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Mobilitazione in rete per attivista gay arrestato

Si sta mobilitando la rete cinese contro l’arresto, avvenuto sabato mattina, di un attivista per i diritti degli omosessuali, nonostante la censura stia bloccando le voci relative. Venerdi’ scorso, giornata mondiale contro l’omofobia, la polizia di Changsha, nella provincia meridionale dell’Hunan, ha arrestato cinque persone, tra gli organizzatori di una pacifica manifestazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione degli omosessuali in Cina. L’accusa, e’ quella di non aver chiesto prima la necessaria autorizzazione per la manifestazione, che comunque aveva portato in strada oltre 100 persone. Quattro di questi organizzatori sono stati liberati, mentre il principale, Xiang, e’ stato condannato a dodici giorni di carcere. Xiang, 19 anni, e’ molto famoso nel campo delle attivita’ per i diritti degli omosessuali, dei quali si occupa da quando aveva 14 anni. Su internet, sono in molti quelli che chiedono la sua immediata liberazione. Su Sina Weibo, il twitter cinese, centinaia si sono uniti alla richiesta di liberazione di Xiang, prima che le parole ”proteste” e ‘Changsha” venissero censurate sul sito. Del caso parla oggi anche il Global Times, quotidiano vicino all’organo ufficiale del partito comunista cinese. Il reato di sodomia e’ stato decriminalizzata nel 1997, l’omosessualita’ e’ stata rimossa dall’elenco delle malattie mentali nel 2001. Ma in Cina gli omosessuali continuano ad essere discriminati e a subire, spesso, arresti.

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In Cina impera discriminazione gay sul lavoro

Resta imperante -secondo indagini condotte in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia- la discriminazione degli omosessuali in Cina, specialmente nei luoghi di lavoro. Nel Paese l’omosessualita’ viene tuttora perseguita attraverso il reato di sodomia che, seppur non più considerato reato per malattia mentale dal 2001, viene spesso applicato per mandare persone nei campi di lavoro. Il rapporto di una organizzazione con sede a Pechino che si occupa dei diritti degli omosessuali, la Aibai Culture and Education Center, stima che solo il 6,29% dei gay sceglie di rivelare la propria tendenza sessuale sul luogo di lavoro. E il 53% dei pochi che si sono esposti denuncia abusi e aggressioni fisiche o verbali. Il rapporto, redatto dopo uno studio durato circa 3 mesi, e’ stato condotto a livello nazionale in 17 diverse province intervistando un totale di 2.161 omosessuali, sia uomini che donne. I risultati rivelano pesanti conseguenze sulla carriera per chi rivela la propria ‘diversità’ e diffusi pregiudizi sociali. La legislazione cinese non contempla alcuna norma anti-omofobia ed e’ fatto impossibile agire legalmente contro le discriminazioni. Ieri, tuttavia, nella Giornata internazionale contro l’omofobia, dieci avvocati a Pechino hanno sottoposto alla Commissione del Congresso nazionale del popolo una lettera in cui chiedono la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso. Secondo statistiche recenti, richiamate nella lettera, la comunita’ omosessuale in Cina rappresenterebbe tra il 4% e il 6% della popolazione complessiva, intorno ai 40 milioni di persone.

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Coppia gay mette in rete foto matrimonio, proteste

Polemiche online in Cina per le foto che due omosessuali hanno postato annunciando il loro matrimonio. I due sessantenni, ‘grande tesoro’ e ‘piccolo tesoro’, come si chiamano in rete, hanno annunciato le loro nozze (illegali in Cina, in quanto il matrimonio omosessuale non e’ contemplato) postando sulla loro pagina di Weibo – il servizio cinese di microblog piu’ usato – foto nelle quali il ‘piccolo tesoro’ indossa un abito bianco con veletta, al braccio del suo sposo. In altre immagini, i due si mostrano mentre si baciano, si abbracciano, stanno insieme e si scambiano effusioni. Le foto hanno catturato l’attenzione di molti internauti, suscitando commenti spesso critici. In uno, una persona che si firma ‘meschugge’ si chiede se i due non vogliano portare ‘la stessa malattia che affligge l’occidente’. Secondo il loro racconto, i due vivono a Pechino dove uno e’ un insegnante in pensione e l’altro e’ di origine delle zone rurali. I due hanno raccontato di problemi con le famiglie e con molti vicini, ma che sono determinati ad andare avanti nel loro amore e nel loro proposito di sposarsi. Uno dei due, gia’ sposato, ha detto che suo figlio non gli parla piu’ da quando ha scoperto l’omosessualita’ del padre e questi si e’ trasferito a vivere con il suo compagno. Nei prossimi giorni i due hanno annunciato che si sposeranno. Anche se non riusciranno a ricevere il certificato di matrimonio dalle autorita’, chiedono benedizioni e auguri a tutta la Rete.

