15 aprile 2014 · 10:04
La censura cinese non risparmia neanche l’ex presidente cinese ed ex segretario del partito comunista cinese Hu Jintao. Dalla rete, infatti, soprattutto dai microblog di Sina Weibo, il simil-twitter cinese, è stata eliminata la foto che ritrae l’ex presidente cinese nei giorni scorsi in visita alla casa di famiglia di Hu Yaobang, ex segretario generale del Partito Comunista cinese, considerato un riformatore la cui morte, 25 anni fa, segnò l’inizio della rivolta studentesca che qualche mese dopo portò ai moti di Tiananmen. Già in passato Hu Jintao si era richiamato a Hu Yaobang del quale operò una vera e propria riabilitazione. Hu Yaobang, molto vicino a Deng Xiaoping, perse ogni carica durante la rivoluzione culturale di Mao. Deng lo riabilitò e Hu fu ai vertici del partito fino al 1987 quando fu obbligato a dimettersi. Due anni dopo morì per attacco cardiaco il 15 aprile e le manifestazioni in suo onore di giovani studenti rappresentarono l’inizio della protesta che portò, due mesi dopo, ai moti di Tiananmen. Proprio il 25mo anniversario di Tiananmen, che ricorrerà il prossimo 4 giugno, sta coincidendo con una maggiore stretta della censura cinese su internet, tanto che in molti lamentano un notevole rallentamento della rete. Ecco il messaggio arrivato ai giornalisti cinesi con la censura della visita
Central Propaganda Department: The media are not to report on Hu Jintao’s visit to Hu Yaobang’s former residence. Media websites must immediately delete any republished [coverage]. (April 14, 2014)
中宣部:胡锦涛拜访胡耀邦故居一事媒体不要做报道,网媒已转载的要立即删除。

La foto della visita, censurata

L’ex premier Wen Jiabao, l’ex presidente Hu Jintao e Hu Yaobang in una foto di qualche anno fa
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20 dicembre 2013 · 03:29
Le autorita’ della provincia orientale cinese dell’Anhui hanno iniziato il processo a carico di un attivista che aveva protestato contro l’espulsione di sua figlia dalla scuola a causa del suo impegno politico. Lo riferisce il sito di Radio Free Asia. Zhang Lin e’ accusato di “aver spinto la gente a scendere in piazza causando pubblico disordine” durante una manifestazione svoltasi lo scorso aprile in cui dozzine di persone protestarono per la decisione delle autorita’ locali di non permettere piu’ alla figlia di Zhang, Anni, di soli 10 anni, di frequentare la scuola elementare. Zhang, che in passato ha gia’ scontato 13 anni di carcere per sovversione dei poteri di stato, rischia ora fino a 5 anni. Anni e’ stata considerata “la piu’ giovane prigioniera cinese”. La bimba lo scorso febbraio venne cacciata dalla scuola, trattenuta per ore, impedendole persino di bere e mangiare e di avere una coperta per proteggersi dal freddo, e in seguito messa agli arresti domiciliari. Dallo scorso settembre vive negli Stati Uniti insieme alla sorella. Zhang, che e’ un veterano del movimento pro democrazia del 1989, e’ da tempo nel mirino delle autorita’. Arrestato il 22 agosto a seguito di una disputa con le autorita’ che avevano cacciato sua figlia dalla scuola, Zhang torno’ poi con la figlia nella sua citta’ di origine, agli arresti domiciliari, in aprile dopo che una trentina di attivisti si mobilitarono a suo favore. Di fronte al persistere del diniego di frequentare la scuola per la figlia, Zhang fuggi’ dagli arresti domiciliari per recarsi a Pechino a sottoporre il suo caso al governo centrale. Ma le autorita’ lo riportarono a casa e poco dopo lo misero in stato di detenzione. La piccola Anni protesto’ dinanzi dinanzi al centro di detenzione, innalzando un cartello con su scritto “Liberate mio padre e permettetemi di andare a scuola”.
