Una performance per la libertà e i diritti civili riferita alla prigionia dell’artista cinese Ai WeiWei, con semi di girasole sparsi all’interno di una scultura in cui Cina e Occidente, simboleggiate da due figure femminili, si fronteggiano in un delicato confronto: l’ha attuata l’artista italiana Resi Girardello nel padiglione alternativo degli artisti cinesi indipendenti curato da Wang Lin e Gloria Vallese. “Era previsto inizialmente che all’azione prendessero parte in coppia la Girardello e una performer cinese – ha spiegato la curatrice Vallese – ma si è deciso poi di limitare i rischi per l’artista asiatica rinunciando alla sua partecipazione”. Il titolo dell’evento collaterale della 54/a Biennale d’arte di Venezia dove ha avuto luogo la performance è ‘Cracked culture? The quest for identity in contemporary chinese art’. I semi di girasole alludono ad Ai WeiWei, che nel 2010 ha presentato alla Tate Modern di Londra un’installazione composta da un milione di semi di girasole in porcellana realizzati e dipinti a mano da 1600 artigiani cinesi nella città di Jingdezhen, l’antica capitale della porcellana cinese. Ai WeiWei é stato prelevato dalla polizia cinese il 2 aprile scorso e da allora, nonostante la vasta reazione dell’opinione pubblica mondiale, non si hanno più sue notizie. L’opera su cui è stata ambientata la performance è ‘Vanas’, nella quale Girardello si ispira alle cineserie in uso nel Settecento europeo, “opere d’arte decorativa – spiega Vallese – che parlavano dell’estremo Oriente mescolando dettagli reali a strampalati motivi di fantasia: l’insieme in apparenza lezioso di ‘Vanas’, con due dame in altalena, rivela dettagli inquietanti: nidi di vespe, pelli di serpente, zampette di uccello, mentre il titolo è la radice sanscrita da cui derivano sia ‘vanita” che ‘Venere'”. La tecnica impiegata, caratteristica delle opere dell’artista, consiste nel lavorare in modo tipicamente femminile, all’uncinetto, fili metallici di rame, ottone, ferro.
fonte: ANSA