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Cristiani in piazza ad Hong Kong contro legge pro gay

Migliaia di fedeli evangelici cristiani sono scesi in piazza ieri ad Hong Kong per protestare contro la proposta di legge che, concedendo pieni diritti agli omosessuali, limita di fatto il diritto di chi e’ contrario all’omosessualita’ di esprimere il proprio parere. I fedeli della chiesa Evangelical Free Church of China Yan Fook, almeno 50.000 per gli organizzatori (5.000 per la polizia), hanno protestato dinanzi agli uffici del governo dell’ex colonia britannica e si sono riuniti in preghiera ad Admirality per quello che – scrivono in media di Hong Kong – denunciano essere un caso di ‘discriminazione alla rovescia’. Per il pastore Frank Li, uno dei leader della chiesa Yan Fook, simili esperienze gia’ fatte all’estero hanno dimostrato che tali leggi potrebbero fortemente minacciare la liberta’ di parola e di credo religioso di persone che erano pacificamente e ragionevolmente contrarie all’omosessualita’. ”Se questo diventa la legge, coloro che si oppongono all’omosessualita’ vedranno limitata la loro liberta’ di parola”, ha detto alla stampa di Hong Kong il reverendo Tam Jayson, organizzatore di un ‘concerto-preghiera’ tenuto ieri. Le autorita’ sembrerebbero interessate ad avviare una consultazione pubblica sulla questione, e i gruppi evangelici cristiani vorrebbero esprimere il loro dissenso, dal momento che ritengono l’omosessualita’ contraria non solo alla fede ma anche alla cultura cinese. A Hong Kong, nonostante oltre 30 anni fa sia stato depenalizzato il reato di sodomia, non c’e’ ancora una legislazione totalmente libertaria per gli omosessuali.

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Riccone offre 50 milioni a uomo che sposi sua figlia lesbica

Cinquanta milioni di euro: e’ la ragguardevole cifra offerta da un ricco affarista di Hong Kong all’uomo che riuscira’ a sedurre sua figlia. La ragazza, Gigi, non e’ ne’ misantropa, ne’ brutta : e’ omosessaule e questo per Cecil Chao, 76 enne tycoon molto noto in patria secondo quanto scrive oggi l’anglofono South China Morning Post, e’ inaccettabile. Soprattutto dopo che la ragazza, 33 anni, ha consacrato la sua unione con la sua compagna con la quale sta da sette anni, nel corso di una cerimonia in Francia. Cecil – che dirige l’impero immobiliare Cheuk Nang – ha affermato di non avere pregiudizi circa la consistenza finanziaria dell’ipotetico pretendente: ”Non m’importa se e’ ricco o povero, la sola cosa che conta e’ che sua generoso e gentile… Gigi e’ una donna meravigliosa, che ha talento e bellezza, e’ generosa e devota alla famiglia…”. L’uomo d’affari ha anche smentito, secondo l’agenzia France Presse, l’informazione sul presunto matrimonio francese, assicurando che Gigi e’ tuttora celibe. A Hong Kong le unioni tra persone dello stesso sesso non sono autorizzate – sebbene l’omosessualita’ non sia piu’ reato solo dal 1991 – e i commentatori ricordano che nonostate la fama di grande e moderna citta’, cosmopolita e tollerante, questa megalopoli nel sud della Cina resta conservatrice in campo sociale e di diritti civili.

