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Ondata di aborti a Shanghai dopo apertura linea amica

Oltre cinquanta donne, in buona parte giovanissime, hanno abortito a Shanghai nel solo mese di luglio dopo che la municipalità ha deciso di aprire una linea telefonica dedicata dove le donne in difficoltà o che hanno problemi di gravidanze indesiderate possono rivolgersi ed ottenere consigli ed assistenza. Lo scrive lo Shanghai Daily. Secondo quanto riferiscono i funzionari, il 30% delle donne che ha abortito ha un’età compresa tra i 12 e i 18 anni. Sono 549 le donne e le ragazzine che in totale hanno contattato il numero telefonico del nuovo servizio. ”Tra coloro che ci hanno chiamato – ha spiegato Cheng Xiaomei, direttore del dipartimento di ginecologia dell’ospedale n.411 dell’esercito del popolo, che collabora dando supporto medico al nuovo call center – il 14.1% erano studentesse di scuola media e per il 19.4% erano studentesse di liceo”. Secondo una recente ricerca condotta su 309 genitori, è risultato che in Cina le famiglie non ostacolano le relazioni dei loro figli, anche se giovanissimi. ”Se questo non interferisce con i risultati scolastici – ha detto fra gli altri una madre di un ragazzo che frequenta la scuola superiore – avere un’amicizia speciale con una persona dell’altro sesso è una buona cosa, contribuisce alla maturazione”. ”Il problema – chiosa Cheng – è che occorrerebbe insegnare ai giovanissimi cosa sia il sesso sicuro e come proteggersi”.

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Il padre del bimbo gettato nel water vuole test del Dna

Continua la telenovela familiare legata a baby 59, il bambino partorito dalla madre e finito nel wc, salvato dai vigili del fuoco in un tubo di scarico. Il piccolo e’ stato consegnato alla madre naturale, una ventiduenne della quale le autorita’ hanno riconosciuto la buona fede, accettando la sua versione per la quale il bimbo e’ caduto per incidente nel water. I genitori della mamma hanno chiesto ai media di non continuare ad essere ossessionati per il bambino, per permettergli di crescere senza problemi. Ma adesso e’ spuntato il padre, che vuole essere sicuro che baby 59 sia suo figlio. La donna ha raccontato che la gravidanza e’ giunta al termine di un incontro di una sola notte con l’uomo. Lui, chiamato in causa, ha chiesto l’esame del Dna per accertare la partenita’ del piccolo. Se l’esame sara’ positivo, si e’ dichiarato pronto a crescere il piccolo. L’uomo, secondo quanto ha riferito alla stampa locale un funzionario di polizia, non era al corrente della maternita’ della donna con la quale non aveva una vera e propria relazione, e che ha lasciato oltre sei mesi fa. Intanto la madre e’ dovuta ricorrere alle cure dei sanitari, perche’ ha avuto problemi post gravidanza.

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Neonato trovato in scarico Wc riconsegnato alla madre

Il neonato salvato martedi’ scorso in Cina dopo essere finito nel tubo di scarico di un water e’ stato dimesso dall’ ospedale dove era stato ricoverato e preso in custodia da membri della sua famiglia, tra cui la giovane madre. Lo riferiscono oggi i media cinesi. Erano stati gli inquilini di un palazzo di Jinhua, nella provincia orientale dello Zhejiang, ad allertare i pompieri dopo aver sentito dei vagiti provenire dal tubo. Il salvataggio del piccolo e’ stato ripreso da uno degli inquilini del palazzo e diffuso su internet, creando sensazione in Cina e all’ estero. La madre, una donna nubile di 22 anni, ha affermato di aver tenuta nascosta la propria gravidanza a tutti. Secondo il suo racconto, la donna si era appartata per partorire e il piccolo le e’ sfuggito cadendo nel tubo di scarico del bagno alla turca sul quale stava compiendo la difficile operazione. Al contrario di molti cittadini intervenuti attraverso Internet, secondo i quali la giovane avrebbe cercato di liberarsi del bambino, la polizia sembra averle creduto e le ha affidato il piccolo. Secondo l’ agenzia Nuova Cina, ora sara’ la stessa madre ad occuparsi del piccolo, insieme ”ai genitori e al presunto padre”.

fonte: ANSA

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Neonato di 2 giorni gettato nel Wc, viene salvato dal tubo di scarico. Video.

