I dati del commercio estero cinese restano “anemici” nei primi 3 mesi, come scrive l’agenzia Nuova Cina citando l’agenzia generale delle dogane cinesi. A marzo, dopo qualche segno di miglioramento, gli statistici cinesi hanno registrato un grande calo, con il volume degli scambi con l’estero calati del 13,5% rispetto all’anno scorso a 1,76 trilioni di yuan (286,6 mld dlr). A febbraio, c’è stato un aumento dell’11,3%, a gennaio del 10,8%. Nel trimestre c’è stata una diminuzione del 6%, a 5.540 miliardi di yuan, con le esportazioni in aumento del 4,9% e le importazioni in calo del 17,3% secondo i dati dell’agenzia generale delle dogane. A marzo, secondo gli stessi dati, rispetto all’anno precedente, le esportazioni cinesi sono crollate del 14,6% dopo un aumento del 48,9% a febbraio. Le importazioni sono calate del 12,3%, poco sotto le previsioni (11,7%) e dopo la caduta del 20,5% nel mese precedente. Il surplus commerciale è pari a 3,08 miliardi di dollari contro una previsione di 43,8 miliardi dollari. La Cina ha ridotto il suo target annuale del commercio estero a circa il 6% nel 2015 dal 7,5% del 2014.
Archivi tag: esportazioni cinesi
in Cina crolla il commercio estero a marzo, -13,5%
Archiviato in E renare (i soldi e l'economia)
Con tag commercio estero, crisi, crisi economica, dati cina, economia cinese, esportazioni cinesi
Pechino pronta a ruolo determinante in Europa
La Cina è disposta a a partecipare in modo più determinante alla ricerca di una soluzione alla crisi del debito in Europa”. Lo ha affermato oggi il premier Wen Jiabao in una conferenza stampa tenuta a Pechino insieme al presidente dell’ Unione Europea Herman Van Rompuy e al presidente della Commissione José Manuel Barroso. Il premier ha aggiunto che la Cina “ha una grande fiducia nel futuro” e che intende “proseguire sulla strada delle riforme e dell’ apertura economica”. Nella conferenza stampa, tenuta nel corso del 14esimo vertice tra Ue e Cina dominato dalla crisi del debito, Van Rompuy ha sottolineato la dimensione delle relazioni tra le due entità, ricordando che gli scambi hanno raggiunto il livello di un miliardo di euro al giorno. “L’ Europa – ha ricordato – è il maggiore mercato della Cina, e la Cina si appresta a diventare il principale partner commerciale dell’ Unione”. Sul piano concreto, Ue e Cina si sono accordate per dare un ulteriore impulso agli investimenti nelle due direzioni. Il presidente dell’ Ue ha sottolineato che le imprese europee si aspettano di avere “un migliore accesso al mercato” cinese e una “migliore protezione dei loro diritti di proprietà industriale”. Van Rompuy ha aggiunto che l’ Europa “si augura” che Pechino faccia sul piano dei “diritti umani e dell’ individuo” gli stessi “grandi passi in avanti” fatti negli ultimi decenni sul piano economico, portando fuori dalla povertà centinaia di milioni di persone. Barroso ha sostenuto che l’ Europa “sta facendo quello che è necessario per ricostuire la fiducia, e continuerà a farlo”. Il presidente della Commissione ha inoltre difeso la “carbon tax” che l’ Ue ha deciso di imporre a tutte le compagnie aeree che operano sul suo territorio e che è stata contesta da altri Paesi, tra cui la Cina. “Per combattere il cambiamento climatico – ha detto – stiamo operando in tutti i settori, sarebbe strano se l’ aviazione ne restasse al di fuori”. Wen Jiabao non ha parlato del riconoscimento dello status di economia di mercato ma nel settembre scorso, nel corso di un convegno internazionale a Dalian, nel nordest della Cina, era stato proprio lui a chiedere all’ Ue di deciderlo prima del 2016, la data prevista dal calendario dell’ Organizzazione mondiale del commercio. La questione, ha assicurato Van Rompuy, sarà risolta in “modo rapido ed esaustivo” basandosi sull’ esistente “volontà politica di trovare delle soluzioni”.