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18 dicembre 2013 · 03:26
Un gruppo di Hong Kong che si batte per la tutela dei diritti umani, ha acquistato un edificio nell’ex colonia britannica con l’intento di trasformarlo in un museo dedicato al massacro di piazza Tiananmen. Lo riferisce il sito di Radio Free Asia. Richard Choi, il vice presidente del gruppo Alliance in Support of Democratic Movements in China, ha fatto sapere che l’idea sarebbe di riuscire ad inaugurare il museo il prossimo giugno, quando ricorrera’ il 25/o anniversario della strage. Il memoriale, secondo le informazioni disponibili, coprira’ una superficie di 800 metri quadrati nel distretto di Tsimshatsui nella zona di Kowloon. Mentre solitamente il governo di Pechino vieta qualsiasi manifestazione in ricordo dei fatti avvenuti il 4 giugno 1989 e blocca anche tutti i media impedendo che si tratti l’argomento, ad Hong Kong invece il governo non ostacola il ricordo della tragedia. Choi ha detto che le uniche cose complicate sono state reperire i fondi e la sede adatta. La notizia della prossima apertura di un museo-memoriale su Tiananmen e’ stata accolta con grande favore da diversi dissidenti. “Sono felice – ha detto a radio Free Asia Wang Dan, che vive da tempo negli Usa – ho anche donato dei fondi per aiutare il progetto. La memoria storica e’ di per se una forma di protesta”. Il museo conterra’ tra gli altri anche oggetti appartenuti agli studenti che dettero vita al movimento. Il numero di coloro che morirono uccisi dall’esercito cinese rimane ancora un mistero. Le autorita’ di Pechino parlano di “circa 300” ma non e’ stata mai pubblicata una lista ufficiale delle vittime e fonti non ufficiali parlano di numeri molto piu’ alti.
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17 settembre 2013 · 02:50
Le autorità cinesi hanno bloccato due attivisti mentre stavano per imbarcarsi alla volta di Ginevra, per una riunione Onu, e di una di questi non si hanno notizie. Lo riferisce l’organizzazione Chine Human Rights Defender. Della donna, Cao Shunli, non si hanno notizie dal 14 settembre, quando agenti della polizia l’hanno prelevata mentre si stava per imbarcare per Ginevra per partecipare ad una conferenza sui Diritti Umani. Nello stesso giorno è stato bloccato all’aeroporto di Guangzhou, l’ex Canton, l’attivista di Shanghai Chen Jianfang. Secondo l’organizzazione non governativa, negli stessi giorni altri attivisti sono stati interrogati dalle autorità, sempre sulla stessa conferenza di Ginevra. Cao Shunli negli anni si è molto impegnata per i diritti umani in cina, scrivendo anche diversi studi proprio per l’organismo di Ginevra. Dal 2008, è stata arrestata diverse volte dalle autorità. Chen ha trascorso più di un anno in un campo di lavoro, dopo essere stato arrestato per aver partecipato a Shanghai a una manifestazione di protesta.
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13 settembre 2013 · 02:45
E’ stato arrestato oggi a Pechino Wang Gongquan, un grosso uomo d’affari e molto amico dell’attivista per i diritti umani Xu Zhiyong. Secondo quanto riferisce il South China Morning Post, oltre 20 poliziotti hanno fatto irruzione nella casa di Wang nella capitale cinese e lo hanno portato via. Sembra che il cinquantaduenne uomo d’affari sia accusato di “aver riunito un folto gruppo di persone e arrecato disturbo alla quiete pubblica”, ovvero le stesse accuse che portarono all’arresto di Xu Zhyyong, fondatore del movimento ‘Nuovo cittadino’ che è stato in carcere fino a metà luglio. Wang era stato tra quelli che aveva firmato una petizione per il rilascio di Xu. Il mese scorso Wang aveva dichiarato proprio al South China Morning Post di essere molto preoccupato e di temere di essere presto arrestato nell’ambito della campagna di repressione del dissenso voluta dal governo di Pechino. Wang iniziò la sua carriera come impiegato dell’ufficio della propaganda nella provincia del Jilin. In seguito lavorò per una ditta statale nel settore delle esportazioni prima di dedicarsi al mondo dell’imprenditoria e della finanza a partire dal 1990.