Non ha ancora un nome, ma ha attirato l’attenzione del mondo intero il neonato miracolosamente salvato dopo essere stato recuperato dallo scarico di un water nel quale era stato gettato nella città di Jinhua, nella provincia orientale cinese dello Zhejiang. Baby n. 59, così è stato per ora chiamato il piccolo dal numero dell’incubatrice nella quale riposa, è salvo e, nonostante alcune contusioni, i medici definiscono stabili le sue condizioni. Il neonato, che non avrebbe più di due giorni di vita, deve la sua vita ai vicini che avendo sentito dei lamenti, dei vagiti provenire dai tubi, hanno allertato le forze dell’ordine. Il piccolo è stato trovato in una sezione a ‘L’ del tubo di scarico, dove è rimasto incastrato in un diametro di 10 centimetri. Ancora non è del tutto chiara la dinamica dell’accaduto. Una giovane donna di 22 anni non sposata è stata identificata dalla polizia ed avrebbe ammesso di essere la madre del piccolo. Tuttavia la dinamica dell’accaduto non è ancora chiara. Due le ipotesi prevalenti: la prima è che il piccolo una volta venuto alla luce sia stato gettato nel water con il chiaro intento di disfarsene. La seconda invece è che la donna abbia partorito in maniera inaspettata il bimbo, che sarebbe quindi scivolato nel tubo di scarico. La polizia ha fatto sapere di stare indagando sulle reali intenzioni della ragazza, se cioé abbia agito in cattiva fede, intendendo comunque liberarsi del neonato, o se si sia trattato di un incidente. La padrona di casa della giovane e alcuni vicini di casa hanno comunque dichiarato di non essersi resi conto in questi mesi che la donna fosse in stato interessante. La notizia ha fatto il giro del web e ha suscitato la commozione di tanti. Nell’ospedale dove il neonato è stato ricoverato c’é un via vai di persone che portano pannolini, vestitini o che offrono aiuto. In molti sul web si indignano. “Come possono persone del genere definirsi esseri umani?” scrive un utente su Weibo, il Twitter cinese. “Un comportamento del genere, da parte di una madre, qualunque siano le sue motivazioni, non è accettabile” commenta un altro in un post on line sull’argomento. “Spero che la responsabile sia punita in modo esemplare” aggiunge un altro internauta cinese. Il dibattito è molto acceso, oltre che per la partecipazione emotiva che il caso di “baby 59” ha scatenato, anche perché riapre la discussa tematica del figlio unico in Cina, che spinge molte coppie ad abortire o abbandonare, i propri figli secondogeniti per evitare di incorrere in multe salatissime e pesanti conseguenze. Non solo. In Cina per una donna non sposata è ancora un’onta avere dei figli fuori dal matrimonio, anche per le difficoltà economiche per mantenerlo. L’area nella quale è accaduto l’incidente, è piena di lavoratori migranti o piccoli commercianti.

ATTENZIONE: IL VIDEO CONTIENE IMMAGINI CHE POTREBBERO URTARE LA SENSIBILITA’ DI ALCUNI LETTORI

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Oltre 300 milioni di aborti in Cina dal 1971