fonte: ANSA
Archiviato in 'E renare (i soldi, l'economia)
Con tag aumento prezzi, banca cinese, banca mondiale, barack obama, barroso, borsa, Brasile, bric, caracas, cassa depositi e prestiti, Cic, cina, crescita, crescita cinese, crisi, crisi economica, crisi finanziaria, crisi usa, dagong, dazi, debito, debito italiano, debito usa, default usa, disavanzo commerciale, economia, economia cinese, economie mondiali, enel, eni, esportazioni cinesi, federal reserve, financial times, fmi, fondo monetario internazionale, gdagong, gdp, goldman sachs, importazioni, importazioni cinesi, india, inflazione, inflazione alta, inflazione cinese, Italia, Klaus Regling, mosca, obama, pechino, pil, pil cina, pil cinese, politiche monetarie, prezzi, prezzi al consumo, prodotto interno lordo, rallentamento crescita, relazioni sino-americane, renmibi, russia, safe, standard & poor's, state administration of foreign exchange, sud africa, surplus commerciale, tasso di cambio, tasso di interesse, tasso riserva obbligatoria, tesoro americano, timothy geithner, tremonti, usa, van rompuy, vertice europa-cina, vertice europeo, vittorio grilli, wto, yuan, zio sam
L’Italia attui riforme e la Cina promette di acquistare Btp. E per la Grecia è momento cruciale
L’Italia ha bisogno delle riforme, in primo luogo per il sistema di finanza pubblica, per poter attrarre l’interesse degli investitori cinesi verso i suoi titoli di Stato. Lo ha detto il presidente del fondo di investimento cinese China Investment Corporation (Cic), Lou Jiwei, ad una conferenza a Pechino ripresa da Bloomberg. Lou Jiwei ha aggiunto che la cancelliera tedesca Angela Merkel, durante il recente viaggio in Cina, ha chiesto ai grandi fondi cinesi di comprare bond governativi europei.
La Cina ritiene che si sia arrivati ad un “momento cruciale” per la soluzione della crisi dei debiti sovrani dell’Europa. Lo ha detto oggi il portavoce del Ministero degli Esteri, Liu Weimin. Pechino, ha aggiunto, è “preoccupata” per la situazione. Le dichiarazioni di Liu vengono subito dopo l’ accettazione del piano di austerità da parte del governo greco e alla vigilia del vertice tra Unione Europea e Cina, che si svolgerà domani a Pechino.
Alla vigilia del 14esimo vertice tra Cina e Unione Europea che si svolgera’ domani a Pechino, oggi il Quotidiano del Popolo, il giornale del Partito comunista cinese scrive che la Cina non ha intenzione di ”comprare l’ Europa”, al contrario di quanto hanno affermato ”alcuni commentatori” europei. L’autore dell’articolo, l’economista Feng Zhonping, sottolinea che la Cina non ha ”ne’ la volonta’ ne’ la capacita”’ di ”comprare” il vecchio continente e ricorda che, ”al contrario di altri nella comunita’ internazionale” ha ”fortemente sostenuto fin dall’inizio” l’Europa e la creazione dell’euro. Feng aggiunge che Pechino ”si e’ impegnata a non legare il sostegno all’Europa nella crisi del debito al riconoscimento che la Cina ha un’economia di mercato o all’annullamento dell’ embargo sulle forniture di armi” decretato nel 1989 dopo il massacro di studenti su piazza Tiananmen. Secondo l’ autore i partecipanti al vertice di domani dovranno concentrarsi su tre obiettivi, cioe’ ”la collaborazione contro la crisi, l’ approfondimento delle relazioni economiche e commerciali e il rafforzamento delle consultazioni sui principali problemi che la comunita’ internazionale deve affrontare”. Al vertice prenderanno parte tra gli altri il premier cinese Wen Jiabao, il presidente della Commissione europea Jose’ Manuel Barroso e il presidente dell’ Unione europea Herman Van Rompuy.