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10 settembre 2013 · 07:06
Zhang Anni ce l’ha fatta. La ragazzina di 10 anni, considerata la “piu’ giovane prigioniera politica cinese”, e’ riuscita a volare negli Stati Uniti dove ora potra’ studiare e avere una vita normale. Quella vita che in Cina finora le era stata negata, come le era stato negato anche il normale diritto di andare a scuola. La sua colpa era solo quella di essere la figlia di un dissidente veterano, Zhang Li. A conclusione di una complessa vicenda la ragazzina la scorsa settimana era arrivata a Shanghai con alcuni membri della sua famiglia per ottenere il visto per gli Usa. Un visto che finalmente le ha consentito di arrivare a San Francisco con la sorella Ruli. Per iniziare una nuova vita. E’ stato, tra gli altri, l’attivista Hu Jia, che ha seguito l’intera vicenda, ad informare via twitter della partenza delle ragazze, dopo averle aiutate ad ottenere il visto. “Le due ragazze sono atterrate negli Usa – ha confermato l’attivista Zheng Cunzhu, che le ospita – finalmente ora la bambina potra’ avere un’istruzione ed essere libera. Siamo tutti molto felici di questo risultato, ma al tempo stesso ora e’ importante che cose come queste non accadano piu'”. Zhang Li, il padre di Anni, era un esponente di primo piano del Cdp (China Democracy Party), bandito in Cina dal 1998. All’uomo, che è ancora in carcere (è stato arrestato l’ultima volta ad agosto, dopo aver trascorso anni in cella), gli sono state chiuse tutte le porte anche del mondo del lavoro. Lo scorso febbraio, la figlia è stata fatta uscire dalla scuola. Neanche l’intervento di una trentina di attivisti ad aprile a favore della causa era servito a sbloccare la situazione anzi spinse le autorita’ a mandare tutta la famiglia di Zhang, Anni compresa, agli arresti domiciliari. Dai quali Zhang Li fuggi’ per portare il suo caso a Pechino. Senza pero’ ottenere nulla, se non un nuovo arresto. Fu lui a chiedere, segretamente, ad Hu Jia di interessarsi del caso della figlia. Fino all’epilogo finale che ha permesso alla ragazzina di andarsene. Il caso di Anni non e’ l’unico di questo genere in Cina. L’attivista Wu Renhua ha raccontato come molti dissidenti dopo la rivolta di piazza Tienanmen del 1989, e la dura repressione che ne segui’, ebbero dure conseguenze. Molti trascorsero diversi anni in carcere e poterono sposarsi solo al termine delle loro condanne. Ecco perche’ in molti casi hanno figli che oggi sono ancora giovanissimi e che tuttora patiscono le conseguenze dell’attivismo politico dei loro padri. Come appunto e’ capitato ad Anni. Solo pochi giorni fa le autorita’ cinesi hanno arrestato Yao Chen, amico di Zhang, per il solo fatto di aver accompagnato a Shanghai la piccola Anni e la sua famiglia.
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23 agosto 2013 · 05:31
Sono state formalizzate le accuse nei confronti dell’avvocato Xu Zhiyong, noto avvocato di Pechino che da tempo si batte per la tutela dei diritti civili. Lo riferisce il South China Morning Post. Secondo le informazioni fornite da un altro avvocato, Zhang Qingfang, Xu sarebbe stato arrestato ufficialmente per aver riunito un folto gruppo di persone e disturbato l’ordine in un posto pubblico. Sembra però probabile che il vero motivo dell’arresto di Xu sia da collegarsi con la campagna da lui promossa in base alla quale i funzionari pubblici dovrebbero essere obbligati per legge a dichiarare i loro patrimoni. Fondatore del gruppo ”New Citizen”, che si batte soprattutto per il rispetto dei diritti civili, Xu Zhiyong era stato fermato già dalla metà di luglio, ma contro di lui non erano state finora formulate accuse precise. Circa due settimane fa, dal carcere, Xu Zhiyong era riuscito a far uscire e circolare un video, nel quale invitava ”i cittadini coraggiosi a farsi avanti per ottenere i loro diritti e realizzare i loro sogni”. Per la sua liberazione è stata già fatta una petizione, firmata da oltre duemila persone.
