Inarrestabile corsa per i Brics: nonostante il recente rallentamento della crescita Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa continuano la loro ascesa alla vetta del mondo, confermando un trend in atto da anni che ha ormai cambiato il quadro economico e gli equilibri geopolitici mondiali. Un primato, quello dei Brics, ‘minacciato’ dalla scalata di Messico, Indonesia, Nigeria e Turchia, i cosiddetti Mint, che li hanno superati almeno in termini di tassi di crescita, anche se la ‘taglia’ della loro economia e’ per ora imparagonabile a quella del ‘Dragone cinese’ o della potenza indiana. Una forza che comunque di recente ha perso slancio, il che almeno per la Cina si e’ tradotto nel passare da tassi di crescita oltre il 12% a un tasso del 7-8%, contro il +1,9% nel 2013 degli Stati Uniti e il -0,4% dell’area euro. Dalla politica estera al Fondo Monetario Internazionale (Fmi), dai tassi di cambio allo ‘shopping’ in giro per il mondo, la Cina si conferma ancora una volta – come sancito anche dall’analisi del Centro Studi di Confindustria – la nuova potenza mondiale, maggiore anche degli Stati Uniti. L’atteso sorpasso di Pechino su Washington e’ ormai avvenuto, in deciso anticipo rispetto alle attese: la Cina e’ gia’ quest’anno la prima economia al mondo. Un motore che ha ‘salvato’ l’economia globale durante la crisi e che, se ora dovesse incepparsi come si teme con il cosiddetto ‘soft landing’ (atterraggio morbido), gelerebbe l’anemica ripresa mondiale. L’ascesa economica cinese e’ andata a braccetto con la sua ascesa negli equilibri politici mondiali, con l’asse fra Pechino e Mosca su vari fronti, inclusa la Siria. E le varie sfide lanciate all’occidente, inclusa la ‘battgalia’ con il Giappone e gli altri paesi del sud est asiatico sul controllo del Mar della Cina e delle isole Senkaku. Piu’ silenziosa l’ascesa degli altri paesi Brics, sempre piu’ compatti e che chiedono voce maggiore su tutte le platee internazionali, incluso il Fmi al quale chiedono di essere piu’ rappresentati. E proprio sulla scia delle pressioni del Brics e della crescente consapevolezza del ‘resto del mondo’ della loro forza, il G20 nel 2010 ha varato una riforma del Fondo che riconosce il loro ruolo. Una riforma ancora in attesa di attuazione: manca il via libera degli Stati Uniti, l’unico paese con diritto di veto nel Fmi.
fonte: ANSA