Alla fine, anche il tabù della legge del figlio unico è stato infranto, anche se la stessa norma non è stata abrogata del tutto. La terza sessione plenaria del comitato centrale del partito comunista, conclusa tre giorni fa ma le cui risultanze sono state rese note solo oggi, ha deciso che nelle città verrà permesso di avere più di un bambino alle coppie nelle quali uno dei due coniugi sia figlio unico, mentre oggi questo privilegio è riservato alle coppie composte da due figli unici. Una rivoluzione non da poco e che va in qualche modo a sanare alcune difficili situazioni. Secondo i dati ufficiali, dal 1980, quando la norma è entrata in vigore, si è impedita la nascita di almeno 400 milioni di cinesi. Era il 25 settembre del 1980 quando il comitato centrale del partito comunista cinese inviò una lettera nella quale si invitavano i membri del partito e quelli della lega giovanile comunista ad avere un solo figlio per migliorare la qualità della vita. “Più bambini consumano più soldi e più cibo – era scritto nella lettera – che ostacolano il miglioramento degli standard di vita, e per il Paese, la crescita della popolazione potrebbe incidere sull’accumulazione di fondi per la modernizzazione della nazione”. La politica del figlio unico ad oggi tocca il 63% della popolazione cinese. La legge è odiata dalla gente per una serie di ragioni: la prima è che viene applicata anche con metodi brutali da funzionari locali che, non volendo sfigurare con i loro superiori, ricorrono anche alla forza (oltre che a multe salate) per evitare nascite in coppie che hanno già figli. Senza poi contare che in mancanza di un sistema previdenziale totale, ci si deve basare sull’unico figlio per assicurarsi la vecchiaia e con gli alti costi della vita in Cina, non tutti riescono ad aiutare i genitori. I figli, dal canto loro, spesso sono stressati perché i genitori ripongono nell’unico discendente tutte le loro aspirazioni. La mossa del partito nasce da motivazioni più terrene: mancano i giovani, mancano i lavoratori, la popolazione invecchia. Per la prima volta in decenni, la forza lavoro, di circa 940 milioni, è diminuita l’anno scorso di 3,45 milioni. In questo decennio, dovrebbe diminuire di altri 29 milioni. Inoltre, aumenta la popolazione degli anziani: gli over 60 sono il 14,3% della popolazione e diventeranno un terzo della popolazione nel 2050. Problemi anche per il bilanciamento tra i sessi: su 100 femmine, nel 2012 c’erano 118 maschi. L’idea del partito è di contenere comunque la popolazione sotto il miliardo e mezzo, portando il tasso di fertilità a 1,8, dall’1,5 dove si trova ora. Eccezioni già c’erano: per le minoranze etniche e in alcune regioni, ad esempio i figli unici che si sposano possono avere due figli, oppure il secondo figlio è permesso a coloro che hanno per primo figlio una femmina o un malato.
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