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21 agosto 2013 · 05:24
Chen Guangfu, il fratello dell’attivista cieco cinese Chen Guangcheng, che l’anno scorso riuscì a fuggire dagli arresti domiciliari, a rifugiarsi nell’ambasciata americana e poi a partire per gli Stati Uniti dopo un braccio di ferro fra Washington e Pechino, è stato fermato dalla polizia di Shanghai e costretto a ritornare nel suo villaggio di origine nella provincia orientale dello Shandong. Lo riferisce il sito di Radio Free Asia. Secondo le informazioni, Chen Guangfu la scorsa settimana era arrivato a Shanghai ospite di un attivista e nei giorni scorsi aveva avuto incontri, nella capitale economica cinese, con altri dissidenti. Ma qualche giorno dopo la polizia lo ha bloccato e dopo poche ore di fermo lo ha costretto a salire su un treno per tornare a casa. ”Mi hanno chiesto cosa ero venuto fare a Shanghai e chi avevo incontrato – ha raccontato Chen al telefono mentre si trovava sul treno tornando a casa – e poi mi hanno comprato un biglietto del treno e costretto a salire e andare via”. Chen si trovava, insieme a un’altra amica (che pare anch’essa sia stata fermata dalla polizia), nell’abitazione di un attivista di Shanghai, Shi, quando la polizia lo ha raggiunto e arrestato. ”La polizia è entrata – ha raccontato Shi – e gli hanno detto di seguirli alla stazione. Credo ci stessero osservando e pedinando da giorni”.
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17 agosto 2013 · 05:13
Le autorità cinesi hanno arrestato lo scorso 8 agosto, ma la notizia è stata diffusa solo oggi, un noto avvocato che si batte per i diritti civili in Cina. Yang Madong, meglio conosciuto come Guo Feixiong, secondo fonti di organizzazioni che si battono per i diritti civili in Cina, è stato arrestato a Guangzhou, l’ex Canton, per disturbo dell’ordine pubblico. Guo è salito agli onori delle cronache nel 2005 quando organizzò le proteste di un villaggio nel quale la corruzione dei funzionari aveva tra l’altro portato ad un esproprio forzato di numerose terre. Due anni dopo fu condannato a cinque anni di galera con l’accusa di pubblicazioni illegali. Fu rilasciato nel 2011, poichè aveva scontato parte della pena prima della condanna, e durante la detenzione sarebbe stato torturato. A gennaio scorso, dopo aver partecipato alle proteste in sostegno dei giornalisti del Southern Weekend, che manifestavano contro la forte censura subita per un editoriale, fu convocato dalla polizia per un interrogatorio. Altre convocazioni sono avvenute nei mesi successivi. Secondo il suo legale, in questa occasione potrebbe rischiare un’altra condanna a cinque anni. Quello di Guo è l’ultimo arresto di una ondata di repressione e arresti operati dalle autorità cinesi da metà luglio nei confronti di attivisti, avvocati e giornalisti, una delle più repressive azioni dal 2011.
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18 giugno 2013 · 02:07
Un uomo che si era riproposto di rilanciare il movimento per la democrazia del 1989, che fu stroncato con l’intervento dell’esercito su piazza Tiananmen, e’ stato formalmente arrestato in Cina. Lo ha annunciato la moglie dell uomo, che si chiama Gu Yimin ed e’ accusato di ”incitamento a sovvertire i poteri dello Stato”. Gu, 37 anni, era stato fermato all’ inizio di giugno nella provincia dello Jiangsu (Cina meridionale), dopo aver presentato alla polizia la richiesta di autorizzazione per una manifestazione nell’ anniversario del massacro di piazza Tiananmen nel quale, nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989, furono uccise centinaia di persone. La donna ha precisato che l’ autorizzazione gli era stata negata. Quella di ”incitamento alla sovversione” e’ un’accusa spesso rivolta ai dissidenti. Per questo reato e’ stato condannato a 11 anni di prigione il premio Nobel per la pace Liu Xiaobo.
fonte: ANSA
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