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Cerca lavoro, attacca uno degli uomini più ricchi di Cina

E’ stato ferito alla mano durante un attacco con un coltello, il secondo uomo più ricco della Cina. Secondo le informazioni dell’agenzia Nuova Cina, Zong Qinghou, fondatore e proprietario del colosso delle bevande Wahaha, è stato attaccato lo scorso venerdì mattina dinanzi a casa sua a Hangzhou, nella provincia dello Zhejiang, da uno sconosciuto, poi arrestato poche ore dopo. Zong, che nel 2010 e nel 2012 è stato l’uomo più ricco di Cina, è stato ferito seriamente ad una mano ed è dovuto ricorrere ai sanitari per suturare dei tendini tagliati. Secondo le prime indiscrezioni, l’uomo lo avrebbe approcciato per chiedere un lavoro e, vistoselo negato, avrebbe attaccato il magnate. Zong, 67 anni, ha una fortuna di oltre 14 miliardi di euro. La sua azienda, nata come piccola società nel 1987, nel corso degli anni, anche grazie ad accordi con multinazionali come Danone, è una delle più grandi società in Cina con 66 fabbriche e 170 sussidiarie in tutta la Cina, e impiega 30.000 persone. Più grande azienda di bevande in Cina, nel 2012 la Wahaha ha registrato un fatturato di oltre 7,5 miliardi di euro.

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La Cina blocca le facoltà che non danno lavoro

Il problema dei laureati senza lavoro affligge persino la Cina, ma il governo di Pechino sta pensando di risolverlo ‘alla radice’: secondo il Wall Street Journal ‘e’ stato varato un piano per tagliare o ridurre drasticamente le facoltà che non danno occupazione. Ogni università, spiega il sito del quotidiano, verrà valutata dal punto di vista dell’occupazione, operando tagli e ridimensionamenti in quelle in cui meno del 60% dei neolaureati trova un lavoro per due anni consecutivi. In Cina il numero dei laureati è cresciuto del 150% negli ultimi 10 anni, arrivando a circa 9 mila ogni 100 mila abitanti, e di conseguenza sono aumentati anche i laureati disoccupati, anche se in misura minore rispetto al resto del mondo: il 72% di chi si laurea nel paese del Dragone trova infatti un’occupazione, e nonostante ciò la Cina è il paese che ha esportato più studenti negli Usa, più di 128 mila nel 2010. Se si applicasse all’Italia il parametro indicato dal governo cinese le prime facoltà ad essere ‘ghigliottinate’ sarebbero psicologia e lettere e filosofia, che secondo il rapporto Almalaurea sono le lauree meno efficaci, rispettivamente con un 26,9 e 27,2% di laureati dopo un anno.

fonte: ANSA

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Bombe a palazzi governativi, attentatore lascia testamento su web, esplosioni per demolizione forzata

Ci sarebbe una vendetta per una demolizione forzata dietro il triplice attentato di ieri in Cina, stando al testamento elettronico lasciato sul blog dall’attentatore. La città di Fuzhou, nella parte orientale della Cina, è ancora scossa per i tre attentati quasi simultanei di ieri che hanno provocato la morte di tre persone e il ferimento di altre dieci, ed emergono nuovi inquietanti dettagli sull’uomo ritenuto esserne il responsabile. Le esplosioni ha avuto luogo una dopo l’altra dalle 09:18 alle 9:45, la prima al parcheggio della procura, la seconda all’interno di un edificio amministrativo e la terza nei pressi di un ufficio dell’amministrazione statale per alimentazione e farmaci. L’attentatore è una delle tre vittime. Identificato come il cinquantaduenne disoccupato nativo di Fuzhou, Qian Mingqi, risulta essere stato, secondo l’immagine fornita da internet e dai numerosi messaggi da lui lasciati nel suo microblog, un uomo in estrema difficoltà, che ha dedicato l’ultima parte della sua esistenza a cercare di portare avanti una battaglia personale per ottenere un risarcimento per la perdita della sua proprietà che, a suo dire, sarebbe stata demolita illegalmente dalle autorità, arrecandogli un ingente danno economico. “Sono sano, sono mentalmente normale – ha scritto di recente in un suo messaggio lasciato in rete – e fino ad oggi non ho mai commesso reati ma la mia casa è stata demolita illegalmente e con la forza, causandomi enormi perdite. Dieci anni perduti cercando inutilmente di ottenere giustizia. Mi hanno costretto a seguire una strada che non avrei voluto seguire”. Dalle sue parole emerge l’immagine di un uomo che si è convinto che se non adotterà misure drastiche per se stesso e per altri come lui, la sua storia non avrebbe mai visto la luce del giorno. E così, Qian ha iniziato a covare il suo piano per eseguire una protesta nel modo più drammatico e plateale possibile. In un recente intervento del 25 maggio messo in rete dopo la mezzanotte, ha parlato di “news esplosive” che stavano per accadere presto. In un altro post, Qian ha detto “anche se vado in cielo, ho intenzione di portare un po’ dei miei nemici con me!”. Dopo gli attentati di ieri e la sua morte, oltre 25.000 persone hanno visitato il suo profilo sul sito sina.com. Numerosi i messaggi di condoglianze. Alcuni cittadini della rete lo hanno chiamato “eroe del popolo”, “brava persona” e “vero uomo che si è sacrificato per gli altri”. Molti tuttavia temono che il caso di Qian possa generare fenomeni di emulazione. Ieri un ex poliziotto ha mandato in rete un messaggio ai suoi avvocati nel quale si era avuta la sensazione di ravvisare le sue ultime parole. Poche ore dopo il poliziotto si è rifatto vivo dicendo che il caso di Qian Mingqi gli aveva quasi fatto perdere la ragione, e che sua moglie e sua figlia lo avevano trovato in riva al lago, fermandolo giusto in tempo prima che egli si togliesse la vita.

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Tre bombe per vendetta contro palazzi governativi

E’ una delle due vittime delle esplosioni l’attentatore che stamattina ha fatto esplodere tre ordigni nei pressi di tre palazzi governativi in Cina. Lo riferisce l’agenzia Nuova Cina. Qian Mingqi, un cinquantaduenne disoccupato, secondo le prime informazioni sarebbe stato il responsabile delle tre bombe piazzate in tre auto nei pressi del palazzo che ospita l’ufficio del procuratore, nei pressi di quello del governo del distretto di Linchuan e nel palazzo dell’amministrazione distrettuale del cibo e dei farmaci a Fuzhou, nella provincia orientale cinese dello Jiangxi. Il corpo di Qian è stato trovato dinanzi all’ufficio del procuratore, mentre una seconda vittima e morta in ospedale a seguito delle ferite riportate. Dalle prime informazioni sembra che Qian abbia agito per vendetta contro una decisione del tribunale che non condivideva.

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