La Cina ha respinto in Myanmar alcuni rifugiati di etnia Kachin, senza offrire loro l’assistenza necessaria. Lo ha denunciato in un rapporto l’organizzazione non governativa Human Right Watch. I Kachin sono una minoranza etnica scappati dalla guerra civile ripresa l’anno scorso dopo una tregua di 17 anni. Oltre 10.000 appartenenti a questa minoranza hanno cercato rifugio nella provincia meridionale cinese dello Yunnan, ai confini con il Myanmar. Secondo Hrw, la maggior parte di questi rifugiati non hanno accesso a cure, ripari, o altre esigenze basilari, mentre altri sono stati arrestati. In passato il governo cinese ha accolto i rifugiati, seppur non accogliendoli secondo le obbligazioni internazionali, come ha denunciato l’Ong, ma ora la situazione per queste persone sta peggiorando. Secondo la denuncia, a oltre 300 persone e’ stato ordinato dalle autorita’ cinesi di tornare indietro mentre altri sono stati gia’ respinti. Al momento non c’e’ nessun commento da parte delle autorita’ cinesi.
Archivi tag: human right watch
Nessuna notizia da un anno di 20 uiguri deportati
Dopo un anno non c’é ancora nessuna notizia dei 20 uiguri deportati dalla Cambogia in Cina, secondo quanto denunciato dall’Uaa (Uyghur American Association). In un comunicato, l’associazione ha chiesto al governo cinese di dare qualche informazione sul destino dei 20 uiguri, su dove si trovino attualmente e sulle loro condizioni di salute e ha anche fatto appello alla comunità internazionale esprimendo preoccupazione per la loro sorte, aggiungendo che essi dovrebbero essere trattati in base agli standard internazionali sui diritti umani. Secondo l’Uaa, infatti, non è da escludere che essi possano subire o aver subito persecuzioni, torture e perfino essere stati uccisi. I 20 uiguri, tra cui vi erano anche una donna e due bambini, sono stati deportati un anno fa, il 19 dicembre 2009, dopo essere stati etichettati come criminali dal governo cinese e poco prima della visita in Cambogia del vice presidente cinese Xi Jinping, durante la quale venne firmato anche un accordo di aiuto del valore di oltre 1 miliardo di dollari con il governo di Phnom Penh. Migliaia di giovani uiguri sono fuggiti dalla Cina a partire dal 5 luglio 2009, per scappare alla violenta repressione. Secondo quanto dichiarato dal leader degli uiguri, Rebiya Kadeer, è vitale che i paesi occidentali continuino a fare pressioni sulla Cina per avere informazioni sul destino di queste persone. Dopo essere scappati dalla Cina, in un primo momento erano stati 22 gli uiguri che avevano chiesto protezione presso l’ufficio dell’Onu per i Rifugiati in Cambogia ma prima che potesse essere completata la procedura 20 di loro vennero catturati e deportati (solo due riuscirono a fuggire) Nel mese di gennaio 2010, l’Organizzazione Human Right Watch emise un comunicato, a seguito delle deportazioni, chiedendo alle autorità cinesi di far sapere lo stato e le condizioni dei deportati. “Gli uiguri che cercavano asilo – ha detto Sophie Richardson, di Human Rights Watch Asia – e sono stati rispediti in Cina dalla Cambogia, sono spariti come in un buco nero. Non c’é alcuna notizia né garanzia che non siano stati torturati o perseguitati”. Oltre ai 20 uiguri deportati dalla Cambogia mancano notizie anche di altri 17 deportati dalla Birmania lo scorso mese di gennaio. Secondo un rapporto del 2009 di Human Right Watch, gli arresti dei membri del popolo uiguro sono avvenuti in violazione delle leggi sia cinesi che internazionali. Alle famiglie dei deportati non è stato mai rivelato dove essi venivano portati. L’Uaa ha anche denunciato che il governo cinese ha portato avanti la persecuzione degli uiguri considerandoli tutti criminali e senza distinguere i comportamenti violenti di un ristretto gruppo con la protesta di massa ma pacifica del loro popolo.
Archiviato in Diritti incivili