Forse e’ prematuro parlare di disgelo. Ma dopo settimane di enorme tensione, nei rapporti tra la Corea del Nord e la comunita’ internazionale sembra tornare un po’ di sereno. Il primo gesto lo ha fatto il leader supremo di Pyongyang che – secondo quanto riferiscono fonti del governo di Seul – ha deciso di revocare lo stato di massima allerta e di spostare i missili a medio raggio negli ultimi tempi puntati su possibili obiettivi ‘nemici’. Per il momento, dunque, le provocazioni sembrano aver lasciato il posto a un atteggiamento piu’ cauto. Cosi’ a Washington il presidente americano, Barack Obama, e la presidente sudcoreana, Park Geun-hye – incontratisi alla Casa Bianca – usano toni che sembrano un po’ meno duri rispetto al passato: ”Gli Stati Uniti sono pronti a difendere se stessi e gli alleati”, ha ribadito Obama, insistendo pero’ sul fatto che l’America e’ soprattutto pronta da tempo al dialogo con un regime nordcoreano ”sempre piu’ isolato”. Il presidente Usa – su invito di un giornalista sudcoreano nel corso della conferenza stampa con la Park – lancia un messaggio al giovane ed aggressivo leader di Pyongyang: ”Non lo conosco personalmente, ma quello che so e’ che le sue provocazioni lo hanno portato in un vicolo cieco. Deve invece ricongiungersi alla comunita’ internazionale – auspica Obama – collaborare per la denuclearizzazione della penisola coreana e assicurare cosi’ prosperita’ del suo popolo”. In questo caso tutti sono pronti ad accoglierlo. Il ruolo che puo’ essere svolto dalla Cina viene sottolineato dalla presidente Park, che ricorda come Pechino ”puo’ esercitare un’influenza fondamentale per indurre la Corea del Nord a rimettersi sulla retta via, rispettando gli obblighi internazionali a partire dalle risoluzioni delle Nazioni Unite”. Dunque, Pyongyang deve impegnarsi davvero per la denuclearizzazione della penisola coreana: e fino a quando esistera’ la minaccia nucleare – avverte Park – ”il nostro impegno sara’ quello di rafforzare le difese”. Le crescenti tensioni nella penisola coreana avevano portato Pyongyang a decidere il 26 marzo scorso il livello di massima allerta per tutte le unita’ strategiche missilistiche e di artiglieria, in risposta a Corea del Sud e Usa impegnati in manovre militari congiunte. Il regime aveva quindi puntato vettori balistici contro obiettivi importanti su continente americano, Hawaii e Guam, nonché su altre basi militari Usa di Pacifico e Corea del Sud. Ora, l’allerta sembra essere terminata intorno al 30 aprile.
fonte: ANSA