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Matrimonio tra lesbiche con rito buddista. E’ la prima volta a Taiwan

Due donne si sono sposate oggi a Taiwan con rito buddista nel monastero della contea di Taoyuan. Lo riferisce la stampa locale. In un paese dove non è legale l’unione civile tra omosessuali, e’ la prima volta che ciò accade con rito religioso. Ma nell’agosto del 2011, 80 coppie lesbiche, anche per sollevare l’attenzione pubblica sulle problematiche del mondo omosessuale, si unirono in matrimonio ‘simbolico’ con una cerimonia di massa a cui parteciparono oltre 1000 persone e sembra che sia in programma un’iniziativa simile anche per quest’anno. Sempre lo scorso anno Taiwan ospito’ l’ottava edizione del Gay Pride a cui presero parte circa 50.000 persone. Taiwan, tra i paesi asiatici, e’ quello che ha un atteggiamento piu’ aperto nei confronti degli omosessuali, sebbene i matrimoni fra omosessuali non siano ancora stati resi legali dal governo. Nel 2003 venne presentata a tal fine una proposta di legge (che includeva anche la possibilita’ per le coppie gay di adottare) che tuttavia non e’ mai stata approvata a causa soprattutto delle pressioni dei gruppi cattolici. Una ricerca condotta nel 2010 ha in ogni caso rivelato che l’80% dei cittadini taiwanesi approvano le relazioni tra omosessuali o comunque le considerano in maniera neutrale senza pregiudizi e sarebbero quindi favorevoli all’approvazione della legge.

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Da domenica le lesbiche possono donare il sangue

Da domenica scorsa, in Cina le lesbiche possono donare il sangue, mettendo fine ad una discriminazione entrata in vigore con una legge del 1998. Ma l’atto di generosita’ non e’ ancora possibile per i gay. Il nuovo regolamento per le donazioni del sangue in vigore dal primo luglio, infatti, pur non menzionando l’omosessualita’, vieta ‘agli uomini sessualmente attivi con altri uomini’ di donare il sangue. Alla base ci sarebbe la paura di diffondere l’Aids verso il quale, secondo i vertici sanitari cinesi, i gay sono piu’ a rischio. E’ stato nel 1981 che si e’ parlato di un caso di Aids in Cina e lo ha fatto il centro americano per il controllo e la prevenzione della malattia, riferendo di cinque uomini, presumibilmente omosessuali, contagiati dall’Aids forse a causa di rapporti sessuali. Il primo caso certificato di Aids in Cina e’ stato nel 1985 con la morte di un argentino. Le associazioni per i diritti degli omosessuali in Cina, plaudono alla decisione delle autorita’ cinesi di permettere alle lesbiche di donare, ma chiedono che gli stessi diritti vengano garantii anche ai gay. Per questo, sono pronti a manifestare.

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Migliaia gli omosessuali sposati a donne per nascondersi alla società

Sarebbero almeno sedici milioni in Cina le donne sposate con omosessuali, i quali così, per paura nei confronti di una società che li discrimina, si nascondono. Lo rivela uno studio condotto da un esperto dell’Università di Qingdao, secondo quanto riferisce il China Daily. Secondo Zhang Bei-chuan, ritenuto una delle massime autorità in Cina anche per quanto riguarda le tematiche connesse all’AIDS, il 90% degli omosessuali cinesi si sposa con donne, soprattutto a causa delle pressioni sociali e familiari. “E’ verissimo – conferma Xiao Yao, una editrice di 29 anni che ha divorziato dal marito omosessuale nel 2008 – conosco molte donne che, come ho fatto io per un po’, soffrono in silenzio accanto ad un uomo che non solo non le ama ma che spesso le maltratta sia fisicamente che verbalmente”. Dopo aver preso la decisione di lasciare il marito, Xiao ha aperto un sito internet proprio per le donne come lei, per aiutarle a scegliere e prendere la decisione giusta. Il sito, chiamato “La terra delle mogli dei gay” ha già 1200 utenti registrati e sta riscuotendo molto successo. “Il sito dà la possibilità a queste donne di non sentirsi sole – spiega Xiao – sapendo che ci sono altre persone con i loro stessi problemi e spesso da loro la forza di reagire e fare le scelte giuste”. La ricerca del professor Zhang non ha però suscitato reazioni univoche. Più di uno, nell’ambito della comunità omosessuale, ha sollevato dubbi sulla sua attendibilità. “Si tratta di una ricerca senza sostanza, non verificabile – ha commentato tra gli altri Xiao Dong, un omosessuale di 36 anni – anche se senz’altro ci sono implicazioni sociali che possono spingere un gay a sposarsi non è possibile stabilire con certezza il numero dei gay sposati”. “Io non desidero un matrimonio eterosessuale – ha dichiarato un altro omosessuale di 27 anni, Wang Zi – ma è vero che ci si può sentire indotti a farlo per non urtare i sentimenti della famiglia, per nascondere un segreto. Io non dirò mai la verità ai miei. Forse potrei sposare una donna lesbica e potremmo così vivere entrambi onestamente seguendo i nostri stili di vita”.