I medici cinesi hanno eseguito 336 milioni di aborti dal 1971 ad oggi, secondo dati shock diffusi oggi dal ministero della Sanità di Pechino. La cifra si avvicina a quella più volte ripetuta da responsabili del governo, secondo i quali senza la politica di rigido contenimento delle nascite varata dall’inizio degli anni Settanta oggi i cinesi sarebbero 400 milioni in più degli 1,3 miliardi rilevati dall’ultimo censimento, realizzato tre anni fa. Secondo dati riportati dal Financial Times, dal 1973, anno in cui fu legalizzato l’aborto, ad oggi, negli Usa, che hanno una popolazione di 315 milioni di persone, sono stati realizzati 50 milioni di aborti. I dati diffusi a Pechino rivelano inoltre che nello stesso periodo 196 milioni di uomini e donne cinesi sono stati sterilizzati e che 403 milioni di donne sono ricorse alle spirali intrauterine per evitare gravidanze indesiderate. La legge che impone pesanti multe alle coppie urbane che hanno più di un figlio, la cosiddetta ‘regola del figlio unico’, è stata introdotta nel 1978, in coincidenza con l’ inizio del processo di apertura dell’economia agli investimenti esteri. Domenica scorsa è stato annunciato lo scioglimento della Commissione per la pianificazione familiare, che verrà assorbita dal ministero della Sanità. Secondo alcuni potrebbe essere il preludio all’abolizione della legge sul figlio unico, che per il momento rimane in vigore. La legge è estremamente impopolare in Cina anche perché spesso è stata applicata con metodi violenti dalle autorità. Nel 2005 l’ attivista democratico Chen Guangcheng, emigrato negli Usa l’anno scorso dopo essere stato per oltre tre anni in prigione, denunciò le violente pratiche delle autorità della sua provincia natale dello Shandong. Decine di donne erano state costrette ad abortire, alcune contro l’opinione dei medici, per rispettare il tetto alle nascite imposto dal centro alla provincia. Vicini e parenti delle donne sospettate di essere incinte, furono arrestati e in alcuni casi torturati dalla polizia dello Shandong nel tentativo di ottenere informazioni. Inoltre la legge, unita alla tradizionale preferenza delle famiglie cinesi per i figli maschi, ha portato ad un pesante squilibrio tra i sessi, con 34 milioni di maschi in più delle femmine. Negli ultimi anni la struttura della popolazione è cambiata, soprattutto a causa del tumultuoso processo di urbanizzazione, che ha portato oltre la metà della popolazione a vivere nelle città. Secondo il sociologo Ken Peng, ora essa “assomiglia più a quella di un Paese sviluppato che a quella di un Paese in via di sviluppo”, e il rapido invecchiamento della popolazione ha reso anacronistica la legge sul figlio unico.

Fonte: Beniamino Natale per ANSA

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Aumentano aborti tra giovanisismi, grazie anche a pubblicità in scuole e università

Un recente rapporto governativo ha messo in luce un forte incremento in Cina degli aborti specialmente tra le giovanissime e in generale tra le donne non sposate. A seguito di questo la China News Service, una delle maggiori agenzie di stampa cinese, ha condotto una indagine dalla quale e’ risultato che il fenomeno si deve almeno in parte alla estrema facilita’ con cui le ragazze possono ricorrere ad un aborto, anche a costi molto contenuti e quindi abbordabili per tutti. La ricerca ha messo in luce come ad esempio nei pressi delle principali universita’ del paese abbondino volantini pubblicitari su luoghi dove e’ possibile praticare l’aborto in maniera anonima, veloce e ”indolore”. ”Queste pubblicita’ – ha raccontato al media una studentessa dell’universita’ di Nanchang, nella provincia dello Jiangxi – si trovano ovunque, nelle aule, nei dormitori, nelle mense”. Fingendosi una studentessa, una giornalista della Cns si e’ recata presso il reparto di ginecologia di un ospedale di Nanchang. Dopo un breve colloquio con un sanitario, le e’ stato detto che avrebbe potuto procedere all’aborto in maniera sicura e senza rischi pagando 480 yuan (poco piu’ di 50 euro) se avesse prenotato on line entro i successivi 56 giorni. Min Qinghua, vice-direttore di ostetricia e ginecologia presso l’Universita’ di Nanchang, ha sottolineato come questo tipo di pubblicita’ sugli aborti facili alla fine possa ingannare facilmente le donne e non farle riflettere sui rischi e i pericoli di un aborto. ”Al giorno d’oggi, sempre piu’ persone soffrono di infertilita’ e sterilita’ – ha detto il dottor Min – e uno dei motivi principali e’ che le donne si fidano ciecamente e non hanno paura di un intervento chirurgico quale e’ l’aborto che come tale non e’ mai privo di rischi”. Il rapporto della Cns, a proposito dei costi, ha poi riscontrato come il prezzo indicato sulle pubblicita’, di solito intorno ai 360-480 yuan (da 40 a 50 euro circa), non corrisponde mai a quello finale richiesto in quanto non copre altre spese, quale quelle per l’anestesia e i farmaci per cui alla fine il prezzo reale per effettuare un aborto arriva a superare i 1000 yuan (oltre 100 euro).

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