Archiviato in 'E renare (i soldi, l'economia)
Con tag aumento prezzi, banca cinese, banca mondiale, barack obama, borsa, Brasile, bric, caracas, cassa depositi e prestiti, Cic, cina, crescita, crescita cinese, crisi, crisi economica, crisi finanziaria, crisi usa, dagong, dazi, debito, debito italiano, debito usa, default usa, disavanzo commerciale, economia, economia cinese, economie mondiali, enel, eni, esportazioni cinesi, federal reserve, financial times, fmi, fondo monetario internazionale, gdagong, gdp, goldman sachs, importazioni, importazioni cinesi, india, inflazione, inflazione alta, inflazione cinese, Italia, Klaus Regling, mosca, obama, pechino, pil, pil cina, pil cinese, politiche monetarie, prezzi, prezzi al consumo, prodotto interno lordo, rallentamento crescita, relazioni sino-americane, renmibi, russia, safe, standard & poor's, state administration of foreign exchange, sud africa, surplus commerciale, tasso di cambio, tasso di interesse, tasso riserva obbligatoria, tesoro americano, timothy geithner, tremonti, usa, vertice europeo, vittorio grilli, wto, yuan, zio sam
A gennaio aumenta surplus commerciale, crolla import e scende export
Aumenta il surplus commerciale cinese a gennaio, mentre scendono importazioni ed esportazioni. Secondo i dati riportati dall’amministrazione generale delle dogane cinesi, il surplus commerciale ha raggiunto i 27,28 miliardi di dollari a gennaio rispetto ai 16,52 miliardi di dollari dello scorso dicembre. Crollo a gennaio delle importazioni, che perdono il 15,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, attestandosi a 122,66 miliardi di dollari. Piu’ contenuto il calo delle esportazioni che e’ sceso dello 0,5% a gennaio, fermandosi a 149,94 miliardi di dollari. Il volume del commercio con l’estero e’ sceso a gennaio del 7,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso a 272,6 miliardi di dollari. Sui dati pesa, oltre alla crisi mondiale, il fermo delle attivita’ a gennaio a causa del capodanno cinese.
Archiviato in 'E renare (i soldi, l'economia)
Con tag aumento prezzi, banca cinese, banca mondiale, barack obama, borsa, Brasile, bric, caracas, cassa depositi e prestiti, china investment corp, Cic, cina, crescita, crescita cinese, crisi, crisi economica, crisi finanziaria, crisi usa, dagong, dazi, debito, debito italiano, debito usa, default usa, disavanzo commerciale, economia, economia cinese, economie mondiali, enel, eni, esportazioni cinesi, federal reserve, financial times, fmi, fondo monetario internazionale, gdagong, gdp, goldman sachs, importazioni, importazioni cinesi, india, inflazione, inflazione alta, inflazione cinese, Italia, Klaus Regling, mosca, obama, pechino, pil, pil cina, pil cinese, politiche monetarie, prezzi, prezzi al consumo, prodotto interno lordo, rallentamento crescita, relazioni sino-americane, renmibi, russia, safe, standard & poor's, state administration of foreign exchange, sud africa, surplus commerciale, tasso di cambio, tasso di interesse, tasso riserva obbligatoria, tesoro americano, timothy geithner, tremonti, usa, vertice europeo, vittorio grilli, wto, yuan, zio sam
Aumenta l’avanzo commerciale a maggio, bene l’export
L’avanzo commerciale cinese è aumentato a maggio rispetto al dato di aprile. Lo riferisce l’autorità cinese delle dogane. A maggio è stato registrato un avanzo di 13,05 miliardi di dollari, rispetto agli 11, 43 miliardi di aprile. In aumento le esportazioni, del 19,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso a 157,16 miliardi, facendo segnare un nuovo record, mentre le importazioni sono aumentate del 28,4% a 144,11 miliardi. Nei primi cinque mesi dell’anno, l’avanzo commerciale è diminuito del 35,1% rispetto all’anno scorso.
Archiviato in 'E renare (i soldi, l'economia)
Con tag cina, economia, esportazioni cinesi, export avanzo commerciale, import, importazioni cinesi, inflazione