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Celebrano matrimonio gay, amici rifiutano invito

Si e’ svolto a Shenzhen, nella provincia meriodionale cinese del Guangdong, in un noto hotel del distretto di Luohu, il primo matrimonio gay della citta’. Mark e An An, due giovani di 25 e 23 anni, sfidando la societa’ e la famiglia, hanno deciso di rendere pubblica la loro unione con una cerimonia con tutte le carte in regola: testimoni, fiori, cibo, torta nuziale e tradizionale bacio finale. All’ingresso del locale un manifesto che recitava ”congratulazioni signor Mark e signor An An”. Molti clienti dell’hotel, pensando ad un errore, hanno fatto notare ai camerieri che avrebbero dovuto scrivere ‘Signore e signora’ ma si sono visti rispondere, tra lo stupore generale, che si trattava effettivamente di due uomini. Alla festa, a cui Mark e An An avevano invitato tutti i loro amici, hanno partecipato pero’ solo cinque persone. La maggior parte hanno trovato scuse per non partecipare. Alcuni hanno palesato espressamente il loro disappunto per quella scelta. ”Alle nostre famiglie invece non abbiamo osato dire nulla – dicono i due sposi ad un sito internet – quando lo sapranno saranno furiosi con noi”. In Cina l’omosessualita’ e’ ancora un tabu’ che in alcuni casi sfocia in reato e la maggior parte degli uomini nascondono questa loro inclinazione spesso anche con matrimoni di facciata per non suscitare sospetti nelle famiglie per poi invece condurre, di nascosto, una vita parallela.

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Scienziati cinesi scoprono interruttore delle inclinazioni sessuali

Un gruppo di scienziati cinesi dell’Istituto Nazionale di Scienze biologiche avrebbe scoperto il modo di controllare e regolare le preferenze sessuali dei maschi di topo. Secondo quanto riferisce la stampa cinese, gli studiosi avrebbero scoperto che il segreto risiede in una sostanza, la serotonina. I maschi di topo privi di questa sostanza, infatti, perderebbero di interesse sessuale nei confronti delle femmine. I risultati dello studio, che sono stati pubblicati su un settimanale scientifico, Nature, dimostrano per la prima volta che un neurotrasmettitore gioca un ruolo importante nelle preferenze sessuali di un mammifero. Gli studiosi cinesi che hanno partecipato alla ricerca hanno evidenziato come i topi che hanno buoni livelli di serotonina nel cervello si avvicinano piu’ facilmente alle femmine della razza di quelli con livelli molto più ridotti di questa sostanza, che invece tendono ad avvicinarsi e ad avere istinti sessuali verso animali dello stesso sesso. Scetticismo pero’ nel mondo scientifico sull’applicabilita’ della ricerca ad altre specie o in particolare, agli uomini. ”Per quanto riguarda gli esseri umani – ha commentato Keith Kendrick, neuroscienziato dell’Universita’ di Cambridge – non ci sono evidenze al momento che i livelli di serotonina possano avere un qualche rilievo nel determinare gli orientamenti sessuali. I legami tra serotonina e preferenze sessuali, negli esseri umani, devono almeno per ora essere considerati qualcosa di molto tenue”.

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