenza del Made in Italy, avrà finalmente il rispetto e la tutela che merita”. Il commissario Ciolos ne è convinto: “Si sono gettate le basi per una futura cooperazione sul fronte delle indicazione geografiche con la Cina”. La posta in gioco è elevata. Ciolos intende giocare appieno la carte dell’alta qualità che potrebbe assumere nell’Ue una forte valenza politica: far crescere l’export alimentare infatti, può contribuire in modo sostanziale alla crescita dell’economia e quindi giustificare il mantenimento per la politica agricola comune di un sostanziale bilancio Ue, anche dopo il 2013. Comunque molto resta da fare: sono 3.200 – tra bevande e alimenti – le Dop e le Igp europee, e numerose attendono di essere tutelate sul mercato mondiale.

fonte: ANSA

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